Italia
Anziani, viviamo tranquilli con il bonus badanti
Dallo scorso 1 aprile si può fare domanda per assumere colf e badanti per l’assistenza degli anziani. Ci sono alcuni requisiti da rispettare.

C’è tempo addirittura fino al 31 dicembre 2025 per chiedere il bonus badanti 2024. Una norma che è stata varata dal Governo lo scorso anno. La misura è stata finanziata con 137 milioni spendibili da quest’anno fino al 2028. Circa 17 milioni l’anno. Il contributo attinge al programma nazionale “Giovani, donne e lavoro 2021-2027” previsto dal Pnrr.
Fino a 3mila euro di contributo
Questo esonero contributivo è stato introdotto dal Governo peri “promuovere il miglioramento del livello qualitativo e quantitativo” dell’assistenza alle persone non autosufficienti e,, si legge del Decreto, “favorire la regolarizzazione del lavoro di cura prestato al domicilio”. Gli anziani in Italia sono in aumento e i non autosufficienti sono quasi 4 milioni. La cosa preoccupante è che le famiglie indebitate non riescono a fare fronte direttamente alla spesa per un’assistenza domiciliare. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio Domina, ha evidenziato una diminuzione del 7,9% di assunzioni di colf e badanti. Tra i motivi anche l’esaurimento degli effetti della sanatoria che aveva permesso di regolarizzare molti lavoratori domestici stranieri. Secondo Family Care, l’agenzia per il lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro, lo scorso anno le assunzioni di badanti sono aumentate del 17%.
Di cosa si tratta
Si tratta di un esonero contributivo previsto per le persone di almeno 80 anni di età, non autosufficienti e titolari di indennità di accompagnamento. Il loro Isee deve essere inferiore a 6mila euro. Secondo quando previsto nel decreto Pnrr, chi si trova in queste condizioni potrà non pagare integralmente i contributi pensionistici per l’assunzione di un badante per l’assistenza. La misura, che scade nel dicembre del 2025, permette un risparmio massimo di 3mila euro annui per un totale di 24 mesi. Ma le condizioni sono restrittive. A partire dall’Isee inferiore a 6mila euro per cui si calcola che alla fin potranno usufruirne solo 25mila italiani.
Mancano ancora le indicazioni dell’INPS
Per il 2025 sono stati stanziati 39,9 milioni di euro. Il bonus può essere percepito per un massimo di due anni. Hanno diritto all’agevolazione coloro che assumeranno per la prima volta un badante. L’aiuto è previsto anche per la trasformazione di un contratto già esistente a tempo indeterminato. Attenzione però, non sarà concessa l’esenzione se il rapporto di lavoro tra famiglia e badante risulta concluso da meno di sei mesi. Alla famiglia che ne beneficerà spetterà una decontribuzione al 100% sia dei versamenti contributivi all’Inps e sia di quelli assicurativi Inail. Inoltre non è prevista l’assunzione di parenti o affini, a meno che non si sia in presenza di assistenza a soggetti anziani invalidi e ciechi. Una regola che vale anche nei confronti dei religiosi.
Come gestire l’agevolazione
La decontribuzione consiste in una esenzione dal pagamento dei contributi per il lavoro domestico che di norma vengono versati dal datore di lavoro ogni tre mesi con bollettini Mav. Chi non ce la fa a ottenere il bonus badante può comunque richiedere il bonus assistenza non autosufficienti. E’ prevista infatti la possibilità per il datore di lavoro di detrarre il 19% del costo complessivo a carico sostenuto per gli addetti all’assistenza personale dei non autosufficienti. Questo indipendentemente dall’età e dal valore dell’Isee. In questo caso, la spesa massima detraibile è di 2.100 euro all’anno. Si può detrarre nella dichiarazione dei redditi. Ma lo può fare solo chi ha un reddito personale inferiore a 40 mila euro. Ma non basta. Si possono dedurre anche i contributi pensionistici versati per colf e badanti assunti entro un limite massimo annuo di 1.549,37 euro.
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Italia
E’ arrivata la prima ondata di caldo ma non è quella definitva
Temperature in forte aumento, città arroventate e primi temporali. Una tregua in settimana ma poi si ricomincia. L’estate bussa.

L’estate sembra davvero entrare nel vivo. Questo è il primo fine settimana rovente. Da ieri il caldo intenso si fa sentire con temperature che hanno raggiunto i 37°C, a cui si aggiunge un’afa che rende l’atmosfera opprimente, soprattutto nelle ore serali e notturne. Secondo il bollettino del Ministero della Salute, sei città italiane sono già da bollino rosso, ovvero a rischio massimo per la salute: Bolzano, Campobasso, Perugia, Rieti, Roma e Frosinone. Altre cinque sono in bollino arancione, con temperature elevate ma un rischio più contenuto: Bologna, Brescia, Firenze, Latina e Torino. Le previsioni indicano cielo sereno su gran parte del Paese, con temporali isolati solo sulle Alpi Occidentali. Ma a rendere la situazione ancora più difficile è l’umidità, che fa crescere il disagio percepito sia di giorno che di notte.
Quando arriverà un po’ di refrigerio? Domani…
Da questa sera assisteremo ai primi segnali di cambiamento. Dall’Inghilterra arriverà un vortice di aria più fresca, che provocherà forti temporali sulle Alpi, sulla parte alta della Pianura Padana e sull’Adriatico centrale. Il contrasto tra l’aria caldissima preesistente e quella più fresca in arrivo potrà generare fenomeni intensi, con raffiche di vento improvvise, rovesci e possibili grandinate. Da domani16 giugno, il peggioramento si sposterà al Nord e al Centro, con precipitazioni più diffuse, specialmente sulla Riviera Romagnola nel pomeriggio. In ogni caso, le temperature rimarranno elevate, e questa prima ondata di caldo segnerà ufficialmente l’inizio della stagione torrida.
Italia
Maria Rosaria Boccia sotto inchiesta: la laurea è vera o no?
La Guardia di Finanza ha acquisito atti e documenti per fare luce sul titolo di studio della venditrice di abiti da sposa diventata consulente. L’inchiesta è partita da una segnalazione dell’università Pegaso. Dubbi anche sulla tesi: sarebbe molto simile a quella di un’altra studentessa laureata alla Luiss

È partita da una segnalazione dell’Università Telematica Pegaso l’inchiesta che oggi coinvolge Maria Rosaria Boccia. La procura di Napoli ha aperto un fascicolo per truffa, falso in atto pubblico e plagio, ipotizzando irregolarità nel percorso accademico della donna, nota alle cronache come ex collaboratrice del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
L’indagine è condotta dai pm Ciro Capasso, Claudio Onorati e Vincenzo Piscitelli, con il supporto della Guardia di Finanza. Gli accertamenti si stanno concentrando su tre atenei: la Pegaso, dove Boccia avrebbe conseguito la laurea in Economia Aziendale; la Parthenope, presso cui risultava iscritta in precedenza; e la Luiss di Roma, che rientra nel caso per una curiosa coincidenza: una tesi molto simile a quella presentata da Boccia è stata discussa da un’altra studentessa dell’ateneo nel 2019.
La Gdf ha chiesto agli atenei documentazione completa: file digitali, esami sostenuti con relativi voti, video delle sessioni a distanza, libretti universitari, autocertificazioni e ogni altro elemento utile a ricostruire la carriera accademica della studentessa. Particolare attenzione è rivolta al passaggio tra la Parthenope e la Pegaso: gli investigatori vogliono capire se l’autocertificazione con cui Boccia ha dichiarato gli esami già svolti fosse veritiera.
Ma a far esplodere il caso sarebbe stata proprio la tesi finale. Un lavoro accademico su cui l’università Pegaso ha avviato già da settembre un’istruttoria interna, dopo che alcuni dubbi erano stati sollevati da un’inchiesta giornalistica. L’ateneo ha comunicato di aver agito “nel pieno rispetto della trasparenza e della legalità”, e ha confermato di essere parte lesa nel procedimento.
Il sospetto degli inquirenti è che la tesi possa essere stata in larga parte copiata da un’altra, discussa alla Luiss sei anni fa. A confermarlo potrebbe essere un’analisi con software antiplagio già in uso in molte università italiane. Se le analogie saranno confermate, il reato di plagio si aggiungerà al quadro, aggravando ulteriormente la posizione della Boccia.
Per ora la diretta interessata non ha rilasciato dichiarazioni. Ma il caso è destinato ad avere conseguenze anche fuori dall’aula di tribunale, soprattutto per i legami politici e istituzionali che la donna aveva coltivato negli ultimi anni. E resta aperta la domanda più semplice e più spinosa: quella laurea, c’è davvero?
Italia
“Affitto” Venezia e la trasformo in un sala ricevimenti: le nozze blindate di Bezos
Il matrimonio dell’anno è alle porte, e no, non sarà un evento sobrio. Jeff Bezos e la futura consorte Lauren Sanchez hanno scelto Venezia per dire sì, con una serie di festeggiamenti in grande stile. Dieci milioni di euro in ballo, ospiti internazionali, yacht extralusso, hotel blindati e motoscafi a tariffa maggiorata. Il tutto mentre la città si interroga: è ancora turismo o siamo alla colonizzazione del glamour?

Venezia non è nuova alle invasioni, ma questa volta non arrivano orde di turisti in bermuda e ciabatte. Arriva Jeff Bezos, terzo uomo più ricco al mondo, che ha deciso di trasformare la laguna in palcoscenico per le sue nozze con Lauren Sanchez. Tre giorni di eventi, dal 24 al 26 giugno, rigorosamente top secret ma già anticipati da una scia di indiscrezioni, malumori e tariffe da brivido.
A partire dagli ospiti, che più che invitati sembrano usciti da un red carpet di Cannes: Lady Gaga, Leonardo DiCaprio, Oprah Winfrey, Katy Perry, Kim Kardashian, Eva Longoria, Diane von Fürstenberg. In forse Ivanka Trump, che però ha già una suite opzionata in uno degli hotel di lusso. Si parla del Gritti, del Danieli, dell’Aman, del Cipriani e dello St. Regis: strutture blindate, camere prenotate con mesi d’anticipo e tariffe salite più in fretta del livello del mare.
Il luogo della cerimonia resta avvolto nel mistero. Alcuni scommettono sulla Fondazione Cini, sull’isola di San Giorgio. Altri pensano al chiostro della Misericordia, oppure – per i più romantici – al mega yacht Koru, lungo 127 metri e da mezzo miliardo di dollari, dove Bezos nel 2023 regalò a Lauren un diamante da 30 carati. Per ora si sa solo che il Koru e il suo fratellino Abeona saranno attraccati a San Basilio, alle Zattere, come due astronavi in attesa di decollare per lo spazio. E in effetti, Lauren Sanchez nello spazio ci è già andata, a bordo della Blue Origin, insieme alle amiche. Un viaggio che ha scatenato un’ondata di critiche, tra accuse di ostentazione e spreco, proprio mentre il mondo brucia per guerre e crisi ambientali.
Anche per questo, sembra che la coppia stia cercando di abbassare i toni. Ma solo un pochino. La cifra stimata per i festeggiamenti è di circa dieci milioni di euro, senza contare gli extra. Come i motoscafi privati, che nei giorni delle nozze hanno già una loro “tariffa Bezos”: 400 euro l’ora, quasi il doppio del solito. Chi non ha un invito – cioè il resto del pianeta – potrà forse accontentarsi di incrociare un volto famoso su una gondola, o di intravedere uno dei ventisette abiti che la Sanchez dovrebbe sfoggiare nelle 72 ore veneziane. Vero, ventisette. Più di uno ogni tre ore, nel caso qualcuno volesse fare i conti.
Intanto, in laguna l’atmosfera non è esattamente di festa. Gli abitanti storcono il naso, alcuni manifestano apertamente contro l’ennesima “privatizzazione di Venezia”. Non è solo una questione di soldi, dicono, ma di identità. Perché qui non si gira un film: è la vita vera. O almeno lo era, prima che diventasse sfondo per la passerella dei miliardari.
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