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Fedez, superpapà con Leone e Vittoria in Sardegna: “Dormo meglio se ci sono loro”

Nonostante le sfide e la nuova vita da single, Fedez trova rifugio nella gioia dei suoi figli, che rendono le sue notti meno tormentate.

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    Dopo un’estate intensa trascorsa tra deejay set nei locali più esclusivi e feste in Costa Smeralda, come ogni papà premuroso Fedez ha ritrovato serenità con l’arrivo dei suoi figli, Leone e Vittoria, nella sua villa a Porto Cervo. I bambini, rientrati dalla Grecia insieme alla madre Chiara Ferragni, hanno riportato la gioia nella vita del rapper, che non ha nascosto la sua felicità per averli di nuovo al suo fianco e poter trascorrere con loro un po’ di giorni di vacanza.

    Finalmente insieme per scacciare i demoni delle notti insonne

    In un post su Instagram, Fedez ha condiviso dolci momenti di vita familiare, mostrando foto e video dei giochi con i suoi bambini. E’ stata la piccola Vittoria, in un momento di spensieratezza, a esprimere un pensiero davvero intenso e – come accade spesso ai bambini – molto vero. “Non è bello stare arrabbiati perché è bello stare felici“, ha detto Vittoria. Il cantante ha anche pubblicato uno scatto che lo ritrae appena sveglio accanto ai figli, dormienti nel lettone, accompagnato dalla frase: “Insieme. Le uniche notti in cui i miei demoni mi lasciano dormire“.

    I figli… so’ pezzi ‘e core anche per Fedez

    Questo periodo non è stato facile per Fedez, tra problemi di salute e la separazione da Chiara Ferragni. La presenza di Leone e Vittoria sembra proprio aiutare questo giovane padre come tanti a superare le difficoltà. Molti fan hanno interpretato le parole del rapper come un possibile segno di riavvicinamento con l’ex moglie, alimentando speranze che i Ferragnez possano ritrovare l’armonia.

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      Chiara Ferragni in versione Fenice: 5,7 milioni di rosso, ma il rilancio è vicino

      Le società TBS Crew e Fenice chiudono il 2024 in perdita, ma l’influencer rilancia con un maxi investimento personale e promette un futuro più autentico e strategico.

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        Il 2024 non è stato un anno da incorniciare per Chiara Ferragni sul fronte imprenditoriale. Le sue due principali società, TBS Crew e Fenice Srl, hanno registrato complessivamente una perdita di 5,7 milioni di euro, rispettivamente 2,3 e 3,4 milioni. Un bilancio in rosso che però, secondo quanto comunicato dal gruppo, riflette una scelta consapevole: quella di rallentare, fare ordine e ripensare il modello di business dopo mesi turbolenti. Il cosiddetto “anno della pausa operativa” ha visto la sospensione di molte collaborazioni e attività, in attesa di capire come si sarebbe evoluto il mercato e quale direzione strategica intraprendere.

        Ferragni ci mette i suoi soldi

        In questo contesto, Ferragni ha deciso di mettersi in gioco in prima persona, investendo 6,4 milioni di euro nella società Fenice, diventandone azionista di maggioranza assoluta. Un gesto che va oltre la semplice iniezione di liquidità: è un atto di fiducia nel futuro e nella possibilità di costruire un’azienda più snella, dinamica e coerente con la sua visione. Il 2025, promettono le società, sarà l’anno della ripartenza, con nuove proposte creative e un piano di crescita già in fase di attuazione.

        Un riposizionamento del brand

        Nel frattempo, Fenice ha avviato una razionalizzazione delle risorse, chiudendo il punto vendita di Roma e mettendo in liquidazione la controllata Fenice Retail. L’obiettivo è chiaro: concentrare gli sforzi su attività ad alto valore aggiunto e riposizionare il brand in modo più efficace. Anche la holding Sisterhood, che fa capo a Ferragni, ha chiuso il 2023 con un utile di 1 milione, mentre per il 2024 si attende la chiusura definitiva dei conti. Chiara, dal canto suo, ha commentato con ottimismo: “Il 2024 è stato un anno importante per ripensare tutto. Ora inizia una fase più fedele alla mia personalità”. E se il futuro sarà davvero “più Chiara”, allora il rosso potrebbe diventare solo un ricordo di passaggio.

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          Gene Gnocchi: il sogno della Serie A, la satira pungente e un nipotino che gli ha cambiato la vita

          Dalla filosofia del diritto al calcio, passando per la satira politica e il teatro: Gene Gnocchi racconta la sua carriera e il legame speciale con il nipote, il piccolo Eugenio, a cui sogna un futuro da calciatore

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            A quasi settant’anni, Gene Gnocchi non sembra intenzionato a rallentare. Attore, comico e autore, il poliedrico artista parmigiano ha le idee chiare: «Penso di smettere verso gli 85-90 anni, poi si vedrà. Intanto sto scrivendo il nuovo spettacolo che andrà in scena l’anno prossimo», ha raccontato al quotidiano Il Giorno.

            Ma prima di dedicarsi alla comicità, la vita di Gene ha attraversato sentieri ben diversi. Laureato in filosofia del diritto, ha esercitato la professione di avvocato per sei anni. «Mi sono capitate cause inverosimili. Tutte a me», ha ricordato con il suo inconfondibile humour.

            Il sogno della Serie A
            Gene Gnocchi, però, ha sempre avuto un grande sogno nel cassetto: diventare un calciatore professionista. E ci è andato vicino. «Ho giocato anche in Serie D, ero una mezzala di belle speranze. Mi tesserò per il Parma in Serie A un po’ per scherzo, un po’ per davvero. Mi allenavo ogni settimana. Dovevo esordire contro il Milan, ma la squadra era in lotta per la salvezza e quindi non se ne fece nulla».

            La passione per il calcio non si è mai spenta, e nel 2007 Gene ha “rischiato” di esordire con la maglia numero 52 del Parma, il club della sua città e squadra del cuore.

            Satira e battute pungenti
            Accanto al calcio, Gene non ha mai perso occasione di fare satira, anche politica. Donald Trump? «Sui capelli è un talento. Non si capisce dove cominciano e dove finiscono, sembra uno zampirone anti-zanzare». Elly Schlein? «Ha sdoganato il mestiere di armocromista, tanto che ora c’è persino un albo professionale».

            Non mancano progetti ambiziosi. «Voglio aprire una scuola per opinionisti: la chiamerò “Martiri di Daniele Capezzone”. Insegnerà a togliere la parola agli altri durante i dibattiti», ha scherzato.

            Il lato tenero di Gene
            Dietro l’ironia di Gene Gnocchi si nasconde però un nonno affettuoso. Parlando del nipotino Eugenio, non riesce a trattenere l’emozione: «Mi ha cambiato la vita. Mi fa pensare che, vista l’età, sono quasi anziano. Dopo la sua nascita volevano già regalarmi un montascale».

            Con il piccolo Eugenio, Gene sogna di condividere la sua passione per il calcio: «Vorrei che diventasse un calciatore di Serie A. Gli ho già regalato un paio di Adidas Copa Mundial e non vedo l’ora di portarlo sul campo ad allenarsi con me».

            Tra un nuovo spettacolo, battute al vetriolo e i pomeriggi con il nipote, Gene Gnocchi sembra aver trovato la ricetta perfetta per affrontare con leggerezza e sorriso la bellezza della vita, a qualsiasi età.

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              Ferragni alla maturità (ma in Tunisia): dal pandoro-gate ai banchi d’esame

              Lo scandalo del pandoro, la perdita di credibilità, le scuse social e la fuga dei brand: tutto inserito nella prova di inglese per la maturità tunisina. Altro che imprenditrice digitale: qui si studia il tracollo di un brand come esempio da manuale

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                Altro che “power couple”, altro che regina dell’imprenditoria digitale. Chiara Ferragni ormai è ufficialmente diventata un caso da manuale. Non di marketing, ma di come bruciare in pochi mesi un impero costruito a colpi di selfie e collab. E la conferma non arriva da un podcast, da Selvaggia Lucarelli o da qualche saggio universitario italiano. No, arriva dritta da un’aula scolastica tunisina, dove in questi giorni si svolgono gli esami di maturità.

                Nella sezione Economia della prova scritta di lingua inglese, il Ministero dell’Istruzione tunisino ha infilato una traccia che suona come una condanna: “Analizzate il caso Chiara Ferragni alla luce dell’articolo pubblicato dal The Guardian il 13 gennaio 2024”. Una vera e propria autopsia dell’operazione-pandoro, a partire dall’accordo con Balocco da un milione di euro fino alle multe dell’Antitrust. Nessun filtro bellezza. Solo numeri, contratti e cadute.

                A rilanciare la notizia è stata la pagina social tunisina Lyceena, specializzata in temi scolastici. Il che ci dice una cosa molto chiara: la fama della Ferragni è talmente globale che anche dall’altra parte del Mediterraneo è diventata un caso di studio. Peccato che lo sia non per meriti imprenditoriali, ma per il contrario.

                Gli studenti tunisini devono ora analizzare, in inglese, come un’operazione di marketing possa trasformarsi in boomerang. Il testo del Guardian non risparmia nulla: il video di scuse postato da Chiara con la triste musica di sottofondo, il gelo calato sulle collaborazioni con brand come Coca-Cola, l’effetto domino sulla reputazione del marchio. L’articolo si concentra soprattutto sull’impatto economico della vicenda, mostrando come la fiducia in un brand, una volta tradita, può essere quasi impossibile da riconquistare.

                Ironia della sorte, in Italia il dibattito è finito nel frullatore dell’opinione pubblica e della satira. In Tunisia, invece, Ferragni è diventata materia d’esame. Gli studenti devono capirne le cause, analizzare gli errori, valutare le conseguenze. Insomma, imparare dal fallimento di un’influencer globale per evitare gli stessi errori.

                A volte la realtà supera l’ironia. E se fino a ieri il nome di Chiara Ferragni faceva curriculum, oggi fa lezione. Ma in Tunisia.

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