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Televisione

Angelina Mango, i Pooh e Amadeus per Lorella Cuccarini: tutti gli ospiti della nuova puntata di This Is Me

La seconda puntata del programma va in onda stasera su Canale 5. Con Lorella Cuccarini ci saranno Angelina Mango, i ragazzi di Amici, i Pooh, Amadeus, Marco Columbro e tante sorprese dedicate al pubblico.

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Il Mostro di Firenze arriva su Netflix: la serie di Stefano Sollima che divide tra fascino e disorientamento

Dopo il passaggio a Venezia, Il Mostro approda su Netflix e spiazza: Sollima e Fasoli ricostruiscono gli albori dell’inchiesta in un’Italia contadina e patriarcale, dove il male si annida nella paura e nei silenzi. Nessun colpevole certo, solo un Paese che continua a interrogarsi.

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    Non è un true crime come gli altri. Con Il Mostro, Stefano Sollima riscrive le regole del genere portando su Netflix un racconto che non vuole scioccare, ma scavare. Quattro episodi lenti, tesi, immersi in un’Italia rurale e superstiziosa, dove la violenza non è spettacolo ma abitudine. Insieme a Leonardo Fasoli, già partner di Gomorra e Suburra, Sollima affronta la “pista sarda”, la prima e più controversa ipotesi investigativa del caso del Mostro di Firenze.

    Siamo nel 1968, tra le campagne toscane. Una coppia viene uccisa con una Beretta calibro 22: è il primo tassello di una lunga scia di sangue che durerà quasi vent’anni. La serie ricostruisce l’ambiente che circondò gli indagati di allora — Stefano e Giovanni Mele, Francesco e Salvatore Vinci — uomini segnati da povertà, religiosità primitiva e misoginia. Non ci sono detective eroi né serial killer cinematografici, ma un Paese impaurito che cerca un colpevole per non guardarsi dentro.

    Sollima rinuncia ai colpi di scena e sceglie una messa in scena asciutta, quasi documentaria. La macchina da presa osserva, non giudica. I delitti avvengono fuori campo, mentre la tensione cresce nei silenzi, nei volti segnati, nei dialoghi sospesi. La Toscana contadina diventa un microcosmo di sospetto e superstizione: un luogo dove il patriarcato è norma e la violenza domestica, più che reato, consuetudine.

    Il rigore storico è garantito dal consulente Francesco Cappelletti: fascicoli giudiziari, dialetti, costumi e perfino le divise d’epoca vengono riprodotti con precisione maniacale. Ma la fedeltà ai fatti è solo il punto di partenza. Sollima costruisce un racconto che è anche una riflessione sulla natura del male e sulla fragilità delle verità processuali. Ogni episodio offre un nuovo punto di vista, e ogni certezza si dissolve.

    «Il mostro potrebbe essere chiunque», ha dichiarato il regista. E in effetti la serie non cerca un colpevole, ma un senso. Il finale lascia aperta la porta a una seconda stagione: un’inquadratura fugace mostra Pietro Pacciani, preludio alla fase più nota del caso.

    L’operazione divide. I critici esaltano la fotografia livida e la scrittura densa; parte del pubblico fatica ad accettare il ritmo ipnotico e l’assenza di emozioni forti. Ma Il Mostro non vuole intrattenere: vuole inquietare. E ci riesce, trasformando un fatto di cronaca in una parabola sul bisogno collettivo di trovare un colpevole — anche quando il vero mostro, forse, è lo sguardo con cui continuiamo a cercarlo.

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      Televisione

      Carlo Conti pensa al colpo grosso per Sanremo 2026: Samira Lui in pole per affiancarlo sul palco dell’Ariston

      Secondo le indiscrezioni di Santo Pirrotta, Conti starebbe puntando su Samira Lui per portare freschezza e glamour a Sanremo 2026. Un ritorno in grande stile, dopo l’esperienza di Tale e Quale Show. Intanto circolano i primi nomi dei Big in gara.

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        Carlo Conti è pronto a sparigliare le carte per Sanremo 2026. Dopo aver annunciato che sarà di nuovo al timone del Festival, il conduttore starebbe lavorando a una co-conduzione che promette di far parlare. Il nome che circola con insistenza è quello di Samira Lui, protagonista de La Ruota della Fortuna al fianco di Gerry Scotti, oggi uno dei volti più amati della nuova televisione pop.

        A lanciare l’indiscrezione è il giornalista Santo Pirrotta, che su Vanity Fair ha parlato di un “fan d’eccezione” per la showgirl: «Si sussurra che il lungimirante Carlo Conti punti al colpo grosso: averla accanto sul palco del Festival di Sanremo 2026». Secondo Pirrotta, tra i due ci sarebbe già un ottimo rapporto. Samira, infatti, ha partecipato nel 2022 a Tale e Quale Show, conquistando pubblico e giuria con le sue doti canore e di ballo.

        Classe 1998, friulana con origini senegalesi, Samira Lui è diventata in pochi anni un volto simbolo della nuova generazione televisiva italiana: eleganza, ironia e una naturale capacità di stare davanti alle telecamere. Il suo approdo sul palco dell’Ariston sarebbe un passo decisivo per consacrarla come una delle nuove icone dello spettacolo italiano.

        Intanto, Conti continua a lavorare in gran segreto sul cast dei Big in gara. Le voci si moltiplicano: tra i nomi più chiacchierati ci sono Emma, reduce dal successo della hit Brutta storia, Angelina Mango, Tiziano Ferro in un inedito duetto con Madame, e ancora Arisa, Malika Ayane, Serena Brancale e Chiara Galiazzo. Non mancano le sorprese: si parla anche di un possibile ritorno di Fedez, stavolta al fianco di Marco Masini, e dell’ingresso in gara di Tommy Cash, artista rivelazione dell’anno.

        Tra i veterani, invece, circolano i nomi di Michele Zarrillo, Fausto Leali, Enrico Ruggeri, Donatella Rettore e Patty Pravo, pronta — si dice — a un nuovo colpo di teatro.

        Sul fronte ufficiale, Carlo Conti mantiene il riserbo ma ha ammesso che la selezione dei Big lo sta facendo “perdere il sonno”. Se le indiscrezioni su Samira Lui fossero confermate, la prossima edizione del Festival potrebbe unire tradizione e modernità con una coppia destinata a riscrivere la storia di Sanremo.

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          Televisione

          Paolo Ciavarro: “Il dolore per mamma Eleonora si è trasformato in amore”

          Il conduttore torna a parlare della scomparsa di Eleonora Giorgi, morta il 3 marzo 2025 per un tumore al pancreas. A Verissimo racconta un anno segnato dal lutto, ma anche da una nuova consapevolezza: il valore dei legami familiari e la forza del ricordo.

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          Paolo Ciavarro

            A pochi mesi dalla morte di Eleonora Giorgi, avvenuta il 3 marzo 2025 a causa di un tumore al pancreas, Paolo Ciavarro torna a parlare pubblicamente del suo dolore. Ospite a Verissimo, il conduttore ha raccontato con sincerità e delicatezza il percorso di elaborazione del lutto, definendo questo 2025 come “un anno difficile ma di grande crescita personale”.

            «Cerco di concentrarmi sul lavoro — ha spiegato — e la mia famiglia è stata fondamentale. Senza di loro non ce l’avrei fatta».

            Il legame con la madre era profondissimo, quasi simbiotico. Paolo e Eleonora condividevano perfino la data di nascita, a un solo giorno di distanza: lei il 21 ottobre, lui il 22. «Per tutta la vita abbiamo festeggiato insieme. Quest’anno sarà diverso, ma non triste. Quando penso a lei provo comunque qualcosa di bello».

            Il dolore che cambia forma

            Ciavarro, nato nel 1991 dal matrimonio tra Eleonora Giorgi e Massimo Ciavarro, ha raccontato che il momento più difficile della giornata resta la sera, quando era abituato a chiamare la madre per lunghe chiacchierate. «Mi manca la sua voce, le nostre telefonate infinite. Era la mia confidente, il mio punto fermo».

            Con il passare dei mesi, però, Paolo ha iniziato a percepire un cambiamento: «All’inizio era straziante anche solo pensare a lei. Ora la sofferenza si sta trasformando in ricordo. Il dolore non scompare, ma cambia forma. È un segno che qualcosa dentro di me si sta rimettendo in moto».

            Non nasconde che ci siano ancora momenti di fragilità: «Ci sono volte in cui piango da solo, e va bene così. È un modo per liberarmi, per restare in contatto con lei. Ogni lacrima è una dichiarazione d’amore».

            Un legame familiare ritrovato

            Il lutto ha portato anche una rinascita nei rapporti familiari. Paolo ha raccontato il riavvicinamento con Andrea Rizzoli, il fratello maggiore nato dal matrimonio di Eleonora con Angelo Rizzoli. «L’ho sempre visto come un uomo forte, ma dopo la perdita di mamma i ruoli si sono invertiti. Sono diventato io un punto di riferimento per lui. Ci siamo ritrovati e oggi siamo inseparabili».

            I due fratelli ora lavorano insieme nel programma Forum e si vedono ogni giorno. «So che mamma da lassù ci guarda ed è felice. Ha sempre desiderato vederci uniti, e ci è riuscita».

            Il tesoro nascosto e la promessa da mantenere

            C’è però un aspetto intimo che Paolo non riesce ancora ad affrontare: «Mamma conservava una scatola piena di ricordi di famiglia. Non ho ancora trovato la forza di aprirla, ma so che un giorno lo farò. Dentro ci sarà un pezzo di lei, e forse sarà il momento giusto per farle spazio nel modo più dolce».

            Clizia Incorvaia: “Mi manca la mia migliore amica”

            Accanto a lui, Clizia Incorvaia, sua moglie e madre del piccolo Gabriele, ha condiviso il dolore per la perdita della suocera. A Verissimo ha confidato: «Non mi manca solo mia suocera, mi manca la mia complice, la mia migliore amica. Mi capita ancora di fare qualcosa e volerle mandare una foto».

            Per Clizia, il più grande insegnamento lasciato da Eleonora è uno solo: «Coltiva l’amore sempre». Un messaggio che oggi guida la famiglia Ciavarro in ogni gesto quotidiano.

            Durante la puntata, Silvia Toffanin ha ricordato anche le parole di Andrea Rizzoli, che nei mesi scorsi aveva annunciato la sua decisione di allontanarsi dalla televisione dopo aver raccontato gli ultimi giorni della madre: «Era una promessa fatta a lei, e voglio mantenerla».

            Un amore che non finisce mai

            L’intervista si è conclusa in un clima di commozione, ma anche di pace. Paolo ha guardato verso la telecamera e, con un sorriso dolce, ha detto: «Mamma era luce. E quando penso a lei, continuo a sentire quella luce dentro di me».

            Un messaggio che racconta meglio di qualsiasi parola la forza silenziosa di un amore che, anche di fronte alla morte, non si spegne mai ma si trasforma in presenza.

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