Politica
Fra Genny Delon si pente: ritiro spirituale con la moglie in un santuario
Dopo lo scandalo della relazione extraconiugale con Maria Rosaria Boccia, Gennaro Sangiuliano si ritira con la moglie in un santuario per un “ritiro spirituale”. Tra preghiere e apparizioni pubbliche, l’ex ministro cerca di rimettere insieme i pezzi del suo matrimonio. Ma sarà sufficiente per cancellare le ombre del passato?

Chi l’avrebbe mai detto? Gennaro Sangiuliano, l’uomo che solo qualche settimana fa faceva tremare le pagine di cronaca rosa con la sua relazione extraconiugale con Maria Rosaria Boccia, oggi è in pellegrinaggio per ritrovare la via della fede. O forse, più semplicemente, per evitare che la moglie lo faccia a pezzi. In un colpo di scena degno delle migliori soap opera, l’ex ministro della Cultura ha deciso di appendere al chiodo i panni del “farfallone” e di indossare quelli di un penitente devoto. E quale luogo migliore per questo cammino di redenzione se non il Santuario di Greccio, in provincia di Rieti, dove la coppia si è ritirata per un’intensa sessione di preghiera?
Ritiro spirituale: il nuovo capitolo di Fra Genny
E così, dopo aver fatto notizia per le sue scappatelle con la bocca della verità – altrimenti nota come Maria Rosaria Boccia – Genny Delon, alias Gennaro Sangiuliano, ha pensato bene di mettersi in riga. Lo ha fatto con un ritiro spirituale, che già solo a dirlo suona come la parodia di un vecchio film d’altri tempi. Il nostro eroe, insieme alla moglie Federica Corsini, ha trascorso ben due ore di meditazione e raccoglimento di fronte alla Grotta della Natività, nella speranza che un po’ di devozione riesca a cancellare il marasma mediatico e i sensi di colpa.
Ma perché fermarsi al solo ritiro spirituale? Subito dopo, eccoli sfoggiare un’aria di ritrovata complicità al Festival di Venezia, mano nella mano come due innamorati al primo appuntamento. Un gesto che forse, nei piani di Genny, doveva far dimenticare al mondo la sua scappatella. E magari convincere la moglie che tutto può tornare come prima.
La redenzione di Fra Genny: pentito e devoto?
Certo, difficile immaginare che la Corsini sia disposta a dimenticare tutto con un semplice pellegrinaggio e una passeggiata tra le gondole. La relazione con la Boccia, secondo voci di corridoio, avrebbe fatto precipitare Federica in un incubo che neanche il più abile regista di horror avrebbe potuto concepire. E non è un caso che, secondo alcuni bene informati, sia stata proprio lei a mettere fine alla “collaborazione” tra suo marito e l’intraprendente imprenditrice.
Ora, il povero Genny tenta di rimettere insieme i pezzi del suo matrimonio, probabilmente sperando che un paio di Ave Maria e qualche mano stretta in pubblico bastino a far dimenticare tutto il casino che ha combinato. Ma si sa, le ferite del cuore sono difficili da rimarginare, e le scuse recitate a bassa voce tra le navate di una chiesa potrebbero non essere sufficienti.
Fra Genny e l’arte della redenzione pubblica
Cosa succederà adesso? Riuscirà il nostro Fra Genny a ritrovare la pace coniugale o dovrà rinunciare definitivamente al ruolo di marito pentito? Forse un giorno lo scopriremo. Intanto, il suo pellegrinaggio spirituale continua, in un mix tra il sacro e il profano che solo la vita vera, o meglio, le cronache mondane possono offrire.
Una cosa è certa: mentre Genny si immerge in preghiere e meditazioni, il pubblico osserva, curioso di scoprire quale sarà il prossimo capitolo di questa saga. E chissà, magari il prossimo passo sarà direttamente una missione in convento. Ma, a quel punto, sarà solo il tempo a dirlo.
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Politica
Tajani sorride, i Berlusconi comandano: Forza Italia a Cologno fra consigli, statuti e voglia di rinnovamento
Antonio Tajani arriva a Cologno Monzese per un incontro “tra amici”, ma la regia politica di Forza Italia è ormai tutta nelle mani degli eredi del Cav. Pier Silvio parla di “rinnovamento”, e il segretario obbedisce: nuovo statuto, nuova comunicazione, stesso sorriso forzato.

«Parleremo di tutto, del futuro e anche di Forza Italia». Antonio Tajani prova a recitare il copione del leader saldo, mentre si presenta alla villa di Marina Berlusconi a Cologno Monzese. Lo accompagna il mantra di sempre: «Li conosco da quando sono ragazzi, questi incontri li abbiamo sempre fatti». Ma dietro le parole di circostanza, la fotografia è chiara: chi comanda davvero sono gli eredi del Cavaliere.
A tavola con lui ci sono Marina e Pier Silvio, veri azionisti politici e finanziari del partito – il loro credito verso Forza Italia sfiora i 90 milioni di euro – e Gianni Letta, garante della liturgia familiare. L’incontro era stato rinviato due settimane fa tra voci di malumori, ora torna come se nulla fosse: «Un incontro tra amici», dice Tajani, cercando di smussare i rumors su un partito percepito come troppo appiattito sugli alleati e incapace di ritagliarsi uno spazio proprio.
La realtà è che basta una frase di Pier Silvio Berlusconi per orientare la rotta: quando ha parlato di “rinnovamento”, Tajani ha eseguito. In pochi giorni è arrivato il nuovo statuto, è stato scelto Simone Baldelli come coordinatore della comunicazione e si è dato il via a un lifting silenzioso della catena di comando. Tutto senza clamori, ma con un messaggio inequivocabile: Forza Italia è un marchio di famiglia, e chi la gestisce in politica lo fa in affitto.
Intanto, le voci di insofferenza per il segretario crescono: la linea prudente di Tajani, fatta di piccoli compromessi e temi secondari come lo Ius scholae, convince poco i custodi del brand berlusconiano. «Ascolto i consigli che arrivano dagli amici», ripete lui, ma gli amici hanno appena deciso quali note dovrà suonare.
Per ora Tajani sorride e incassa. La regia resta a Cologno, la bacchetta pure.
Politica
Pier Silvio, lo sapevamo! E ora se ne accorge anche Elon Musk…
È bastato un sondaggio su X per confermare quello che in pochi osavano dire ad alta voce: l’aria attorno a Pier Silvio si è fatta politica. E i segnali, per chi li sa leggere, c’erano già tutti.

Che Pier Silvio Berlusconi si stia preparando al grande salto, lo diciamo da mesi. Altro che operazione estemporanea, altro che voce di corridoio estiva. Chi ha seguito davvero l’evoluzione di questo “uomo nuovo” della galassia berlusconiana — il figlio silenzioso, manageriale, quasi allergico ai riflettori — sa bene che certi segnali non arrivano mai per caso. Ora a certificare l’odore di politica è anche Andrea Stroppa, l’uomo-ombra di Elon Musk in Italia, che da X lancia l’endorsement più bizzarro dell’estate: “Pier Silvio in politica sarebbe positivo. E divertente”. In tempi normali, verrebbe da sorridere. Ma qui si parla della piattaforma social preferita dai potenti, e di un nome che, con tutto il suo low profile, fa tremare ancora qualche sismografo.
Stroppa, senza un partito né un programma, si spinge a dichiarare che un eventuale movimento guidato da Pier Silvio sarebbe già intorno al 15%. Con che base, non si sa. Ma il messaggio è chiaro: da oltreoceano l’ipotesi piace. E quando Musk fiuta qualcosa, anche solo per gioco, c’è sempre qualcuno che prende nota. A partire da chi ha interesse a vedere cambiare volto (e stile) al centrodestra.
Certo, ufficialmente Pier Silvio continua a dirsi estraneo alla politica. Ma intanto ha ripulito Mediaset, ha imposto una nuova linea editoriale, ha tagliato le unghie al trash di partito, ha ricostruito un’identità aziendale fatta di ordine e sobrietà. E ora viene celebrato da quelli che — a parole — odiano la “casta”, ma in fondo cercano proprio un nuovo principe ereditario a cui aggrapparsi.
Non serve che parli, per essere ascoltato. Non serve che si candidi, per fare paura. Pier Silvio c’è, eccome. E chi lo ha capito in tempo, oggi non ha bisogno di sondaggi per fiutare dove tira il vento.
Politica
Meloni sul Time: dalla fiamma al glamour, ora Giorgia conquista la copertina del magazine americano.
Giorgia Meloni è la nuova star del Time: “Figura interessante d’Europa”. Il profilo elogia la sua ascesa, il pragmatismo e la postura internazionale. Ma tra omissioni, ambiguità e scatti patinati, l’operazione profuma più di rebranding che di rivoluzione politica.

Altro che l’Italia degli spaghetti e mandolino: ora ci sono i tacchi, i dossier sottobraccio e le copertine patinate. Giorgia Meloni si prende il Time. E non un trafiletto laterale: la copertina. “Una delle figure più interessanti d’Europa”, scrive il magazine. Tradotto: la destra in tailleur è finalmente presentabile anche in salotto, purché non urli troppo.
Il ritratto firmato da Massimo Calabresi è lungo, curato, levigato. E racconta una Meloni capace di sorprendere: meno barricadera di quanto i suoi stessi elettori forse speravano, più atlantista di molti centristi in doppiopetto. Una premier che affascina Washington, piace a Bruxelles, si fa fotografare in posa riflessiva mentre promette riforme “presidenziali” con un occhio a Mattarella e l’altro a Trump.
Ma il punto non è chi l’ha intervistata. È chi ha scelto di dimenticare. Perché nel ritratto non c’è traccia di certi provvedimenti sgraziati, né delle leggi che strizzano l’occhio al voto nostalgico. Scompare magicamente il piglio muscolare sui migranti, l’offensiva contro la stampa, i sussurri autoritari che sanno tanto di passato che non passa mai. E il pragmatismo? Viene scambiato per democrazia, come se bastasse non salire su un balcone per essere Churchill.
Certo, l’articolo ricorda che Biden l’aveva presa con le molle. Ma oggi la benedice, come fanno Von der Leyen e i repubblicani Usa. Tutti affascinati da una leader che parla chiaro, cammina dritta e non fa troppe onde. In fondo, Meloni non rompe con Bruxelles: cerca solo di renderla un po’ più FdI-friendly. Altro che rivoluzione: è la normalizzazione del post-fascismo a colpi di selfie e parole misurate.
E se oggi il mondo applaude Giorgia, è anche perché fa comodo una destra “gestibile” nel cuore dell’Europa. Una che non alza la voce, ma tiene saldo il timone. E soprattutto non si vergogna di portare in copertina la fiamma del MSI, pur illuminata da un riflettore americano.
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