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Tennis

Dolori e vesciche… ma il gladiatore Sinner sfida Alcaraz nella finale che accende Roma

Tutto pronto al Foro Italico per l’attesissima finale degli Internazionali d’Italia: Jannik Sinner contro Carlos Alcaraz, un duello che sa di destino e rivalità epica. I due giovani fuoriclasse si incontrano per scrivere un altro capitolo di quella che, ormai, è considerata la sfida del decennio. Ma come sta davvero Sinner, reduce da una semifinale vittoriosa ma complicata?

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    Dopo la vittoria in tre set contro Tommy Paul, il numero uno del mondo ha mostrato qualche segnale di difficoltà. Problemi alla coscia, qualche smorfia di dolore e una vescica al piede che lo ha limitato nei movimenti. Tuttavia, Jannik rassicura tutti: “Faceva freddo, le palle erano pesanti, ma sono rimasto lì mentalmente. Non sono allarmato.” Un piccolo campanello d’allarme, ma nulla che possa fermare la sua corsa verso il titolo.

    Un inizio da incubo, poi la rinascita

    Contro l’americano Paul, Sinner ha vissuto un primo set da dimenticare: 6-1 con tre break subiti in meno di mezz’ora. Apparso lento, impreciso, fuori giri, è sembrato un altro giocatore rispetto al dominatore visto nei turni precedenti. Ma è bastato un break nel secondo set per far tornare il vero Jannik: più aggressivo, più preciso, più… Sinner. Un 6-0 senza appello e un terzo set gestito con grinta e testa, nonostante qualche fastidio fisico.

    La mamma se ne va, il pubblico resta: il Foro ama Jannik

    Curiosità da bordocampo: mamma Siglinde, visibilmente in tensione, ha lasciato il Centrale dopo il primo set per una passeggiata anti-stress. Il pubblico invece non ha mollato un attimo: cori, incitamenti, un tifo da stadio che ha accompagnato ogni punto del suo beniamino. A Roma, Sinner è già di casa.

    Alcaraz favorito ma non invincibile

    Dall’altra parte del tabellone, Carlos Alcaraz ha avuto vita più facile. Contro Lorenzo Musetti ha dominato, nonostante qualche sbavatura. Il toscano ha resistito solo a tratti, pagando una tensione eccessiva e qualche vecchio limite. Eppure, proprio Musetti lancia l’avvertimento a Sinner: “Carlos non ha punti deboli. È sempre aggressivo, non gli vedo cali.”

    Una finalissima storica: un italiano a Roma dopo 47 anni

    Era dal 1978 che un tennista italiano non raggiungeva la finale maschile agli Internazionali (Adriano Panatta, per i nostalgici). Ora tocca a Sinner provarci, contro l’avversario più difficile, sulla superficie più impegnativa e davanti al pubblico più caloroso. Dopo tre mesi di stop, tornare così è già un successo. Ma Jannik vuole di più.

    Sinner-Alcaraz: filosofia, poesia e gladiatori

    Questa sfida è più di una semplice partita. È Aristotele contro Platone, razionalità contro istinto, rigore contro creatività. È tennis, sì, ma anche narrativa pura. Sinner-Alcaraz è una storia che si scrive in versi e rovesci, con la terra rossa a fare da palcoscenico. Domani può trasformarsi in una giornata storica per il tennis italiano. Il Sinner nazionale, acciaccato ma carico, affronta il giovane re spagnolo in una finale che promette spettacolo.

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      Tennis

      “Metti i tappi alle orecchie, Jannik!”: il consiglio di Connors a Sinner

      Alla vigilia di Wimbledon, Jimmy Connors avverte Sinner: “Ti esaltano in un attimo, ma ti buttano giù ancora più in fretta”.

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        Jannik Sinner si prepara a scendere sull’erba di Wimbledon con il peso di due sconfitte recenti e un carico di aspettative che potrebbe far tremare anche i più solidi. Ma a tendere la mano al numero uno del mondo arriva un consiglio prezioso, firmato Jimmy Connors. L’ex leggenda americana, otto volte vincitore Slam, ha dedicato un passaggio del suo podcast “Advantage Connors” al tennista altoatesino. Il messaggio è chiaro: “Tappati le orecchie, non ascoltare nessuno, non leggere nulla. Fatti i fatti tuoi”.

        Connors sa bene di cosa parla

        A 27 anni, quando sembrava già al tramonto, fu dato per finito. “Dicevano che ero troppo vecchio, che gli altri erano più forti. Se dai retta a queste cose, ti butti giù da solo”, ha raccontato. Ecco perché invita Sinner a isolarsi dal rumore di fondo, a non farsi travolgere dalle critiche dopo la finale persa al Roland Garros contro Alcaraz e l’uscita a sorpresa ad Halle per mano di Bublik. “Ti portano in alto in un attimo, ma sono ancora più veloci a farti cadere”, ha detto Connors, con la schiettezza di chi ha vissuto sulla propria pelle la pressione mediatica. Il messaggio è chiaro: Jannik deve restare concentrato solo sul suo tennis, senza farsi distrarre da chi oggi lo esalta e domani lo mette in discussione. Nonostante le recenti battute d’arresto, Connors crede che Sinner sia pronto per Wimbledon. “Ha avuto una settimana per adattarsi all’erba, e so che sarà pronto. Non ho dubbi”, ha aggiunto. Il campo, del resto, è il rifugio naturale di Jannik, il luogo dove ritrova il sorriso e la fiducia.

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          Tennis

          Al prossimo torneo di Wimbledon pioveranno soldi e alcune novità epocali: giudici di linea addio

          L’edizione 2025 del celebre torneo sull’erba si preannuncia tra le più ricche e innovative di sempre. Il montepremi cresce del 7% rispetto al 2024, arrivando a sfiorare i 63 milioni di euro. I vincitori del singolare maschile e femminile porteranno a casa 3,5 milioni ciascuno. Tra novità tecnologiche, modifiche agli orari e progetti urbanistici in sospeso, il torneo più prestigioso del tennis mondiale si rinnova mantenendo intatto il suo fascino.

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            L’All England Club ha annunciato un sostanzioso aumento del montepremi per l’edizione 2025 di Wimbledon, che raggiunge la cifra di 53,5 milioni di sterline (oltre 62,9 milioni di euro). L’incremento del 7% risponde direttamente alle richieste dei giocatori, che da tempo invocano una redistribuzione più equa dei profitti dei tornei del Grande Slam.

            Più premi per tutti

            I vincitori dei tornei di singolare maschile e femminile riceveranno 3 milioni di sterline a testa, circa 3,5 milioni di euro, con un balzo dell’11% rispetto alla scorsa stagione. Anche i primi turni diventano più remunerativi: chi accede al main draw guadagnerà almeno 66.000 sterline (oltre 77.000 euro), un aumento del 10% rispetto al 2024.

            I motivi dell’aumento: pressione dai giocatori

            Il tema della redistribuzione dei ricavi è al centro del dibattito tennistico internazionale. Ad aprile scorso, venti top player hanno inviato una lettera congiunta ai quattro tornei dello Slam, richiedendo una quota maggiore dei ricavi complessivi. Debbie Jevans, presidente del torneo, ha ribadito: “Siamo determinati a garantire un compenso equo ai giocatori. In 10 anni, Wimbledon ha raddoppiato il montepremi e quest’anno cresce ancora del 7%”. Tuttavia, sottolinea che il problema del tennis è sistemico: “I giocatori affrontano stagioni estenuanti e infortuni crescenti. Siamo pronti a dialogare con i tour per trovare soluzioni condivise”.

            Addio ai giudici di linea: arriva il sistema elettronico

            Una delle grandi novità tecnologiche di Wimbledon 2025 è la rimozione dei giudici di linea. Le chiamate saranno gestite in tempo reale da un sistema elettronico, già adottato da altri tornei ATP e WTA. L’Open di Francia, però, resiste ancora all’automazione. Per garantire la sicurezza operativa, l’All England Club ha annunciato che 80 ex giudici di linea saranno comunque presenti come assistenti di campo, pronti a intervenire in caso di malfunzionamento del sistema.

            Orari aggiornati e grandi lavori in sospeso

            A partire da quest’anno, le finali di singolare si disputeranno alle ore 16:00 locali, due ore più tardi rispetto al tradizionale orario. Una scelta pensata per favorire le audience globali e armonizzare gli slot televisivi. Dietro le quinte, però, Wimbledon è alle prese con un progetto molto più ambizioso: l’espansione del Wimbledon Park, che prevede la costruzione di 39 nuovi campi in erba. Il piano è però bloccato da una controversia legale: una revisione giudiziaria è prevista per l’8 e 9 luglio, durante la seconda settimana del torneo, mentre una decisione definitiva sul trust del terreno non arriverà prima del gennaio 2026.Fra

            Fra tradizione e innovazione

            Wimbledon 2025 si prepara a offrire uno spettacolo sportivo senza precedenti, combinando montepremi da record, tecnologia avanzata e una forte attenzione ai bisogni dei giocatori. Nonostante le polemiche e i ritardi legati all’ampliamento dell’impianto, il torneo più iconico del tennis mondiale continua a evolversi nel segno della tradizione britannica e dell’innovazione globale.

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              Tennis

              Roland Garros: di nuovo addio per Berrettini, quando il fisico dice sempre “no”

              Matteo Berrettini salta per il quarto anno consecutivo il Roland Garros. L’infortunio agli obliqui, accusato agli Internazionali di Roma, costringe ancora una volta il tennista romano a fermarsi. Tra lacrime, rassegnazione e ironia amara, il campione continua a lottare con un corpo che sembra tradirlo proprio nei momenti chiave.

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                Matteo Berrettini non ci sarà al Roland Garros 2025. Per il quarto anno consecutivo, il talento azzurro sarà assente dallo Slam parigino, teatro dell’ultimo acuto nel 2021 con i quarti di finale contro Novak Djokovic. L’ennesimo stop arriva dopo il ritiro agli Internazionali di Roma, dove Berrettini aveva abbandonato il campo in lacrime contro Casper Ruud, a causa di un nuovo fastidio agli obliqui.

                L’infortunio eterno: gli obliqui maledetti

                “Anche i dottori sono stanchi di vedermi”, ha confessato lo stesso Berrettini a Roma. Il problema agli obliqui non è nuovo: è il filo rosso (anzi, nero) che lega tutte le sue ultime stagioni. Un infortunio subdolo, recidivo, che lo ha costretto a lunghi stop e a dolorosi rientri-lampo. Un tormento che lo tiene lontano dai campi proprio quando servirebbe più continuità, ritmo, fiducia.

                Un corpo che tradisce il talento

                Non è la motivazione a mancare, tantomeno la voglia di lottare. Berrettini è sempre tornato, a testa alta, pronto a rimettersi in gioco. Ma ogni volta che prova a ricostruire, arriva un nuovo crollo. Il fisico dice “no” proprio quando il gioco inizia a ritrovare fluidità. È come se ogni stagione fosse una partita infinita tra speranza e disillusione.

                Roland Garros: un tabù dal 2021

                L’ultima apparizione di Matteo a Parigi resta quella del 2021, con la sconfitta dignitosa contro Djokovic. Da allora, solo assenze. Il Roland Garros è diventato una specie di miraggio: sempre desiderato, mai raggiunto. Un paradosso per uno come lui, che sulla terra rossa aveva mostrato margini e ambizioni da top player.

                E adesso?

                Le prossime settimane saranno cruciali per capire se e come potrà riprendere la stagione. Berrettini punta a curarsi, con l’ennesima riabilitazione. Ma la domanda resta sospesa: quanto può resistere un campione quando è il proprio corpo il primo avversario?

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