Reali
Meghan Markle e il biglietto incriminato: “Sua Altezza Reale”, ma solo quando le conviene
Scoppia la polemica dopo che Meghan Markle ha mostrato un biglietto firmato come “Sua Altezza Reale” durante un’intervista: i tabloid inglesi gridano alla violazione degli accordi con la Corona, mentre i portavoce della duchessa tentano di minimizzare, parlando di un “gesto personale”. Ma ormai la bufera è servita
Nel regno delle figuracce reali, Meghan Markle sembra detenere un posto d’onore. A far infuriare ancora una volta sudditi e tabloid britannici è un dettaglio minuscolo, ma dal peso simbolico esplosivo: un biglietto, infilato in un cestino regalo, firmato con l’altisonante appellativo “Sua Altezza Reale la Duchessa di Sussex”. Peccato che, secondo gli accordi stretti con Buckingham Palace nel 2020, quel titolo non dovrebbe più far parte dell’arsenale pubblico della coppia ribelle d’Oltreoceano.

La scena incriminata arriva da un podcast su YouTube in cui Meghan, in versione perfetta lifestyle queen, chiacchiera con l’amica Jamie Kern Lima, imprenditrice americana dei cosmetici. Durante l’intervista – tutta sorrisi, marmellate fatte in casa e citazioni da Pinterest – viene mostrato un grazioso cesto regalo inviato dalla duchessa. Il contenuto? Qualche prodotto homemade a marchio “As Ever” e un bigliettino dall’apparenza innocua. Ma l’intestazione recita nero su bianco: “HRH The Duchess of Sussex”. Sua Altezza Reale, appunto. Un titolo che lei e il marito Harry avevano promesso di non utilizzare più pubblicamente, in cambio della libertà di costruirsi una nuova vita a Montecito, ben lontani dalla rigida etichetta di corte.

La reazione dei media britannici è stata fulminea. Il “Daily Mail” e il “Telegraph” parlano apertamente di “violazione dell’accordo di Sandringham”, mentre alcuni commentatori più agguerriti parlano di “sfregio” alla Corona in un momento delicatissimo, con il Conclave in Vaticano che monopolizza l’attenzione internazionale e una famiglia reale ancora scossa dalla malattia di re Carlo e dall’assenza prolungata di Kate Middleton.

Come da copione, le fonti vicine alla coppia californiana si affrettano a gettare acqua sul fuoco. “Si tratta di un contesto strettamente personale”, sostengono, “non c’è alcun utilizzo commerciale del titolo e nessuna intenzione di infrangere gli accordi”. Meghan, insomma, si sarebbe firmata così solo perché stava scrivendo un biglietto a un’amica, in un gesto affettuoso e privato. Ma quando il gesto “privato” viene trasmesso su YouTube a milioni di utenti, la linea tra personale e pubblico si fa sottile come la glassa su un biscotto.
La realtà è che ogni volta che Meghan Markle mette piede o voce su un palcoscenico, anche virtuale, si accende un riflettore gigantesco. Non importa quanto cerchi di mostrare il suo lato domestico, tra marmellate, cesti di vimini e figli che raccattano fiori nel giardino. Ogni mossa viene passata al microscopio, e ogni scelta – anche solo una firma su un cartoncino – assume un valore politico, simbolico e mediatico.
In fondo, il titolo di “Sua Altezza Reale” non è un’etichetta qualsiasi. È il marchio di una gerarchia precisa, di un sistema di valori e di potere che la stessa Meghan aveva detto di voler abbandonare. Eppure, eccolo lì: riemerge, scritto a penna, come un vezzo difficile da scrollarsi di dosso. Per alcuni è solo una distrazione. Per altri, l’ennesima conferma che Meghan Markle, anche da fuori, continua a giocare con le regole della monarchia, piegandole a suo piacimento.
In attesa di eventuali repliche ufficiali da Buckingham Palace – che difficilmente sprecherà una dichiarazione per una firma su un biglietto da regalo – resta il solito interrogativo. Si può davvero uscire dalla Famiglia Reale, o si resta sempre, almeno un po’, parte del cast?
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Reali
Kate Middleton incanta al Royal Variety Performance: con William e i preziosi orecchini di Elisabetta torna il glamour reale
Il principe e la principessa del Galles hanno rappresentato ancora una volta la monarchia al Royal Variety Performance, evento a cui partecipano per la sesta volta dal debutto del 2014. Kate Middleton ha conquistato il red carpet con un abito di velluto verde e i preziosi orecchini Greville, appartenuti alla regina Elisabetta e già sfoggiati al matrimonio del principe Hussein e della principessa Rajwa nel 2023.
Il Royal Variety Performance non sarebbe lo stesso senza un tocco reale. E quest’anno il glamour lo hanno portato Kate Middleton e il principe William, presenti in rappresentanza della famiglia reale. Per la coppia è la sesta partecipazione all’evento, un appuntamento che hanno inaugurato ufficialmente nel 2014 e che, da allora, li vede protagonisti fissi tra applausi, riflettori e tradizione britannica.
Una serata regale per il Galles
William e Kate sono arrivati con la consueta eleganza, accolti da un pubblico entusiasta e da un red carpet che sembra essere diventato un’estensione naturale della loro agenda. La loro presenza, impeccabile e sempre attesissima, conferma il ruolo centrale dei due nel rappresentare la nuova immagine della monarchia: moderna, sorridente, perfettamente a fuoco.
Kate scelta di stile: velluto verde e scintille reali
Ma la vera protagonista della serata è stata lei. Kate Middleton ha sorpreso con un abito di velluto verde firmato Talbot Runhof, una scelta sofisticata e teatrale, perfetta per l’atmosfera del Variety. Linee morbide, spalle in primo piano, luce calda del velluto: un look che ha subito fatto il giro dei social, confermando ancora una volta il suo ruolo di icona fashion della Royal Family.
Gli orecchini Greville: il richiamo alla regina Elisabetta
A completare il look, un dettaglio che ha scaldato il cuore dei royal watchers: gli orecchini a lampadario con diamanti Greville. Un gioiello storico, amatissimo dalla regina Elisabetta II che li ha indossati per tutto il suo regno. Kate li aveva già sfoggiati al matrimonio del principe Hussein e della principessa Rajwa nel 2023, ma vederli brillare di nuovo in un’occasione così prestigiosa ha creato un ponte emotivo tra il presente e l’eredità della sovrana.
Un ritorno che parla di tradizione e futuro
La serata ha confermato la forza del duo William–Kate: eleganti, affiatati e capaci di unire rispetto della tradizione e modernità. Il loro sesto Royal Variety Performance sembra segnare un nuovo capitolo nella rappresentazione pubblica della monarchia, sempre più orientata verso una linea sobria ma magnetica.
Reali
Kate Middleton torna in pubblico e incanta: il tailleur grigio e la missione per l’infanzia conquistano Londra
Kate Middleton ha partecipato a un incontro del Business Taskforce for Early Childhood, incontrando leader d’azienda per promuovere politiche concrete a sostegno dei genitori e dei bambini sotto i cinque anni. Un ritorno in scena impeccabile, tra stile sobrio e attenzione ai temi sociali.
Kate Middleton è tornata a occupare la scena pubblica con la naturalezza di sempre. Niente effetti speciali, nessuna forzatura: solo un tailleur grigio chiaro perfettamente tagliato e una camicia con ruches che riportano al suo stile classico e rassicurante. La principessa di Galles ha partecipato a un nuovo incontro del Business Taskforce for Early Childhood, il gruppo di lavoro creato all’interno della sua Royal Foundation per promuovere politiche innovative rivolte ai primissimi anni di vita.
Un look impeccabile, lontano dagli eccessi
Kate ha scelto ancora una volta la via dell’eleganza minimale: linee pulite, colori neutri e un insieme che racconta più del necessario. L’effetto — ça va sans dire — è quello che da anni la consacra icona globale di stile senza mai oltrepassare il limite dell’ostentazione. Anche questa volta, il messaggio è chiaro: sobrietà sì, ma mai anonima.
La missione che le sta più a cuore
L’incontro al Future Workforce Summit aveva un obiettivo preciso: confrontarsi con diversi leader d’azienda per sviluppare iniziative che sostengano i genitori e chi si occupa dei bambini sotto i cinque anni. Un tema che Kate ha trasformato nella battaglia centrale del suo ruolo istituzionale. Secondo la principessa, l’investimento nei primi anni di vita è la chiave per una società più solida, equilibrata e produttiva.
Il dialogo con le imprese
Kate ha ascoltato, preso appunti, fatto domande. Il suo approccio, come sempre, oscillava tra pragmatismo e sensibilità. La Royal Foundation sta lavorando per creare un fronte comune tra istituzioni, aziende e terzo settore, con l’obiettivo di rendere più accessibili i servizi che supportano le famiglie e facilitare politiche aziendali che tengano conto delle reali necessità dei genitori lavoratori.
Un ritorno che non passa inosservato
Ogni sua apparizione pubblica è inevitabilmente oggetto di analisi e — spesso — di speculazioni. Ma stavolta il focus è rimasto dove Kate voleva: sulla causa. La principessa ha mostrato un equilibrio perfetto tra impegno e immagine, tra ruolo istituzionale e presenza umana. E soprattutto ha ribadito, ancora una volta, che il suo lavoro sull’infanzia non è una semplice campagna, ma una missione di lungo periodo.
Reali
Harry ironizza sui social: «I miei figli online a 35 anni. Le piattaforme trascinano i giovani in luoghi oscuri»
Il duca di Sussex scherza sull’età giusta per concedere i social ai figli Archie e Lilibet, ma il messaggio è chiaro: «Meglio aspettare, è un tema che dovrebbe allarmare tutti». Nessun passo verso la cittadinanza Usa, e un auto-test sull’accento americano conclude l’intervista.
«I miei figli sui social a 35 anni». Harry lo dice ridendo, ma la risata non smorza la sostanza. Nel corso del podcast Hasan Minhaj Doesn’t Know, il duca di Sussex gioca con l’ironia e insieme mette le mani avanti: l’accesso di bambini e adolescenti alle piattaforme è, per lui e Meghan Markle, un terreno delicato. «I social stanno trascinando i giovani in luoghi molto oscuri», afferma. Dietro la battuta, l’eco di una preoccupazione genitoriale concreta. «Considerato ciò che sappiamo oggi, saremo molto più cauti nel permettere ai nostri figli di accedervi»
La soglia “ragionevole”: quando sei davvero te stesso
Harry non si limita all’ironia e una soglia la indica davvero: «Una buona età per entrare sui social è 21 anni, quando il cervello è formato e inizi a sapere chi sei». Non un divieto, ma una postura prudente, che però porta con sé un dilemma moderno: protezione o isolamento? «C’è il rischio che siano gli unici tra i loro amici a non esserci», ammette. Una riflessione che intercetta uno dei nervi scoperti della genitorialità contemporanea: trovare equilibrio tra autonomia digitale e tempo reale, tra libertà e salvaguardia.
Nuova vita, vecchia identità
Seduto davanti al comico americano, Harry alterna leggerezza e pensieri seri. Alla domanda su cosa sappiano Archie e Lilibet del suo lavoro, risponde con semplicità: «Sanno che aiuto gli altri». Lineare, quasi didascalico, lontano dalla retorica reale e più vicino alla quotidianità californiana che lui e Meghan raccontano come scelta di libertà e cura del proprio spazio personale.
Sulla cittadinanza statunitense, però, frena: «Al momento non è nei piani». Nessuna fretta di mettere nero su bianco la trasformazione definitiva da principe britannico a cittadino americano. C’è un’identità che resta sospesa tra due mondi, un equilibrio ancora in costruzione.
Un “yee-haw” per chiudere
Non manca il gioco finale. Minhaj chiede a Harry di sottoporsi a un rapido test sull’accento americano. «Proviamo il tuo yee-haw», lo incalza. Il duca sorride, accetta, prova. Un gesto minimo che però racconta bene l’atmosfera: un principe che ha scelto di ridere, di esporsi con leggerezza, di smarcarsi dalla formalità.
Tra una battuta e un monito, resta una linea chiara: crescere due figli in un mondo iperconnesso richiede scelte consapevoli. E forse anche un pizzico di ironia per non farsi travolgere.
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