Cronaca
Ucciso per finta dal Tg1: il deepfake su Bassetti è agghiacciante e pericoloso
Matteo Bassetti “morto ammazzato” da una conduttrice del Tg1 che non sa di averlo detto. Il video gira su WhatsApp, TikTok e Telegram. E il medico esplode: “Ma nessuno riesce a fermare questa follia?”

Non è uno scherzo, non è satira, non è nemmeno un goffo fotomontaggio: è un finto telegiornale Tg1 realizzato con l’intelligenza artificiale che annuncia la morte violenta del dottor Matteo Bassetti. Una messinscena orribile, costruita con cura maniacale per sembrare autentica: voce clonata, volto riprodotto digitalmente, tono professionale e perfino una finta intervista al medico, in stile “confessione premonitrice”. Una morte annunciata che non è mai avvenuta. Una fake news che sembra verità. Un deepfake inquietante che tocca un nuovo livello di pericolosità.
Nel video, una conduttrice che riproduce fedelmente i tratti e la voce della giornalista Valentina Bisti apre un’edizione speciale del Tg1: «Tragedia spaventosa a Roma. Stamattina il dottor Matteo Bassetti è stato mortalmente colpito con colpi d’arma da fuoco». Le immagini sono fluide, le parole sembrano vere, il montaggio impeccabile. Tutto falso. La notizia non esiste. Ma chi la vede – magari scorrendo velocemente i social o ricevendola su WhatsApp – può facilmente cascarci.
A denunciare l’accaduto è lo stesso Bassetti, che su Instagram ha postato il video fake accompagnato da uno sfogo amaro: «Io non ho più parole. Continuano a falsificare la mia voce, a minacciarmi, a dire che sono morto. Ora addirittura che mi hanno sparato. Che brutto mondo! Possibile che la polizia postale e la magistratura non siano in grado di fermare tutto questo?».
Volto noto durante la pandemia, spesso ospite in trasmissioni tv e bersaglio preferito di negazionisti e complottisti, Bassetti non è nuovo alle campagne di odio, ma stavolta l’escalation supera i limiti della tollerabilità. Perché non si tratta più di meme, insulti o bufale di quart’ordine, ma di una sofisticata macchina della disinformazione che usa l’intelligenza artificiale per creare mondi paralleli indistinguibili dal reale.
Nel finto servizio, oltre all’annuncio della morte, viene mandata in onda una “intervista esclusiva” a Bassetti. Anche questa completamente falsa, ovviamente generata con strumenti di intelligenza artificiale. In quella clip costruita ad arte, il medico parlerebbe di verità scottanti sul sistema sanitario, alimentando il sospetto che fosse stato messo a tacere per ciò che sapeva. È il meccanismo classico del complottismo: prima inventare un eroe scomodo, poi immaginare il suo martirio.
Il video, benché rimosso da alcune piattaforme, continua a circolare in ambienti borderline. Gruppi Telegram, account su TikTok e pagine social lo rilanciano tra i sorrisini e i commenti indignati di chi crede – o finge di credere – che “ce lo vogliono nascondere”.
Il problema è che ormai siamo entrati nell’era in cui la verità è negoziabile. Dove vedere non basta più per credere. Dove chiunque può diventare autore – o vittima – di una realtà alternativa generata da un algoritmo. Il caso Bassetti è emblematico, ma potrebbe succedere a chiunque abbia una minima notorietà. Basta una foto, un video, una voce campionata e la farsa è servita.
Bassetti chiede a gran voce un intervento delle autorità: «Non può essere tollerato che si permetta a chiunque di creare la notizia della mia morte e diffonderla come se fosse vera. Qual è il prossimo passo? Farsi giustizia partendo da una fake news?».
Intanto, la notizia vera – l’unica vera – è che Matteo Bassetti è vivo. Ma la verità, oggi, ha bisogno di essere confermata. Anche quando dovrebbe essere ovvia.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Storie vere
L’eroe del volante: il taxista che ha sventato una truffa da manuale
L’astuzia di un tassista sventa una truffa ai danni di un’anziana: recuperati gioielli e denaro per decine di migliaia di euro.

Mestre, una notte come tante. Giovanni Bortoletto, un tassista di 34 anni, era di turno davanti alla stazione. La sua routine, fatta di corse notturne e di incontri con persone di ogni tipo, stava per prendere una svolta inaspettata. Giovanni, con i suoi anni di esperienza come tassista notturno, ha sviluppato un sesto senso per le situazioni anomale. Quella sera, qualcosa non quadrava. La cliente, una donna giovane e straniera che dice di chiamarsi Rossi, gli aveva fornito un indirizzo preciso, ma il suo comportamento era tutt’altro che rassicurante. Non sembrava conoscere la zona, nonostante avesse un navigatore puntato sulla destinazione. E poi c’era quell’insistenza a tornare subito indietro, come se stesse cercando di guadagnare tempo. Un campanello d’allarme si accese nella mente del tassista.
Una cliente troppo agitata…
La donna, che parlava solo tedesco, ha chiesto a Bortoletto di portarla a un indirizzo preciso a Ceggia, mostrandolo sul telefono. Giunti a destinazione, però, la cliente ha mostrato incertezza, non riconoscendo la casa cercata. “Questo è stato il primo dettaglio che mi ha insospettito“, racconta il tassista. Dopo alcuni minuti di ricerca, la donna gli ha chiesto di fermarsi all’inizio di una stradina e di aspettarla lì. Tuttavia, l’attesa si è protratta più del previsto, spingendo Bortoletto a insospettirsi ulteriormente. Mentre cercava di capire cosa stesse accadendo, Bortolotto ha notato un’anziana signora visibilmente agitata, che scrutava la sua auto con apprensione. Avvicinandosi a lei, ha scoperto che stava aspettando la misteriosa “signora Rossi” per consegnarle oggetti di grande valore. “Ho capito subito che qualcosa non andava: la mia cliente non poteva chiamarsi Rossi ed era chiaro che stava cercando di ingannare la signora“, spiega Bortoletto.
Un tassista degno del titolo di investigatore provetto
Resosi conto della situazione, il tassista ha avvisato il fratello, chiedendogli di contattare i carabinieri. Intanto, la truffatrice è tornata in fretta e furia e ha chiesto di essere riportata alla stazione di Mestre. Durante il tragitto, Bortoletto ha mantenuto i contatti con le forze dell’ordine, che lo hanno istruito su come agire. Una volta giunti a Mestre, la donna ha tentato di sviare le attenzioni chiedendo di essere lasciata nei pressi del piazzale dei pullman, ma il tassista ha continuato a seguirla a distanza. Accortasi di essere pedinata, la truffatrice si è rifugiata all’interno di un hotel vicino alla stazione, dove è stata bloccata dai carabinieri.
Un bottino di tutto rispetto per una truffatrice venuta da lontano…
All’interno del suo zaino sono stati ritrovati decine di migliaia di euro in gioielli e circa 800 euro in contanti, tutto sottratto con l’inganno all’anziana signora. La donna era stata raggirata con la falsa notizia di un grave incidente stradale causato dalla figlia, che l’avrebbe portata in prigione se non avesse pagato una cospicua cauzione. Giovanni Bortoletto, con i suoi 13 anni di esperienza come tassista, racconta che situazioni strane sono all’ordine del giorno, specialmente nei turni notturni. “Ho visto di tutto, ma questa truffa mi ha colpito per la crudeltà con cui hanno approfittato della buona fede di una madre“, conclude.
Cose dell'altro mondo
Si può riscrivere il passato con un bisturi? Michelle Comi l’ha fatto
Michelle Comi ha deciso di tornare vergine grazie a un intervento chirurgico. Ma cosa c’è dietro questa scelta? Scopriamo cos’è la vaginoplastica e come la chirurgia estetica possa riscrivere il passato.

La creator e influencere Michelle Comi ha deciso di tornare vergine grazie a un intervento chirurgico, raccontando naturalmente la cosa sui social. Ma cosa c’è dietro questa scelta? Scopriamo cos’è la vaginoplastica e come la chirurgia estetica possa sfidare il tempo.
Riparando ad una “prima volta” deludente
La Comi ha sconvolto il web con un annuncio sorprendente: è tornata vergine! No, nessuna magia, solo un intervento di vaginoplastica. La giovane influencer ha spiegato che la sua prima volta è stata vissuta con troppa superficialità, lasciandole un profondo rimpianto. Così ha deciso di riavvolgere il nastro della sua vita intima affidandosi alla chirurgia. Ma cosa comporta davvero questa operazione?
Vaginoplastica: un ritorno al passato
La vaginoplastica è un intervento che, tra le varie applicazioni, permette di ricostruire l’imene e di ristabilire un certo grado di tonicità vaginale. Questo tipo di operazione, spesso associata a motivazioni culturali o personali, è oggetto di dibattiti accesi tra chi la considera un diritto individuale e chi la vede come un’inutile pressione sociale.
Un modo per riattribuire un valore perduto
Michelle, consapevole delle critiche, ha spiegato: «La chirurgia, che spesso demonizzate, in questo caso mi aiuta a superare un dolore profondo». Per lei, l’intervento non è solo una questione estetica, ma un modo per riprendersi il controllo della propria esperienza intima e darle il valore che avrebbe voluto fin dall’inizio.
Tra curiosità e polemiche: il web si divide
Come sempre accade con le scelte personali esposte sui social, il pubblico si è diviso. Da un lato c’è chi la sostiene e applaude il suo coraggio nel raccontarsi senza filtri, dall’altro chi ritiene che un’esperienza passata non possa essere cancellata con un’operazione chirurgica.
La discussione impazza
Quel che è certo è che Michelle ha acceso i riflettori su un tema poco discusso e pieno di sfaccettature. Al di là delle opinioni, la sua storia dimostra ancora una volta che, nella vita e nella chirurgia, ognuno deve sentirsi libero di scegliere ciò che lo fa stare meglio. E voi, cosa ne pensate? Si può davvero riscrivere il passato con un bisturi? La verginità è più un fatto anatomico o uno stato mentale? Meditate gente, meditate… che il tema non è affatto superficiale come potrebbe apparire.
Cronaca
Terremoto ai Campi Flegrei, scossa di magnitudo 4.4: panico tra la gente, evacuate scuole e università. Musumeci convoca un vertice urgente
Il sisma ha avuto epicentro nel porto di Pozzuoli, a soli 3 chilometri di profondità. Interrotti metropolitana e treni, studenti e cittadini in strada. Il ministro per la Protezione civile ha rinviato l’audizione in Parlamento per coordinare l’emergenza.

Un boato improvviso, poi la terra che si muove come se volesse scrollarsi di dosso tutto. È tornata la paura a Pozzuoli e nei Campi Flegrei, dove oggi, poco dopo mezzogiorno, si è registrata una scossa di terremoto di magnitudo 4.4. Il sisma, avvenuto alle 12.07 con epicentro nel porto di Pozzuoli e a una profondità di appena tre chilometri, è stato avvertito distintamente anche a Napoli e nei comuni vicini, scatenando il panico tra i cittadini.
Pochi minuti prima, alle 12.06, una scossa di magnitudo 2.1 aveva fatto da preludio all’evento principale. E alle 12.22 è seguita una nuova scossa, questa volta di magnitudo 3.5. Uno sciame sismico in piena regola, che secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) è ancora in corso e viene attentamente monitorato. “Si tratta di un processo che rientra nella dinamica della crisi bradisismica in atto, legata al sollevamento del suolo”, ha spiegato Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano.
Scene di panico e evacuazioni
La reazione della popolazione è stata immediata: in tanti si sono riversati per strada, anche nei quartieri napoletani più lontani dall’epicentro. Le scuole sono state evacuate, interrotte le corse della metropolitana, della Circumflegrea e della Cumana. A Napoli, un treno diretto a Fuorigrotta si è fermato a Mergellina. Evacuata anche la sede dell’Università Federico II di Piazzale Tecchio, dove gli studenti si sono precipitati fuori dopo il suono dell’allarme.
Disagi si sono registrati anche alle terme di Agnano, dove la struttura ha tremato vistosamente. Secondo i presenti, tutto ha oscillato tranne la piscina termale, dove i clienti immersi non hanno percepito il sisma.
La paura è stata tanta, ma per fortuna — secondo i primi controlli della Protezione civile — non si registrano danni a cose o persone. Tuttavia, la giornata è stata segnata da un forte disagio e da rinnovate polemiche sul piano di evacuazione della zona flegrea.
La voce dei cittadini
“Ho sentito un boato, poi il pavimento ha cominciato a muoversi come impazzito”, racconta Rita, 83 anni, che vive a Pozzuoli da oltre cinquant’anni. “Sono caduti bicchieri e vasi. È da mesi che viviamo con questa angoscia. E il piano di evacuazione? Il traffico è in tilt, nessuno saprebbe dove andare se la situazione dovesse peggiorare”.
Una testimonianza condivisa da molti. A Bacoli, il sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha attivato le aree di attesa e quelle di accoglienza per chi teme di restare in casa. “Ci sono tanti bambini in strada, genitori preoccupati, scuole evacuate. Non abbiamo segnalazioni di danni, ma siamo pronti ad affrontare l’emergenza”.
La risposta delle istituzioni
La risposta del governo non si è fatta attendere. Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha rinviato la sua audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul rischio idrogeologico per recarsi nei propri uffici e coordinare direttamente l’intervento.
“Serve sangue freddo e collaborazione da parte di tutte le istituzioni”, ha dichiarato il ministro, annunciando un vertice d’urgenza a Roma con i capi della Protezione civile e del Dipartimento Casa Italia.
Intanto, a Pozzuoli, il sindaco Gigi Manzoni ha attivato il Centro operativo comunale. “Invito tutti alla calma e a rimanere nei luoghi aperti. Le nostre pattuglie sono già in strada per monitorare la situazione”.
Il contesto geologico e il rischio futuro
“L’epicentro in mare non deve sorprendere”, spiega Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’Ingv. “Quasi metà della caldera flegrea è sommersa, ed è per questo che la rete Medusa consente il monitoraggio anche sotto il livello del mare”.
Il sollevamento del suolo, che continua a circa 10 millimetri al mese, è la causa diretta dell’attività sismica. “Stressa la crosta terrestre fino al punto di rottura, ed è così che si generano i terremoti”, ribadisce Di Vito.
La Protezione civile invita alla prudenza ma anche alla fiducia nei protocolli in atto. E mentre i cittadini fanno i conti con la paura, si torna a parlare della necessità urgente di un piano di evacuazione realmente operativo e coordinato, capace di affrontare scenari anche peggiori.
Per ora, il sisma non ha causato vittime né danni strutturali. Ma ha sollevato una volta di più il velo su un territorio fragile, densamente popolato e minacciato da una crisi sismica che, secondo gli esperti, potrebbe durare ancora a lungo.
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