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Italia

Pedaggi autostradali più cari da agosto: la stangata estiva scatena il caos politico

Un millesimo di euro al chilometro sembra poca cosa, ma il principio fa infuriare: milioni di italiani si troveranno a pagare di più proprio nel mese delle vacanze. L’emendamento resta, per ora, nero su bianco.

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    Una manciata di centesimi, distribuiti lungo centinaia di chilometri. Ma quanto basta per accendere la miccia. Dal primo agosto 2025, percorrere le autostrade italiane costerà un po’ di più. Lo prevede un emendamento al decreto Infrastrutture, presentato da parlamentari della stessa maggioranza e pensato per garantire nuovi fondi all’Anas. La cifra? Un millesimo di euro al chilometro, per ogni categoria di veicolo.

    Il tempismo che fa discutere

    Non è tanto l’importo a far esplodere la polemica, quanto il momento scelto: proprio ad agosto, nel pieno dell’esodo estivo. La notizia, trapelata il 4 luglio, ha provocato reazioni a catena. Prima fra tutte, quella del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha chiesto il ritiro della misura, pur essendo firmata anche da esponenti della sua Lega. «Non è il momento giusto», ha detto. Ma l’emendamento, intanto, resta.

    Pioggia di critiche dalle opposizioni

    Il Partito Democratico è stato il primo ad alzare la voce. «È una tassa nascosta, un insulto al buonsenso», ha tuonato il senatore Francesco Boccia. Duro anche il Movimento 5 Stelle: «Meloni è come lo sceriffo di Nottingham», accusa Riccardo Ricciardi. E da Europa Verde, Angelo Bonelli si chiede: «È questa la destra sociale che doveva aiutare le famiglie?».

    Le associazioni dei consumatori insorgono

    Per le principali sigle dei consumatori, si tratta di una “stangata estiva”. Il Codacons accusa il governo di trattare gli automobilisti come “bancomat”, mentre Assoutenti denuncia: «Cantieri e disagi continui, e ora vogliono anche più soldi? È una beffa». Secondo i calcoli, i rincari porteranno nelle casse pubbliche circa 90 milioni di euro l’anno.

    E ora che succede?

    Il governo si trova davanti a un bivio. Ritirare l’emendamento, ammettere l’errore e placare le proteste. Oppure difenderlo, rischiando di pagare un prezzo politico. Salvini ha preso le distanze, ma senza modifiche formali il rincaro scatterà comunque. E mentre le polemiche infuriano, gli italiani si preparano a un agosto ancora più salato. Anche al casello.

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      Italia

      Intelligenza artificiale, truffe reali: deepfake di Giorgia Meloni sui social, la premier clonata promette guadagni facili

      Voci, espressioni e sorrisi perfettamente ricostruiti: nei deepfake la premier assicura guadagni da 30 mila euro al mese con un investimento di 250 euro. Indagini in corso sul fenomeno, già intercettato da agenzie di cybersicurezza internazionali.

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        Giorgia Meloni in studio con Francesco Giorgino, intervistata sul futuro dell’Italia, mentre sponsorizza una piattaforma di trading “garantita dal governo”. Tutto perfetto, realistico, impeccabile. Peccato che sia tutto falso.

        Tre video deepfake — prodotti con tecniche di intelligenza artificiale e già in circolazione sui social — mostrano la presidente del Consiglio in ambientazioni credibili, con voce e volto ricostruiti in maniera quasi indistinguibile dall’originale. Nelle clip la premier si presta a uno spot fraudolento: «Tutti hanno diritto a ricevere un aiuto fino a 3 mila euro al mese, basta registrarsi e versare 250 euro», afferma sorridendo.

        In un altro filmato, ambientato in una finta intervista al Tg5 con Simona Branchetti, la presidente ribadisce: «Io stessa sono coinvolta in questo progetto e questo mese ho guadagnato 40 mila euro. Basta un piccolo investimento e la registrazione sarà attiva».

        Il dettaglio che inquieta è la precisione: la voce della Meloni è sincronizzata alla perfezione, lo sguardo e i sorrisi sono quelli veri. È l’avanguardia del deepfake, un salto di qualità che rende sempre più difficile distinguere realtà e artificio.

        Dietro, il solito meccanismo: i truffatori inseriscono link che promettono facili guadagni, portando invece a piattaforme che raccolgono dati personali e, passo dopo passo, arrivano fino ai conti correnti degli utenti.

        La Protective Intelligence Network di Singapore, guidata dall’ex poliziotto italiano Angelo Bani, ha intercettato i video e li ha segnalati al Global Anti-Scam Summit di Londra. «In Italia c’è un bombardamento di deepfake contro figure pubbliche, specialmente del governo», ha spiegato. Anche Sensity.ai, società italiana specializzata in cybersicurezza, ha registrato un’impennata di casi.

        Non è la prima volta che i deepfake colpiscono personaggi noti, ma questa è la prima volta che un presidente del Consiglio italiano viene clonato con questa precisione, in un’operazione studiata per sembrare più vera del vero. E il messaggio subliminale è fin troppo chiaro: non si può più credere nemmeno ai propri occhi.

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          Italia

          La nuova truffa telefonica arriva con gli SMS ruba-credito

          Il nuovo raggiro arriva con un SMS che invita a contattare un falso servizio clienti. Una volta in linea, il credito telefonico viene sottratto mentre l’utente resta in attesa.

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            Sta circolando una nuova truffa telefonica che ruba il credito dalla linea mobile. Numerosi youtuber e content creator stanno segnalando in rete casi di persone cadute nella trappola. L’imbroglio avviene tramite un SMS che invita a chiamare un numero a tariffa maggiorata. Durante l’attesa, il credito viene sottratto progressivamente.

            Cosa dice il messaggio che deve insospettire

            Il messaggio SMS appare formale e ben strutturato, con questo contenuto: “La invitiamo a contattare i nostri uffici USI per una comunicazione importante. Chiami il numero 8938939383“. Una volta effettuata la chiamata, una voce registrata risponde dicendo: “Attenda in linea per non perdere la priorità acquisita“. Questo dettaglio dovrebbe insospettire, poiché normalmente tali frasi si sentono quando si chiama un vero servizio clienti.

            Primo campanello d’allarme: l’attesa troppo lunga

            L’attesa non è altro che una trappola per sottrarre credito dal vostro conto telefonico. Il consiglio è quello di interrompere immediatamente la chiamata e contattare il vostro operatore. Probabilmente noterete che parte del vostro credito è stato sottratto. Se avete attivato una ricarica automatica collegata al conto bancario, potreste anche ritrovarvi con un rinnovo automatico, aggravando il problema. Tuttavia, non tutte le linee telefoniche sono soggette a questo meccanismo, poiché il trucco si basa su numeri a tariffa maggiorata.

            Come funzionano le tariffe maggiorate

            Quando si chiamano numeri premium, noti anche come numeri a sovrapprezzo o a valore aggiunto, il chiamante paga una tariffa extra per il servizio telefonico offerto. Parte di questo costo aggiuntivo viene riconosciuto a chi ha attivato la numerazione, in quanto responsabile del servizio erogato.

            Cos’è una tariffa maggiorata?

            Si tratta di numerazioni telefoniche non geografiche che comportano un costo superiore rispetto alle chiamate standard. È importante ricordare che numeri che iniziano con 800, 803 o 900 sono gratuiti, mentre quelli che cominciano con 199, 892, 893, 894, 895, 899, 178 e 44 sono a pagamento e soggetti a tariffe speciali.

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              Italia

              Stop ai voli brevi se c’è il treno veloce come alternativa. Una bella suggestione

              L’idea di sostituire i voli brevi con i treni ad alta velocità in Italia, sebbene interessante per ridurre le emissioni, appare applicabile solo a una piccola porzione di rotte, soprattutto a causa delle peculiarità geografiche del Paese e delle limitazioni della rete ferroviaria esistente.

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                L’idea di ridurre i voli brevi a favore dei treni ad alta velocità per diminuire le emissioni nocive è stata già adottata in Francia. Ed è in discussione anche in Italia. Uno studio dell’Itsm (Iccsai transport and sustainable mobility center) dell’Università di Bergamo ha evidenziato che l’applicazione di questa misura in Italia sarebbe limitata a poche rotte a causa di specifiche caratteristiche geografiche e infrastrutturali del Paese. Ma comunque male non fa. E’ una bella suggestione…

                Le 12 rotte sostituibili

                Lo studio ha individuato solo 12 rotte, il 2,8% di tutti i collegamenti nazionali, in cui il treno potrebbe essere una valida alternativa all’aereo, con un tempo di viaggio non superiore del 20% rispetto al volo. Le 12 rotte individuate finora.

                Roma Fiumicino – Milano Linate
                Roma Fiumicino – Milano Malpensa
                Milano Malpensa – Napoli
                Roma Fiumicino – Genova
                Bergamo – Napoli
                Roma Fiumicino – Napoli
                Milano Linate – Napoli
                Bologna – Roma Fiumicino
                Roma Fiumicino – Firenze
                Roma Fiumicino – Pisa
                Bergamo – Pescara
                Bergamo – Roma Fiumicino.

                L’impatto ambientale

                Nel 2019, su queste rotte sono stati operati circa 45.000 voli, responsabili dell’1,45% delle emissioni di CO2 del trasporto aereo nazionale. Tuttavia, la soppressione di tali voli potrebbe non portare a una riduzione significativa delle emissioni, poiché parte dei passeggeri potrebbe optare per l’uso di automobili, annullando il beneficio ecologico previsto.

                Le sfide geografiche

                L’Italia presenta delle sfide particolari, come la presenza di isole maggiori. Per le quali l’aereo rimane è l’unica alternativa efficace. Inoltre, l’orografia complessa e la presenza di zone sismiche o idrogeologiche rendono la costruzione di nuove linee ferroviarie difficoltosa e costosa. Più del 50% delle rotte aeree interne riguarda le isole, e quindi non può essere sostituito da treni ad alta velocità.

                Estensione della rete ferroviaria

                Sebbene l’estensione della rete ferroviaria possa sembrare una soluzione, questa risulta economicamente e ambientalmente sostenibile solo con un elevato volume di traffico. La realizzazione di nuove infrastrutture sarebbe vantaggiosa solo se la domanda riuscisse a coprire i costi, altrimenti l’intero progetto potrebbe diventare insostenibile.

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