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Benessere

Natale a tavola senza sensi di colpa: i consigli della nutrizionista per gustare le feste senza eccessi

Le tavole imbandite delle feste possono mettere a dura prova la nostra linea. Ma con qualche accortezza, possiamo goderci i pranzi e i cenoni natalizi senza rinunciare al piacere del cibo. Ecco i consigli della nutrizionista Gabriella Guarino per affrontare le festività in modo equilibrato.

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    Ammettiamolo le festività natalizie sono un momento magico per stare in compagnia e gustare le specialità della tradizione culinaria italiana. Ogni singola regione ha le proprie specialità natalizie. Ma spesso, tra pandori, panettoni, torroni e lenticchie, alla fine ci ritroviamo a sentirci pesanti e appesantiti. Come conciliare il piacere della tavola con il benessere del nostro corpo? La nutrizionista Gabriella Guarino svela qualche segreto per affrontare le festività in modo sereno e senza sensi di colpa.

    La nutrizionista suggerisce piccole porzioni per un grande piacere

    Il segreto per gustare le leccornie natalizie senza eccedere sta nelle porzioni. E’ un po’ quello che dicevano i nostri nonni. “Assaggiamo un po’ di tutto, ma con moderazione“, suggerisce la nutrizionista. “La sensazione di sazietà in genre arriva dopo circa 20 minuti da quando si è iniziato a mangiare quindi è importante masticare lentamente e gustare ogni boccone“.

    E’ indispensabile bere tanta acqua

    Durante le feste, tendiamo a bere meno acqua a favore di bevande più caloriche come i superalcolici. “L’acqua è fondamentale per la digestione e aiuta l’organismo a eliminare le tossine“, ricorda Guarino. “Beviamone almeno due litri al giorno“. Ma non solo in questo perodo dell’anno. L’acqua è fondamentale per rendere la vita… più fluida.

    Un pasto leggero alla volta

    Per evitare di arrivare affamati ai pasti principali, la nutrizionista consiglia di fare degli spuntini sani tra un pasto e l’altro. “Frutta fresca, yogurt magro o una manciata di frutta secca possono essere ottime alternative“, suggerisce. Ma qualche fettina di salame… non ce la mettiamo?

    Il sonno, alleato del benessere

    Un buon riposo è fondamentale per affrontare al meglio le giornate festive. Ma anche quelle non festive. “Andiamo a dormire almeno due ore dopo cena“, consiglia Guarino. “In questo modo, la digestione non interferirà con il sonno e ci sveglieremo più riposati e pronti ad affrontare la giornata“.

    E dopo le feste… tutti a dieta? Ma va…

    Secondo i consigli della nutrizionista per ripartire in forma dopo gli eccessi delle festività, possiamo avvalerci dell’aiuto di prodotti naturali. Per esempio? “Tisane a base di finocchio, carciofo e tarassaco possono favorire la digestione e depurare l’organismo“, spiega. Ma anche una dieta liquida con qualche tisana e molta frutta fresca possono bastare. Ma solo per un giorno però…Poi si ricomincia!!

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      Benessere

      L’era dei cibi proteici: moda del momento o nuova frontiera del benessere alimentare?

      Il boom dei cibi proteici riflette una società più attenta alla forma fisica e alla salute, ma anche sempre più influenzata dalle tendenze social e dal culto della performance. Gli esperti invitano alla prudenza: “Non è il contenuto proteico a fare la differenza, ma l’equilibrio generale della dieta”.

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      cibi proteici

        Negli ultimi anni, il mondo dell’alimentazione ha assistito a una vera e propria rivoluzione: accanto ai prodotti “senza” (zuccheri, lattosio, glutine, grassi), sono comparsi quelli “con”, arricchiti di vitamine, collagene e soprattutto proteine. La domanda cresce di anno in anno: secondo un report di NielsenIQ, le vendite di alimenti proteici in Italia sono aumentate di oltre il 20% tra il 2020 e il 2024.

        Sui banchi dei supermercati si trovano oggi gelati, yogurt, biscotti, pasta e perfino acque aromatizzate “high protein”, pensati per un pubblico che punta al benessere quotidiano e alla forma fisica. Ma, al di là delle mode, quanto c’è di scientificamente fondato dietro questa tendenza?

        Il ruolo delle proteine: tra necessità e moda

        Le proteine sono nutrienti fondamentali per l’organismo: contribuiscono alla costruzione e al mantenimento dei muscoli, ma anche alla produzione di enzimi, ormoni e anticorpi. In media, un adulto ha bisogno di circa 0,8-1,2 grammi di proteine per ogni chilo di peso corporeo al giorno (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità).

        “Per chi pratica sport regolarmente o segue una dieta ipocalorica, può essere utile aumentare leggermente l’apporto proteico”, spiega il nutrizionista Massimo Rapetti, esperto in nutrizione sportiva. “In questi casi, snack o pasti arricchiti possono aiutare a raggiungere il fabbisogno giornaliero, ma non bisogna pensare che più proteine significhi automaticamente più salute o più muscoli.”

        Secondo l’esperto, molti consumatori confondono i cibi proteici con quelli dietetici, credendo che aiutino a dimagrire. “In realtà — sottolinea Rapetti — un prodotto proteico può contenere comunque zuccheri, grassi o calorie elevate. È fondamentale leggere bene le etichette.”

        Come scegliere i prodotti giusti

        Non tutte le proteine sono uguali. Quelle del latte (whey e caseina), ad esempio, hanno un alto valore biologico e vengono assorbite rapidamente, rendendole ideali per chi pratica sport. Tuttavia, chi segue un’alimentazione vegetale può orientarsi verso proteine da legumi, avena o soia, anch’esse valide alternative.

        Attenzione, però, ai prodotti confezionati: molti contengono dolcificanti artificiali, addensanti e oli raffinati. “La scelta migliore resta sempre quella di privilegiare alimenti naturali e semplici,” spiega Rapetti. “Yogurt greco, uova, formaggi stagionati come il Parmigiano Reggiano, legumi o carne bianca offrono proteine di qualità senza necessità di formule industriali.”

        Le barrette proteiche: praticità o illusione?

        Tra i prodotti più popolari, le barrette proteiche rappresentano un simbolo di questa tendenza. Un’indagine della piattaforma di e-commerce alimentare Everli ha rivelato che sono tra gli articoli più acquistati nel comparto “fitness food”: pratiche, tascabili e sempre pronte.

        Tuttavia, non tutte le barrette sono uguali: alcune contengono più zuccheri che proteine, altre includono grassi saturi o additivi poco salutari. L’ideale è scegliere quelle con almeno 15-20 grammi di proteine per porzione e meno di 5 grammi di zuccheri.

        Tra cultura del benessere e marketing

        Il successo dei prodotti proteici è anche una questione di immaginario collettivo. Social network, influencer e pubblicità hanno trasformato il concetto di “alto contenuto proteico” in una sorta di garanzia di salute, spesso senza un reale riscontro scientifico.

        “Il rischio è ridurre l’alimentazione a una formula matematica,” osserva Rapetti. “Le proteine sono importanti, ma non devono far dimenticare l’equilibrio tra carboidrati, grassi buoni, fibre e micronutrienti. Nessun singolo alimento può garantire da solo il benessere.”

        Conclusione: equilibrio prima di tutto

        Il boom dei prodotti proteici riflette una nuova consapevolezza alimentare, ma anche la continua ricerca di soluzioni rapide in una società che ha poco tempo per cucinare. Se utilizzati con criterio, possono essere un valido supporto per sportivi e persone attive, ma non sostituiscono una dieta bilanciata.

        Come ricordano i nutrizionisti, la vera forza non sta nel numero di grammi di proteine sulla confezione, ma nella qualità delle scelte quotidiane. Perché, alla fine, la salute non si costruisce in palestra o al supermercato, ma a tavola, ogni giorno.

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          La rivoluzione del sonno: quando riposare diventa un atto di potenza

          La scienza lo conferma: dormire migliora memoria, umore e creatività. E così il sonno diventa la nuova frontiera del wellness, tra tecnologie rilassanti, profumi calmanti e aziende che incentivano la rigenerazione mentale.

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          sonno

            Per anni è stato considerato tempo perso, un ostacolo sulla strada della produttività. Ora, invece, il sonno è diventato il nuovo status symbol del benessere. Dopo l’era del “sleep when you’re dead” – dormi quando sei morto – un’intera generazione sta rivalutando le otto ore di riposo come la chiave per vivere meglio, pensare più lucidamente e lavorare con maggiore creatività.

            La conferma arriva dalla scienza. Secondo un report del National Sleep Foundation e numerosi studi condotti da Harvard Medical School, dormire tra le sette e le nove ore per notte è essenziale per rafforzare la memoria, migliorare l’umore e sostenere le funzioni cognitive. La deprivazione di sonno, al contrario, riduce la concentrazione e indebolisce il sistema immunitario, aumentando il rischio di patologie cardiovascolari e metaboliche.

            Il nuovo mantra è semplice: riposare è una forma di potenza biologica. È la rigenerazione profonda che permette al cervello di consolidare le informazioni, al corpo di ripararsi e alla mente di ritrovare equilibrio. Non stupisce che il mercato globale del sonno – tra dispositivi, integratori e prodotti per il relax – abbia superato, secondo Fortune Business Insights, i 580 miliardi di dollari nel 2024.

            Dormire bene, oggi, è un obiettivo da pianificare. Nascono app e podcast pensati per accompagnare l’addormentamento, con voci suadenti, suoni naturali o racconti lenti che aiutano la mente a disconnettersi. Le lenzuola termoregolanti, le candele profumate alla lavanda, i diffusori di melatonina naturale e i profumi per il relax sono diventati strumenti di una nuova “sleep routine”, che trasforma la sera in un rituale di benessere.

            Anche il mondo del lavoro si sta adattando. Alcune aziende della Silicon Valley, come Google e Zappos, hanno introdotto da tempo “nap room” e pod per il sonno, incoraggiando i dipendenti a rigenerarsi durante la giornata. È la nascita della “rest culture”, una cultura del riposo che mette al centro il recupero mentale e fisico come risorsa strategica per la produttività sostenibile. Dormire non è più un segno di debolezza, ma un investimento su se stessi.

            Lo stesso concetto è arrivato anche nel turismo e nell’hospitality. Sempre più hotel e resort di lusso offrono “sleep experience” dedicate, con camere insonorizzate, luci circadiane, cuscini personalizzati e programmi di meditazione serale. Catene come Six Senses o Rosewood propongono veri e propri ritiri del sonno, dove l’obiettivo non è fare attività, ma imparare a disconnettersi e a dormire profondamente.

            Dietro questa tendenza si nasconde un cambio culturale radicale. Per la Generazione Z, cresciuta in un mondo iperconnesso e digitalmente stressante, il sonno è diventato un atto di ribellione: scegliere di staccare, spegnere il telefono e chiudere gli occhi è una forma di autodifesa contro l’ansia della performance. Dormire bene è il nuovo “wellness goal”, l’equivalente mentale di una dieta equilibrata o di un’ora di yoga.

            “Il sonno è la nostra medicina più naturale”, ricorda la neuroscienziata Sara Mednick dell’Università della California. E forse è proprio questo il segreto: la vera rivoluzione del benessere non passa da un nuovo integratore o da un’app miracolosa, ma da un gesto antico e semplice.

            Chi sa dormire bene, oggi, vince davvero — perché ogni notte di riposo è un atto di cura, un ritorno all’equilibrio e un investimento sul futuro.

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              Benessere

              Il nuovo volto del benessere: come il wellness è diventato una filosofia di vita globale

              Dallo yoga alla skincare olistica, la cultura del benessere non è più un lusso ma un modo di vivere. Un mercato da 1,8 trilioni di dollari che racconta il bisogno crescente di equilibrio tra corpo, mente e ambiente.

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                Negli ultimi dieci anni, la parola wellness ha smesso di essere sinonimo di palestra o dieta per trasformarsi in un concetto culturale. Non più un semplice obiettivo estetico, ma una filosofia quotidiana che punta all’armonia tra corpo, mente e ambiente. Secondo un report di McKinsey & Company, il mercato globale del benessere ha superato gli 1,8 trilioni di dollari, con tassi di crescita costanti e una domanda sempre più orientata a prodotti e servizi che promettono equilibrio, consapevolezza e sostenibilità.

                Il benessere, oggi, è diventato una forma di identità. Non basta “sentirsi in forma”: bisogna stare bene in modo consapevole. Le app di meditazione come Calm o Headspace, gli integratori a base di erbe, i ritiri detox e le pratiche di mindfulness sono entrati nelle agende di milioni di persone. Lo stesso vale per la skincare olistica, che abbandona i trattamenti aggressivi in favore di formule naturali e rituali lenti, spesso ispirati alle tradizioni orientali.

                Secondo gli analisti, i nuovi protagonisti di questa rivoluzione del benessere sono i Millennials e la Generazione Z, cresciuti in un contesto di instabilità economica, crisi climatica e sovraccarico digitale. Abituati a convivere con stress cronico e ritmi frenetici, hanno scelto di mettere sé stessi al centro delle proprie priorità. Il “self care” non è più un capriccio, ma un atto di resistenza: un modo per recuperare energia, identità e tempo.

                La pandemia di Covid-19 ha accelerato ulteriormente questa trasformazione. Il confinamento domestico ha portato milioni di persone a riscoprire il valore della salute mentale e dell’equilibrio interiore. Oggi, pratiche come la respirazione consapevole, lo yoga online o il digital detox non sono più di nicchia ma fanno parte della routine quotidiana. Allo stesso tempo, cresce l’interesse per alimentazioni sostenibili, come la dieta vegetale o a basso impatto ambientale, e per prodotti certificati che rispettano il pianeta.

                Il wellness moderno si muove su cinque pilastri principali: salute, fitness, alimentazione, bellezza e mindfulness. Ma la parola chiave che li unisce è autenticità. Non si cercano più modelli irraggiungibili, ma esperienze su misura, inclusive e rispettose delle proprie vulnerabilità. Anche il linguaggio del marketing si è adattato: meno slogan motivazionali, più conversazioni sincere sulla fragilità e sulla ricerca di equilibrio.

                Le aziende hanno colto la lezione. Marchi di moda, tecnologia e persino automotive stanno integrando il concetto di benessere nei propri prodotti e servizi: dai tessuti che favoriscono la termoregolazione ai dispositivi wearable che monitorano il sonno e la respirazione. L’obiettivo è costruire una relazione con il consumatore fondata non solo sull’acquisto, ma sul miglioramento della qualità della vita.

                Quello del wellness, dunque, non è più un trend ma una rivoluzione culturale. Un movimento globale che unisce discipline antiche e innovazione, scienza e spiritualità, tecnologia e natura. E se un tempo “stare bene” era un lusso per pochi, oggi è diventato una forma di democrazia del sé — una dichiarazione di libertà e consapevolezza in un mondo che corre troppo veloce.

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