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Italia

Due genovesi trovano una fortuna… ma non possono spenderla!

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    Due sorelle di Genova si sono trovate di botto catapultate in una vicenda che potrebbe sembrare il plot di un film… ed invece è tutto vero! Con un finale che rischia di diventare per loro un vero e proprio incubo.

    L’appartamento del nonno

    Le due donne, da piccoline, hanno vissuto per un certo periodo con i loro genitori e il loro nonno, rimasto vedovo: “Circa 20 anni fa – spiega una delle due – mio nonno è venuto a mancare all’improvviso, con un ictus. E mio padre ha voluto riscattare l’appartamento. Ma non siamo più tornati a vivere lì. Lo abbiamo affittato e abbiamo messo tutte le cose del nonno in cantina”.

    Rovistando in cantina

    Dopo qualche tempo muore anche il papà delle due ragazze. E lo scorso anno, le due sorelle, d’accordo con la mamma, decidono di vendere la casa del nonno. Le due cominciano a svuotarne i locali e, all’interno di una credenza in cantina, trovano un grande mucchio di banconote da centomila e da cinquantamila lire. Tutte sistemate in pacchi da dieci milioni. 158 milioni di vecchie lire, divise in 1.436 banconote da 100mila lire e 88 banconote da 50 mila lire. Le due donne si mettono a piangere, ridono, saltano! Le lacrime non smettono di scendere, anche perché quel giorno ricorda loro la scomparsa del papà e quindi viene spontaneo pensare ad un… regalo ultraterreno.

    Una mamma dal cielo ma…

    Una delle due donne sta crescendo da sola tre figli, due dei quali soggetti fragili. Ha un lavoro part-time e lo stipendio non basta mai. A lei quei soldi darebbero davvero una grossa mano, ma come accade in tutti i film thrilling, arriva il classico colpo di scena. “Ci siamo rivolte alla Banca d’Italia per chiedere di effettuare il cambio, ma ci hanno risposto che essendo ormai trascorsi dieci anni dall’entrata in circolazione dell’euro (dal 2002, ndr), non è più possibile”.

    Oltre i termini consentiti dalla legge

    A quel punto le due si sono rivolte a Giustitalia, associazione che si occupa di tutela dei risparmiatori: “A livello legislativo – spiega un funzionario dell’associazione – questa è l’attuale situazione in Italia: il 28 febbraio 2002 le banconote e le monete in lire hanno cessato di avere corso legale; il termine ultimo per la conversione delle banconote in lire non prescritte era fissato al 28 febbraio 2012”.

    Cosa farà Mattarella?

    L’utlima speranza per loro è Mattarella, al quale hanno deciso di scrivere. Nonsotante le procedure parlino chiaro… rimane lla curiosità di vedere quale atteggiamento avrà il nostro presidente, famoso per la sua lungimiranza, obiettività e concretezza.

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      Italia

      Serie C a portata di portafoglio. Salvatore Bagni e il calcio su misura (di banconota)

      L’ex campione d’Italia con il Napoli di Maradona intercettato da “Le Iene”: per 30.000 euro può piazzare chiunque in un club professionistico. “Tutte le società mi devono favori.” Il pagamento? Solo cash. E quando arriva il giornalista, Bagni se ne va con un mucchio di soldi… falsi.

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        Hai sempre sognato di giocare in Serie C, ma il tuo talento si ferma alle partitelle in spiaggia? Non disperare. Salvatore Bagni ex Nazionale e gloria del calcio italiano ha la soluzione perfetta per te. Basta aprire il portafoglio, versare 30.000 euro solo in contanti e, come per magia, ecco che un posto in una squadra professionistica può diventare realtà. Il sistema è stato svelato da Le Iene, che con un’inchiesta hanno smascherato l’ex centrocampista del Napoli, oggi a capo di un’agenzia di scouting insieme al figlio Gianluca. L’inviato della trasmissione, fingendosi il fratello di un giovane aspirante calciatore, ha raccolto una serie di dichiarazioni quantomeno imbarazzanti.

        Per meno di 30 mila non se ne fa nulla

        A meno di 30mila euro non facciamo nulla”, spiega Bagni senza troppi giri di parole, mettendo subito in chiaro che il suo non è esattamente un servizio gratuito. Il sistema è semplice. Lui piazza i giocatori, perché tutte le società gli devono favori. “Alla Vis Pesaro c’è un direttore mio amico, lì sicuramente ti fa giocare”, dice con sicurezza, come se bastasse una telefonata per trasformare un panchinaro eterno in un titolare fisso.

        E il pagamento? Ovviamente solo cash

        Il giornalista di Italia Uno, seguendo il copione della trattativa, incontra Bagni fuori dallo stadio della Vis Pesaro e gli consegna il denaro. Il problema? Erano banconote false. Il momento dell’incontro si trasforma in una scena degna di una commedia di Totò e Peppino. Bagni prende i soldi, sale in macchina e scappa via, senza accorgersi del trucco. Ma la vera domanda è: quanti altri aspiranti calciatori hanno già versato somme esorbitanti per finire in una squadra senza merito sportivo? Se il calcio è sempre stato il sogno di molti, ora sembra che ci siano scorciatoie di lusso per chi ha il portafoglio più gonfio della tecnica. Il talento può essere una dote naturale, ma a quanto pare per giocare basta pagare. Peccato che per Le Iene il prezzo del biglietto sia stato un po’ diverso: quello di una figuraccia clamorosa davanti alle telecamere.

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          Italia

          Danni fantasma e immagini manipolate: pericolo intelligenza artificiale per le RC Auto

          Graffi inesistenti, immagini modificate e danni ingigantiti: l’intelligenza artificiale generativa apre nuove strade alle frodi assicurative. Le compagnie corrono ai ripari, ma anche gli automobilisti devono difendersi per evitare risarcimenti gonfiati.

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            Un graffio che non esiste, una carrozzeria che sembra danneggiata più del dovuto, una targa falsificata su un’auto mai coinvolta in un sinistro. Il mondo delle assicurazioni auto è sempre più alle prese con un nuovo fenomeno: la manipolazione digitale delle prove. Un fenomeno reso possibile dalla diffusione di strumenti di intelligenza artificiale generativa. Se un tempo le truffe assicurative si basavano su testimoni compiacenti o perizie fasulle, oggi il trucco è tutto nel digitale. Foto e video possono essere alterati con grande facilità, i metadati—che indicano data, luogo e altre informazioni—possono essere modificati, e la controparte può presentare prove visivamente credibili ma completamente false. Un bel guaio…

            Come vengono falsificati i danni alle auto

            Secondo l’Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici (Ania), la maggior parte delle frodi riguarda il ramo auto, ma casi simili si verificano anche nel settore property. Ovvero immagini di case alluvionate o immobili danneggiati che vengono modificati per ottenere risarcimenti maggiori. Nel settore automobilistico, le tecniche di frode più comuni vedono l’uso di foto trovate online di veicoli simili, con la modifica della targa per simulare danni mai avvenuti. Inoltre l’alterazione di immagini reali, ingigantendo il danno con software che aggiungono graffi e ammaccature inesistenti. E anche la presentazione di auto già riparate come ancora danneggiate, in modo da ottenere ulteriori rimborsi. E le compagnie che fanno? Le assicurazioni hanno dovuto adeguarsi, dotandosi di strumenti avanzati per analizzare i metadati delle immagini, verificando la data di scatto e confrontando pixel e livelli di vernice per identificare eventuali manipolazioni.

            Attenzione alle constatazioni amichevoli digitali

            L’uso dell’intelligenza artificiale nella falsificazione delle prove diventa ancora più insidioso con la crescente digitalizzazione delle pratiche assicurative. Un esempio? Le constatazioni amichevoli online, sempre più diffuse tra le compagnie. Se da un lato questa innovazione semplifica il processo di gestione dei sinistri, dall’altro apre la porta a nuove frodi digitali. Basta che una delle parti alteri le immagini del danno prima di allegarle alla pratica per falsare la valutazione del sinistro. Secondo Fabio Ugolini, co-fondatore di TrueScreen, società specializzata nella certificazione di dati digitali, molte persone non sono ancora pienamente consapevoli di questo rischio. “Chiunque può manipolare una foto prima di inserirla nella documentazione online,” spiega. “I danni possono essere esagerati, aggiunti o persino completamente inventati, mettendo l’altra parte nella posizione di dover risarcire più del dovuto.

            Come proteggersi da queste truffe?

            La prevenzione passa per una maggiore consapevolezza e per l’uso di strumenti di certificazione digitale. Alcune tecnologie permettono di validare le immagini al momento dello scatto, garantendo che i dati non siano alterati successivamente. Inoltre, in caso di sinistro, se è possibile è sempre utile scattare foto dettagliate e da più angolazioni, possibilmente con timestamp visibile. Verificare i dati delle immagini, evitando di accettare prove solo digitali senza un confronto diretto e inoltre, è sempre utile coinvolgere testimoni e conservare ogni comunicazione scritta riguardante l’incidente.

            Il rischio? E’ quello di aver polizze RC Auto più care

            Se queste frodi diventassero più diffuse, potrebbero avere ripercussioni sui costi delle assicurazioni. Anche se l’Ania sottolinea che l’impatto non è ancora determinante, la crescita di sinistri fraudolenti potrebbe comunque spingere le compagnie ad aumentare i premi RC Auto per compensare le perdite. “L’analisi delle immagini e l’impiego di strumenti di verifica sono fondamentali,” afferma Ugolini. “Le assicurazioni che non investiranno in tecnologie di prevenzione potrebbero affrontare tempi e costi di gestione molto più elevati, e questo alla lunga potrebbe influenzare le tariffe.”

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              Italia

              A Lucca i soldi non si toccano! Nonna truffata manda in galera le ladre

              Dove la parsimonia è un’arte, anche le truffatrici devono stare attente. Una pensionata di 93 anni sventa l’imbroglio e accoglie le finte segretarie con la polizia invece che con 6mila euro. Morale della storia? A Lucca non si regalano soldi, ma si servono lezioni memorabili.

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                Lucca è una città parsimoniosa, dove il denaro non si spreca, ma si custodisce con la stessa attenzione con cui si protegge la ricetta del buccellato. I lucchesi hanno una fama che, sebbene meno celebre di quella dei liguri e dei genovesi, è altrettanto radicata. La capacità di fiutare le truffe e di non cedere facilmente né alle richieste di denaro di amici e parenti e figuriamoci agli imbrogli. Sanno come mantenere il loro castelletto di denari ben custodito. e guai a chi glielo tocca. A incarnare perfettamente lo spirito della città questa volta è stata una nonnina di 93 anni, che ha sbaragliato due sedicenti truffatrici con la stessa freddezza con cui si può respingere un conto troppo salato al ristorante.

                Una storia da raccontare nei bar di piazza San Michele

                La pensionata, residente nel quartiere di Sant’Anna, ha ricevuto una telefonata che avrebbe fatto tremare chiunque. Un presunto maresciallo dei carabinieri le ha spiegato con voce grave che suo figlio aveva provocato un incidente e che servivano 6mila euro per evitare l’arresto. La dinamica della truffa è nota. Si paventa una tragedia, si introduce un “avvocato” pronto a risolvere tutto, e si inviano a domicilio due finte segretarie per ritirare il denaro. Ma la signora di Sant’Anna, con la saggezza di chi ha visto troppe fiere di paese per abboccare, ha ricostruito i fatti, chiamato la figlia e organizzato una controtruffa. Gli agenti della polizia, d’accordo con la centrale operativa, si sono messi in attesa dentro casa, pronti a servire alle due truffatrici il conto più salato della loro carriera.

                Un tentata truffa a una lucchese troppo scaltra

                Quando le due cittadine georgiane, Maka Gventsadze e Tamtaa Gogia, si sono presentate alla porta, pensando di incassare il bottino, hanno trovato gli agenti ad attenderle. Niente soldi, ma manette. A insospettirsi era stato anche un tassista, che aveva accompagnato le due dalla stazione senza che loro sapessero minimamente dove si trovassero né chi dovessero incontrare. Segno che il piano era ben strutturato, ma non abbastanza da superare l’occhio attento di una lucchese doc.

                A Lucca non si scherza sui soldi

                Ora, a Lucca si può discutere su molte cose—sulla vera ricetta del tordello, sull’eterno dibattito fra chi difende il carnevale di Viareggio e chi lo snobba—ma una certezza è assoluta. Qui non si regalano soldi facilmente. I liguri saranno famosi per la loro leggendaria parsimonia, ma i lucchesi sanno come tenersi stretto il portafoglio e, quando necessario, anche come far finire in galera chi cerca di alleggerirlo. Una lezione di economia e di astuzia che, probabilmente, farà scuola. E che, da oggi, chi pensa di venire a Lucca per giocare brutti scherzi farebbe bene a ripassare.

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