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Cronaca

Olimpiadi Milano-Cortina, scivolata sul ghiaccio. Appalti sotto inchiesta

L’inchiesta sulla Fondazione Milano Cortina getta un’ombra sui preparativi per i Giochi Olimpici Invernali del 2026, sollevando questioni su trasparenza e integrità nella gestione degli appalti pubblici. Le indagini proseguono per fare chiarezza su queste gravi accuse.

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    Insomma non c’è niente da fare. Anche per le Olimpiadi Milano-Cortina è scattata l’inchiesta. Ed è una inchiesta pesante visto le motivazioni: probabile corruzione e turbativa d’asta. Abbastanza per inviare la Guardia di Finanza a perquisire la sede della Fondazione per i giochi invernali 2026.

    Un bob a tre sulla Smart

    Le perquisizioni svolte questa mattina nella sede della Fondazione Milano Cortina a CityLife, Milano, sono scattate nell’ambito di un’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta. Le autorità, infatti, stanno indagando sull’ex amministratore delegato della Fondazione Vincenzo Novari, per presunte irregolarità nell’assegnazione di appalti per i servizi digitali. Per questo la GdF ha recuperato documenti e materiale informatico.

    Quali accuse e chi sono gli Indagati

    Una inchiesta pesante, dicevamo, coordinata dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis. Le ipotesi d’accusa riguardano corruzione e turbativa d’asta, coinvolgendo tre indagati: Vincenzo Novari, l’ex manager Massimiliano Zuco e l’imprenditore Luca Tomassini. Le irregolarità si riferiscono al periodo in cui Novari era amministratore delegato della Fondazione.

    Uno slalom tra contratti e appalti

    Secondo le accuse, Novari e Zuco avrebbero ricevuto somme di denaro e altre utilità, tra cui un’auto Smart, dall’imprenditore Tomassini. In cambio, la società di Tomassini, Vetrya, avrebbe ottenuto contratti per servizi digitali per un valore complessivo di 1,895 milioni di euro tra marzo 2020 e marzo 2021. Vetrya è una internet company fondata e quotata in Borsa da Luca Tomassini fino a qualche anno fa inserita tra le prime aziende italiane nella classifiche di quelle con il miglior ambiente di lavoro. Ma giusto un anno fa l’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, decise di sospendere i cosiddetti servizi a valore aggiunto dopo l’apertura di un’indagine da parte della magistratura milanese.

    Le prove dalle conversazioni direttamente su WhatsApp

    L’analisi del cellulare di Tomassini ha rivelato conversazioni su WhatsApp che suggeriscono un “accordo corruttivo” tra Novari, Zuco e Tomassini. In queste conversazioni, si discutevano dettagli sugli appalti per i servizi digitali dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026. Ma già nel dicembre del 2019, Tomassini faceva riferimento ai suoi rapporti con Novari in chat con Zuco, dimostrando come l’imprenditore fosse stato aiutato a inserirsi nel comitato organizzatore.

    Le fatture sospette tra il 2020 e il 2022

    Gli investigatori hanno esaminato i rapporti economici tra Vetrya e la Fondazione, trovando fatture emesse tra il 2020 e il 2022 per un totale di 816 mila euro. La società Vetrya aveva anche annunciato su Twitter l’aggiudicazione dell’appalto per i servizi digitali.

    Vincenzo Novari ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato di 3 Italia dal 2001 al 2016. Nel 2016 ha fondato la startup SoftYou e ha lavorato come special advisor Italia per CK Hutchinson. Conosciuto anche per la sua relazione con Daniela Ferolla, ex Miss Italia, Novari era stato nominato alla guida della Fondazione Milano Cortina con il supporto del Movimento 5 Stelle. È stato sostituito nel novembre 2022 da Andrea Varnier.

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      Cronaca Nera

      Per Sgarbi nuovi guai giudiziari: la Camera dice sì al processo per gli insulti a Casalino in tv

      Via libera della Giunta della Camera alla richiesta della Corte d’Appello di Roma contro Vittorio Sgarbi per diffamazione. Al centro c’è l’insulto rivolto a Rocco Casalino in tv nel 2020. Nel 2023 l’ex sottosegretario era già stato condannato a una multa e al risarcimento in sede civile.

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        Per Vittorio Sgarbi i guai giudiziari continuano a riaccendersi a distanza di anni. La Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera ha votato all’unanimità a favore della richiesta arrivata dalla Corte d’Appello di Roma per il procedimento che lo vede accusato di diffamazione ai danni di Rocco Casalino. Una vicenda che nasce in televisione, passa per le aule giudiziarie e ora torna al centro dell’attenzione politica.

        La frase del 30 gennaio 2020 in diretta tv

        Il caso risale al 30 gennaio 2020, durante una puntata di Stasera Italia su Rete4. Nel corso di un acceso intervento contro alcune figure del governo Conte dell’epoca, Sgarbi attacca anche l’allora portavoce del premier. L’espressione usata fa scattare immediatamente l’accusa di diffamazione. Da quel momento la vicenda giudiziaria prende avvio, trasformando uno scontro televisivo in un procedimento penale vero e proprio.

        La condanna del 2023 tra multa e risarcimento

        Tre anni dopo, nel 2023, arriva una prima sentenza. Sgarbi viene condannato al pagamento di una multa da mille euro, più altri 3mila euro per le spese processuali, oltre al risarcimento in sede civile nei confronti di Casalino. Una cifra che, all’epoca, veniva stimata intorno ai 50mila euro. La vicenda, però, non si chiude lì.

        Il voto della Giunta e l’immunità che cade

        Solo ora la Giunta della Camera è intervenuta formalmente, dando il via libera alla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dalla Corte d’Appello di Roma. All’epoca dei fatti Sgarbi ricopriva il ruolo di sottosegretario ed era anche da poco stato eletto sindaco di Arpino. Proprio per questo passaggio procedurale era necessario il pronunciamento della Giunta, che è arrivato senza divisioni politiche, con un voto unanime.

        La linea difensiva e il processo

        Nel corso delle udienze, Sgarbi ha provato a difendersi sostenendo che l’espressione utilizzata fosse da intendere come sinonimo di “omosessuale”, respingendone l’accezione offensiva. Una tesi che, giudiziariamente, non ha convinto e che ha portato comunque alla condanna già arrivata nel 2023. Ora il nuovo via libera della Camera riporta la vicenda sul binario del procedimento penale, aggiungendo un altro capitolo a una storia che sembrava archiviata.

        Tra un precedente giudiziario, una Giunta che si esprime all’unanimità e un caso che torna ciclicamente a far parlare, la partita tra Sgarbi e Casalino resta ancora aperta sul fronte giudiziario. E ancora una volta è una frase detta in tv a continuare a produrre strascichi a distanza di anni.

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          Cronaca

          Dai riflettori alla cronaca giudiziaria: Gabriele Bonci a processo per maltrattamenti, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale

          Gabriele Bonci, volto noto della cucina televisiva, è sotto processo con accuse pesanti: secondo la procura avrebbe messo in atto comportamenti di controllo, minacce e aggressioni fisiche contro la ex compagna, culminati in un episodio in cui le avrebbe infilato un dito in bocca provocando una ferita. Contestata anche la resistenza agli agenti intervenuti.

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            Dai set televisivi alle aule di giustizia: per Gabriele Bonci, 48 anni, il passaggio non è di quelli che si dimenticano. Il pizzaiolo romano diventato fenomeno dei social, protagonista di programmi tv e punto di riferimento per gli appassionati di lievitazioni, si trova ora imputato davanti ai giudici della V sezione collegiale di Roma. Le accuse sono pesanti: maltrattamenti, lesioni nei confronti della ex compagna e resistenza a pubblico ufficiale. Una vicenda complessa che sta ridisegnando l’immagine pubblica di uno dei personaggi più riconoscibili del panorama gastronomico italiano.

            Un anno e mezzo di presunti episodi
            Secondo la ricostruzione della procura, i fatti contestati si sarebbero verificati tra gennaio 2022 e giugno 2023. Gli inquirenti parlano di «comportamenti controllanti dovuti a ossessiva gelosia»: minacce, pressioni psicologiche e aggressioni fisiche. La donna avrebbe riferito di essere stata afferrata per i polsi, strattonata, tirata per i capelli, fino a riportare diversi ematomi sul corpo. Un quadro che, nelle carte del processo, viene delineato come un crescendo di tensioni e gesti sempre più violenti.

            Le accuse sulla presenza sotto casa e gli oggetti scagliati a terra
            Uno degli episodi contestati riguarda una visita di Bonci sotto l’abitazione della madre della ex compagna. Seduto all’ingresso del condominio, avrebbe atteso a lungo un confronto, situazione conclusa solo con l’arrivo delle forze dell’ordine. Ma non è l’unico episodio segnalato. In un’altra occasione, la donna si sarebbe recata in un bar per chiedere le chiavi di casa: secondo gli atti, lui avrebbe reagito insultandola, per poi tornare insieme nell’abitazione. Lì, la tensione sarebbe esplosa: pentole e bottiglie scagliate a terra, vetri rotti e un clima definito dagli inquirenti “altamente conflittuale”.

            L’episodio ritenuto più grave dai magistrati
            Il momento considerato più serio dalla procura risale ai primi giorni di giugno 2023. Dopo una discussione, la donna sarebbe tornata nell’appartamento, rassicurata dal pizzaiolo. Ma la situazione, secondo gli atti, sarebbe degenerata ulteriormente: oggetti rotti, parole pesanti e un gesto che ha aggravato il quadro accusatorio. Lui le avrebbe infilato un dito in bocca con forza, provocando un sanguinamento sotto la lingua. Un dettaglio che pesa molto all’interno del fascicolo, perché delineerebbe una condotta particolarmente aggressiva.

            L’arrivo della polizia e la contestazione di resistenza
            La scena avrebbe attirato l’attenzione dei vicini, che hanno chiamato le forze dell’ordine. All’arrivo degli agenti, Bonci – sempre secondo l’accusa – li avrebbe insultati e minacciati, rifiutando di calmarsi e ostacolando l’intervento. Da qui l’ulteriore imputazione per resistenza a pubblico ufficiale.

            Il processo è in corso e la posizione dell’imputato sarà valutata nelle prossime udienze. Una vicenda che, comunque vada, ha già inciso profondamente sulla narrazione pubblica di un personaggio che era diventato simbolo di creatività e leggerezza televisiva. Ora il palcoscenico è un’aula giudiziaria, e la storia da raccontare è molto diversa.

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              Politica

              Matteo Salvini avvisato: Pio e Amedeo tornano su Canale 5 mentre il vicepremier celebra “Oi vita mia” come fosse una rivelazione comica nazionale

              Dopo l’entusiasmo social di Matteo Salvini per “Oi vita mia” – «era da tempo che non ridevo, sorridevo, mi emozionavo e piangevo per un film» – Pio e Amedeo si preparano a tornare su Canale 5 con un nuovo programma. Per Mediaset è l’ennesima scommessa su un duo che divide, intrattiene e infiamma discussioni a ogni apparizione.

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                Avvisate Matteo Salvini, perché per lui sarà come Natale anticipato. Il vicepremier ha infatti celebrato sui social “Oi vita mia”, l’ultimo film di Pio e Amedeo, con un entusiasmo che farebbe arrossire perfino i fan più irriducibili del duo pugliese. «Era da tempo che non ridevo, sorridevo, mi emozionavo e piangevo per un film», ha scritto il ministro dei Trasporti, trasformando la pellicola in un piccolo evento nazionale. E ora che Mediaset ha ufficializzato il ritorno dei due in primavera con un nuovo show su Canale 5, il tempismo sembra perfetto.

                Il post di Salvini che accende i social
                Il commento del ministro non è passato inosservato. Anzi, è stato accolto come la certificazione definitiva che Pio e Amedeo non sono soltanto un fenomeno popolare, ma un caso politico-culturale capace di entrare nelle timeline istituzionali. Che il vicepremier abbia un debole per il loro umorismo non sofisticatissimo non è una sorpresa, ma questa volta il suo entusiasmo ha acceso una curiosità in più: cosa penserà del nuovo programma in arrivo?

                Il ritorno su Canale 5
                Dopo il successo al botteghino, i due comici tornano dunque nel prime time Mediaset con un progetto pensato per riprendere lo stile che li ha resi celebri: spontaneità, battute al limite del caos e quel loro modo di trasformare qualsiasi siparietto in una serata di paese reinventata per la tv. La rete punta forte su di loro, consapevole che ogni nuova apparizione scatena discussioni, meme e reazioni contrastanti.

                Un duo che divide ma funziona
                Pio e Amedeo, del resto, vivono da sempre in un equilibrio curioso: da un lato il pubblico fedele che li segue ovunque, dall’altro chi sussurra che la loro comicità non esattamente profonda abbia comunque trovato un posto stabile nella televisione generalista. E mentre la primavera si avvicina, cresce l’attesa per capire che tipo di show porteranno su Canale 5 e fino a che punto riusciranno a spingere il loro universo comico.

                Intanto Salvini li applaude
                Per ora, una certezza c’è: Matteo Salvini è già pronto in prima fila, telecomando alla mano. E a questo punto è facile immaginare che il nuovo show diventi per lui un imperdibile appuntamento del palinsesto. Perché quando il ministro ride, ride sul serio… soprattutto con Pio e Amedeo.

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