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Cinema

Dakota Johnson, la diva che non vuole esserlo: “Mi dispiace abbiate dovuto assistere a questa scena”

Quando i fotografi la assediano, Dakota Johnson non reagisce con vanità ma con imbarazzo. Si irrigidisce, arrossisce, e chiede scusa per l’attenzione ricevuta. Un ritratto inatteso della star di Cinquanta sfumature, che preferisce la discrezione alla teatralità.

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    Dakota Johnson è molto più fragile di quanto appaia sullo schermo. La figlia di Melanie Griffith e Don Johnson, nipote di Tippi Hedren, potrebbe incarnare alla perfezione il mito della diva hollywoodiana, ma è l’esatto opposto. Non ama le luci, i clamori, né tantomeno le invasioni di campo dei fotografi. Quando si ritrova al centro dell’attenzione, il suo corpo sembra spegnersi, come se un interruttore invisibile ne rallentasse i movimenti.

    È successo anche all’ultimo evento a cui ha partecipato. Appena le fotocamere hanno iniziato a lampeggiare e i flash si sono moltiplicati, Dakota si è irrigidita. Niente sorrisi studiati o pose ammiccanti, nessuna smorfia da diva. Solo un volto che si tingeva lentamente di rosso e un leggero tremito nelle mani. «Mi dispiace abbiate dovuto assistere a questa scena», ha sussurrato poco dopo, con una delicatezza quasi disarmante.

    In un’epoca in cui le star sembrano vivere solo attraverso l’immagine, Dakota è una contraddizione vivente. Timida, riservata, incline all’introspezione, non cerca mai il centro del palcoscenico. Persino le interviste le provocano ansia: preferisce parlare dei suoi film, non di sé stessa. Il successo planetario di Cinquanta sfumature di grigio non l’ha cambiata, anzi, l’ha resa ancora più schiva.

    Chi la conosce bene racconta che dietro la calma apparente c’è una sensibilità fuori dal comune. Ama leggere, scrivere, viaggiare in silenzio. Sul set è disciplinata e gentile, ma una volta spente le luci si dissolve, quasi volesse tornare invisibile.

    Nel mondo dell’ostentazione, Dakota Johnson resta una figura anacronistica: una star che arrossisce sotto i riflettori, che chiede scusa per essere osservata e che preferisce la verità all’apparenza. Forse proprio per questo continua ad affascinare, perché in un universo di maschere lei è rimasta autentica.

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      Cinema

      Violet Affleck, la figlia di Ben e Jennifer Garner, alle Nazioni Unite: “Fate indossare le mascherine ai bambini”

      Colpita da long Covid, Violet Affleck ha deciso di trasformare la sua esperienza personale in una battaglia pubblica. Davanti ai delegati ONU ha lanciato un appello per il ritorno delle mascherine nei luoghi pubblici e per una maggiore tutela dei più piccoli, affermando: “Sono furiosa per loro, non proteggerli è una negligenza”.

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        Dalla ribalta hollywoodiana a quella delle Nazioni Unite. Violet Affleck, la primogenita di Ben Affleck e Jennifer Garner, è salita sul podio di New York non come figlia di star ma come attivista. Diciotto anni, sguardo deciso e voce ferma, ha raccontato la sua esperienza con il long Covid, la sindrome che colpisce molti pazienti anche mesi dopo la guarigione, e ha chiesto un impegno concreto per proteggere chi è più vulnerabile.

        «Sono furiosa per i bambini – ha detto durante il suo discorso – non proteggerli è una negligenza». Parole dure, che hanno scosso la platea. Violet ha spiegato di aver sofferto a lungo per le conseguenze del virus e di aver imparato quanto il tema venga sottovalutato. «Portare la mascherina non è un segno di paura, ma di responsabilità verso gli altri», ha aggiunto.

        Nel suo intervento, la giovane Affleck ha ricordato come il long Covid possa colpire anche i ragazzi sani, con sintomi persistenti come stanchezza, dolori muscolari, difficoltà respiratorie e problemi di concentrazione. «Ogni volta che vedo bambini non protetti in un’aula o in un ospedale, mi chiedo cosa stiamo aspettando. Le istituzioni devono fare di più», ha dichiarato.

        La sua testimonianza, semplice ma incisiva, ha rapidamente fatto il giro dei social, trasformandola in un simbolo della nuova generazione impegnata. Mentre molti figli di celebrità scelgono la strada dello spettacolo, Violet ha deciso di usare la propria voce per una causa sanitaria e sociale.

        Ben Affleck e Jennifer Garner, presenti tra il pubblico, l’hanno applaudita visibilmente commossi. Lei, invece, ha mantenuto la calma e, alla fine, ha salutato con un sorriso timido ma determinato. «Non sono un’esperta, ma sono una testimone», ha detto. E in un mondo che sembra essersi ormai dimenticato della pandemia, la sua voce ha ricordato che certe battaglie non finiscono mai davvero.

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          Cinema

          Alessandro Gassmann con la kefiah: “A Gaza c’è un genocidio, pochi imbecilli hanno provato a rovinare una manifestazione meravigliosa”

          In un post social Gassmann denuncia “la perdita di umanità” e chiede ai governi di intervenire. Dopo Iacchetti, un’altra voce dello spettacolo si unisce alla protesta simbolica con la kefiah.

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            La kefiah, simbolo palestinese per eccellenza, continua a fare la sua comparsa nel mondo dello spettacolo italiano. Dopo Enzo Iacchetti, è stato Alessandro Gassmann a indossarla pubblicamente, accompagnando il gesto con parole dure e inequivocabili sul conflitto a Gaza. «A Gaza è in atto un genocidio. Una parola orribile ma che rappresenta quanto sta accadendo in Palestina. Si è persa l’umanità», ha scritto l’attore in un post che ha subito acceso il dibattito.

            La presa di posizione arriva nei giorni in cui la tensione internazionale resta altissima e in Italia le piazze continuano a riempirsi di cortei pro Palestina. Gassmann ha voluto legare la sua scelta simbolica non solo alla denuncia della violenza, ma anche alla richiesta di un impegno politico concreto: «Siamo ancora in attesa che chi ci governa dica qualche cosa», ha sottolineato, mettendo in luce il silenzio che a suo giudizio circonda la crisi mediorientale.

            Parole che hanno colpito per la loro nettezza, soprattutto perché pronunciate da un volto amatissimo del cinema e del teatro, già in passato attento ai temi sociali e civili. In molti, sotto il suo post, hanno espresso sostegno e approvazione. Non sono mancati, però, anche i commenti critici, segno di un tema che divide profondamente l’opinione pubblica.

            Il riferimento diretto di Gassmann agli scontri di Milano ha aggiunto un altro elemento. Durante la grande manifestazione a sostegno del popolo palestinese, alcuni disordini avevano rischiato di spostare l’attenzione dai contenuti del corteo. L’attore ha parlato chiaro: «Pochi facinorosi imbecilli tentano di rovinare una manifestazione pacifica come quella meravigliosa che abbiamo visto». Un giudizio netto che ha voluto separare il senso autentico della mobilitazione dalla violenza di pochi.

            Non è la prima volta che il mondo dello spettacolo italiano interviene su questioni internazionali. Dalla guerra in Ucraina al conflitto in Medio Oriente, attori, cantanti e artisti hanno usato la loro voce per amplificare messaggi di pace, solidarietà e denuncia. Ma il gesto della kefiah, per la sua carica simbolica, resta uno dei più divisivi.

            Il caso di Enzo Iacchetti, che poche settimane fa aveva fatto lo stesso, aveva già acceso polemiche. Ora la scelta di Gassmann conferma che la cultura e l’arte non intendono restare in silenzio. E che l’immagine di un attore con al collo la kefiah può diventare, nel bene e nel male, uno dei simboli più forti di questa stagione di tensione e di dolore.

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              Cinema

              Catherine Zeta-Jones: “Mai campeggiato con i miei figli, ma Morticia lo farebbe ogni giorno”

              Dopo l’anteprima al Giffoni Film Festival, Zeta-Jones racconta l’evoluzione del suo personaggio: “Una madre diversa, più presente. Come quella che cerco di essere nella vita reale”.

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              Catherine Zeta-Jones

                Catherine Zeta-Jones è pronta a calarsi nuovamente nel ruolo di Morticia Addams nella seconda, attesissima stagione di Mercoledì, la serie Netflix diretta da Tim Burton che ha conquistato il pubblico globale. Il nuovo capitolo ha debuttato sulla piattaforma lo scorso 6 agosto con un’espansione della narrazione familiare e un focus maggiore sugli Addams al completo. “In queste puntate conosceremo lati nuovi e più umani dei personaggi”, ha spiegato l’attrice.

                “Morticia diventa parte attiva della scuola Nevermore, e non certo per scelta propria”, racconta Zeta-Jones con ironia. “C’è qualcosa di profondamente buffo e al tempo stesso struggente nel vederla cercare di comprendere la figlia, pur rimanendo ancorata al suo mondo gotico”.

                Proprio parlando del rapporto genitori-figli, l’attrice, 54 anni, ha rivelato un dettaglio personale: “Non ho mai fatto campeggio con i miei figli. Ma Morticia? Lei lo farebbe ogni giorno, se servisse a stare con la sua famiglia. È un personaggio che unisce estremi: tragicità e commedia, rigore e dolcezza. Mi affascina per questo”.

                Nel corso della nuova stagione, le riprese si sono spostate dalla Romania all’Irlanda, scelta che ha reso felice gran parte del cast. Tra le novità: Steve Buscemi nel ruolo del nuovo preside di Nevermore e l’introduzione della madre di Morticia, interpretata dalla veterana britannica Joanna Lumley. “Questa dinamica madre-figlia è uno dei punti forti della stagione. Anche Morticia vuole rompere un ciclo, essere una madre diversa da quella che ha avuto. Mi rivedo molto in questa intenzione: anche io cerco, ogni giorno, di crescere i miei figli in modo diverso da come sono cresciuta io”.

                Zeta-Jones non nasconde l’affetto per Jenna Ortega, che interpreta Mercoledì. “È una stella nascente, una forza della natura. Osservare la sua professionalità sul set è stato un privilegio. È come una farfalla lanciata nella stratosfera: brillante, sensibile, concentrata. La adoro”.

                Sull’eco pop generato dalla serie, l’attrice aggiunge divertita: “Mia nipote mi ha detto che siamo diventati virali. Non sapevo nemmeno cosa significasse davvero, ma a quanto pare, lei ora è popolare a scuola grazie a me. Un piccolo, strano regalo da parte degli Addams”.

                Tra balli dark, misteri scolastici e tensioni familiari, la seconda stagione di Mercoledì promette di bissare il successo della prima, con un cast ancora più affiatato e una scrittura che non rinuncia mai all’ironia gotica. E nel cuore dell’universo Addams, una Morticia più sfaccettata che mai.

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