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Gossip

Melissa Satta, terme da sogno: la showgirl si rifà dopo la rottura con Berrettini

L’ex velina dimostra ancora una volta di essere una donna forte e indipendente, pronta a superare qualsiasi ostacolo che la vita le ponga davanti. E mentre il gossip continua a brulicare intorno alla sua vita amorosa, lei sembra concentrarsi su ciò che davvero conta: la sua felicità e il suo benessere. Che sia davvero iniziato un nuovo capitolo nella sua vita? Non ci resta che attendere e vedere cosa riserva il futuro per questa meravigliosa donna.

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    Melissa Satta, nota per la sua bellezza mozzafiato e il suo spirito indomito, ha deciso di voltare pagina dopo la fine della sua storia con il campione di tennis Matteo Berrettini. La coppia, che aveva fatto sognare molti fan con la loro storia d’amore iniziata lo scorso anno, ha recentemente annunciato la separazione, lasciando il mondo del gossip in fermento.

    Ma la Satta non si è mai sottomessa alle critiche e alle false accuse. Con coraggio e dignità, ha affrontato le voci che la dipingevano come una “sex addicted”, rispondendo direttamente sui social media. La sua risposta è stata un vero e proprio schiaffo per coloro che cercavano di denigrarla, dimostrando ancora una volta la sua forza interiore e la sua determinazione a non lasciarsi abbattere dalle insinuazioni maligne.

    Ora, l’ex velina sembra concentrarsi su se stessa, dedicandosi alla sua salute fisica e mentale. Le immagini della sua fuga alle terme con le amiche hanno letteralmente scatenato l’invidia di molti, mostrando un fisico invidiabile in bikini, con un lato B da urlo e gambe sensuali e affusolate.

    Ma c’è di più dietro queste foto mozzafiato. Melissa ha accompagnato le immagini con citazioni profonde e significative, forse lanciando una frecciatina al suo ex fidanzato. “Il problema non è la gente che non comprende, ma la gente che giudica quello che nemmeno comprende”, ha scritto, lasciando intendere che molte critiche verso di lei sono state fatte senza neanche conoscere la verità.

    E poi ancora: “Prima o poi arrivano i giorni della consapevolezza, in cui dovrai decidere se continuare a salvare gli altri, le cose o le situazioni… oppure lasciarti tutto alle spalle e iniziare a salvare soltanto te.” Parole cariche di significato che sembrano riflettere il suo nuovo stato d’animo, focalizzato su se stessa e sul suo benessere.

    E mentre Melissa Satta si prende cura di sé stessa, non manca di ringraziare le sue amiche, che le sono state accanto in questo momento difficile. L’amore e il supporto delle persone care sono preziosi in momenti come questi, e la Satta sembra aver trovato conforto nel loro affetto.

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      Interviste

      Cristina D’Avena ricorda il set di Love me Licia: «Mirko voleva baciarmi davvero, il regista gli urlò: sei matto?»

      Ospite a Rai Radio2, D’Avena ha raccontato l’episodio divertente sul primo “quasi bacio” con Finicelli, allora modello alle prime armi come attore. Da quell’esperienza nacque la sua carriera televisiva e musicale, segnata dal successo delle sigle per ragazzi.

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        Un tuffo nel passato, tra nostalgia e sorrisi. Cristina D’Avena, voce e volto iconico della tv per ragazzi, ha raccontato un episodio curioso dal set di Love me Licia, la serie cult del 1986 che diede vita al sequel live action del cartone giapponese Kiss me Licia. All’epoca aveva appena 19 anni e, tra emozione e inesperienza, si trovò catapultata accanto ai Bee Hive, i giovani idoli della fiction.

        Durante una chiacchierata nel programma Le Lunatiche su Rai Radio2, condotto da Jodie Alivernini e Barbara Venditti, l’artista ha ricordato il suo primo approccio con Pasquale Finicelli, modello prestato alla recitazione e interprete di Mirko, il leader della band nella serie. «Quando mi hanno buttata tra i Bee Hive, ragazzi bellissimi, pensai: “Mamma mia, cosa mi sta succedendo?”. Pasquale non era un attore, ma un modello, e con i baci ci furono dei problemi: lui pensava di dovermi baciare davvero», ha raccontato divertita.

        Il risultato? Un clamoroso stop sul set. «Il regista lo fermò e gli disse: “Ma sei matto? Non così! Devi solo appoggiare leggermente le labbra!”. Quello fu il nostro primo approccio, e ci facemmo una risata. Con lui è stato tutto molto divertente», ha aggiunto D’Avena.

        Il 6 ottobre ricorreranno i 39 anni dal debutto televisivo di Love me Licia, una produzione che trasformò una giovane cantante di sigle in una star della tv per ragazzi. Da quell’esperienza, infatti, si aprì la strada alla sua carriera musicale e televisiva, legata indissolubilmente al mondo delle sigle dei cartoni animati.

        Cristina ha ricordato anche un altro momento fondamentale, l’incontro con Alessandra Valeri Manera, storica autrice di Mediaset e regina della tv per bambini: «Mi disse: “Ho una canzone per te”. Era l’inizio dei miei primi anni di lavoro. In studio c’era il maestro Giordano Bruno Martelli, che aveva composto la musica. Da quella sigla nacque tutta la mia carriera: sono diventata non solo una voce, ma anche un volto».

        Oggi D’Avena guarda a quell’epoca con affetto e riconoscenza: un capitolo che le ha regalato popolarità, amore del pubblico e un percorso artistico che dura da quasi quarant’anni. E anche un “quasi bacio” che è rimasto nella storia della tv anni ’80.

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          Gossip

          Lite social tra il console ghanese e la star di OnlyFans Michelle Comi: “Regali di lusso al bimbo adottato? È disgustoso”

          Michelle Comi, nota per le sue provocazioni sui social e i guadagni da OnlyFans, ha raccontato di aver “adottato” un bambino africano, Momo. Ma il video dei pacchi Versace e Vuitton destinati al piccolo ha scatenato la reazione del console del Ghana in Italia, che parla di “spettacolarizzazione del dolore e della povertà”.

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            Il video inizia con un sorriso e decine di pacchi dorati sul pavimento. Michelle Comi, influencer e star di OnlyFans, mostra ai follower i regali destinati al piccolo Momo, il bambino senegalese che dice di aver “adottato a distanza”. Cappellini Louis Vuitton, sneakers Versace, magliette griffate. «Benvenuto in famiglia, piccolo mio – scrive –. Ti cambierò la vita, a partire dalla scuola, dal cibo, dai vestiti, da tutto quello che ora non hai».

            Un messaggio di tenerezza, almeno nelle intenzioni. Ma bastano poche ore perché sotto il post esploda la polemica. A guidarla è Massimiliano Colasuonno Taricone, console del Ghana in Italia, che commenta con parole durissime: «È disgustoso. Con il valore di un solo cappellino, in Senegal si pagherebbe la scuola a una classe intera per un anno».

            L’influencer, che sui social conta centinaia di migliaia di follower, aveva raccontato di sentirsi “una persona fortunata” e di voler “restituire qualcosa al mondo”. Il gesto – adottare un bambino a distanza – sembrava un passo sincero. Ma la scelta di documentare ogni dettaglio, compresi i marchi dei regali, ha trasformato la beneficenza in uno show virale.

            Colasuonno Taricone, in un’intervista successiva, ha aggiunto: «Aiutare è un atto nobile, ma non si può trasformare un bambino in un oggetto di marketing. L’ostentazione del lusso, in contesti di povertà estrema, è un insulto».

            Comi, per ora, non risponde direttamente. In un’altra storia su Instagram, si limita a dire: «Io faccio del bene e non mi devo giustificare con nessuno. Non ho nominato associazioni e non voglio guadagnare su nulla. Voglio solo che Momo abbia quello che non ha mai avuto».

            La replica, però, non placa la tempesta. Sui social si dividono in due fazioni: chi la accusa di usare la solidarietà per visibilità, e chi difende la sua libertà di agire come vuole con i propri soldi. «Meglio chi dona, anche con stile, che chi non fa nulla», scrivono alcuni fan.

            Intanto, il nome di Momo diventa virale, e il suo volto – mostrato nel video senza filtri – rimbalza ovunque. E così, quella che voleva essere una storia di altruismo, si trasforma nell’ennesimo caso di beneficenza in versione reality, dove il confine tra empatia e vanità diventa sempre più sottile.

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              Gossip

              Paola Barale, 59 anni e “ancora croccante”: «Mi piacciono gli afroamericani, ma non per il tronchetto della felicità»

              Paola Barale non si nasconde e gioca d’attacco: «Sono ancora croccante». E sugli uomini: «Mi piacciono gli afroamericani, non per il tronchetto della felicità… Mi piace chi ha una cultura e un background diversi». Poi la massima di Eva Robin’s: «In attesa di quello giusto, mi diverto con quelli sbagliati».

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                A 59 anni, Paola Barale arriva in streaming con The Traitors e porta in valigia una sicurezza che non si improvvisa. Nessuna nostalgia, nessun freno, soprattutto sul tema più eterno: uomini, età e fascino. «Credo di essere una donna fortunata, come mi dicono, sono ancora croccante», sorride. Un aggettivo che, nelle sue mani, diventa manifesto: niente ansia da tempo che passa, solo autoironia e orgoglio di esserci. «Un po’ mi dispiace diventare grande, ma me ne faccio una ragione: se non puoi combattere un nemico, alleati con lui». L’energia è quella di chi ha visto molto, fatto tutto e oggi sceglie la leggerezza come arma affilata.

                Uomini? Con ironia e selezione naturale
                Il capitolo sentimentale, manco a dirlo, arriva con una battuta di quelle che restano. «Mi piacciono gli afroamericani, non per il tronchetto della felicità… Mi piace chi ha una cultura e un background diversi, che mi sappia stupire e abbia voglia di stupirsi». Un sorriso, una pausa, e il colpo: «Un BIG background!». Poi la filosofia di vita firmata Eva Robin’s: «In attesa di quello giusto, mi diverto con quelli sbagliati». Traduzione: niente drammi, niente etichette, zero auto-commiserazione. La Barale flirta con la vita senza chiedere permesso. E se è vero che l’amore arriva quando vuole, nel frattempo meglio divertirsi e restare “croccanti”.

                La libertà come stile di vita
                Nessuna posa da icona malinconica, nessun revival forzato: Barale sceglie l’ironia, la consapevolezza e il diritto di preferire l’imprevedibile al programmato. «Dovrebbe essere qualcuno che ha tempo per me, simpatico, gentile, bello e più giovane». Non un elenco di pretese: piuttosto, un modo per dire che sa quello che vuole. E soprattutto quello che non accetta.

                Tra battute intelligenti e la leggerezza feroce di chi non deve più dimostrare nulla, Paola Barale costruisce un ritorno televisivo non nostalgico, ma contemporaneo.
                Con la serenità di chi ha fatto pace con tutto — tranne con l’idea di smettere di divertirsi.

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