Salute
L’inquinamento silenzia i fiori: le api sono in pericolo
L’inquinamento sta avendo un impatto sempre più documentato sui meccanismi di impollinazione delle api e di molti altri insetti. E’ a rischio la biodiversità globale e la stessa sicurezza alimentare.

L’inquinamento atmosferico sta mettendo a tacere il linguaggio segreto dei fiori, rendendo sempre più difficile per le api e altri insetti impollinatori trovare il cibo di cui hanno bisogno. Questa situazione, allarmante per la biodiversità, rischia di avere ripercussioni significative sulla produzione alimentare globale.
Un profumo soffocato dall’inquinamento
Le api e molti altri insetti utilizzano l’olfatto per individuare i fiori ricchi di nettare e polline. I profumi delicati e unici di ogni specie vegetale rappresentano una sorta di “mappa” che guida gli impollinatori verso le loro preziose risorse. Tuttavia, l’inquinamento atmosferico, con i suoi gas nocivi come l’ozono e gli ossidi di azoto, altera in modo significativo questi segnali olfattivi. Studi recenti hanno dimostrato che l’ozono, in particolare, reagisce con i composti organici volatili emessi dai fiori, modificando in modo sostanziale le loro fragranze. In pratica, l’inquinamento “nasconde” i fiori agli insetti, rendendoli più difficili da trovare.
Un impatto a catena sull’ecosistema
La difficoltà nel localizzare i fiori ha diverse conseguenze negative per gli insetti impollinatori. Per prima cosa il loro affaticamento. Le api devono volare per distanze maggiori per trovare cibo, consumando più energia e aumentando il rischio di non farcela. La lontananza dai fiori inoltre potrebbe comportare una malnutrizione, una dieta meno varia e meno ricca che può compromettere la salute degli insetti e la loro capacità di riprodursi. Potremmo quindi assistere in poco tempo al declino delle popolazioni. A lungo termine, la riduzione delle fonti di cibo può portare a un declino significativo delle popolazioni di api e altri impollinatori.
Le conseguenze per l’uomo
La scomparsa delle api e degli altri insetti impollinatori avrebbe conseguenze disastrose per l’agricoltura e, di conseguenza, per la nostra alimentazione. Molte colture, come frutta, verdura e semi, dipendono dall’impollinazione degli insetti per produrre frutti e semi. Una diminuzione dell’impollinazione si tradurrebbe in una riduzione della produzione agricola, con conseguenti aumenti dei prezzi e una minore disponibilità di alimenti sani e nutrienti.
Cosa possiamo fare?
Per proteggere le api e gli altri impollinatori, è fondamentale ridurre l’inquinamento atmosferico. Da parte nostra possiamo agire con alcune azioni concrete come limitare l’uso dell’auto per esempio. Preferire i mezzi pubblici, la bicicletta o il carpooling può contribuire a ridurre le emissioni di gas serra. Scegliere energie rinnovabili sostenendo lo sviluppo dell’energia solare ed eolica, che potrebbero ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Potremmo supportare l’agricoltura biologica visto che utilizza meno pesticidi e fertilizzanti chimici, riducendo l’inquinamento e favorendo la biodiversità. E soprattutto potremmo piantare fiori nei nostri giardini sui nostri balconi o terrazze. Un modo semplice per fornire cibo e rifugio per gli insetti impollinatori.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Salute
Fare il bagno dopo mangiato: servono davvero tre ore di attesa? La verità dietro il mito della nonna
Per decenni ci hanno detto che entrare in acqua dopo pranzo è pericoloso. Ma cosa dice davvero la scienza? Quanto bisogna aspettare?

Dal panino in spiaggia alla grigliata al lago, il tormentone estivo è sempre lo stesso: “Hai mangiato? Allora niente bagno per tre ore”. Un consiglio che le nonne davano con convinzione, ma che oggi la medicina mette in discussione. Scopriamo perché non è poi così pericoloso tuffarsi subito dopo aver mangiato.
Un mito tramandato di generazione in generazione
Chi non ha mai sentito, almeno una volta, la fatidica frase: “Devi aspettare tre ore prima di fare il bagno, altrimenti ti viene una congestione”? Le nonne lo dicevano con tono perentorio, e guai a disobbedire. Ma da dove nasce questa convinzione? L’idea è che durante la digestione il sangue affluisca in gran parte allo stomaco, sottraendolo ai muscoli: se ci si tuffa e si inizia a nuotare, il corpo potrebbe andare in crisi, con conseguenze pericolose.
Congestione o crampo: cosa può succedere davvero?
Il timore più diffuso è quello della cosiddetta “congestione”, spesso confusa con i crampi muscolari. In realtà, la congestione digestiva è un fenomeno raro e molto specifico: può accadere se si entra in acqua fredda subito dopo un pasto abbondante, causando uno shock termico che interferisce con la digestione. Ma è un evento estremo, più legato alla differenza di temperatura tra il corpo e l’acqua che al pasto in sé.
Cosa dicono i medici oggi
Secondo i pediatri e gli esperti in medicina dello sport, il bagno dopo mangiato non è vietato, a patto che si rispettino alcune semplici regole. Dopo un pasto leggero, come un panino o un’insalata, non ci sono particolari controindicazioni. Se invece si è fatta una grande abbuffata — fritti, carne, alcol — allora è meglio attendere un po’, non tanto per paura di morire in mare, ma per evitare nausea, affaticamento o malessere.
Il vero pericolo: lo shock termico
Più che la digestione, il vero rischio riguarda l’impatto con l’acqua fredda. Entrare di colpo in mare dopo essere stati al sole può provocare un calo improvviso della pressione e causare svenimenti. Per questo, indipendentemente dal pasto, è sempre meglio bagnarsi gradualmente. La prudenza non è mai troppa, ma i catastrofismi da ombrellone si possono tranquillamente archiviare.
Quindi: bagno sì o bagno no?
La risposta è: dipende. Dal tipo di pasto, dalla temperatura dell’acqua, dallo sforzo fisico che si intende fare. Non servono tre ore di attesa, come ci dicevano le nonne, ma un po’ di buon senso. Evita le nuotate agonistiche dopo un pranzo da matrimonio, ma un tuffo rinfrescante dopo un toast? Promosso. Con buona pace della zia che urla “Esci subito, che ti prende il crampo!”.
Salute
Giappone: scoperto un farmaco per la ricrescita dei denti
Un’innovazione nella medicina dentale: la scoperta giapponese che potrebbe rivoluzionare il futuro dei trattamenti odontoiatrici

Un team di scienziati giapponesi ha sviluppato un farmaco rivoluzionario che potrebbe permettere la ricrescita dei denti persi. Questa scoperta promette di cambiare radicalmente l’approccio ai trattamenti dentali, offrendo una soluzione naturale a chi ha perso i denti a causa di malattie o incidenti. Attualmente in fase di sperimentazione clinica, il farmaco sfrutta le cellule staminali per stimolare la formazione di nuovi denti.
Dettagli e prospettive del farmaco innovativo
Il farmaco agisce attivando le cellule staminali presenti nella polpa dentale, favorendo la crescita di nuovi denti naturali. Questa scoperta potrebbe superare le attuali tecniche di impianto dentale, riducendo la necessità di protesi e offrendo una soluzione meno invasiva e più efficace per i pazienti. I risultati preliminari dei test clinici sono promettenti, e se continueranno a essere positivi, il farmaco potrebbe essere disponibile sul mercato entro pochi anni.
Implicazioni e futuro della ricerca
Questa innovazione rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca medica e potrebbe migliorare notevolmente la qualità della vita di milioni di persone affette da edentulia. Il Giappone si conferma leader nelle innovazioni scientifiche e mediche, aprendo nuove prospettive nel campo della rigenerazione tissutale. I ricercatori sono fiduciosi che il farmaco non solo rivoluzionerà la medicina dentale, ma aprirà la strada a ulteriori scoperte nel trattamento delle patologie odontoiatriche.
Con un continuo impegno nella ricerca e nello sviluppo, questa scoperta potrebbe rappresentare una svolta epocale, ridando fiducia e speranza a chi ha perso i denti, migliorando la loro salute e benessere complessivo.
Salute
Il batterio carnivoro che sta preoccupando il Giappone
La sindrome da shock tossico streptococcico (Stss) sta causando un’emergenza medica in Giappone, con 77 decessi registrati dall’inizio del 2024 fino a marzo.

A Tokyo sono in allarme più di quanto lo siano quando la terra gli trema sotto i piedi. La causa di questa preoccupazione è dovuto dall’elevato numero di persone affette da sindrome da choc tossico streptococcico causato da un batterio carnivoro che porta alla morte. Da inizio dell’anno questo batterio ha avuto una crescita esponenziale di casi. Finora sono stati registrati 77 decessi.
Di cosa si tratta
La sindrome da shock tossico streptococcico (Stss) è la causa di questa emergenza medica he sta affliggendo il Giappone. Il Ministero della Salute ha riportato 977 casi di Stss un numero che ha superato il record del 1999. Questa infezione batterica, causata principalmente dallo streptococco del gruppo A (GAS), è rara ma grave. Si sviluppa quando i batteri invadono i tessuti profondi e il flusso sanguigno.
Come si manifesta
I sintomi iniziali includono febbre, dolori muscolari e vomito, ma possono rapidamente peggiorare, portando a una bassa pressione sanguigna, gonfiore e insufficienza multiorgano, con un alto tasso di mortalità. Tra i sintomi anche infezioni alla gola che si manifestano soprattutto nei bambini. In rare circostanze lo streptococco A può diventare anche mortale quando il batterio produce una tossina capace di invadere il flusso sanguigno. Nei casi estremi può essere causa di fascite necrotizzante e choc tossico. La maggior parte delle persone affette da questo batterio ha manifestato problemi di salute con sistemi immunitari carenti, che riducono la capacità di combattere l’infezione. Anche con trattamento adeguato, la malattia rimane altamente letale, con un tasso di mortalità di circa il 30%.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera12 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 202411 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello10 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Grande Fratello10 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip1 anno fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Gossip11 mesi fa
La De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza