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Ascolta la colonna sonora perfetta per la tua Pasqua!

Sebbene il mercato discografico sia ricco di album natalizi, le canzoni dedicate alla Pasqua sono meno numerose. Tuttavia, diversi artisti hanno creato brani che, direttamente o simbolicamente, riflettono i temi della resurrezione, della spiritualità e della rinascita. Questa raccolta esplora dieci canzoni significative che si collegano alla Pasqua attraverso testi profondi e melodie evocative.​

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    Seleziona la playlist, alza il volume e… Buona Pasqua, da parte del compilatore di questa playlist e di tutta la redazione di LaCity Mag!

    Easter – Marillion (1989)

    La canzone dei britannici Marillion – nella loro seconda versione con Steve Hogarth alla voce, che ha sostituito il primo cantante della band, Fish – rappreenta un viaggio emotivo attraverso paesaggi sonori che evocano la spiritualità e la rinascita. Con riferimenti alla natura e alla tradizione, il brano è una meditazione sulla Pasqua e sul suo significato profondo.

    Il Testamento di Tito – Fabrizio De André (1970)

    In questo brano, il grande cantautore genovese dà voce a Tito, uno dei ladroni crocifissi accanto a Gesù. Attraverso una narrazione intensa, la canzone esplora temi di giustizia, redenzione e umanità, offrendo una profonda riflessione pasquale.​

    Superstar – Carl Anderson (1971)

    Parte della celeberrima opera rock Jesus Christ Superstar di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, questa canzone offre una prospettiva unica sulla figura di Gesù, vista attraverso gli occhi di Giuda. La performance di Carl Anderson è intensa e carica di emozione, rendendo questo pezzo davvero iconico legato alla Pasqua.​

    Easter – Patti Smith (1978)

    La title track dell’album Easter di Patti Smith è una preghiera laica che mescola elementi spirituali con riflessioni personali. La canzone è un inno alla rinascita e alla speranza, temi centrali della Pasqua.​

    Easter? – Jefferson Airplane (1972)

    Critica pungente alla religione istituzionalizzata, mettendo in discussione le guerre combattute in nome della fede. Il brano invita all’introspezione e alla ricerca di significati più autentici della spiritualità.​

    Scalo a Grado – Franco Battiato (1982)

    Franco Battiato descrive una domenica di Pasqua a Grado, riflettendo sulla ritualità religiosa e sulla ricerca di significato. La canzone è un’osservazione sottile della fede e delle sue manifestazioni nella vita quotidiana.​

    Easter Parade – Bing Crosby (1948)

    Questo classico di Irving Berlin, interpretato da Bing Crosby, celebra la Pasqua attraverso una romantica passeggiata durante la parata pasquale. La canzone è un’ode alla gioia e alla rinascita primaverile.​

    Judas – Lady Gaga (2011)

    Lady Gaga esplora il tema del tradimento e della redenzione, utilizzando la controversa figura di Giuda come metafora per relazioni complesse. La canzone fonde elementi religiosi con la cultura pop, creando un brano provocatorio e riflessivo.​

    East at Easter – Simple Minds (1984)

    Questo brano dei Simple Minds, band guidata da Jim Kerr, è un invito alla pace e alla riflessione durante il periodo pasquale. Con sonorità new wave, la canzone trasmette un messaggio di speranza in un mondo segnato da conflitti.​

    I Am the Resurrection – The Stone Roses (1989)

    Si tratta di un’affermazione potente di rinascita e autoaffermazione, ad opera di una band di riferimento del cosiddetto britpop proveniente da Manchester. Il brano combina testi provocatori con una melodia coinvolgente, rendendolo un inno alla trasformazione personale.​

    Bonus track

    Easter Parade – The Blue Nile (1984)

    Straordinaria e purtroppo poco conosciuta band scozzese, ha inserito questa canzone nel suo album d’esordio A Walk Across The Rooftops. ​Il brano è una meditazione poetica sulla memoria, la solitudine e la bellezza nascosta nella quotidianità. Attraverso immagini evocative come “confetti falling from every window” e “a city perfect in every detail”, la canzone dipinge un paesaggio urbano sospeso tra malinconia e stupore .​ La voce di Paul Buchanan, accompagnata da un piano minimale e arrangiamenti eterei, trasmette un senso di nostalgia e introspezione. Il testo allude a ricordi personali e momenti condivisi, come “birthday cards and silent music”, suggerendo un legame profondo con il passato e le esperienze vissute. Sebbene il titolo richiami una celebrazione, Easter Parade si concentra più sulla riflessione interiore che sulla festività stessa, esplorando il contrasto tra l’isolamento individuale e la vitalità della vita cittadina. Si tratta di un brano che invita l’ascoltatore a trovare significato e bellezza nei dettagli più semplici e spesso trascurati dell’esistenza quotidiana.

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      Una ricerca universitaria ha generato la playlist della gioia: ecco i 10 brani per sentirsi più vivi che mai

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        Qualche giorno fa vi abbiamo descritto come un certo Jacob Jolij, ricercatore dell’Università di Groningen, abbia realizzato una classifica delle canzoni più gioiose di sempre, tenendo conto di alcune variabili quali ritmo, accordi e testi. Il primo posto spetta ai Queen con un brano che incarna energia e libertà – Don’t Stop Me Now – ma la top ten include anche successi intramontabili come Dancing Queen degli ABBA e Good Vibrations dei Beach Boys.

        La canzone al primo posto

        Capitano a tutti quei momenti in cui si sprizza gioia da ogni poro, per qualche avvenimento speciale oppure anche senza saperse spesso il perché… ma ci si sente semplicemente così, senza volersi per forza domandare il vero motivo. Esattamente come canta Freddie Mercury in Don’t Stop Me Now, brano famosissimo scritto da lui per Jazz, il settimo album dei Queen uscito nel 1978 per la EMI Records, prodotto da Roy Thomas Baker. Una vera e propria carica di energia, un’esortazione all’abbandono tra le braccia della follia e dell’euforia più pure, alla voglia di pensare a viversi il presente a fondo senza preoccuparsi del domani e di ciò che è stato.

        Quello che in pochi sanno

        Il testo del brano nasconde la descrizione di uno dei maggiori periodi di eccessi del celebre frontman dei Queen. Ricorda Brian May, infatti, che Freddie stava perdendo la testa dietro droghe e rapporti sessuali multipli con più uomini anche durante la stessa notte. Nonostante ciò, non aveva alcuna intenzione di fermarsi…

        Schiacciate il tasto play…

        Comunque sia… ecco tutte e dieci le canzoni, pronte per essere ascoltate… e per farvi sentire super-felici!

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          Una playlist da ascoltare… appesi alla cornetta

          La nostra nuova playlist riguarda canzoni che hanno a che fare col telefono

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            Ti telefono o no, ti telefono o no…
            ho il morale in cantina
            mi telefoni o no, mi telefoni o no…
            chissà chi vincerà…

            Così cantava Gianna Nannini in Fotoromanza nel 1984, una delle tante citazioni dell’invenzione di Antonio Meucci che ci ha cambiato la vita. La nostra nuova playlist comprende, appunto, tutte canzoni che hanno a che fare col telefono. Per esempio… da Se telefonando, testo scritto da Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo e musica del Maestro Ennio Morricone, portata al successo da Mina… a Buonasera Dottore, qui nella versione originale di Claudia Mori ma anche nella rilettura – a ruoli ribaltati – di Claudio Baglioni con Sabina Ciuffini.

            Una telefonata emozionante

            Su un brano in particolare voglio spendere qualche parola in più. Si tratta di Martha di Tom Waits, estratta dall’album d’esordio di questo straordinario artista. Nel testo, Tom telefona a Martha, una donna di cui era innamorato in giovane età. Ma lei non è un semplice amore, è l’amore ancora vivo nonostante sia finito da tanti anni. Quella persona indimenticabile, che non potremmo dimenticare neanche a volerlo. Sono passati decenni (“Cause it’s been forty years or more, now Martha please recall”) e Tom allora si domanda se lei si ricorderà di lui, e se riconoscerà la sua voce.

            Dal punto di vista di un uomo anziano

            É curioso come Tom Waits, ventiquattrenne al momento di Closing Time, uno dei suoi album più intimi, canti questa canzone dal punto di vista di un uomo anziano. Un aspetto che contribuisce a fare di Martha una canzone triste: la consapevolezza dell’età avanzata e la grande distanza tra loro (“And I am calling long distance”) non giocano in favore di Tom. Perché Martha è felice e vive con la sua famiglia. Marito, bambini, forse la vita tranquilla e serena di chi ha tutto quello che serve. Dal tono e dal senso delle parole si intuisce che invece Tom è stato sposato (“You know that I got married too”) ma non lo sia più. É facile immaginarlo da solo, in una stanza di casa sua, con un whisky in mano, affogato nei suoi ricordi.

            Tom chiede come stanno il marito e i figli, anche per cercare conferma che il suo cuore sia sempre di un altro uomo; con le parole “Lucky that you found someone to make you feel secure” insinua che lei non ami veramente suo marito, ma resti con lui solo per la sicurezza che riesce a garantirle. Quella sicurezza che Tom, impulsivo e orgoglioso, non riusciva a darle, visto che amava Martha ma, cosa più importante, amava sentirsi un uomo

            “And I was always so impulsive, I guess that I still am
            And all that really mattered then was that I was a man
            I guess that our being together was never meant to be”

            Martha è una delle più belle dichiarazioni d’amore che un musicista abbia mai scritto. Vuol dire continuare ad avere nel cuore una persona, sempre e comunque. E avere bisogno di parlarne, di farglielo sapere, semplicemente dirglielo. Per questo credo che, scavando bene, ognuno di noi possa trovare una “Martha” dentro di sé.

            Dediche al telefono

            Rimanendo in tema, esiste anche una piattaforma digitale innovativa, Canzoni al telefono, ideata il cantautore e artista torinese Didie Caria, che consente agli utenti di inviare canzoni personalizzate eseguite dal vivo ai propri cari, direttamente al telefono e ovunque nel mondo. Un servizio unico che combina la comodità del digitale con il fascino della musica dal vivo, creando esperienze memorabili e cariche di emozione. Unendo tecnologia e arte, viene offerta una modalità di comunicazione nel modo più personale e toccante: attraverso una performance musicale dal vivo al telefono. Che risulta essere, per gli artisti coinvolti, una nuova opportunità di guadagno, permettendo loro di esibirsi dal vivo utilizzando solo il telefono.

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              Quando una canzone cerca di cambiare il mondo

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                Una compilation espressamente dedicata alla rivolta, al “no, non ci sto”, al non girarsi dall’altra parte. Nel 106 l’artista Beyoncé ha detto: «Sta a noi prendere posizione e pretendere che smettano di ucciderci». Quando una delle più grandi pop star al mondo inizia a parlare come un’attivista, ci troviamo senza dubbio di fronte a un cambiamento epocale.

                Non solo pop

                E in effetti il pop – e in special modo l’R&B e l’hip hop – in questi ultimi anni è stato terreno fertile per le canzoni di protesta. Molti artisti hanno alzato la voce contro – per esempio – la presidenza di Donald Trump e gli omicidi a sfondo razziale della polizia, denunce che sono poi confluite nell’ascesa del movimento Black Lives Matter. Senza dimenticare il soul, il reggae e il punk degli anni ’70, il rap militante degli anni ’80 e il punk femminista delle riot grrrl degli anni ’90.

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