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Cronaca

Sposarsi? Non ci penso proprio per tutelare il mio patrimonio

Il matrimonio comporta una serie di implicazioni economiche che possono renderlo meno conveniente, specialmente per i proprietari di casa. Tra l’aumento delle imposte, le difficoltà nell’accesso alle agevolazioni sui mutui e le complesse dinamiche ereditarie, molti potrebbero preferire la convivenza non ufficiale per ottimizzare le proprie finanze.

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    E’ un fenomeno per ora registrato in maniera massiccia solo a Milano, ma che è in tendenza in tutta Italia. Crolla il numero dei matrimoni. E come mai? La causa sembrerebbe la difficoltà di trovare alloggi. Ma in realtà nasconde una ragione più profonda, ma meno evidente: tutelare il proprio patrimonio immobiliare.

    Crescono le spese per Imu e Tari

    Quando entrambi i partner possiedono una casa e scelgono di tenerle senza affittarle o venderne una, si incorre in spese maggiori. Se si spostano entrambi nella stessa residenza, l’altra casa diventa una “seconda casa”, soggetta all’Imu, con costi annuali che possono arrivare a diverse migliaia di euro. A Milano, l’Imu per una seconda casa in classe A2, per esemio, è di 2.628 euro, mentre per una casa media A3 è di 1.221 euro.

    Doppia esenzione solo con residenze separate

    La sentenza della Corte Costituzionale n. 209 del 13 ottobre 2022 ha stabilito che le coppie sposate o in unione civile hanno diritto alla doppia esenzione per le abitazioni principali, ma solo se le residenze restano separate e gli immobili sono utilizzati frequentemente. I comuni possono effettuare verifiche sulle utenze per confermare l’uso abituale dell’abitazione.

    La Tari, l’imposta sui rifiuti, è minore in termini di spesa. Tuttavia, se i partner vivono insieme, pagheranno la tariffa per due abitanti nella residenza principale, e la tariffa per un singolo occupante nell’altra abitazione, portando comunque a un leggero incremento dei costi.

    Agevolazioni sui mutui e Isee

    Un altro motivo per cui convivere ufficialmente potrebbe non convenire è legato alle agevolazioni sui mutui per i giovani. Se uno dei partner ha diritto a queste agevolazioni, il limite di 40.000 euro di Isee viene calcolato solo sul suo reddito. Convivendo, invece, i redditi si sommano, rendendo più difficile accedere ai benefici.

    Meglio separazione o comunione dei beni?

    Il matrimonio influisce quindi anche sulla proprietà degli immobili. Con la separazione dei beni, la casa acquistata da uno dei due rimane di sua esclusiva proprietà. In regime di comunione dei beni, invece, se uno solo compra una casa, deve dimostrare di aver usato fondi personali, come eredità.

    E con i figli come la mettiamo…?

    I problemi maggiori emergono quando uno o entrambi i partner hanno figli da precedenti relazioni. Il matrimonio modifica la distribuzione del patrimonio immobiliare e finanziario post mortem. Ad esempio, se Silvio Berlusconi non avesse divorziato, la maggioranza dei suoi beni non sarebbe potuta andare ai figli del primo matrimonio senza un accordo con la seconda moglie e gli altri tre figli. Situazione analoga per Bernardo Caprotti di Esselunga. Anche per patrimoni più modesti, quindi, possedere due bilocali e decidere se risposarsi può influenzare significativamente le prospettive ereditarie dei figli, limitando anche le donazioni in vita.

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      Mondo

      Altro che Kung Fu Panda! Shaolin shock: l’abate “monaco Ceo” cacciato tra soldi, donne e scandali

      Il maestro del kung fu e degli affari, simbolo del Tempio Shaolin, è stato ridotto allo stato laicale. Accuse di appropriazione indebita, figli illegittimi e un impero commerciale sotto indagine

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        La meditazione non basta. Nemmeno le arti marziali, a quanto pare. In Cina, il colpo di gong non arriva da una sfida di kung fu, ma da un’inchiesta. Che travolge Shi Yongxin, l’abate più famoso del Tempio Shaolin, la culla millenaria del buddismo Chan e delle acrobazie marziali da film.

        Le accuse? Appropriazione indebita di fondi del monastero, gestione opaca dei beni del tempio e gravi violazioni dei precetti buddisti. Quest’ultima voce, che in Occidente farebbe sorridere, in Cina ha il peso di uno scandalo morale. Relazioni con più di una donna e almeno un figlio illegittimo, in aperto contrasto con la vita monastica.

        A confermare le voci è stato lo stesso Tempio Shaolin, attraverso una nota ufficiale su WeChat. Shi Yongxin è stato sospeso dal ruolo di guida spirituale. E ridotto allo stato laicale. Una caduta rovinosa per colui che per vent’anni era stato il volto del monastero e del kung fu nel mondo, trasformandolo in un brand globale.

        Shi non era un monaco qualunque. Dalla sua nomina ad abate nel 1999, ha reso Shaolin un impero commerciale. Tour per turisti, spettacoli internazionali di arti marziali, film e merchandising a tema monaco volante. Da Hollywood a Bollywood, chiunque abbia visto un calciatore saltare in aria in Shaolin Soccer ha assaggiato la sua idea di business spirituale. E così è arrivato il soprannome impietoso: “monaco Ceo”, più a suo agio con i conti bancari che con il silenzio della meditazione.

        Ora però, i conti li sta facendo con la polizia e con le autorità anticorruzione. L’indagine congiunta coinvolge forze dell’ordine, organi religiosi e uffici statali, decisi a fare chiarezza su un patrimonio che si è trasformato in una rete di società e fondazioni. Shi, secondo i registri di Qichacha, risultava legato a otto aziende, di cui cinque già liquidate. Tra quelle ancora attive spiccano l’Associazione buddista di Zhengzhou, la provinciale dello Henan e la China Songshan Shaolin Temple, la cassaforte fondata nel 1995 per monetizzare l’aura spirituale del monastero. Ma i controlli si allargano: 17 altre entità tra scuole di kung fu, centri di meditazione e aziende di medicina tradizionale sono finite sotto la lente.

        Non è la prima volta che Shi finisce al centro di un giallo finanziario e morale. Nel 2015 un monaco “dissidente” lo accusò di amanti, auto di lusso e figli segreti, mentre il tempio progettava un resort da 300 milioni di dollari in Australia con campo da golf e accademia di kung fu vista oceano. All’epoca le accuse furono archiviate nel 2017 e lui riapparve in pubblico come se nulla fosse, pronto a riprendersi applausi e flash. Ma stavolta l’aria è diversa: la sospensione è ufficiale, la laicizzazione definitiva, e la sua immagine di maestro serafico sembra destinata a rimanere solo sulle locandine dei vecchi spettacoli itineranti.

        Nel frattempo, il tempio Shaolin cerca di ripulire la sua immagine, ricordando al mondo che oltre ai colpi di kung fu ci sono ancora monaci pronti a meditare tra le nebbie del monte Song. E Shi? Lui, il monaco imprenditore, il campione delle arti marziali e della finanza creativa, ora sembra avere davanti un solo avversario che non si può battere a calci volanti: la legge.

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          Politica

          Pier Silvio, lo sapevamo! E ora se ne accorge anche Elon Musk…

          È bastato un sondaggio su X per confermare quello che in pochi osavano dire ad alta voce: l’aria attorno a Pier Silvio si è fatta politica. E i segnali, per chi li sa leggere, c’erano già tutti.

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            Che Pier Silvio Berlusconi si stia preparando al grande salto, lo diciamo da mesi. Altro che operazione estemporanea, altro che voce di corridoio estiva. Chi ha seguito davvero l’evoluzione di questo “uomo nuovo” della galassia berlusconiana — il figlio silenzioso, manageriale, quasi allergico ai riflettori — sa bene che certi segnali non arrivano mai per caso. Ora a certificare l’odore di politica è anche Andrea Stroppa, l’uomo-ombra di Elon Musk in Italia, che da X lancia l’endorsement più bizzarro dell’estate: “Pier Silvio in politica sarebbe positivo. E divertente”. In tempi normali, verrebbe da sorridere. Ma qui si parla della piattaforma social preferita dai potenti, e di un nome che, con tutto il suo low profile, fa tremare ancora qualche sismografo.

            Stroppa, senza un partito né un programma, si spinge a dichiarare che un eventuale movimento guidato da Pier Silvio sarebbe già intorno al 15%. Con che base, non si sa. Ma il messaggio è chiaro: da oltreoceano l’ipotesi piace. E quando Musk fiuta qualcosa, anche solo per gioco, c’è sempre qualcuno che prende nota. A partire da chi ha interesse a vedere cambiare volto (e stile) al centrodestra.

            Certo, ufficialmente Pier Silvio continua a dirsi estraneo alla politica. Ma intanto ha ripulito Mediaset, ha imposto una nuova linea editoriale, ha tagliato le unghie al trash di partito, ha ricostruito un’identità aziendale fatta di ordine e sobrietà. E ora viene celebrato da quelli che — a parole — odiano la “casta”, ma in fondo cercano proprio un nuovo principe ereditario a cui aggrapparsi.

            Non serve che parli, per essere ascoltato. Non serve che si candidi, per fare paura. Pier Silvio c’è, eccome. E chi lo ha capito in tempo, oggi non ha bisogno di sondaggi per fiutare dove tira il vento.

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              Cronaca Nera

              Assalto in chiesa con pistola a salve: tentativo di rapina durante la funzione religiosa

              La pistola era finta, la paura no. A Sant’Anastasia, in provincia di Napoli, questa mattina si è vissuto un incubo tra i banchi della cappella del complesso delle suore domenicane: un uomo mascherato ha fatto irruzione durante la messa delle prime ore del giorno, armato e deciso a rapinare i presenti.

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                È successo ieri mattina tra le 7 e le 8, quando il silenzio della preghiera è stato interrotto da urla e terrore. L’uomo – il volto nascosto da un passamontagna, la mano stretta attorno a una pistola – ha fatto irruzione all’interno della cappella dove si stava celebrando la funzione religiosa. Senza dire una parola ha puntato l’arma addosso ai fedeli, ordinando loro di consegnare denaro e oggetti di valore. Qualcuno ha provato a calmare gli animi, qualcun altro si è immobilizzato, paralizzato dalla paura. Poi lo sparo. Secco, improvviso. Il colpo, si scoprirà poco dopo, era a salve. Ma in quel momento nessuno poteva saperlo.

                L’eco dello sparo ha scatenato il panico. Alcuni si sono buttati a terra, altri hanno urlato, le suore si sono strette in preghiera. Il rapinatore ha atteso qualche istante, forse per valutare la reazione, forse per convincersi che non ne valeva la pena. Poi, senza portare via nulla, ha fatto dietrofront ed è fuggito a piedi, scomparendo per le strade del paese prima che qualcuno potesse bloccarlo.

                Sull’episodio indagano ora i carabinieri, che hanno acquisito le immagini delle telecamere presenti nella zona. Al momento non risultano feriti, ma lo shock tra i presenti è profondo. “Sembrava una scena da film – ha raccontato una delle sorelle – ma era tutto vero. Non avevamo mai vissuto una cosa simile. Qui si viene per pregare, non per morire”.

                In attesa che l’uomo venga identificato e arrestato, resta una domanda amara: se persino la sacralità di una chiesa al mattino non basta più a fermare un’arma – vera o finta che sia – allora, davvero, non c’è più religione.

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