Curiosità
Lavori stressanti: La resistenza umana è sotto pressione!
Dal costante adattamento alle scadenze serrate, alla gestione di situazioni emotivamente intense, i lavori più stressanti al mondo vanno dai call center alle cabine di pilotaggio. Le sfide quotidiane e gli impatti sulla salute mentale di chi svolge professioni ad alta responsabilità.

Un salto attraverso il lavoro di infermieri, avvocati, giornalisti e altri professionisti, per determinare le competenze più stressanti. Tra i fattori scatenanti l’ambiente lavorativo, la pressione temporale, le responsabilità e le aspettative professionali. In tutti i casi, la natura delle responsabilità e delle sfide affrontate rende il lavoro, a volte, ingestibile.
Parte tutto da un lavoro di responsabilità
Caratterizzati da un insieme unico di doveri, obblighi e opportunità, questi tipi di lavori richiedono una combinazione di competenze specializzate, leadership e un impegno costante verso il raggiungimento di obiettivi prestabiliti, scatenando sfide, vantaggi e implicazioni.
Infermiere
Gli infermieri sono il cuore pulsante del sistema sanitario, ma il loro lavoro non è per i deboli di cuore. Operando in ospedali, pronto soccorso e altre strutture sanitarie, gli infermieri devono affrontare una varietà di compiti che richiedono concentrazione, abilità di risoluzione dei problemi e resistenza emotiva. Dal fornire assistenza ai pazienti critici alla gestione delle emergenze, gli infermieri devono essere pronti a tutto, spesso lavorando in turni lunghi e affrontando situazioni stressanti.
Operatori del Call Center
Chiunque abbia mai lavorato in un call center sa quanto possa essere stressante. Gli operatori devono affrontare una costante sfida nel gestire le richieste dei clienti, spesso in situazioni di conflitto o frustrazione. La pressione delle scadenze e la necessità di rispondere rapidamente alle chiamate possono rendere questo lavoro estremamente stressante, soprattutto quando si aggiungono le aspettative del datore di lavoro e la necessità di raggiungere obiettivi di vendita o di servizio.
Avvocato
Anche se spesso associata a una vita di lusso e successo, la professione legale può essere incredibilmente stressante. Gli avvocati devono gestire scadenze rigorose, affrontare la pressione dei casi importanti e risolvere problemi complessi, il tutto mentre cercano di bilanciare lavoro e vita personale. Le lunghe ore di lavoro e la costante pressione per ottenere risultati possono avere un impatto significativo sulla salute mentale e emotiva degli avvocati.
Giornalista
I giornalisti operano in un ambiente ad alta pressione, spesso lavorando con scadenze strette e reagendo rapidamente alle notizie in continuo mutamento. Devono affrontare la pressione di produrre contenuti accurati e interessanti, mantenendo al contempo standard etici e legali. La copertura di eventi rischiosi o drammatici può aumentare ulteriormente il livello di stress, esponendoli a situazioni potenzialmente pericolose.
Pilota aereo
Essere un pilota può sembrare un lavoro glamour, ma dietro le quinte si nasconde una grande dose di stress. I piloti devono affrontare lunghe ore di volo, spesso in condizioni meteorologiche avverse o in ambienti ad alta pressione come il traffico aereo congestionato. La responsabilità di mantenere la sicurezza dei passeggeri, vite umane, e del velivolo, può essere estremamente stressante, specialmente durante situazioni di emergenza.
Mentre alcuni lavori possono portare soddisfazioni e realizzazioni personali, è importante riconoscere che alcuni di essi possono anche mettere a dura prova la salute mentale ed emotiva di chi li svolge.
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Curiosità
Monkey, il gatto cleptomane che ha arricchito la sua padrona Megan
Monkey è un gatto della Cornovaglia che ruba ogni cosa e lo porta alla sua padrona MeganPer esempio? Un “gratta e vinci” da 14 mila euro.

Un gatto cleptomane della Cornovaglia, Inghilterra, sta diventando una piccola celebrità sui social. Monkey, questo il suo nome, torna ogni giorno a casa con un “dono” per la sua umana, Megan . Il suo bottino? Di tutto: da sacchetti vuoti di patatine a bustine di semi. Ma la vera sorpresa è arrivata quando Monkey ha riportato a casa un gratta e vinci già grattato, e per giunta risultato essere vincente.
Quattordicimila euro tra i canini del gatto
Inizialmente Megan pensava fosse solo spazzatura, ma ha scoperto che il biglietto valeva il doppio di quanto previsto: circa 14 euro. Nulla di straordinario, ma sicuramente un colpo di fortuna inaspettato! Il video dell’impresa felina naturalmente nel corso del tempo è diventato virale su TikTok (@meganchristiann), raccogliendo migliaia di commenti divertiti.
Monkey è diventato social tra divertimento e telecamere segrete
C’è chi scherza sul fatto che Monkey ripaghi i suoi debiti, mentre altri propongono di mettere una telecamera sul suo collare per svelare le sue misteriose incursioni. Megan, però, preferisce mantenere la sorpresa e continua a godersi le buffe avventure del suo gatto. Chi sa cosa Monkey porterà a casa la prossima volta!
Curiosità
La famiglia Zammit rifiuta 30 milioni di dollari per la casa
La famiglia Zammit ha rifiutato un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa a The Ponds, Sydney. La loro decisione diventa un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana.

La famiglia Zammit, residente a The Ponds, Sydney, ha fatto notizia rifiutando un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa. Questa abitazione rappresenta per loro non solo un bene materiale, ma un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana. Circondata da un’enorme area commerciale e sviluppi residenziali, la casa dei Zammit è un baluardo contro l’avanzata della cementificazione. Questa decisione ha suscitato ammirazione e riflessione sulla crescente pressione dell’urbanizzazione nelle grandi città.
La storia dietro il rifiuto
Nonostante l’enorme somma offerta, la famiglia Zammit ha scelto di rimanere nella loro casa storica, dimostrando un attaccamento emotivo e culturale al loro luogo di vita. Questa scelta coraggiosa riflette il desiderio di mantenere un legame con le proprie radici e di resistere alla spinta verso la modernizzazione a tutti i costi. La casa, costruita su un terreno di due ettari, è circondata da negozi, ristoranti e complessi residenziali di nuova costruzione, rendendo il rifiuto dei Zammit ancora più significativo.
Un simbolo di resistenza
La decisione della famiglia Zammit è diventata un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana eccessiva. In un’epoca in cui molte persone cedono alle offerte lucrative dei costruttori, i Zammit hanno scelto di mantenere la loro casa come testimone del passato e baluardo contro l’invadenza del cemento. Questo rifiuto mette in luce la crescente tensione tra lo sviluppo urbano e la conservazione delle tradizioni e dei legami familiari.
Curiosità
Fotografato nudo da Google Street View: poliziotto argentino vince la causa e ottiene un risarcimento
Secondo i giudici argentini, la privacy dell’uomo è stata violata in modo palese: Google dovrà risarcirlo con 12.500 dollari. Decisivo il fatto che fosse all’interno della sua proprietà, protetta da un alto muro.

Era un giorno come tanti nel 2017, quando un poliziotto argentino, in un momento di relax nel giardino di casa sua, fu immortalato nudo dalle telecamere mobili di Google Street View. L’immagine, sfuggita alle consuete procedure di oscuramento automatico, mostrava l’uomo completamente nudo dietro un muro di oltre due metri, nel cortile privato della sua abitazione. Il caso, inizialmente trascurato, si è trasformato in un lungo iter giudiziario che ha ora trovato la sua conclusione: Google dovrà risarcire l’uomo con 12.500 dollari.
La vicenda è emersa quando la foto ha iniziato a circolare online, accompagnata dal nome della via e dal numero civico, elementi ben visibili nell’inquadratura. La combinazione di questi dati ha reso l’uomo facilmente identificabile, esponendolo al ridicolo tra colleghi e residenti del piccolo centro in cui vive.
In un primo momento, un tribunale aveva respinto il ricorso del poliziotto, ritenendo che fosse stato lui a comportarsi in modo inappropriato nel proprio giardino. Ma la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, stabilendo che non si trattava di uno spazio pubblico. Bensì privato e protetto da una barriera “più alta della media umana”. L’inquadratura è stata quindi definita come una “palese invasione della privacy”.
La corte ha evidenziato anche una falla nei protocolli di Google, che solitamente sfoca i volti e le targhe. “In questo caso non si trattava di un volto, ma dell’intero corpo nudo di una persona, un’immagine che avrebbe dovuto essere evitata con ogni mezzo”, si legge nella sentenza.
Assolte invece da ogni responsabilità la compagnia telefonica Cablevision SA e il sito di notizie El Censor, che avevano rilanciato la foto.
Il caso solleva nuove domande sull’equilibrio tra tecnologia e tutela della privacy, dimostrando che, anche nell’era del digitale, il diritto alla riservatezza rimane fondamentale.
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