Beauty
Il paradosso dei dupe: tra sostenibilità e vanità nella Gen Z
Copie low cost dei cosmetici di lusso spopolano su TikTok e nei carrelli online, ma dietro la promessa di bellezza accessibile si nascondono rischi per la pelle e per l’ambiente.
Si chiamano dupe, abbreviazione di duplicates, e incarnano alla perfezione il paradosso della Generazione Z: attenta alla sostenibilità, ma sempre alla ricerca di ciò che è “in”. Sono le copie economiche dei cosmetici di lusso che promettono risultati simili a una frazione del prezzo e che, grazie a TikTok, hanno trasformato l’industria beauty in una giungla di confronti, tutorial e recensioni virali.
Ma dietro l’apparente democratizzazione della bellezza, si nasconde un lato oscuro. La maggior parte dei beauty dupe low cost arriva da impianti industriali poco tracciabili, dove standard di qualità e sostenibilità spesso lasciano a desiderare. Le confezioni sono raramente riciclabili, i materiali scadenti e le formule talvolta realizzate con ingredienti di seconda scelta o con residui chimici.
Secondo un’indagine di Trustpilot, quasi un under 30 su due ha avuto una brutta esperienza acquistando un dupe online: irritazioni cutanee, prodotti contraffatti o semplicemente mai arrivati. Eppure la logica del “tutti ne parlano” continua ad attrarre milioni di giovani consumatori, alimentando un mercato globale da miliardi di dollari.
«Anche se due prodotti sembrano avere la stessa lista di ingredienti, la qualità e la purezza delle materie prime possono essere molto diverse», spiega Claudia Catalá, esperta di chimica cosmetica. La niacinamide, ad esempio, è un ingrediente comune a molte formule, ma le versioni economiche possono contenere residui irritanti come l’acido nicotinico. Lo stesso vale per gli oli vegetali: “Quelli industriali si ossidano più in fretta e perdono efficacia. Le marche premium investono in antiossidanti e test di stabilità che garantiscono risultati più sicuri e duraturi”, aggiunge Catalá.
Inoltre, i dupe raramente rispettano dosaggi clinicamente testati: la concentrazione degli attivi è spesso diluita, con benefici molto inferiori rispetto ai prodotti originali. “Alla lunga, ciò che sembra un affare rischia di costare di più: se una crema non funziona, si finisce per acquistare altri prodotti per compensare”, sottolinea l’esperta.
Anche l’aspetto ambientale pesa: plastica non riciclabile, processi produttivi poco etici e microplastiche che finiscono nei mari. “Durante il mio dottorato ho assistito al ritiro di un mascara economico per contaminazione dell’applicatore”, racconta Catalá. “Tagliare sui costi può compromettere la sicurezza del consumatore e l’immagine dell’azienda.”
Per le pelli sensibili, il rischio è ancora maggiore. Le formule low cost spesso includono alcol, fragranze sintetiche e acidi aggressivi, che danneggiano la barriera cutanea. «La skincare deve proteggere la pelle, non stressarla», ricorda Catalá.
C’è poi un fattore psicologico: quando un prodotto costa poco, lo si usa con superficialità, spesso in eccesso. Ma la costanza — più che il prezzo — è ciò che fa la differenza.
In un’epoca in cui la bellezza è anche performance social, ricordarsi che ciò che si mette sulla pelle entra nel corpo è più che un consiglio: è una forma di responsabilità. Perché non tutti i dupe fanno miracoli — e alcuni, più che un affare, possono rivelarsi un rischio patinato.
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Beauty
Schiarire i capelli: cosa puoi fare a casa e quando serve il parrucchiere
Conoscere i metodi casalinghi realmente efficaci e capire quando affidarsi a un professionista è fondamentale per evitare danni, macchie di colore o rotture. Una guida pratica basata su fatti, chimica e buon senso.
Schiarire i capelli è uno dei gesti più diffusi nei periodi in cui si ha voglia di cambiamento. Ma tra tutorial online, ricette improvvisate e prodotti da supermercato, non sempre è semplice capire cosa sia davvero sicuro e cosa rischi di danneggiare la chioma. La verità è che non tutte le schiariture sono uguali: alcune possono essere eseguite tranquillamente a casa, altre richiedono necessariamente la mano esperta di un parrucchiere qualificato.
Metodi fai-da-te: cosa funziona davvero
Camomilla e infusi schiarenti
La camomilla è uno dei rimedi più conosciuti e, secondo diversi studi cosmetici, può dare un leggero effetto schiarente nel tempo, soprattutto su capelli già chiari. Non modifica la struttura del fusto, quindi non rovina i capelli, ma i risultati sono graduali e molto delicati.
Maschere con miele
Il miele contiene tracce di perossido di idrogeno naturale. Applicarlo a lungo (almeno due ore) con balsamo o acqua può rendere i capelli un po’ più luminosi. Non aspettarti un vero “biondo”, ma un effetto riflessante e idratante, sicuro per la fibra capillare.
Spray schiarenti con perossido
In commercio esistono prodotti a base di basse concentrazioni di acqua ossigenata. Funzionano, ma vanno usati con prudenza, perché con applicazioni ripetute possono seccare i capelli o creare zone più chiare e altre più scure. Sono adatti solo a chi ha una base chiara o castano medio.
Sì alla tonalizzazione, no alla decolorazione
Le tinte tono su tono non schiariscono, ma possono dare riflessi caldi (dorati o ramati) che creano l’illusione di una schiaritura. Sono sicure da fare a casa e non danneggiano il capello se usate correttamente.
Metodi da evitare
Molti “rimedi virali” non hanno alcun fondamento chimico e possono danneggiare i capelli o peggiorarne l’aspetto.
❌ Limone puro: acidifica e può rendere il capello fragile, soprattutto se poi viene esposto al sole.
❌ Bicarbonato, dentifricio, aceto: irritano la cute e non schiariscono realmente.
❌ Decoloranti professionali: vanno maneggiati solo da chi conosce i tempi di posa, le ossidazioni e la struttura della fibra. Farli a casa può provocare bruciature e rottura dei capelli.
Quando la schiaritura va fatta dal parrucchiere
Esistono situazioni in cui rivolgersi a un professionista non è solo consigliato, ma indispensabile.
Quando vuoi cambiare colore di più di due toni
Per passare da castano scuro a biondo, o creare colpi di luce intensi, serve un controllo preciso del processo di ossidazione. Il parrucchiere valuta porosità, elasticità e tempi di posa per evitare danni.
Se hai capelli tinti o precedentemente trattati
I capelli colorati reagiscono in modo imprevedibile ai prodotti schiarenti. Il rischio è ottenere sfumature arancioni, verdi o macchie. Il professionista conosce le tecniche di neutralizzazione.
In presenza di cute sensibile o capelli fragili
Chi soffre di dermatiti, cuoio capelluto irritabile o capelli molto fini dovrebbe evitare trattamenti aggressivi fai-da-te. Un esperto sa quali prodotti usare e come ridurre i rischi.
Se desideri tecniche moderne (balayage, babylights, airtouch)
Queste tecniche richiedono manualità, precisione e un occhio artistico. A casa è praticamente impossibile replicare l’effetto naturale e sfumato tipico dei saloni professionali.
Consigli per proteggere i capelli dopo la schiaritura
Per mantenere il risultato e preservare la salute dei capelli:
- usa shampoo delicati e specifici per capelli trattati;
- applica una maschera idratante 1–2 volte a settimana;
- limita l’uso di piastre e phon troppo caldi;
- proteggi i capelli dal sole con prodotti contenenti filtri UV;
- se appaiono riflessi gialli, utilizza un tonalizzante viola (solo su biondi).
Schiarire i capelli in casa è possibile, purché si punti su metodi sicuri e si accettino risultati soft e graduali. Ma quando si desidera un vero cambio di look, o quando i capelli hanno già subito altri trattamenti, la professionalità del parrucchiere resta l’unica garanzia per ottenere un risultato uniforme, luminoso e privo di danni.
In fondo, la bellezza dei capelli passa sempre dal rispetto della loro salute — sia davanti allo specchio di casa, sia sotto le mani esperte di un buon colorista.
Salute
Natale goloso, non per forza ingrassato: i trucchi che funzionano davvero
Dalle porzioni intelligenti all’attività fisica “di compensazione”, fino alle scelte consapevoli nei giorni clou: ecco i consigli dei nutrizionisti per vivere le feste con gusto, senza rinunce drastiche né rigidità inutili.
Il periodo più goloso dell’anno… e il più rischioso
Il mese di dicembre concentra appuntamenti conviviali, dolci tradizionali e piatti calorici che, in pochi giorni, possono far aumentare l’introito calorico fino al 30% rispetto alla norma. Secondo varie osservazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e di associazioni scientifiche in ambito nutrizionale, l’aumento medio di peso durante le feste oscilla tra 0,5 e 2 kg. Nulla di irreversibile, ma sufficiente a creare frustrazione a gennaio.
La buona notizia? Non serve saltare cenoni o evitare ogni panettone: la chiave è la moderazione.
Porzioni strategiche e piatti “furbi”
I nutrizionisti concordano: gestire le quantità è più efficace che eliminare alimenti. Un piatto piccolo può aiutare a controllare la porzione senza sentirsi privati di nulla.
Alcuni trucchi utili:
- iniziare i pasti con verdure crude o cotte per favorire sazietà;
- scegliere una sola portata ricca invece di antipasti + primi + secondi;
- assaggiare i dolci tipici ma senza fare il bis;
- alternare acqua ai brindisi per ridurre l’alcol, tra le principali fonti “nascoste” di calorie.
Nei giorni tra una festa e l’altra, torna leggero
Il vero “segreto” per non ingrassare non è rinunciare ai pasti importanti, ma bilanciare gli altri giorni. I dietologi suggeriscono di compensare con pasti più semplici e ricchi di fibre, come zuppe, legumi e verdure, evitando alcol e dolci quando non ci sono ricorrenze.
Un principio confermato da molte linee guida internazionali: ciò che conta non è un singolo cenone, ma la media settimanale.
Muoversi di più, anche senza palestra
L’attività fisica resta l’alleata numero uno. Non serve correre una maratona: passeggiate dopo i pasti, qualche esercizio domestico o un pomeriggio all’aria aperta bastano per aumentare il dispendio energetico.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 150 minuti settimanali di attività moderata sono sufficienti per mantenere il peso stabile. Inserirli strategicamente nelle vacanze può fare la differenza.
Non arrivare affamati alle cene
Una delle abitudini più controproducenti è saltare pasti “per compensare”: questo porta ad abbuffate. Meglio mangiare uno spuntino sano prima di uscire, come frutta fresca, yogurt o una manciata di frutta secca.
Arrivare al tavolo con la giusta fame — non con una voragine — aiuta a controllare le porzioni senza sforzo.
Gestire il dolce più amato: panettone o pandoro?
Dal punto di vista calorico, panettone e pandoro sono simili: circa 350-400 kcal per 100 g. La differenza la fanno le aggiunte (creme, glasse, farciture). Una fetta è compatibile con un’alimentazione equilibrata, purché consumata con consapevolezza.
Molti nutrizionisti suggeriscono di godersela a colazione o come merenda, preferibilmente non subito dopo un pasto già ricco.
La psicologia del buon senso
Le feste non sono solo cibo: sono riti, tradizioni e relazioni sociali. La rigidità può generare stress e senso di colpa, controproducenti anche sul piano alimentare.
Gli esperti di comportamento alimentare consigliano un approccio flessibile: prevedere qualche “strappo” piacevole e accettarlo senza rimorsi, mantenendo equilibrio negli altri momenti.
In sintesi
Godersi le festività senza ingrassare è possibile seguendo tre principi: moderazione, equilibrio e movimento. Nessun divieto assoluto, ma scelte ragionate che permettono di vivere il Natale con serenità — e con la stessa taglia a gennaio.
Beauty
L’estetica che non si vede: la nuova frontiera dei ritocchi “invisibili”
Nel 2025 i trattamenti estetici non invasivi hanno superato quota 750mila. A guidare il mercato è il desiderio di apparire più freschi senza segnali evidenti di intervento. Un cambio culturale che ridefinisce l’intero settore.
Il settore della medicina estetica, ormai stabilmente in crescita, registra nel 2025 un aumento superiore al 20% dei trattamenti non invasivi sul territorio nazionale, secondo stime delle principali associazioni di categoria. Ma, accanto all’espansione del mercato, emerge un fenomeno nuovo: la volontà di ottenere risultati impercettibili.
È ciò che gli esperti definiscono “medicina estetica invisibile”, un approccio che privilegia armonia, gradualità e naturalezza. A richiederlo sono soprattutto professionisti, manager e figure esposte al pubblico, per i quali la percezione sociale del ritocco è ancora un fattore sensibile. “Cresce il timore del giudizio esterno”, spiega Pietro Carlomagno, medico estetico e co-fondatore del Centro Medico Forma Sana. “I pazienti vogliono sentirsi meglio, avere un volto più rilassato, ma non desiderano che il cambiamento venga notato”.
Non sorprende dunque che a farsi largo siano protocolli personalizzati, pensati per chi ha una vita lavorativa intensa e poco tempo a disposizione. Anche a livello globale la tendenza è evidente: secondo analisi di mercato internazionali, i trattamenti non invasivi raggiungeranno nel 2025 un giro d’affari di oltre 15 miliardi di dollari, con un tasso di crescita stimato intorno all’11% annuo.
Il nuovo paradigma non si limita ai filler o alla tossina botulinica. I percorsi integrati combinano tecniche anti-aging, terapie rigenerative e skincare avanzata, con l’obiettivo di intervenire sulle cause dello stress e dell’invecchiamento precoce più che sui singoli inestetismi. “Una nostra paziente molto esposta sui social – racconta Alessandra Patti, co-fondatrice del centro e medico estetico – cercava un trattamento che non irrigidisse il viso. Voleva qualcosa di leggero, non riconoscibile. È la direzione verso cui va il settore”.
Il cambiamento riguarda anche il metodo: la prima visita prevede spesso una valutazione completa dello stato di salute, da cui deriva la costruzione di un programma modulare. Centrale è anche il mantenimento domiciliare, con routine cosmetiche studiate su misura. Alcuni centri hanno iniziato a sviluppare prodotti personalizzati, creati su formulazioni dedicate al singolo paziente.
Questo nuovo modo di intendere la medicina estetica risponde a una pressione sociale crescente: apparire in forma, energici, riposati – ma “al naturale”. Una sfida che, secondo gli specialisti, può essere affrontata solo con percorsi graduali. “Il trattamento isolato non basta più – osserva Carlomagno –. Funziona solo un progetto integrato che unisca estetica, anti-aging e skincare personalizzata”.
Le proiezioni per il futuro confermano la direzione: il mercato globale del settore potrebbe raggiungere oltre 25 miliardi di dollari entro il 2030. A spingere sarà proprio la filosofia del ritocco invisibile, che promette di superare i tabù di un tempo e di rendere la cura di sé un percorso più autentico, silenzioso e consapevole. In cui il vero obiettivo, dicono gli esperti, non è sembrare diversi: è sentirsi meglio senza che nessuno se ne accorga.
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