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Cronaca

Le accusano il figlio, falliscono le società, ma lei non molla!

Nuovi problemi per Daniela Santanchè: il figlio Lorenzo Mazzaro è indagato per abusi edilizi nella villa di Pietrasanta. Scopri i dettagli dell’inchiesta.

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    Un’altra grande grana per Daniela Santanchè, Ministro del Turismo. Suo figlio Lorenzo è stato indagato per abusi edilizi. Naturalmente dalla temibile Procura di Lucca determinata a farle trascorrere ancora una brutta estate nella sua amata Versilia. Prima il Twiga, poi Visibilia, poi ancora il Twiga. E basta, andiamo. Altrimenti abbandonerà definitivamente la sua amata Versilia. Ed è peggio, per la Versilia.

    Sabbia, palette e secchiello… del ghiaccio

    Questa volta, la questione riguarda suo figlio Lorenzo Mazzaro, indagato per abusi edilizi. La Procura di Lucca ha aperto un fascicolo sull’immobile situato nel parco della Versiliana a Pietrasanta, intestato a Lorenzo, dopo sopralluoghi dei vigili urbani effettuati anche con l’uso di droni.

    Con le pinne, fucile ed occhiali il gazebo va sempre di più

    Secondo alcuni quotidiani e agenzie di stampa (sempre i soliti!), Mazzaro sarebbe sotto inchiesta per presunti abusi edilizi. Ma va…? La villa, conosciuta come “Casina Rossa“, è stata acquistata da Mazzaro nel 2014. Da allora il figlio del Ministro è riuscito ad accumulare ben nove pratiche di condono. Le indagini si sono intensificate dopo che i vigili urbani hanno riscontrato irregolarità durante ispezioni aeree. Sempre questi droni di mezzo, non se ne può proprio più…Ma tanto lei non molla!

    Ci facciamo un ape in veranda?

    Questa non è la prima volta che l’immobile di Mazzaro attira l’attenzione delle autorità. Precedenti inchieste sugli abusi edilizi, che si erano concluse con un’archiviazione per decorrenza dei termini nel 2020, stanno ora portando a un ordine di demolizione per costruzioni non autorizzate, inclusi portici e verande realizzati tra il 2014 e il 2017.

    Aiuto bagnino tirami fuori da questo…

    Oltre ai precedenti abusi, i nuovi accertamenti hanno rivelato nuove irregolarità, come la costruzione di un gazebo e vari manufatti in legno. Il Comune di Pietrasanta ha quindi avviato un nuovo procedimento per infrazione edilizia, trasmettendo gli atti alla Procura.

    Uscirà anche da questo nuovo gorgo

    L’ipotesi di reato per Lorenzo Mazzaro è quella di abuso paesaggistico, punibile con pene che vanno da 1 a 4 anni di carcere e sanzioni amministrative. Nonostante un nuovo piano regolatore del territorio potesse sanare la situazione, la villa si trova in una zona vincolata, esclusa da possibili sanatorie. Ma Daniela non molla!

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      Cronaca

      Finta multa da 5000 euro per chi usa il pezzotto: la nuova truffa con il logo del Garante delle comunicazioni

      Email-truffa con tanto di intestazione ufficiale, call center fasulli e richieste di pagamento “per evitare guai”: è la nuova frode che sfrutta la paura del pezzotto per spillare soldi e rubare dati bancari alle vittime.

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        Le truffe digitali non conoscono tregua, ma questa volta i pirati informatici hanno superato ogni limite. In questi giorni migliaia di utenti italiani stanno ricevendo una mail inquietante. Una finta multa da 5.000 euro per presunto utilizzo del cosiddetto pezzotto, ovvero i dispositivi illegali per accedere a contenuti televisivi a pagamento — partite, serie TV, film — senza abbonamento.

        L’inganno è costruito nei minimi dettagli. La mail sembra provenire dal Garante per le Comunicazioni (Agcom). Con tanto di logo, intestazione ufficiale, linguaggio burocratico e riferimenti normativi che la rendono credibile a un occhio non esperto. Il contenuto è semplice quanto efficace. L’utente viene accusato di aver utilizzato sistemi di IPTV illegali e viene “invitato” a saldare subito una sanzione da 5.000 euro, per evitare conseguenze peggiori.

        A rendere ancora più insidiosa la frode è l’organizzazione messa in campo. I criminali informatici hanno addirittura attivato call center pirata, pronti a rispondere al telefono per rassicurare la vittima e guidarla passo dopo passo nel pagamento. L’obiettivo? Ottenere non solo i soldi, ma anche i dati bancari, informazioni personali e coordinate utili per ulteriori raggiri.

        Naturalmente, nulla di tutto ciò è reale. A livello legale, le multe per l’uso del pezzotto non vengono mai notificate via email, e soprattutto non sono di competenza dell’Agcom, ma della Guardia di Finanza o della magistratura, nell’ambito di indagini strutturate. Chi riceve queste comunicazioni farebbe bene a non rispondere, non cliccare su link contenuti nei messaggi e, se ha dubbi, rivolgersi direttamente alle autorità.

        Il pezzotto resta una pratica illegale e sanzionabile, ma questa truffa usa la paura come arma per colpire chi, magari, ha solo visitato siti a rischio o ricevuto segnalazioni su piattaforme di streaming grigie. Il consiglio, in questi casi, è uno solo: non farsi prendere dal panico, e non fornire mai dati personali o bancari a presunti enti pubblici che operano via email o telefono.

        Perché, come sempre, le vie dei truffatori sono infinite. Ma anche facilmente evitabili con un po’ di attenzione.

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          Mondo

          Trump lancia il profumo “Victory 45-47”: campagna elettorale o televendita in stile Wanna Marchi?

          Donald Trump lancia “Victory 45-47”, il suo profumo unisex che celebra i due mandati alla Casa Bianca. Un’operazione commerciale che si somma alle sneakers dorate, alle cripto e alle chitarre firmate: tutto fa brodo nella sua marcia per il ritorno al potere

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            Donald Trump non è solo un politico, un magnate immobiliare o l’ex inquilino più discusso della Casa Bianca. Ora è anche… un profumiere. E non uno qualunque. Il suo nuovo prodotto, lanciato con fanfara patriottica e strategia social degna della più scaltra influencer, si chiama “Victory 45-47”. Una fragranza che – a suo dire – rappresenta «la forza, il successo e la vittoria», ma che in realtà è l’ennesimo tassello del Trump-style: una campagna permanente che trasforma ogni prodotto in un’arma di marketing.

            “Victory 45-47” non è un nome scelto a caso. I numeri 45 e 47 indicano i due mandati presidenziali: il primo, già portato a termine, e il secondo che il tycoon si ostina a dare per scontato. Il messaggio, subliminale ma non troppo, è semplice: Trump sarà di nuovo presidente, meglio cominciare a profumarsi per l’occasione.

            «Prendete una boccetta, e non dimenticate di prenderne un’altra per i vostri cari», ha scritto l’ex presidente sulla sua piattaforma Truth Social, con lo stesso tono di chi propone pentole in TV o kit anti-cellulite. La bottiglia, nemmeno a dirlo, costa 249 dollari. Ma – perché Trump è anche un imprenditore attento agli sconti – comprandone due si risparmiano 100 dollari. Non esattamente l’affare del secolo, ma l’effetto è assicurato: tutto il profumo di una campagna elettorale che sa di strategia commerciale.

            Non è la prima volta che Trump mescola politica e merchandising. Già nei mesi scorsi aveva lanciato una linea di sneakers dorate – le “Never Surrender”, un omaggio a se stesso con tanto di stelle, aquile e borchie – poi una collezione di chitarre con la sua firma e persino un orologio d’oro a edizione limitata. E come dimenticare le sue criptovalute, le carte da gioco digitali e altri gadget che mescolano brand personale, culto della personalità e fundraising.

            Il punto non è solo vendere. È trasformare ogni oggetto in un messaggio politico. “Victory 45-47” non è solo un profumo: è un simbolo del ritorno annunciato, l’aroma di un sogno (per alcuni) o l’olezzo di un incubo (per molti altri). E, ovviamente, è un modo per fare cassa. Perché nella campagna di Trump nulla è gratis. Ogni like, ogni flacone, ogni selfie con il gadget del momento è un voto potenziale, una voce nel bilancio, una dichiarazione di fedeltà.

            In un mondo in cui le star della politica si fondono con quelle dello showbiz, Trump ha capito da tempo che il successo passa anche per il merchandising. Non si limita a chiedere voti: vende status, identità, appartenenza. Un profumo da 249 dollari? Per qualcuno, è il prezzo della speranza. Per altri, solo l’ennesima trovata kitsch di un ex presidente che sa sempre come restare al centro della scena.

            Ma intanto, tra slogan, flaconi e polemiche, lui continua a far parlare di sé. E profuma già di urne.

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              Italia

              L’incubo di Angelina Mango: lo stalker patteggia, ora vivrà in comunità terapeutica

              Dopo mesi di ossessione e violazioni, l’uomo che perseguitava la cantante e sua madre è stato condannato: per lui due anni e dieci giorni, poi la comunità.

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                Per Angelina Mango, vincitrice del Festival di Sanremo 2024 e figlia del compianto Pino Mango e della cantante Laura Valente, si chiude un capitolo doloroso. Un capitolo che ha segnato la sua vita privata negli ultimi mesi. Il 47enne che l’ha perseguitata con insistenza, trasformando la sua quotidianità in un incubo, ha patteggiato una condanna a due anni e dieci giorni di reclusione. L’uomo, affetto da disturbi psichiatrici e giudicato parzialmente incapace di intendere e di volere, era stato arrestato dopo aver ignorato ripetutamente le misure restrittive imposte nei suoi confronti.

                Dall’ammirazione alla pericolosa ossessione

                Tutto è iniziato come una forma di ammirazione, ma ben presto si è trasformata in un’ossessione pericolosa. Lo stalker ha tempestato Angelina e sua madre di messaggi, telefonate, lettere e raccomandate, arrivando a cercare un contatto diretto, presentandosi nei pressi della loro abitazione. Nonostante i domiciliari e il divieto assoluto di comunicazione imposto nel febbraio 2024, l’uomo ha continuato a inviare messaggi, ignorando ogni limite e alimentando un clima di paura e tensione.

                In detenzione domiciliare fino a ottobre…

                La giudice per le indagini preliminari di Milano, Sonia Mancini, ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata dalla difesa dell’uomo e dalla procura. La pena sarà scontata inizialmente in detenzione domiciliare fino a ottobre, dopodiché scatterà un periodo di libertà vigilata con obbligo di residenza in una comunità terapeutica nel Ferrarese. Lì, l’uomo resterà finché l’équipe psicosociale non riterrà che sia pronto per un eventuale reinserimento.

                Un momento di svolta per la Mango

                Per Angelina Mango, che ha affrontato la vicenda con discrezione e forza, la sentenza rappresenta un momento di svolta. Dopo mesi di silenzio e preoccupazione, la giovane artista è tornata a mostrarsi serena in pubblico, partecipando a eventi musicali e condividendo momenti di leggerezza sui social. Questa vicenda solleva ancora una volta l’attenzione su un tema delicato. Quello dello stalking ai danni di personaggi pubblici, spesso donne, che si trovano esposte a forme di violenza psicologica e minacce da parte di individui che confondono l’ammirazione con il possesso.

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