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Cronaca

Telecamere violate e zero controlli: il sito che spia case e studi medici continua a restare online

Il portale che permette di sbirciare in abitazioni, studi medici e centri estetici continua a funzionare. L’oscuramento dipende dalla Procura di Venezia, ma i tempi si allungano. Yarix segnala altri siti simili: il caso De Martino-Tronelli è solo la punta dell’iceberg

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    È ancora attivo, consultabile e operativo: basta un abbonamento e si spalancano finestre digitali su case private, centri estetici e persino studi medici. La piattaforma che permette di spiare estranei attraverso i sistemi di videosorveglianza domestica non è stata oscurata. Il motivo? Serve prima l’intervento formale della Procura distrettuale di Venezia, che deve completare gli accertamenti prima di autorizzare lo stop. Nel frattempo, il sito resta accessibile a chiunque voglia invadere la privacy altrui.

    La scoperta è stata fatta da Yarix, società di cybersicurezza trevigiana del gruppo Var, che ieri ha portato alla luce il portale. Ed è stata proprio un’inchiesta giornalistica legata al caso di Stefano De Martino e Caroline Tronelli — vittime di un’intrusione nel cloud del loro impianto domestico — a innescare le ricerche. L’azienda, però, ha trovato anche altri “servizi” attivi sul web, più piccoli ma con la stessa logica: accesso a immagini private in tempo reale, pacchetti di abbonamento e un menu da brividi.

    Chi ci sia dietro quelle telecamere hackerate non è ancora chiaro. Forse qualcuno potrebbe accorgersi delle intrusioni e rivolgersi alla Polizia postale, ma non è semplice: molti impianti sono montati in autonomia con kit da supermercato e protezioni minime. Password banali, nessuna doppia autenticazione, firmware mai aggiornati: un invito a nozze per chi vuole penetrare nelle reti domestiche.

    Il risultato è un gigantesco buco nella sicurezza che oggi viene fotografato senza pietà: una vetrina voyeuristica che l’Italia non riesce ancora a chiudere. Intanto il portale è lì, vivo e vegeto. E chi dovrebbe intervenire temporeggia, tra faldoni e burocrazia.

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      Cose dell'altro mondo

      Scontrino da mille euro per la colazione a Disneyland: “Se trovo quel topo lo rapino”, il papà ironizza sul conto stellare per mangiare con le principesse

      Succede in California, nel magico mondo di Disneyland: un padre pubblica sui social lo scontrino da capogiro per una colazione speciale con principesse, tre portate e attività a tema. “Esperienza indimenticabile”, dice. Ma solo dopo essersi ripreso dallo shock del conto.

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        Si sa: un genitore farebbe di tutto per far felici i propri figli. Anche portarli a fare colazione con Belle e Cenerentola, nel cuore incantato di Disneyland. Ma a volte il prezzo della felicità infantile può lasciare… l’amaro in bocca. È il caso di John Tolkien, padre americano che ha deciso di regalare alla famiglia una colazione fiabesca al Disney Grand Californian Hotel. Tutto molto magico, fino al momento del conto.

        Lo scontrino? 938 dollari, più una mancia da 150. Totale: 1.088 dollari. Circa mille euro per tre adulti, due bambini, tre portate e un Bloody Mary di troppo. Il commento del papà su X (ex Twitter) è diventato virale: «Ho quasi sputato il caffè. Se trovo quel maledetto topo, giuro che lo rapino». Topo ovviamente inteso come Mickey Mouse, che da oggi ha probabilmente un nuovo soprannome: il “ladro del mattino”.

        Il pacchetto, in effetti, non è una semplice colazione: è una vera e propria “esperienza” immersiva nel mondo Disney, con principesse che leggono fiabe ai piccoli, piatti raffinati e ambientazioni curate nei minimi dettagli. L’offerta parte con antipasti gourmet (panini all’astice, bignè e simili), prosegue con piatti principali differenziati tra adulti e bambini (dai mac & cheese al tartufo per i grandi ai waffle a forma di Topolino per i più piccoli) e si chiude con dessert da favola.

        Il prezzo? Altissimo, ma secondo Tolkien ne è valsa la pena. «I bambini si sono divertiti un mondo – racconta – ma hanno imparato qualche parola nuova quando ho visto il conto». Una battuta che, tra like e condivisioni, ha acceso il dibattito: è giusto pagare cifre del genere per un’esperienza così? Oppure la magia ha un prezzo che solo i genitori possono davvero capire?

        In ogni caso, i sorrisi dei bambini sembrano aver compensato il salasso. Ma il caffè, quello, magari la prossima volta sarà meglio berlo prima di chiedere il conto.

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          Cronaca

          “Conte, attento: Cicciolina ti fa causa”. Ilona Staller contro il taglio dei vitalizi: “È una violazione della legalità”

          Ilona Staller dichiara guerra al taglio dei vitalizi per gli ex deputati. Dopo la decisione della Camera, l’ex pornostar ed ex parlamentare attacca frontalmente il Collegio e accusa Giuseppe Conte di “violare la legalità”. Promette una causa nei tribunali internazionali e rilancia: “Io quei soldi li darei in beneficenza. E voi?”

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            Il popolo sovrano ringrazia, Cicciolina pure un po’ meno. La bomba la sgancia lei, Ilona Staller, ex pornostar ed ex parlamentare, che annuncia una guerra legale in piena regola: contro il Collegio d’appello della Camera, contro i giudici interni che hanno confermato il taglio dei vitalizi e – ça va sans dire – contro Giuseppe Conte, reo di aver applaudito troppo forte alla decisione. Il leader del M5S aveva parlato di “vittoria contro i privilegi”, ma per Ilona la musica è un’altra: “È la più grande violazione di legge mai esistita”, tuona il suo avvocato Luca Di Carlo, con tono da codice penale e colpo di scena incluso.

            Lo scontro è quello solito: nel 2018 vengono tagliati i vitalizi a oltre 800 ex deputati. Parte il balletto dei ricorsi. La settimana scorsa l’appello si chiude con un secco “no” da parte della Camera. Ma mentre la maggior parte degli ex onorevoli si lecca le ferite in silenzio, Cicciolina esce dal silenzio a colpi di minigonna legale: parte una nuova denuncia, questa volta ai giudici della Camera e, per non farsi mancare niente, anche a Conte. Il motivo? Avrebbero seguito “le logiche della politica e non quelle della legge”. E già che c’è, l’avvocato Di Carlo vuole pure portare la questione in sede internazionale, chiedere un incontro con il presidente Fontana e aprire un’inchiesta parlamentare: altro che mozione, qui si fa l’assalto alla diligenza.

            Ilona, da parte sua, tiene fede al personaggio. In una dichiarazione surreale quanto lucidissima, dice: “Io i soldi del vitalizio li darei in beneficenza, perché amo il popolo italiano. E se lo amano davvero anche Conte e gli altri parlamentari, che lo facciano pure loro con i loro stipendi dorati”. Un assist perfetto per la polemica da talk show, con tanto di invito collettivo agli ex parlamentari: donate, o almeno fingete di farlo.

            Nel frattempo, aleggia un’altra domanda: che fine hanno fatto i 48 milioni di euro accantonati per risarcire gli ex deputati in caso di vittoria in giudizio? “Spariti”, denuncia Di Carlo. Svaniti, come i sogni di gloria della legislatura ’87-’92. Ma Cicciolina non molla: è tornata in trincea, con le armi di sempre. Il sorriso da pin-up, il microfono acceso e un foglio protocollo tra le mani. A 72 anni suonati, promette battaglia. Anzi: show.

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              Mondo

              La Casa Bianca? Un bancomat personale: ecco la “grande rapina” di Trump tra jet, golf club e bitcoin

              Tre miliardi di dollari di affari, criptovalute e resort di lusso: il ritorno del Tycoon alla Casa Bianca è una saga di soldi, famiglia e selfie in jet privati.

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                Altro che Commander-in-Chief. Donald Trump, secondo The Atlantic, avrebbe trasformato il ritorno alla Casa Bianca in un vero e proprio bancomat personale. Un colpo da manuale che ha portato nelle sue tasche, e in quelle della famiglia, la bellezza di tre miliardi di dollari in pochi mesi.

                Come? Con un mix da manuale di businessman: resort di lusso spuntati come funghi in Vietnam e Qatar, investimenti in criptovalute con soci Emirati e un jet privato offerto da un generoso fondo qatariota. Un Air Force One alternativo, con tanto di moquette dorata e hostess in stile reality show.

                E mentre Washington discuteva di dazi e di “fare l’America di nuovo grande”, la famiglia Trump chiudeva affari con i partner più ansiosi di ottenere un selfie con l’uomo più potente del pianeta. Perché si sa: la politica è noiosa, gli affari sono sexy.

                Eric Trump, l’erede scatenato, ha già annunciato la nuova Trump Tower di Dubai: 80 piani di hotel e appartamenti di lusso, acquistabili anche in bitcoin. E se la politica non dovesse bastare, ci pensa Melania: la first lady ha firmato un contratto da 40 milioni di dollari con Amazon per raccontare la sua vita in un docu-soap che promette lacrime e lustrini.

                Nel frattempo, la base Maga sogna il “primo anno di stipendio donato”, ma i conti parlano chiaro: la fortuna di famiglia è cresciuta di tre miliardi di dollari in quattro mesi. Un record che neanche un influencer con 100 milioni di follower potrebbe replicare.

                E non finisce qui. La scorsa settimana, un gala esclusivo nel golf club di famiglia ha accolto 200 investitori della “Trump Crypto Holdings”. Un nome che sembra un gioco, ma che suona come un monito: in questa Casa Bianca, anche il bitcoin ha trovato il suo posto.

                Per The Atlantic, è uno scenario degno delle vecchie repubbliche sovietiche. Un livello di conflitto d’interessi che ridefinisce la parola “corruzione”. E Trump? Niente scuse: la strategia è semplice. Presentarsi come l’eroe che combatte il sistema corrotto, mentre intasca tutto.

                Alla fine, la domanda è una sola: Donald Trump è davvero il paladino dell’America profonda, o solo un genio del marketing che ha trovato nella Casa Bianca il business più redditizio di sempre? Se la risposta vi sembra ovvia, ricordate: è la politica, baby. E a Washington, la commedia è sempre aperta.

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