Speciale Grande Fratello
Al GF tra Giglio e Javier una conversazione notturna che fa discutere
Nanni Moretti in Palombella Rossa lo diceva, prendendo a sberle una giornalista: le parole sono importanti! E quando si dicono cose fuori luogo… bisogna prendersi le proprie responsabilità.

“Te gli fai capire (a Zeudi?) com’è nella natura, è questo il bello. Fagli capire che Adamo ed Eva erano un uomo e una donna, questo è il bello.” Una frase che, forse, voleva essere leggera, magari ironica ma che ha aperto un dibattito acceso. Perché, scherzo o meno, certe parole pesano, lasciano il segno e rivelano più di quanto si vorrebbe ammettere.
Le parole sono importanti
Oggi c’è una tendenza diffusa: quando una frase viene criticata o solleva polemiche, ci si rifugia spesso dietro il “stavo scherzando”. È un modo per uscire dall’impasse, per smorzare i toni e far passare ciò che si è detto come qualcosa di innocuo. “Era solo ironia, non volevo dire quello.” Ma siamo sicuri che sia così semplice? L’ironia è un’arma a doppio taglio: se da un lato permette di alleggerire i discorsi, dall’altro, quando usata nel momento sbagliato o su temi delicati, finisce per diventare un velo dietro cui si nascondono pensieri più radicati. Perché, scherzo o no, le parole che escono riflettono sempre qualcosa di ciò che portiamo dentro. E, in questo caso, la frase di Giglio tradisce una visione che non può essere ignorata.
Ironia malriposta, un pericolo in grado di ferire
Il richiamo ad Adamo ed Eva non è casuale. È un’immagine simbolica che parla di una “natura” vista come immutabile, un uomo e una donna come unica forma di relazione “bella” o “naturale”. Questa visione è antica, certo, ma anche profondamente limitante. Dietro una frase che vuole sembrare semplice, c’è una mentalità che tende a escludere tutto ciò che non rientra in quello schema tradizionale: le coppie omosessuali, le identità non binarie, i modelli di relazione alternativi. Non è solo una questione di parole. È una questione di messaggi impliciti, che rafforzano l’idea che solo un certo tipo di amore, un certo modo di vivere, sia quello “giusto”. Ed è qui che l’ironia si rivela pericolosa: perché mentre smorza il peso del discorso, rischia di normalizzare una mentalità che, anche se non intenzionale, può ferire o escludere.
Ogni tanto lo scherzo risulta fuori luogo
L’ironia è importante, ma bisogna saperla usare. Non tutto può essere ridotto a uno scherzo, soprattutto in un contesto sociale in cui parole e concetti hanno un impatto reale. C’è un momento per fare ironia e un momento per fermarsi e riflettere. Forse, in questa occasione, era meglio scegliere la seconda strada. Perché il vero problema non è tanto ciò che Giglio ha detto, ma il fatto che molte persone pensano che scherzare su temi come questi non abbia conseguenze. Ma le conseguenze ci sono, eccome. Ogni battuta, ogni frase, contribuisce a costruire una narrazione collettiva su cosa è giusto, bello o naturale. E se quella narrazione è escludente, allora l’ironia non può essere una giustificazione.
Giglio ci è cascato di nuovo
Non è la prima volta che Giglio si lascia andare a dichiarazioni discutibili. In un’altra occasione, riferendosi a Helena Prestes, ha affermato: “La metto nella sauna, la riscaldo e la faccio esplodere da sola lì dentro”. Una frase che, sebbene possa essere stata pronunciata in un momento di sfogo, non può essere sottovalutata. Anche se passata inosservata al tempo, oggi assume un peso particolare e merita di essere ricordata.
Parlami… e ti dirò chi sei
La frase di Giglio e Javier, al di là del contesto e delle intenzioni, ci lascia con una riflessione importante: quanto siamo consapevoli del peso delle nostre parole? Quanto siamo disposti a mettere in discussione i nostri pensieri, invece di nasconderli dietro l’ironia? Forse è ora di superare la scusa del “stavo scherzando” e iniziare a parlare con maggiore responsabilità, soprattutto su temi che riguardano l’identità, la libertà e la diversità. Perché le parole non sono mai solo parole, il modo in cui scegliamo di usarle dice molto di chi siamo davvero. Vedremo questa sera se Signorini affronterà l’argomento…
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Speciale Grande Fratello
“Io, Ivana, nata in un corpo che non sentivo mio”: la storia di coraggio della concorrente siciliana del GF
La concorrente siciliana ha confidato a Giulia e Grazia il lungo percorso di transizione e la forza con cui ha affrontato i pregiudizi della famiglia e della società. “Il giudice mi ha bocciato due volte la richiesta per cambiare sesso, ma non ho mai smesso di credere in me. Sono una donna grazie a mia madre, che è andata contro tutti pur di starmi accanto”.

C’è una storia di coraggio, dolore e rinascita dietro il sorriso di Ivana Castorina, la concorrente siciliana che ha emozionato tutti raccontando il proprio percorso di transizione. In un momento di confidenza con Giulia e Grazia, Ivana ha rivelato il peso di un’infanzia segnata da un profondo senso di disagio. “Fin da piccola sentivo di non appartenere al mio corpo. Mettevo i teli in testa per simulare i capelli lunghi e giocavo con le Barbie. Sognavo di svegliarmi diversa, di vedermi per come mi sentivo dentro”.

La sua liberazione è arrivata a 18 anni, l’età che per molti segna l’inizio dell’indipendenza, ma che per lei significava ben altro: “I ragazzi aspettano i 18 anni per la patente o per diplomarsi. Io li aspettavo per essere libera”. Quel giorno, a tavola con sua madre, tutto è cambiato: “Lei mi ha guardata e mi ha detto: ‘Mi sa che dobbiamo parlare’. Io sono scoppiata. Le ho detto che avevo un disagio, che mi sentivo sola e non accettata. Poi sono corsa in camera a fare la valigia. Le ho gridato: ‘Questa è l’ultima volta che mi vedi’. E lei, ferma sulla porta, mi ha detto: ‘Magari è un momento, e se cambi idea?’. Allora ho risposto: ‘Io non cambierò mai idea, perché tuo figlio non è mai esistito’”.
Da quel momento, la madre ha scelto di esserle accanto. “Mi ha detto: ‘Dammi il tuo dolore, ci penso io a te’. È andata contro tutta la famiglia. Per me è la donna più forte del mondo”.
Il cammino verso la transizione non è stato facile. “Il giudice mi ha bocciato due volte la richiesta perché mi sono presentata in camicia e con la coda di cavallo. Mi ha detto: ‘Sei troppo maschietto, non credo tu sia davvero sicura’. Ma non ho mollato. Gli interventi sono stati lunghi e complicati, sono mancata un mese da casa, e mia madre era sempre lì”.
Oggi Ivana si sente finalmente in pace. “Non volevo essere iper femminile, volevo solo essere me stessa. Sono quella che sono grazie a mia madre — e a mia bisnonna, che mi disse che lo aveva sempre capito. È anche grazie a loro se oggi posso guardarmi allo specchio e dire: sì, sono felice”.
Speciale Grande Fratello
Matteo Azzali travolto dalle accuse della ex: «Altro che uomo saldo e rigoroso, sei solo un pagliaccio»
Un lungo sfogo social mette nel mirino Matteo Azzali: tra accuse di mancanza di rispetto e teatrini sentimentali, la donna lo definisce «un clown che recita un copione».

Dal ring alla Casa del Grande Fratello, passando per le tempeste sentimentali che oggi rischiano di fargli più male di un diretto al volto. Matteo Azzali, ex pugile ed ex gieffino, è finito nel mirino della sua presunta ex compagna, che ha affidato ai social un durissimo sfogo contro di lui. Niente mezze misure: «Pagliaccio», lo ha definito, accusandolo di essere l’esatto opposto dell’uomo “saldo e rigoroso” che ama raccontare di sé.
Un attacco frontale, condito da dettagli che hanno il sapore del risentimento e della resa dei conti. «Tre mesi fa mi ha congedata in favore di un’altra donna, dopo circa due anni di relazione», ha scritto lei, lasciando intendere che la separazione non sia stata né elegante né rispettosa. E come se non bastasse, il colpo di grazia: «Me lo sono ritrovato in pompa magna nella Casa del Grande Fratello».
La ex non si è fermata qui. Ha continuato alzando i toni: «Ora, giunti ai suoi quarantasette anni, ci si domanda se l’epiteto di “pagliaccio” possa essere sufficiente, o se non sia opportuno ricorrere a una definizione ancor più incisiva, capace di rendere giustizia al teatrino di cui egli stesso si è reso protagonista con tanto fervore. L’appellativo di “pagliaccio” rischia persino di suonare indulgente. Vergognati! Del concetto di rispetto tu non possiedi neppure la più vaga cognizione».
Parole che hanno acceso il dibattito tra fan e detrattori, perché Azzali non è un nome qualsiasi: la sua carriera da pugile, le ospitate tv e ora l’avventura da gieffino lo hanno reso un volto noto. Ma se i riflettori della Casa amplificano le simpatie, amplificano anche gli attacchi. E questa volta il match non si gioca né sul ring né sotto le telecamere del reality, ma su Instagram, dove lo sfogo della ex è rimbalzato di profilo in profilo.
Una guerra a colpi di stories e post velenosi, che mette in dubbio l’immagine di uomo “fermo, corretto e rispettoso” che Azzali aveva provato a cucirsi addosso. La sensazione è che questo round sentimentale sia tutt’altro che chiuso.
Speciale Grande Fratello
Jonas Pepe, dal confessionale del Grande Fratello al rimprovero a Leopardi: «Non si è impegnato abbastanza a vivere»
Al Grande Fratello si è visto di tutto, ma Jonas Pepe riesce a sorprendere: mostra il tatuaggio col verso di un rapper americano e racconta di aver scritto, a 19 anni, una lettera a Giacomo Leopardi per dirgli che avrebbe dovuto “vivere meglio”.

Al Grande Fratello i concorrenti hanno il compito di confessarsi davanti alle telecamere. C’è chi piange, chi litiga, chi ricorda amori finiti. Poi c’è Jonas Pepe, che decide di alzare l’asticella: in diretta nazionale mostra un tatuaggio dedicato a Notorious B.I.G. e, con la stessa naturalezza, racconta di aver scritto a Giacomo Leopardi. Sì, proprio lui: il poeta morto nel 1837.
Il tatuaggio, inciso in una zona che definiremo “discreta”, recita: “I knew that I was goin’ somewhere” – «Sapevo che stavo andando da qualche parte». Una frase motivazionale presa dal leggendario rapper di Brooklyn che, a sentire Jonas, lo guida ogni giorno. Fin qui tutto normale: il mix tra musica e tatuaggi è una moda consolidata.
Ma poi arriva il colpo di scena. Jonas, con aria serissima, racconta: «Quando avevo 19 anni ho scritto una lettera a Leopardi. Sì, a Leopardi. Gli ho detto che non si era impegnato abbastanza per vivere davvero la vita ed essere felice». In pratica, il concorrente del reality ha rimproverato uno dei più grandi poeti della storia per non aver sorriso di più e per essersi perso, forse, un aperitivo al tramonto.
Il pubblico, naturalmente, si è diviso tra l’incredulo e l’ilarità. Perché il pensiero corre veloce: che cosa avrebbe risposto l’autore de L’infinito a un gieffino tatuato che lo accusa di non aver colto il bello dell’esistenza? Probabilmente nulla: Leopardi, già abbastanza provato dai suoi dolori, avrebbe lasciato scorrere, come fa con la “siepe” nei suoi versi immortali.
Jonas, invece, insiste. Per lui, Notorious B.I.G. e Giacomo Leopardi sono due fari opposti della sua formazione. Uno gli ricorda che c’è sempre una strada da percorrere, l’altro, dice lui, “non ha fatto abbastanza per viverla”.
Così il reality più popolare d’Italia si arricchisce di un nuovo paradosso: tra le mura del loft romano si discute di idoli rap e di poeti ottocenteschi. Una miscela che strappa risate, meme e inevitabili polemiche. Nel frattempo, Jonas si gode la ribalta. Convinto di aver lanciato un messaggio universale. O almeno, di averlo urlato al cielo del prime time.
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