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Politica

Lollobrigida versace n’altro litro: “Il vino fa bene alla testa” (e l’acqua uccide?)

Mentre in Europa nessuno si è mai sognato di proibire il vino, Francesco Lollobrigida continua a combattere questa fantomatica guerra contro Bruxelles e regala al mondo una nuova perla di saggezza: “Con una dieta equilibrata e in modica quantità, il vino non fa male. Per alcune patologie può anche far bene. Non lo dico io, lo dice la storia: produce allegria e convivialità, che fanno bene alla testa”. Dopo la teoria dell’acqua killer, il ministro si conferma il miglior sponsor dell’enoteca sotto casa.

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    Francesco Lollobrigida, ormai auto-proclamatosi paladino del vino, non perde occasione per difendere il nettare degli dei da un attacco inesistente. Questa volta è toccato alla Slow Wine Fair e al Sana Food di Bologna, dove, tra un brindisi e l’altro, ha ribadito che il vino non solo non fa male, ma anzi, potrebbe essere addirittura salutare.

    Dopo aver degustato una selezione di eccellenze enologiche italiane, accompagnato dall’europarlamentare FdI Stefano Cavedagna, il ministro ha tuonato contro l’Unione Europea, rea – a suo dire – di criminalizzare il settore vinicolo. “L’Europa non deve crearsi danni da sola. Con la criminalizzazione di alcuni prodotti europei, che rappresentano asset strategici, non si rischia solo per le tariffe e quindi sulle chiusure di mercato. Si rischia ancor di più per la criminalizzazione del prodotto stesso, che ne abbatte il valore”, ha dichiarato.

    Un’uscita in perfetto stile Lollobrigida, che ormai ha fatto della difesa del vino una missione personale, al punto da ignorare completamente il fatto che nessuno sta vietando il vino in Europa. Anzi, la tanto odiata UE si è limitata a introdurre etichette con informazioni sugli effetti nocivi dell’alcol, come avviene per qualsiasi altra sostanza potenzialmente dannosa per la salute.

    Eppure, il ministro non demorde e rilancia con un nuovo capolavoro della retorica populista: “Oggi parlare male del vino a prescindere è folle per l’Europa. Bisogna ragionare sul quantitativo di qualsiasi sostanza si assume. Io continuo a sostenere che, con una dieta equilibrata e in modica quantità, il vino non fa male. E, per alcune patologie, può anche far bene. Una di queste, non lo dico io ma la storia, è l’allegria che produce e la convivialità, che fa bene alla testa”.

    Dopo aver sostenuto che l’abuso di acqua può portare alla morte, Lollobrigida si spinge dunque oltre e ci regala una nuova teoria scientifica da premio Nobel: il vino cura le malattie e rende felici. Un colpo al cerchio e uno alla botte, letteralmente.

    Mentre i produttori italiani si preoccupano realmente di questioni come dazi, concorrenza sleale e cambiamenti climatici, il ministro preferisce concentrarsi su una battaglia immaginaria, difendendo il diritto inalienabile di ubriacarsi in pace senza sentirsi dire che l’alcol, guarda un po’, non è proprio il toccasana che millanta.

    Ma se l’alcol almeno anestetizza il cervello, il problema è che nessuno ha ancora trovato un antidoto per le uscite di Lollobrigida.

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      Politica

      “Cerchiamo di non dare notizie sulla villa di Giorgia Meloni”: il messaggio di Ghiglia e il caso privacy che agita Palazzo Chigi

      La vicenda nasce dall’interrogazione di Italia Viva sui lavori dell’abitazione della premier. Nei messaggi agli uffici, il componente del Garante Privacy chiedeva se fosse possibile “coprire” alcuni dati. In aula, il governo respinse la richiesta di dettagliare i fornitori per motivi di riservatezza.

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        Quando un messaggio diventa un caso politico, il confine tra diritto alla privacy e trasparenza pubblica si fa sottile. È il cuore della storia ricostruita da “Report”, che punta i riflettori su Agostino Ghiglia, componente dell’Autorità garante per la Privacy in quota Fratelli d’Italia, e sul suo intervento a tutela della premier Giorgia Meloni.

        Il messaggio agli uffici
        Il programma di inchiesta riporta una comunicazione interna di Ghiglia, risalente ai primi giorni del 2025, in cui il componente dell’Autorità chiede di approfondire l’interrogazione parlamentare presentata da Francesco Bonifazi e Maria Elena Boschi. Il tema era la villa acquistata dalla presidente del Consiglio per 1,1 milioni di euro nella zona del Torrino, a Roma. Il messaggio è netto: «Cercatemi interrogazione Bonifazi. Approfondiamo se è suo diritto ad avere risposta a tutte le domande, in dettaglio. O se qualcosa si può coprire in termini di protezione dati, al netto della trasparenza e dell’interesse pubblico. Urgente».

        Le interrogazioni e la linea del governo
        Secondo “Report”, quell’indicazione puntava a verificare se fosse possibile limitare la quantità di informazioni fornite. Una strategia che si riflette poi nella risposta dell’esecutivo: in aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rifiuta di comunicare l’elenco dei fornitori impegnati nei lavori di ristrutturazione della villa, richiamando la tutela della riservatezza. «Verrebbe meno l’aspettativa di privacy», spiegò.

        La cronologia del trasferimento
        Il dossier sulla residenza della premier era già emerso mesi prima delle Europee del 2024, quando Meloni lasciò l’abitazione messa a disposizione in comodato dal senatore di Fratelli d’Italia Giovanni Satta per trasferirsi nella nuova casa. L’acquisto, perfezionato nel gennaio 2025 senza mutuo, riguardava una villa “chiavi in mano”, come la stessa premier aveva puntualizzato, chiamandosi fuori da eventuali domande su precedenti abusi edilizi e specificando che ogni responsabilità era prevista nel contratto di compravendita.

        Il nodo politico: privacy o opacità?
        Il caso apre una riflessione: fino a che punto la riservatezza può legittimare il silenzio della pubblica amministrazione quando si parla di figure istituzionali? Da un lato il diritto alla privacy, dall’altro il principio di trasparenza legato alla gestione della cosa pubblica. Una tensione che torna ciclicamente, soprattutto quando si intrecciano ruoli di governo, interrogazioni parlamentari e controlli istituzionali.

        Se per alcuni si tratta di legittima tutela della sicurezza e della privacy di una figura apicale, per altri è un precedente delicato. Nel mezzo, ancora una volta, l’equilibrio sottile che separa ciò che i cittadini hanno il diritto di sapere e ciò che resta nelle stanze dei palazzi romani.

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          Politica

          Matteo Salvini compra casa a Roma: nuovo appartamento mentre cresce l’attesa per le nozze con Francesca

          La coppia, insieme dal 2019, convive già a Roma ma continua a smentire nozze imminenti. Intanto Francesca, 32 anni, produttrice cinematografica e social media manager, resta la presenza più costante nella vita del ministro. Salvini, dopo la rottura con Elisa Isoardi, ha trovato stabilità e complicità al suo fianco.

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            Un appartamento nuovo, in una delle zone più prestigiose di Roma, a pochi passi dalla Farnesina. Matteo Salvini ha scelto di investire nella Capitale, segno che la sua vita privata e politica continua a gravitare intorno alla città. Con lui, come sempre, c’è Francesca Verdini, la compagna che dal 2019 è al suo fianco e che molti vedono già in abito bianco, nonostante le continue smentite del ministro su un matrimonio imminente.

            Francesca Verdini, nata a Firenze il 27 luglio 1992, è la figlia dell’ex parlamentare Denis Verdini e di Simonetta Fossombroni. Cresciuta soprattutto con il padre, ha due fratelli più grandi, Tommaso e Diletta. A 18 anni si è trasferita a Roma per studiare alla Luiss, dove si è laureata in Economia e Direzione di Imprese. Proprio il giorno della laurea aveva dedicato parole sentite ai genitori, agli amici e a Matteo: «Sono stati i fari, i remi e la nave nel mio maremoto».

            Il sogno di Francesca è sempre stato il cinema: nel 2017 ha fondato la società di produzione La Casa Rossa, di cui detiene il 95%. Parallelamente lavora a Mediaset come social media manager di Forum, continuando a muoversi tra televisione e cinema.

            L’incontro con Salvini, allora vicepremier nel governo gialloverde, è avvenuto poco dopo la rottura del leader leghista con Elisa Isoardi. Da quel momento la relazione è diventata stabile: Francesca ha costruito un rapporto sereno anche con i figli del compagno e la coppia è apparsa spesso insieme in pubblico, senza mai nascondersi.

            Il nuovo appartamento romano si aggiunge alle tappe di un percorso di coppia che ha resistito agli scandali politici e familiari. Il fratello di Francesca, Tommaso, è stato coinvolto nell’inchiesta Anas e ha patteggiato due anni per le vicende legate alle commesse pubbliche, ma lei ha sempre preferito restare lontana dalle polemiche. Oggi la figlia di Denis Verdini è la presenza discreta e costante accanto al ministro, tra un impegno politico e un set cinematografico. Le nozze, per ora, restano un’ipotesi. Ma l’acquisto della nuova casa conferma che la coppia guarda avanti.

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              Politica

              Andrea Giambruno e Federica Bianco, amore (quasi) segreto: lei pubblica i selfie di coppia, poi li cancella su “invito” del giornalista

              Due foto, stesso amore, due stagioni diverse. Federica Bianco rompe il silenzio e mostra per la prima volta la relazione con Andrea Giambruno, ma il giornalista le chiede di rimuovere tutto: “Pressioni professionali e familiari dietro la scelta del silenzio”.

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                Due selfie identici, una storia d’amore che scotta. Federica Bianco, la “beauty coach” pugliese che da oltre un anno fa coppia fissa con Andrea Giambruno, è uscita allo scoperto sui social. Per la prima volta ha pubblicato due foto insieme al giornalista Mediaset, ex compagno della premier Giorgia Meloni, e padre di sua figlia Ginevra.

                Le immagini, dolci e coordinate, raccontavano molto più di mille parole: stessa posa, sguardi sorridenti, lei truccata appena, lui rilassato. Una foto estiva, con un chiaro riferimento alle vacanze in Puglia — la terra d’origine di Federica — e un’altra più recente, dal tono autunnale. In poche ore il post ha fatto il giro dei social, scatenando curiosità e commenti.

                Poi, improvvisamente, tutto è scomparso. Le foto sono state cancellate, come se non fossero mai esistite. Secondo quanto riportato da Oggi, a chiedere la rimozione sarebbe stato proprio Giambruno, “su invito” legato a motivazioni professionali e — si sussurra — anche familiari.

                Negli ultimi mesi, infatti, il giornalista ha ricevuto una sola direttiva: mantenere il massimo riserbo sulla sua vita privata. Dopo le polemiche seguite alla fine della relazione con la presidente del Consiglio, Giambruno si prepara al rientro alla conduzione di un telegiornale Mediaset, e la parola d’ordine è discrezione assoluta.

                Federica, che in passato era stata legata al leghista Andrea Crippa (oggi compagno di Anna Falchi), ha accettato di fare un passo indietro. La “rivelazione” romantica è durata solo poche ore, ma ha confermato quello che da tempo si sussurrava: tra i due, l’intesa è solida e lontana dai riflettori.

                Lui preferisce la riservatezza, lei la spontaneità dei social. Due mondi diversi, che per un momento si sono incontrati in un post destinato a sparire — ma non a passare inosservato.

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