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Italia

Ma esistono ancora i voli Low Cost?

Secondo Michael O’Leary, amministratore delegato del gruppo Ryanair i voli Low cost, sono ancora vivi e vegeti e lottano insieme a noi. Nel periodo tra novembre e gennaio abbiamo potuto tutti constatare quanto sia difficile volare a prezzi bassi. Fino a qualche anno fa decidere di partire per una qualsiasi località europea era facile e a buon mercato.

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    Secondo Michael O’Leary, amministratore delegato del gruppo Ryanair i voli Low cost, sono ancora vivi e vegeti e lottano insieme a noi. Nel periodo tra novembre e gennaio abbiamo potuto tutti constatare quanto sia difficile volare a prezzi bassi. Fino a qualche anno fa decidere di partire per una qualsiasi località europea era facile e a buon mercato. Dopo il Covid non è più stato possibile viaggiare ai prezzi stracciati di 9,99 euro, per esempio. Ma nemmeno a 1,99!. Lo conferma in una intervista anche il boss della compagnia irlandese che ha stravolto il panorama aeroportuale ormai 25 anni fa.

    Non ci sono più i voli di una volta…

    Infatti secondo il capo di Ryanair in Italia ci sarebbero “milioni” di biglietti low cost disponibili. “Basta un semplice controllo sul nostro sito per accorgersi di quanti posti a cifre convenienti stiamo mettendo in vendita”, ha spiegato il manager. Si ma a che prezzo? O’Leary ammette che le tariffe a 0,99 o 4,99 euro — quelle che si vedevano un tempo — non si vedono più.
    Negli scorsi mesi la compagnia è stata messa sotto accusa da Enac, Ente nazionale per l’aviazione civile del nostro Paese che ha parlato di fine dei voli low cost e di un oligopolio della compagnia con oltre il 51% del mercato.

    Martedì, giovedì e… anche il lunedì. Mai di domenica

    O’Leary ribatte che la loro quota di mercato è del 36%, e che la compagnia mette a disposizione milioni di posti in vendita a meno di 29,99 euro per viaggiare in Europa. E aggiunge che fino al mese di giugno quando inizia la stagione estiva si possono ancora trovare posti per destinazioni europee con prezzi da 14,99 a 19,99. Si ma per quale destinazione e per viaggiare in che giorni della settimana? “Il martedì e il giovedì nella la seconda settimana di maggio ci sono un sacco di sedili a prezzi bassi fino a un massimo di 29,99 euro. Certo che se si vuole viaggiare un venerdì, magari prima di un lungo ponte, di posti a quelle cifre ce ne sono pochi perché in quei periodi tutti vogliono viaggiare.”

    Cosa aspettarsi per l’estate?

    Secondo il boss di Ryanair non è possibile fare una revisione “La nostra offerta in Italia aumenterà del 10% nella stagione estiva 2024 che va da fine marzo a fine ottobre. I prezzi saliranno del 5-10% non perché c’è un oligopolio per tutti i problemi dovuti alle consegne degli aerei. Abbiamo messo in vendita un maggior numero di sedili a cifre convenienti soprattutto a Reggio Calabria e Trieste e nelle nuove rotte”.

    Facciamo due conti

    Negli ultimi 11 mesi solo la compagnia che batte bandiera irlandese ha trasportato 183 milioni di passeggeri con un prezzo medio di 44 euro a tratta. Una media tra prezzi più cari e prezzi a buon mercato. Naturalmente tutti sappiamo che al costo del volo vanno aggiunti i costi dei servizi come la scelta del posto, il bagaglio a mano, bagaglio in stiva per una cifra media che si aggira sui 20 euro in più.

    Ma come fare per mantenere i costi bassi?

    Assoutenti chiede agli aeroporti per esempio di ridurre l’addizionale comunale dagli attuali 6,5 euro a 2,5 euro. Un costo che secondo O’Leary andrebbe abolita del tutto.
    Per fortuna che dopo il periodo delle feste natalizie il fenomeno del caro biglietti aerei si è praticamente dissolto. Secondo Assoutenti per esempio per la tratta Bologna-Palermo, partendo sabato oggi si paga un minimo di 42 euro a un massimo di 149 a tratta. Stessa cosa per la tratta Bologna-Cagliari si parte da un minimo di 62 euro a un massimo di 129 euro. Molto lontani insomma dalle tariffe a ridosso dello scorso Natale e le festività di fine anno.
    Comunque secondo Assoutenti nel 2023 i biglietti dei voli nazionali hanno subito un rincaro medio annuo del +37,8%. Aumento che si aggiunge al +20% fatto registrare nel 2022,

      Italia

      Grandine sulle auto: le assicurazioni usano furbizie per evitare i rimborsi

      Salgono le richieste di aiuto da parte di automobilisti che si ritrovano a lottare con le compagnie che non vogliono indennizzare i danni causati dalla grandine.

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        L’aumento delle grandinate ha portato a un’impennata di richieste di indennizzo da parte degli automobilisti, ma le assicurazioni stanno mettendo in atto trucchi per evitare i rimborsi. Nonostante tutti noi crediamo di essere protetti, spesso ci ritroviamo di fronte ai tentativi da parte delle assicurazioni con cui abbiamo stipulato o rinnovato l’Rc Auto, di evitare risarcimenti per danni causati da sconvolgimenti naturali. E come mai? A causa di clausole nascoste nelle polizze di cui siamo completamente ignari.

        Prima regola assicurarsi di aver letto bene le clausole del contratto

        L’associazione Movimento Consumatori, guidata in Piemonte dall’avvocato Marco Gagliardi, ha denunciato pratiche commerciali scorrette che impediscono o limitano i risarcimenti. Molti automobilisti, dopo le violente grandinate di agosto e dei primi giorni di settembre, si stanno ritrovando a lottare per ottenere un rimborso. Le assicurazioni, attraverso clausole nascoste, come l’obbligo di aver stipulato una polizza contro la grandine l’anno precedente, stanno complicando l’ottenimento dei risarcimenti.

        Il patto tra le assicurazioni e le officine convenzionate

        In caso di un sinistro se il cliente non si rivolge alle officine convenzionate, deve pagare comunque una franchigia, inoltre le riparazioni sono spesso di bassa qualità, con tecniche economiche come il “tirabolli” non sempre adeguate. Inoltre, molte compagnie stanno abbassando i massimali di risarcimento e introducendo la clausola del “degrado“, che riduce l’importo del rimborso in base all’usura del veicolo. In risposta, il Movimento Consumatori ha avviato azioni legali e segnalazioni all’Antitrust e all’Ivass per fermare queste pratiche ingannevoli.

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          Italia

          Davide Riondino ci ricasca. Raggirato, sborsa oltre 11mila euro con una truffa telefonica

          Anche David Riondino, cantautore e regista, è diventato vittima di uno dei più classici raggiri informatici via telefono.

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            David Riondino, celebre cantautore e regista, è stato recentemente vittima di una truffa telefonica. Il malintenzionato, fingendosi un operatore della piattaforma di pagamento Nexi, ha sottratto a Riondino poco meno di 11.500 euro. Una bella cifretta.

            Ma com’è stato possibile?

            L’artista ha ricevuto un SMS fraudolento che lo avvisava di un presunto acquisto di uno smartphone, invitandolo a chiamare un numero per bloccare l’operazione. Visto il messaggio a suo favore, lo scrittore di Firenze è caduto in una trappola diabolica. Una volta richiamato il numero suggerito dall’SMS l’impostore lo ha guidato a effettuare 23 bonifici da 495 euro ciascuno, apparentemente non andati mai a buon fine. Non era vero. In realtà tutti i bonifici effettuati con la carta erano stati completati con successo. Riondino a un certo punto si è insospettito e ha visionato online i movimenti della sua carta. Solo a quel momento ha bloccato tutto si è reso conto di essere stato raggirato. Le transazioni erano finite sui conti di due donne, Giuseppina Monetti e Lorenza Antonioli, già al centro di un’indagine dei carabinieri.

            Per Riondino non era la prima volta…

            Non è la prima volta che Riondino viene raggirato. Già nel 2011 aveva perso una cifra considerevole nell’ambito dello scandalo finanziario legato a Gianpaolo Lande, noto come il “Madoff dei Parioli“. In quel caso il cantante e attore investì con Lande 450 mila euro tra il 1999 e il 2006. Soldi che secondo il consulente finanziario sono diventati, un milione e 350mila euro nel 2009, e che nello stesso anno, erano stati scudati ma mai più rivisti dall’artista toscano.

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              Italia

              Anno scolastico 2024/2025. Forse non ve ne siete accorti ma siamo tutti coinvolti

              Famiglie, studenti e personale scolastico iniziano il nuovo anno affrontando molte novità dal punto di vista didattico e organizzativo. Siamo tutti coinvolti.

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                Con l’inizio del nuovo anno scolastico 2024/2025, sono molte le novità che riguardano famiglie, studenti e soprattutto il personale scolastico. Si va dalla riforma degli istituti tecnici alla creazione dei campus, fino al nuovo voto in condotta e al divieto dell’uso del cellulare in classe. Ecco i principali cambiamenti.

                Istituti Tecnici: una riforma molto attesa

                La riforma degli Istituti Tecnici Professionali coinvolgerà circa 150 scuole. La nuova formula “4+2” riduce il percorso scolastico a 4 anni, seguiti da un biennio di specializzazione presso gli ITS (Istituti Tecnici Superiori), con l’obiettivo di formare tecnici altamente qualificati in grado di rispondere alle esigenze del mondo industriale. Una novità è l’impiego di docenti esterni provenienti dalle imprese, per garantire una formazione pratica e specializzata.

                Istituzione dei campus

                Per favorire l’integrazione dell’offerta formativa, vengono istituiti i “campus”. Si tratta di poli tecnico-professionali che riceveranno 10 milioni di euro nel 2024 e 5 milioni di euro annui fino al 2026. I campus mirano a rafforzare la connessione tra istruzione e mondo del lavoro.

                Rapporto scuola-famiglia

                Per semplificare la comunicazione tra scuole e famiglie, è stata istituita la piattaforma digitale “ComUnica“, che automatizzerà e velocizzerà lo scambio di documenti e informazioni, senza aggravare il lavoro delle segreterie scolastiche.

                Via il cellulare dalle classi

                Una delle novità più rilevanti riguarda gli studenti. E’ vietato l’uso del cellulare in classe, anche per fini educativi. Rimane possibile l’uso di dispositivi digitali solo sotto il controllo diretto dei docenti, o nei casi specifici previsti dai PEI (Piano Educativo Individualizzato) e PDP (Piano Didattico Personalizzato) per alunni con disabilità o disturbi specifici dell’apprendimento.

                Il ritorno della condotta. Era ora

                Si attende l’entrata in vigore, tra ottobre e novembre 2024, della riforma del voto in condotta. L’obiettivo è responsabilizzare gli studenti e ristabilire il rispetto in ambito scolastico. La riforma prevede interventi educativi specifici e, nei casi più gravi, la possibilità di bocciatura.

                Quel sostegno che troppo spesso viene a mancare

                Il decreto 71/2024 introduce nuovi percorsi di specializzazione per i docenti di sostegno. Oltre ai corsi da 60 CFU organizzati dalle Università, fino al 31 dicembre 2025 saranno disponibili percorsi di 30 CFU offerti da INDIRE. Per garantire la continuità didattica agli alunni disabili, sarà possibile confermare docenti a tempo determinato su indicazione delle famiglie.

                Docenti tutor e collaboratori

                Viene confermata la figura del docente tutor orientatore, che guiderà studenti e famiglie nella scelta del percorso di studio più adeguato. Inoltre, è stata avviata una formazione volontaria triennale per i docenti che collaborano nella gestione della scuola. Questo programma potrebbe rappresentare l’avvio del “middle management” nelle scuole italiane.

                Il ritorno dell’educazione civica. Ce la farà…?

                Infine, si attende il testo definitivo delle linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica, che promuoverà valori fondamentali come il rispetto dei diritti umani, la solidarietà, l’educazione ambientale, la sicurezza stradale e l’uso responsabile delle tecnologie digitali.

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