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Papa Leone XIV: un ingresso secondario per “sfuggire” al calore dei fedeli…
Un video amatoriale sta facendo il giro dei social, suscitando emozione e simpatia tra i fedeli di tutto il mondo. Le immagini, girate con uno smartphone, mostrano Papa Leone XIV – da poco eletto – mentre transita in una zona apparentemente tranquilla nei pressi di Piazza San Pietro.
È un momento informale, non previsto dal protocollo: il Pontefice appare senza scorta visibile, quando alcuni fedeli lo riconoscono e iniziano a esultare con entusiasmo. La scena si riempie rapidamente di voci emozionate e mani alzate in segno di saluto. Il Papa, colpito dalla spontaneità del momento, sorride calorosamente e benedice la piccola folla con un gesto lento e paterno. L’atmosfera, semplice ma carica di significato, ha colpito migliaia di utenti, che commentano il video elogiando l’umiltà e la vicinanza del nuovo Pontefice. Un inizio di pontificato che promette dialogo e umanità.
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Papa Leone XIV, prima uscita a sorpresa: torna al Palazzo del Sant’Uffizio per salutare i fedeli
Il Pontefice è tornato al Palazzo del Sant’Uffizio, dove ha vissuto prima del Conclave, sorprendendo un gruppo di fedeli con saluti, sorrisi, foto e una benedizione improvvisata.

Gesto spontaneo e inatteso del nuovo pontefice. Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha lasciato per qualche ora le mura vaticane per tornare al Palazzo del Sant’Uffizio, dove ha vissuto prima dell’elezione. Qui ha incontrato un piccolo gruppo di fedeli e visitatori che si trovavano nei pressi dell’ingresso. Il Papa si è intrattenuto con loro con grande semplicità, ha scambiato qualche parola, si è lasciato fotografare con chi glielo chiedeva e, alla fine, ha impartito una benedizione collettiva. Un momento breve ma significativo, che conferma lo stile diretto e cordiale del nuovo Pontefice, già definito da molti come un uomo dal cuore missionario e dallo sguardo attento alle persone. Nessun discorso ufficiale, solo sorrisi, strette di mano e uno sguardo che, in pochi minuti, ha conquistato chi si è trovato per caso sulla sua strada.
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Prevost benedice un fedele: sarà un futuro miracolato?

Essere benedetti da un futuro Papa è un po’ come ricevere una notifica divina su WhatsApp: breve, intensa e con zero possibilità di risposta. Quando ti dicono “sei stato benedetto da quello che poi è diventato Leone XIV”, non è che ti svegli con l’aureola o che il caffè non ti finisce mai. No, la realtà è più semplice: sei entrato per un secondo nel radar del Vaticano, hai fatto ciao con la mano e ne sei uscito con un +1 al karma.
Ma cosa significa davvero essere benedetti da un persona così importante? In teoria un’esperienza del genere dovrebbe avvicinarti a Dio in corsia preferenziale. In pratica, ti avvicina ai like su Instagram. “Ecco me col futuro Papa”: 3000 cuori in 10 minuti. Miracolo social. È il potere del branding divino.
La benedizione papale è anche il massimo del multitasking celeste. Il Papa solitamente ne distribuisce a migliaia: ai fedeli, agli sposi, ai neonati, ai cani con cappottino fuori da San Pietro. C’è persino la benedizione apostolica su pergamena, da ordinare online. Sì, Amazon ti manda la benedizione, mica solo il frullatore. Essere benedetti in questa modalità è come avere l’approvazione del CEO del Cielo. Non ti cambia la vita, ma fa curriculum. E vuoi mettere la soddisfazione di dire: “Oh, io ho la benedizione di Prevost. Tu… manco quella di tua suocera”.
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Il nuovo papa firma la Bibbia a una bambina nella sua prima uscita pubblica
Pochi minuti dopo l’elezione, Papa Leone XIV incontra alcuni fedeli e firma una Bibbia a una ragazzina: un gesto spontaneo che svela l’umanità e la semplicità del nuovo Pontefice.

Un gesto piccolo, ma già simbolico. Pochi minuti dopo l’annuncio ufficiale dell’Habemus Papam, il neo-eletto Leone XIV ha lasciato la Cappella Sistina per raggiungere il Palazzo del Sant’Uffizio, dove alcuni pellegrini e fedeli lo attendevano con emozione. Tra loro, una bambina si è fatta avanti con coraggio, stringendo tra le mani una Bibbia consumata dall’uso. “Santo Padre, può benedirla? E… può firmarla?”, ha chiesto con un filo di voce. Il Papa ha sorriso, si è chinato su di lei, e con semplicità ha risposto: “Devo fare alcune prove della firma, è la prima volta che firmo come Papa!”.
È nato così un momento di dolcezza e spontaneità che ha sciolto la tensione del momento solenne. I presenti hanno riso, qualcuno ha applaudito, e Leone XIV ha preso la penna e ha firmato, lentamente, sulla prima pagina della Bibbia della bambina. Un gesto umano, diretto, che già rivela il tratto distintivo del nuovo pontefice: vicino alla gente, capace di mescolare l’ironia alla profondità del ruolo che ora gli appartiene.
Il nome scelto, Leone, richiama forza e tradizione. Ma questo primo autografo racconta altro: la volontà di restare se stesso, Robert Francis Prevost, anche sotto il peso della tiara. Un Papa che non teme di dire “non ho mai fatto questo prima”, e che proprio per questo riesce ad avvicinarsi a chi guarda Roma con rispetto, ma anche con attesa. Per molti, quel gesto resterà la prima vera immagine del pontificato: una mano che si abbassa, una firma incerta, e un sorriso che unisce.
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