Cronaca
Musk prima sfancula Trump, poi piagnucola: “Ho esagerato, scusa Don”
Dopo aver minacciato i repubblicani e tirato fuori Epstein per colpire Trump, Elon Musk chiede perdono e si cosparge il capo di cenere. Una farsa social che lascia tutti a bocca aperta

Elon Musk, re degli scivoloni e delle sparate a ruota libera, è tornato a fare dietrofront. Dopo aver definito la legge di bilancio repubblicana “un disgustoso abominio” e aver invocato l’impeachment per i parlamentari che l’avevano sostenuta, l’uomo più ricco del mondo si è svegliato dal trip di ego e ha chiesto scusa. Sì, avete letto bene: l’uomo che sogna di colonizzare Marte e si atteggia a supereroe della libertà ha fatto marcia indietro, pentendosi come un ragazzino beccato a copiare il compito in classe.
“Ho esagerato con i post. Sono andato troppo oltre”, ha scritto Musk sui suoi social, provando a salvare la faccia davanti a un Trump che nel frattempo se la ride sotto i baffi. Eh già, perché il piano di spesa pubblica voluto dal Tycoon è un pilastro della sua seconda amministrazione e, inutile dirlo, le parole di Musk sono state lette come un tradimento.
Non contento, durante lo scazzo Musk aveva pure sfoderato la carta Epstein, minacciando di tirare fuori i presunti altarini del Tycoon. Un colpo basso che ha fatto gridare allo scandalo anche i più navigati follower di X (la piattaforma di Musk). Ma a quanto pare la notte porta consiglio, e dopo essersi accorto che stava scavandosi la fossa da solo, Elon ha optato per il classico piagnisteo in pubblico: “Mi dispiace, sono rammaricato, sono andato oltre”. Roba da farsa social.
Nel frattempo, i repubblicani fanno spallucce e si godono lo spettacolo: Musk che prima spara a zero e poi piange come un bambino. Una scena già vista e rivista, perché quando The Donald è in campo, la paura di finire tagliati fuori dalle stanze del potere fa miracoli.
Che le scuse di Musk bastino a fargli riavere il lasciapassare tra i repubblicani è tutto da vedere. Quel che è certo è che la toppa rischia di essere peggio del buco. E mentre Musk piagnucola e Trump lo osserva dall’alto della sua arroganza, una sola domanda aleggia nell’aria: chi sarà il prossimo a pentirsi pubblicamente per aver osato sfidare l’uomo più imprevedibile della politica americana?
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Cronaca
I Paesi del mondo dove vivere con mille euro al mese
Prima di decidere di trasferirsi in uno di questi paesi, è importante considerare vari fattori come il clima, la cultura, la sicurezza e l’accesso ai servizi sanitari. Fare una visita preliminare per conoscere meglio il paese e la città in cui si intende trasferirsi può essere un’ottima idea per evitare sorprese.

Strano che non ci sia l’Italia, non vero? Eh è vero questa breve e sintetica indagine è realizzata nei Paesi extra dove si potrebbe vivere dignitosamente avendo la possibilità di spendere mille euro al mese. Dove ci si potrebbe trasferire anche in modo definitivo.
Mare, spiagge bianche, popolazione amichevole, regole… questa è la Thailandia
La Thailandia è rinomata per il suo basso costo della vita e le bellezze naturali, il che la rende una meta popolare per turisti ed expat. Il costo della vita è estremamente basso. Con meno di 500 euro al mese – in Italia poco meno della pensione sociale – si può vivere decentemente. Mentre con 1.000 euro si possono raggiungere standard di vita più elevati come per esempio scegliere località turistiche come Chiang Mai che ha un costo della vita inferiore rispetto a Bangkok. In Thailandia il clima è favorevole anche se negli ultimi anni la stagione delle piogge si sta allargando di un mese, cultura affascinante, cibo economico e delizioso.
Messico e nuvole
Il Messico offre una vita confortevole anche se si dispone di un budget limitato. Con poco più di 800 euro al mese si può affittare un appartamento di 85 mq per circa 300 euro in prossimità di una delle numerose spiagge disponibili. O in altre località come Playa del Carmen, Guadalajara, Merida e vivere una vita serena abbastanza confortevole grazie anche alle diverse testimonianze culturali e storiche presenti nel Paese.
Costa Rica il Paese senza esercito
La Costa Rica è nota soprattutto perché oltre che per la sua tranquillità e i suoi parchi naturali è uno dei pochi Paesi al mondo che non ha un esercito regolare che ha abolito nel 1949 dopo la fine della Guerra civile. Con meno di 1.000 euro al mese si vive dignitosamente con affitti che possono essere inferiori a 400 euro sia nella capitale San José che a Liberia. La politica di salvaguardia dell’ambiente è severa e rigida per mantenere protetto il paese dove troverete un clima tropicale.
Panama il centro del Centro America
Panama combina modernità e costi contenuti, soprattutto fuori dai centri più popolari. Il costo della vita è inferiore ai 1.000 euro al mese. Anche con una popolazione limitata e considerato una meta dove poter vivere in maniera dignitosa disponendo di una cifra modesta, Panama resta un centro finanziario avanzato, dove troverete un clima tropicale e infrastrutture moderne. Le città consigliate sono Panama City, per chi cerca una vita moderna e attiva, Boquete per una vita più tranquilla e isolata.
In Europa si salva solo la Bulgaria
Per chi preferisce rimanere vicino all’Europa, la Bulgaria è un’ottima scelta. A Sofia e dintorni vivere con meno di 1.000 euro al mese è fattibile, così come nelle altre città principali come per esempio Varna. Affittare un appartamento di 100 mq costa meno di 400 euro e mantenersi è davvero a buon mercato soprattutto nelle cittadine di campagna e quelle collinari.
Storie vere
Aymane, il ragazzo che ha salvato due turisti e poi è scomparso tra le onde
Il giovane di 16 anni ha perso la vita dopo un gesto eroico, mentre la coppia che ha salvato è fuggita senza lasciare traccia.

Aymane Ed Dafali aveva solo 16 anni, una vita davanti e un cuore grande. Viveva in Italia da tre anni con la sua famiglia, costruendo giorno dopo giorno il suo futuro. Ma nel pomeriggio dello scorso sabato a Lido Estensi, sulle coste del Ferrarese, tutto è cambiato. Un gesto di coraggio, un tuffo per salvare due persone in difficoltà, e poi il silenzio. Aymane non è più riemerso. Era uscito in mare con alcuni amici, su un pedalò. La corrente nel canale Logonovo, una zona vietata alla balneazione, aveva trascinato una coppia di turisti dove non toccavano più. Erano in difficoltà, rischiavano di annegare. Aymane ha deciso di agire, si è tuffato senza esitare. Anche un suo amico ha provato ad aiutarlo, ma indossava un salvagente, riuscendo così a mettersi in salvo.
Aymane: Marrakech – Rovigo una viaggio pieno di speranza
Nel frattempo, i bagnini in servizio, Filippo Barillari e Moreno Uggeri, si sono accorti della situazione e sono intervenuti. Hanno tratto in salvo la coppia, li hanno riportati in acque sicure. Solo in quel momento gli amici di Aymane hanno lanciato l’allarme: il loro amico non era più visibile, era scomparso sott’acqua. Si sono attivate le ricerche, ma il tempo giocava contro di lui. Poco dopo, il corpo di Aymane è stato recuperato, ormai privo di vita. Aymane Ed Dafali era originario del villaggio marocchino di Jbiel, nella regione di Marrakech, e viveva in Italia da tre anni con la sua famiglia. Risiedeva a Castelnovo Bariano, in provincia di Rovigo.
E la coppia di turisti?
I due turisti sono spariti subito dopo il salvataggio, senza lasciare traccia, senza preoccuparsi di chi aveva sacrificato la sua vita per loro. I testimoni raccontano di giovani tra i 20 e i 30 anni, che potrebbero non essersi accorti della tragedia o aver preferito fuggire, spaventati. Ad oggi, risultano irreperibili, e la loro versione dei fatti manca nella ricostruzione trasmessa alla Procura di Ferrara. Intanto, il padre di Aymane, Abderrohim Ed Dafali, è arrivato a Rovigo, distrutto dal dolore. «Era un ragazzo sempre felice, tranquillo, bravo», ha detto con voce spezzata. La salma del giovane è ancora all’ospedale di Cona, in attesa dell’esame autoptico. La giustizia farà il suo corso, ma la realtà è una sola: Aymane ha perso la vita per salvare due persone che, una volta al sicuro, si sono dileguate senza nemmeno voltarsi indietro. Un eroe silenzioso, un gesto di altruismo che ha avuto un prezzo troppo alto. E un dolore che nessuna parola potrà mai alleviare.
Cose dell'altro mondo
Chiude la figlia in un cassetto per 3 anni: l’orrore silenzioso di una madre inglese
Una mamma tiene la figlia chiusa in un cassetto dalla nascita ai 3 anni e il padre non sapeva che fosse nata.

Questa storia ha davvero dell’incredibile. Richiama alla mente autori gotici di stile anglosassone da Horace Walpole a William Beckford fino al più recente in termini temporali Edgar Allan Poe. Non si tratta di una storia macabra, ma la sfiora. E’ una storia dell’altro mondo, cioè incredibile e quasi impensabile, che lascia esterefatti e senza parole. Eppure…
Come in un film dell’orrore… mentale e deviato
Eppure è accaduta per davvero, guarda caso proprio in Gran Bretagna e più precisamente nella contea di Cheshire dove una madre ha rinchiuso la figlia appena nata in un cassetto e l’ha tenuta nascosta per tre anni. Avete letto bene…La bambina, malnutrita, incapace di camminare o parlare, non aveva mai visto la luce del sole o altri volti umani, se non quello della madre. La terribile scoperta è avvenuta per caso nel febbraio 2023, quando il compagno della donna ha aperto il cassetto dove ha trovato la piccola, denutrita e con i capelli arruffati. Immediatamente ha chiamato la polizia. Gli assistenti sociali, arrivati sul posto, hanno raccontato lo shock di trovarsi di fronte a una bambina seduta in un cassetto, dondolante, che li fissava senza capire. La madre, fredda e indifferente, ha ammesso di aver nascosto l’esistenza della bambina a tutti, compreso il padre, che fino a quel momento ignorava di avere una figlia. No dai diteci che questa è la trama di un film… per favore!
Nel cassetto senza mai un pianto, un suono, un richiamo…? Ma come è stato possibile?
Nata nella vasca da bagno nel marzo 2020 e mai registrata, la bambina è stata nutrita solo con latte e cereali somministrati con una siringa. Non conosceva il cibo, il calore umano, o l’aria aperta. Ogni cura riservata a lei era ridotta al minimo indispensabile. Per giunta la donna aveva altri figli. Ci chiediamo come è stato possibile che nessuno in quella casa abbia mai sentito un lamento, un richiamo, una voce di neonato? Nemmeno i fratelli? L’assurdità del caso sta nel fatto che mentre agli altri figli della donna era riservata una vita normale – andavano a scuola, festeggiavano il Natale – questa bambina viveva prigioniera, trattata con una crudeltà inimmaginabile.
Più che condannare bisognerebbe prevenire e curare
Secondo il quotidiano The Guardian il giudice Steven Everett ha definito il comportamento della madre solo “incredibile e disumano“. La donna è stata condannata a sette anni di carcere. La bambina, ora affidata ai servizi sociali, sta lentamente scoprendo il mondo, ma avrà bisogno di cure e supporto per tutta la vita.
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