Gossip
Michelle Hunziker rivela come fermare il tempo: «Zucchero zero, sport, self love e una vita sana!»
La conduttrice svizzera rivela tutti i dettagli del suo stile di vita che la mantengono giovane, equilibrata e felice, senza tabù. Un mix perfetto di alimentazione sana, movimento fisico, emotività e benessere sessuale che sfida ogni convenzione.
Michelle Hunziker si svela senza filtri in una lunga intervista. Dal segreto dell’età biologica di 25 anni all’importanza dell’amore per se stesse, un messaggio che sfida i pregiudizi sociali.
Michelle Hunziker, icona di bellezza e simpatia, ha finalmente rivelato il segreto della sua eterna giovinezza, difatti ha raccontato con schiettezza come riesca a mantenersi in forma e con un’età biologica di soli 25 anni, nonostante ne abbia molti di più.
“Il segreto sta nell’alimentazione, nell’amare e nell’essere amate, ma anche in un aspetto della vita spesso trascurato: l’autoerotismo”, ha dichiarato senza giri di parole. Per la Hunziker, l’autoerotismo è una pratica di “self love”, che fa bene non solo al corpo, ma anche alla mente. “È come un bagno caldo o una serata con le amiche. Se solo le persone capissero quanto fa bene gratificarsi, migliorando il nostro quadro ormonale… Sarebbe un mondo migliore, senza quei pregiudizi che ancora oggi accompagnano la sessualità femminile”.
La conduttrice svizzera, madre e anche nonna, è decisa a rompere il tabù legato alla sessualità e all’autoerotismo, un argomento che troppo spesso viene evitato, specialmente quando si parla di donne mature. “Non va vista come qualcosa di sconcio, ma come una pratica di benessere. Io ne parlo serenamente, perché credo che le donne abbiano il diritto di sentirsi bene nel proprio corpo e nella propria mente a qualsiasi età”.
A confermare il suo equilibrio psico-fisico, Michelle cita la gestione delle emozioni come un altro fattore cruciale. “Le emozioni governano il nostro corpo: amore, gioia, ma anche rabbia e tristezza hanno un impatto diretto sulle nostre cellule, sulla nostra pelle, sui nostri capelli”, ha spiegato, aggiungendo che la felicità derivante da un cuore innamorato è visibile in ogni aspetto fisico. “Vibrano dentro di noi, e se impariamo a gestirle, possiamo mantenere il nostro corpo giovane e vitale”.
Lo stile di vita della Hunziker è, infatti, un vero e proprio “manuale di benessere”. Sveglia alle 6:15, una colazione sana per tutta la famiglia, seguita da un’ora di allenamento tra pesi e arti marziali, prima di affrontare una giornata piena di impegni lavorativi. “L’alimentazione è consapevole, sempre sana, senza rinunce, ma con un’attenzione particolare ai macronutrienti”, ha sottolineato, precisando che il segreto sta nell’ascoltare il proprio corpo. Zucchero raffinato? «È veleno, uno dei peggiori veleni del nostro millennio», ha affermato con determinazione.
Ma bisogna sapere cosa mangiamo, come e quando”. La conduttrice, insomma, ha trovato un perfetto equilibrio tra piaceri e discipline, senza mai rinunciare al piacere della buona cucina e del buon vino, purché siano senza zuccheri aggiunti.
Michelle Hunziker, quindi, non si limita a essere un esempio di bellezza, ma si propone come un vero e proprio modello di vita sana ed equilibrata, capace di sfidare ogni convenzione sociale, anche quella che troppo spesso vieta alle donne di parlare apertamente di certi temi. La sua filosofia? Essere se stessi, in ogni aspetto della vita, senza pregiudizi, senza vergogna, ma con consapevolezza e amore per sé.
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Gossip
Zaira Nara racconta il retroscena su Icardi: “Volevano presentarmelo, potevo finire con lui io e non Wanda”.
Zaira Nara svela un aneddoto inatteso sulla genesi del triangolo più chiacchierato del calcio sudamericano: “Io ero single, volevano presentarmi Mauro, ma per me era un no”. Poi il destino ha cambiato rotta e lui è diventato il marito di Wanda e padre delle sue due figlie.
Zaira ha spiegato che inizialmente l’idea era proprio quella di far conoscere lei e Mauro. «Wanda era sposata con Maxi. Io ero single. Volevano presentarmi a qualcuno. Questo qualcuno era Mauro, il compagno di squadra di Maxi», ha raccontato. Poi il ricordo di quelle giornate in famiglia: «Ogni volta che arrivavo a casa di mia sorella, lui era lì… Volevano sistemarmi con lui».
Un incontro mai davvero decollato, almeno nel suo racconto. «Ma, per me, era un no definitivo, non c’era alcuna possibilità», ha aggiunto, sottolineando come quella proposta non la convincesse.
Dalla “non-coppia” al legame che ha fatto gossip
La vita, però, ha preso tutt’altra direzione. Quello che per Zaira era rimasto un contatto sporadico e senza futuro, è diventato in breve una delle storie più discusse del calcio internazionale. Mauro Icardi e Wanda Nara, dopo la rottura con Maxi López, si sono innamorati, sposati e hanno avuto due figlie, diventando una delle coppie più osservate dei social e del mondo sportivo.
Il gioco del destino
“Potevo finire con lui io”, ha detto Zaira, con il tono divertito di chi osserva a distanza una pagina ormai consegnata alla cronaca rosa. Una precisazione che aggiunge un tassello alla narrazione della famiglia Nara, spesso al centro di attenzioni mediatiche, rumor e incroci sentimentali.
Oggi la vita delle sorelle corre su binari diversi, tra Milano, Parigi e l’Argentina, e quel retroscena resta un promemoria di quanto, a volte, la linea che separa un flirt mancato da una storia destinata a far parlare per anni sia sottile. In questo caso, un semplice “no” ha cambiato il percorso di tutti.
Gossip
Cristina D’Avena shock: «Hanno preso le mie foto più belle e le hanno sporcate». Le immagini deep-fake porno create con l’AI
Da simbolo della tv per ragazzi a vittima del deep-fake porn. Cristina D’Avena scopre in rete fotomontaggi in cui il suo volto viene montato su corpi nudi: «Non sono io, ma hanno rubato ricordi belli e li hanno sporcati». Un caso che riapre il tema della tutela digitale e della dignità delle donne contro gli abusi tecnologici.
Cristina D’Avena non ha mai costruito la propria carriera sull’immagine provocante. Anzi, racconta, ha sempre scelto la strada opposta: riservatezza, misura, nessun materiale che potesse essere strumentalizzato. «I paparazzi si arrampicavano sugli alberi sperando mi slacciassi il costume al mare», ricorda, «ma io ci sono sempre stata attenta: non prendevo il sole in topless nemmeno a casa mia».
Eppure, nemmeno una vita intera spesa a proteggere il proprio nome è bastata. La cantante è finita vittima di uno dei fenomeni più inquietanti dell’era digitale: i deep-fake pornografici. Alcuni suoi scatti sono stati sottratti dal web, manipolati con l’intelligenza artificiale e caricati su un sito frequentato da milioni di utenti, trasformandola in protagonista inconsapevole di immagini a sfondo sessuale.
«Ero talmente scossa dalla scoperta di quel sito che credevo non ci fosse niente da commentare», confessa al Corriere della Sera. Non è la prima celebrità ad affrontare questo incubo digitale, ma le sue parole colpiscono perché toccano qualcosa di più profondo della semplice violazione d’immagine: la pulizia di un percorso, la custodia del proprio passato, il legame con i ricordi. «Non sono foto vere, quella non sono io, quindi non provo vergogna», spiega. «Ma sono andati a rubare scatti fatti in momenti belli, importanti, e li hanno sporcati».
Il punto non è solo la falsificazione, è la profanazione. Un furto emotivo prima che visivo. «Mi ha fatto veramente schifo scoprire queste cose», aggiunge, «la considero una violazione verso di me e pure verso le donne in generale».
Il deep-fake porn è una frontiera oscura dell’AI: tecnologia usata non per creare, ma per umiliare, manipolare, cancellare i confini del consenso. Vittime che non hanno mai posato nude, donne che non hanno mai scelto di esporsi vengono trascinate in un incubo digitale da cui è difficilissimo uscire.
Cristina valuta un’azione congiunta con altre persone coinvolte. Non per vendetta, ma per difesa. Perché dietro l’immagine glitterata della nostalgia anni ’80, delle sigle e dei ricordi d’infanzia condivisi da milioni di italiani, c’è una donna che rivendica il diritto più elementare: quello a non essere trasformata, senza consenso, in ciò che non è mai stata.
Un diritto che appartiene a tutte. E che, oggi più che mai, pretende protezione.
Reali
Harry ironizza sui social: «I miei figli online a 35 anni. Le piattaforme trascinano i giovani in luoghi oscuri»
Il duca di Sussex scherza sull’età giusta per concedere i social ai figli Archie e Lilibet, ma il messaggio è chiaro: «Meglio aspettare, è un tema che dovrebbe allarmare tutti». Nessun passo verso la cittadinanza Usa, e un auto-test sull’accento americano conclude l’intervista.
«I miei figli sui social a 35 anni». Harry lo dice ridendo, ma la risata non smorza la sostanza. Nel corso del podcast Hasan Minhaj Doesn’t Know, il duca di Sussex gioca con l’ironia e insieme mette le mani avanti: l’accesso di bambini e adolescenti alle piattaforme è, per lui e Meghan Markle, un terreno delicato. «I social stanno trascinando i giovani in luoghi molto oscuri», afferma. Dietro la battuta, l’eco di una preoccupazione genitoriale concreta. «Considerato ciò che sappiamo oggi, saremo molto più cauti nel permettere ai nostri figli di accedervi»
La soglia “ragionevole”: quando sei davvero te stesso
Harry non si limita all’ironia e una soglia la indica davvero: «Una buona età per entrare sui social è 21 anni, quando il cervello è formato e inizi a sapere chi sei». Non un divieto, ma una postura prudente, che però porta con sé un dilemma moderno: protezione o isolamento? «C’è il rischio che siano gli unici tra i loro amici a non esserci», ammette. Una riflessione che intercetta uno dei nervi scoperti della genitorialità contemporanea: trovare equilibrio tra autonomia digitale e tempo reale, tra libertà e salvaguardia.
Nuova vita, vecchia identità
Seduto davanti al comico americano, Harry alterna leggerezza e pensieri seri. Alla domanda su cosa sappiano Archie e Lilibet del suo lavoro, risponde con semplicità: «Sanno che aiuto gli altri». Lineare, quasi didascalico, lontano dalla retorica reale e più vicino alla quotidianità californiana che lui e Meghan raccontano come scelta di libertà e cura del proprio spazio personale.
Sulla cittadinanza statunitense, però, frena: «Al momento non è nei piani». Nessuna fretta di mettere nero su bianco la trasformazione definitiva da principe britannico a cittadino americano. C’è un’identità che resta sospesa tra due mondi, un equilibrio ancora in costruzione.
Un “yee-haw” per chiudere
Non manca il gioco finale. Minhaj chiede a Harry di sottoporsi a un rapido test sull’accento americano. «Proviamo il tuo yee-haw», lo incalza. Il duca sorride, accetta, prova. Un gesto minimo che però racconta bene l’atmosfera: un principe che ha scelto di ridere, di esporsi con leggerezza, di smarcarsi dalla formalità.
Tra una battuta e un monito, resta una linea chiara: crescere due figli in un mondo iperconnesso richiede scelte consapevoli. E forse anche un pizzico di ironia per non farsi travolgere.
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