Beauty
Skincare al maschile: uomini sempre più vanitosi tra creme e cremine
La crescente attenzione degli uomini italiani per la cura personale ha portato a un mercato in continua espansione e innovazione. Dai prodotti per la cura della pelle ai trattamenti per capelli, ogni aspetto della bellezza maschile è curato con prodotti specifici che rispondono alle esigenze e alle preferenze di una clientela sempre più esigente e informata. Questo trend non solo riflette una maggiore consapevolezza riguardo alla salute e al benessere, ma anche un’evoluzione culturale che abbraccia una visione più ampia e inclusiva della cura di sé.
Negli ultimi anni, il mondo dei prodotti di bellezza e cosmetici ha visto un crescente interesse del genere maschile a livello internazionale, e l’Italia non fa eccezione. Gli uomini italiani, noti per la loro attenzione alla cura dell’aspetto e alla moda, stanno diventando sempre più vanitosi, e consapevoli dell’importanza della cura della pelle e del corpo. Ma quali sono i prodotti di bellezza e i cosmetici più utilizzati?
Prodotti per la cura della pelle
La cura della pelle è diventata una priorità per molti maschi. Tra i prodotti più usati fino a qualche anno fa considerato a solo uso e consumo delle donne c’è il detergenti per il viso. UN prodotto che ormai gli uomini utilizzano ogni giorno per mantenere la pelle pulita e libera dalle impurità. I detergenti specifici per uomo, spesso arricchiti con ingredienti come il carbone attivo, sono molto popolari.
Creme idratanti
Sono essenziali per mantenere la pelle idratata e prevenire l’invecchiamento precoce. Le formulazioni leggere e non grasse sono le preferite soprattutto dopo aver fatto la barba. Utilizzati sempre più comunemente anche i sieri anti-età con ingredienti attivi come l’acido ialuronico e la vitamina C, che aiutano a combattere i segni dell’età e a mantenere una pelle giovane e fresca.
Prodotti per la rasatura e la barba
E’ il piatto forte maschile. Nel senso che la rasatura è un rituale quotidiano per molti uomini, mentre la cura della barba ha guadagnato popolarità con il ritorno di questo stile negli ultimi anni. I rasoi di sicurezza offrono una rasatura più precisa e tradizionale, mentre i rasoi elettrici sono apprezzati per la loro praticità. Ma la cosa che più ci interessa sono le schiume e i gel da barba. Si tratta di prodotti essenziali spesso arricchiti con ingredienti lenitivi come l’aloe vera. La rasatura del resto ha fornito al maschio il primo dei tanti alibi per superare alcuni tabù che riguardavano la cosmetica. E’ proprio dalla cura per il viso prima e dopo la rasatura che nasce una sempre maggiore attenzione alla propria immagine. Molti uomini dopo essersi rasati utilizzano oli e balsami per ammorbidire la barba e idratare la pelle sottostante. Prodotti che per chi la barba non la taglia proprio possono essere d’aiuto anche per modellare e mantenere la barba ordinata.
Prodotti per la cura dei capelli
La cura dei capelli è un altro aspetto importante per gli uomini che spesso sono alla ricerca di prodotti specifici per mantenere i capelli sani e stilizzati. Si spazia dagli shampoo e balsami con specifiche formulazioni mirate a problemi come la forfora o la caduta dei capelli, al prodotti per lo styling come gel, cere e pomate indispensabili per ottenere l’acconciatura desiderata. La cera viene preferita da chi ama uno stile naturale, mentre il gel offre un look più strutturato. Alcuni utilizzano anche trattamenti anticaduta. Si tratta prevalentemente di integratori e lozioni per contrastare la perdita dei capelli.
Prodotti per il corpo
Anche la cura del corpo non viene trascurata, con un’ampia gamma di prodotti dedicati al benessere e alla pulizia. Dal gel doccia e i saponi se possibile arricchiti con profumazioni fresche e ingredienti idratanti, ai deodoranti che per alcuni maschi sono essenziali per ottenere una igiene quotidiana di lunga durata. Infine in un kit ideale non possono mancare lozioni e creme per il corpo utilizzate per mantenere la pelle idratata e tonica, soprattutto dopo lo sport o l’attività fisica.
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Benessere
A tutta luce: combattere il buio d’autunno con la luminoterapia naturale
Dalla cromoterapia al semplice gesto di aprire le tende al mattino, la luce è la chiave per affrontare il cambio di stagione senza cedere alla malinconia. Perché la felicità, spesso, è solo questione di watt.
Ogni anno l’autunno ci regala i suoi colori caldi ma ci toglie ore di luce. Le giornate più corte e il buio precoce scombussolano il ritmo biologico, abbassano l’energia e, spesso, anche l’umore. Non è suggestione: quando la luce scarseggia, il cervello produce più melatonina e meno serotonina, l’ormone della felicità. Il risultato è quella sottile stanchezza che ci accompagna al risveglio e ci fa desiderare solo divano e coperta.
La risposta, però, non è il rallentare: è il ricaricare. E la prima forma di energia arriva proprio dalla luce. Bastano venti minuti al giorno di esposizione naturale per risincronizzare il nostro orologio interno. Camminare all’aperto anche in una giornata grigia è un gesto terapeutico: la luce, filtrando attraverso gli occhi, comunica al cervello che è giorno e che vale la pena essere presenti.
Negli ultimi anni la luminoterapia naturale è diventata una delle strategie più efficaci per affrontare il cosiddetto “winter blues”, la malinconia stagionale. Le lampade a spettro solare, per esempio, imitano la luminosità del mattino e stimolano la produzione di serotonina e dopamina. Ma non serve trasformare casa in un laboratorio medico: spesso basta cambiare piccole abitudini.
Aprire le finestre non appena ci si sveglia, preferire tende chiare, scegliere punti luce caldi e diffusi nelle ore serali, o anche solo accendere candele profumate con note di agrumi e spezie: gesti semplici che ingannano il cervello e donano una sensazione di benessere immediata.
Anche il colore, in questo processo, ha un ruolo preciso. La cromoterapia suggerisce di circondarsi di toni che ricordano il sole: giallo, arancio e rosso attivano energia e creatività; il bianco amplifica la luminosità; il blu tenue riequilibra e calma. È un linguaggio sottile, ma potente, che parla direttamente al sistema nervoso.
Perché il segreto dell’autunno non è accettare il buio, ma imparare a farlo brillare. A tutta luce, dentro e fuori di noi.
Benessere
La rivoluzione del sonno: quando riposare diventa un atto di potenza
La scienza lo conferma: dormire migliora memoria, umore e creatività. E così il sonno diventa la nuova frontiera del wellness, tra tecnologie rilassanti, profumi calmanti e aziende che incentivano la rigenerazione mentale.
Per anni è stato considerato tempo perso, un ostacolo sulla strada della produttività. Ora, invece, il sonno è diventato il nuovo status symbol del benessere. Dopo l’era del “sleep when you’re dead” – dormi quando sei morto – un’intera generazione sta rivalutando le otto ore di riposo come la chiave per vivere meglio, pensare più lucidamente e lavorare con maggiore creatività.
La conferma arriva dalla scienza. Secondo un report del National Sleep Foundation e numerosi studi condotti da Harvard Medical School, dormire tra le sette e le nove ore per notte è essenziale per rafforzare la memoria, migliorare l’umore e sostenere le funzioni cognitive. La deprivazione di sonno, al contrario, riduce la concentrazione e indebolisce il sistema immunitario, aumentando il rischio di patologie cardiovascolari e metaboliche.
Il nuovo mantra è semplice: riposare è una forma di potenza biologica. È la rigenerazione profonda che permette al cervello di consolidare le informazioni, al corpo di ripararsi e alla mente di ritrovare equilibrio. Non stupisce che il mercato globale del sonno – tra dispositivi, integratori e prodotti per il relax – abbia superato, secondo Fortune Business Insights, i 580 miliardi di dollari nel 2024.
Dormire bene, oggi, è un obiettivo da pianificare. Nascono app e podcast pensati per accompagnare l’addormentamento, con voci suadenti, suoni naturali o racconti lenti che aiutano la mente a disconnettersi. Le lenzuola termoregolanti, le candele profumate alla lavanda, i diffusori di melatonina naturale e i profumi per il relax sono diventati strumenti di una nuova “sleep routine”, che trasforma la sera in un rituale di benessere.
Anche il mondo del lavoro si sta adattando. Alcune aziende della Silicon Valley, come Google e Zappos, hanno introdotto da tempo “nap room” e pod per il sonno, incoraggiando i dipendenti a rigenerarsi durante la giornata. È la nascita della “rest culture”, una cultura del riposo che mette al centro il recupero mentale e fisico come risorsa strategica per la produttività sostenibile. Dormire non è più un segno di debolezza, ma un investimento su se stessi.
Lo stesso concetto è arrivato anche nel turismo e nell’hospitality. Sempre più hotel e resort di lusso offrono “sleep experience” dedicate, con camere insonorizzate, luci circadiane, cuscini personalizzati e programmi di meditazione serale. Catene come Six Senses o Rosewood propongono veri e propri ritiri del sonno, dove l’obiettivo non è fare attività, ma imparare a disconnettersi e a dormire profondamente.
Dietro questa tendenza si nasconde un cambio culturale radicale. Per la Generazione Z, cresciuta in un mondo iperconnesso e digitalmente stressante, il sonno è diventato un atto di ribellione: scegliere di staccare, spegnere il telefono e chiudere gli occhi è una forma di autodifesa contro l’ansia della performance. Dormire bene è il nuovo “wellness goal”, l’equivalente mentale di una dieta equilibrata o di un’ora di yoga.
“Il sonno è la nostra medicina più naturale”, ricorda la neuroscienziata Sara Mednick dell’Università della California. E forse è proprio questo il segreto: la vera rivoluzione del benessere non passa da un nuovo integratore o da un’app miracolosa, ma da un gesto antico e semplice.
Chi sa dormire bene, oggi, vince davvero — perché ogni notte di riposo è un atto di cura, un ritorno all’equilibrio e un investimento sul futuro.
Salute
Influenza in arrivo: virus più aggressivo del solito, ecco come proteggersi
Dai primi casi in Italia ai dati provenienti da Australia e Giappone, gli esperti avvertono: la stagione influenzale 2025-2026 sarà intensa. Vaccino, igiene e alimentazione equilibrata restano le migliori difese.
Con i primi casi di influenza registrati in diverse regioni italiane, scatta l’allarme per una stagione che si annuncia più aggressiva del solito. “Dobbiamo prepararci a un’influenza piuttosto intensa, come si è già visto in Giappone e in Australia, dove l’epidemia è arrivata prima e ha colpito duramente”, spiega Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), intervistato dall’Adnkronos Salute.
Il primo passo per proteggersi, ricorda Scotti, è semplice: vaccinarsi. “È un imperativo per le persone fragili, chi soffre di patologie croniche, gli over 60 e i bambini, per i quali è disponibile anche la formulazione con spray nasale. Ma è consigliabile per tutti, perché riduce i rischi di complicanze e di diffusione del virus”.
Accanto al vaccino, torna d’attualità un’altra arma fondamentale: l’igiene delle mani. Lavarle spesso, con acqua e sapone, è ancora uno dei gesti più efficaci per interrompere la catena del contagio. “Evitiamo di toccarci bocca, occhi e naso, e in luoghi affollati come mezzi pubblici o treni — aggiunge Scotti — usiamo la mascherina, soprattutto se siamo raffreddati. È un atto di civiltà che protegge chi ci sta intorno”.
Anche lo stile di vita gioca un ruolo chiave. Un’alimentazione ricca di frutta e verdura aiuta a rinforzare il sistema immunitario grazie all’apporto di vitamine, in particolare la vitamina C. “Bere molto e mantenersi idratati favorisce l’eliminazione dei virus — spiega il medico —. Non tutte le persone che entrano in contatto con l’influenza si ammalano: chi ha un sistema immunitario forte spesso resta asintomatico”.
C’è poi la regola senza tempo delle nonne: “vestirsi a cipolla”. Con gli sbalzi termici di ottobre e novembre, coprirsi a strati permette di evitare sudorazione e raffreddamento improvviso, che irritano le mucose respiratorie e rendono più facile l’attacco dei virus.
Un’attenzione particolare va riservata agli anziani, spesso esposti al contagio attraverso i nipoti. “I bambini dovrebbero lavarsi spesso le mani e indossare la mascherina se hanno sintomi influenzali o compagni ammalati”, avverte Scotti.
Infine, anche l’ambiente domestico e scolastico può fare la differenza. “Nelle classi e nelle case manteniamo una buona ventilazione: basta tenere socchiusa una finestra e non esagerare con il riscaldamento. L’aria troppo secca irrita le mucose e favorisce la sopravvivenza dei virus”, conclude il medico.
La raccomandazione è chiara: quest’anno, più che mai, meglio prevenire che curare.
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