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A Cannes la Palm Dog 2024 premia Kodi
Il riconoscimento della Palm Dog mette in luce l’importanza dei cani nel cinema, celebrando le loro performance e il loro impatto emotivo sul pubblico. Kodi, con la sua interpretazione in “Le procès du chien”, ha aggiunto il suo nome a una lista di cani memorabili che hanno conquistato i cuori al Festival di Cannes.

Il riconoscimento canino è stato assegnato a Kodi, il cane protagonista del film “Le procès du chien” diretto da Laetitia Dosch. Presentato nella sezione Un Certain Regard, ha conquistato la Palm Dog, il riconoscimento per i cani attori al Festival di Cannes. Questo premio, nato nel 2001 e giunto alla sua 24esima edizione, celebra l’eccellenza canina sul grande schermo.
Una performance da cani
Nel film, Kodi interpreta Cosmos, un meticcio di griffone che funge da cane guida per non vedenti e che si trova al centro di un processo per un presunto attacco. La sua performance è stata lodata anche per la sua intensità e l’importanza del ruolo, che esplora il legame tra esseri umani e cani. Offre una visione satirica e comica su come vengono addomesticati e considerati dal sistema giudiziario. Anna Smith, critica e membro della giuria, ha elogiato il film per il suo significato profondo e il modo in cui tratta questi temi. Per Kodi potrebbe essere l’ultima passerella prima di ritirarsi dai set, godendo di una meritata pensione.
Il gran premio della giuria è andato a Xin
Il levriero Xin, protagonista di “Black Dog” del regista cinese Guan Hu, ha ricevuto il Gran Premio della Giuria Palm Dog. Xin interpreta un ex detenuto incaricato di liberare la città dai cani randagi. Ma finisce per fare amicizia con uno di loro, offrendo una storia toccante e riflessiva sulla redenzione e l’amicizia.
I quattro zampe premiati negli scorsi anni
La Palm Dog ha una lunga tradizione di premiare cani che hanno offerto performance memorabili. Nel 2023, il premio è andato a Messi, il cane di “Anatomy of a Fall” di Justine Triet. Altri vincitori sono stati Brandy, il pitbull di Brad Pitt in “C’era una volta a Hollywood” (2019), i tre spaniel di Tilda Swinton in un film di Joanna Hogg (2021). E inoltre il barbone bianco Bruno de “The Meyerowitz Stories” (2017).
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Cosa fare se il tuo cane mangia una lucertola
Se il tuo cane mangia una lucertola, è fondamentale monitorarlo attentamente per eventuali sintomi di malessere. La maggior parte delle volte, non ci saranno conseguenze gravi, ma è sempre meglio essere cauti e consultare un veterinario in caso di dubbi. La prevenzione, attraverso una sorveglianza costante e un addestramento adeguato, è la chiave per evitare che il tuo cane entri in contatto con potenziali pericoli.

Prima di tutto cerchiamo di rispondere alla domanda: le lucertole sono velenose per il cane?
Le lucertole sono presenti in molte aree popolate e possono facilmente attirare l’attenzione dei cani. Sebbene alcune specie di lucertole siano velenose, la maggior parte delle lucertole che si trovano in Italia non sono pericolose per i cani. Tuttavia, il rischio principale deriva da infezioni batteriche come la salmonella e da parassiti che possono avere conseguenze spiacevoli.
Sintomi da tenere d’occhio
Al primo posto tra i sintomi da tenere d’occhio per il vostro cane nel caso ingerisse una lucertola c’è la Salmonella che si manifesta con vomito, diarrea, febbre, letargia. Se il cane mostra questi sintomi, è importante contattare immediatamente il veterinario.
Al secondo posto possono presentarsi dei parassiti con diarrea, letargia, carenze nutrizionali, addome gonfio, perdita di peso, disidratazione e vomito. In questo caso è bene osservare attentamente il vostro pelosetto per individuare questi sintomi e, in caso di necessità, portare il cane dal veterinario per un controllo. Poi abbiamo sintomi di avvelenamento (molto raro). Si possono manifestare con letargia, debolezza, vertigini, difficoltà respiratorie, vomito, occhi vitrei, ferita sanguinante e gonfia. In caso di sospetto avvelenamento, contattare immediatamente il veterinario.
Come prevenire le ingestioni
Durante le passeggiate, cercate di tenere il tuo cane lontano da lucertole o altri piccoli animali. Un guinzaglio corto e l’addestramento a rispondere ai comandi possono essere utili per prevenire incidenti simili. Passeggiando con il cane la sorveglianza deve essere attiva e costante. Non ci si può distrarre un attimo. Meglio mantieni il cane sotto stretta sorveglianza durante le passeggiate e nei giardini per evitare che ingerisca qualsiasi cosa dai tappi di plastica ai piccoli animali o oggetti pericolosi agli escrementi.
Mini addestramento domestico
Non si può certo pretendere che ogni cane abbia avuto la possibilità di poter seguire un corso di addestramento tenuto da esperti e diplomati addestratori. E tuttavia anche in casa si possono impartire alcuni comandi soprattutto se vivono con noi fin da cuccioli. Insegnare i termini “lascia” o “vieni” p una norma alla portata di tutti. Così saremo in grado di richiamarlo in caso di necessità. Ricordatevi di avere sempre alla portata di mano una ricompensa accompagnato da un “bravo” verbale. E se poi vi scappa anche una carezza, è meglio.
Come ultimo suggerimento è sempre bene mantenere l’ambiente domestico pulito e privo di oggetti o cibo potenzialmente dannosi. Evitando di lasciare rifiuti o avanzi di cibo accessibili.
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Aumentano le meduse nel Mediterraneo, cosa fare quando ci toccano
L’aumento delle meduse nel Mediterraneo è strettamente legato alla sovrapesca e alla conseguente riduzione dei loro predatori naturali. È importante comprendere le dinamiche ecologiche che stanno portando a questo fenomeno e adottare misure adeguate per proteggere l’ecosistema marino e prevenire le punture di medusa.

Nel Mediterraneo, le popolazioni di meduse stanno aumentando esponenzialmente. La principale causa di questo fenomeno è attribuita alla sovrapesca, cioè al prelievo massivo e indiscriminato di specie ittiche che si nutrono delle meduse. Le meduse, appartenenti al phylum degli Cnidari, sono animali planctonici che vivono sospesi nell’acqua, muovendosi con le correnti. Le “fioriture” di meduse sono sempre più frequenti nel Mediterraneo e rappresentano una crescente preoccupazione per l’ecosistema marino.
Perché le meduse aumentano
Il Mediterraneo è spesso sovra sfruttato, e la rimozione massiccia di pesci predatori come il tonno, così come di crostacei e molluschi che si nutrono di meduse, crea uno spazio ecologico libero per la crescita delle meduse. Questi cambiamenti provocano una riduzione drastica della biodiversità marina, poiché le meduse competono direttamente con i pesci che si nutrono di zooplancton e predano le uova e le larve di questi pesci, impattando negativamente sulle loro popolazioni.
Quali sono le specie più comuni
Aurelia aurita
Ha un corpo di 5-40 cm di diametro, si riconosce facilmente grazie ai auoi quattro anelli viola delle gonadi. Si trova in acque costiere, estuari e baie. Non è urticante.

Pelagia noctiluca
Di piccole dimensioni ha una campana di 6-10 cm di diametro, è di colore rosato e viola. I suoi tentacoli rilasciano tossine che causano forte disagio negli umani. Predilige acque calde e temperate.

Physalia physalis
Conosciuta come caravella portoghese, ha tentacoli che possono raggiungere i 50 m di lunghezza sebbene la loro lunghezza media si aggira sui 10 metri. È costituita da una colonia di polipi con un galleggiante blu, viola o rosa. Le punture causano dolore intenso e possono portare a shock anafilattico.
Olindias formosa
Ha una campana traslucida con strisce opache che misura fino a 15 cm di diametro. Il veleno causa bruciore nella sede della puntura. Si trova in acque costiere con molte alghe.
Cotylorhiza tuberculata
Presenta un ombrello a forma di uovo al tegamino e ha un diametro di circa 40 cm. La puntura ha poco o nessun effetto sugli esseri umani. Vive in acque costiere del Mediterraneo.
Chrysaora hysoscella
Un una originale campana a piattino di 30 cm di diametro, con 32 lobi semicircolari e 24 tentacoli urticanti. Vive in acque costiere fino a 30 m di profondità.

Nel Mediterraneo sono presenti anche altre specie che includono Aequorea, Mnemiopsis, Velella, Rhizostoma, Salpa, Charybdea e Rhopilema. Solo la Charybdea e la Rhopilema sono urticanti.
Cosa fare in caso di contatto
I consigli da seguire quando si viene a contatto con una medusa sono tra i più disparati. Dicerie e leggende metropolitane fanno parte di questo bouquet di proposte. Più semplicemente è consigliabile allontanarsi con calma, uscendo dall’acqua, evitando movimenti bruschi. Seconda cosa bisognerebbe lavare la parte interessata con acqua di mare sciacquando la parte colpita per diluire le tossine. Meglio evitare l’uso di acqua dolce. Quindi si deve cercare di rimuovere i filamenti residui utilizzando una carta di credito o un coltello (non dalla parte della lama) per rimuovere i tentacoli.
Come trattare la parte interessata
E’ consigliata l’applicazione di cloruro di Alluminio dotto forma di crema o di gel per lenire il prurito e bloccare la diffusione delle tossine. Evitare rimedi della nonna come ammoniaca, urina, limone, aceto e alcol. E’ inoltre consigliato di non utilizzare creme al cortisone. Gli antistaminici sono utili solo per lesioni diffuse o disturbi generali e dovrebbero essere utilizzate solo su indicazione medica. Le meduse non attaccano spontaneamente l’uomo, e solitamente la puntura è innocua. Tuttavia, in caso di reazioni allergiche o shock anafilattico, è fondamentale un intervento tempestivo.
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Pesce prete, se lo pestate vi punirà

Fondamentalmente è infido. Si nasconde nella sabbia, non si fa vedere, è assai difficile individuarlo, soprattutto se state passeggiando tranquillamente lungo la battigia. Ma se lo pestate potreste essere punti e avvelenati.
Il pesce prete non fa sconti
No bastavano le meduse e i pesci ragno. No. Quest’anno – ma è sempre esistito – l’attenzione dei bagnanti deve rivolgersi anche alla specie dei pesci prete, chiamato anche lucerna, che stanzia soprattutto a riva, più che in acqua. Questi bizzarri animali dagli occhi grandi che sembrano sbarrati, infatti, si mimetizzano bene nella sabbia. Molto diffusi in tutto il mar Mediterraneo, possiedono due grandi pinne pettorali a forma di pala che gli fanno scavare la sua tana di caccia nella sabbia o nei fondali fangosi, lasciando scoperto solo il muso. E lì che vi stanno aspettando.
Nei loro occhi si annida il pericolo
L’Uranoscopus scaber (dal greco ouranos, cielo, e skopein, guardare, ovvero guardare il cielo), deriva il suo nome dalla particolare tecnica di caccia: a testa in su. Infatti l’infido possiede delle spine diabolicamente inclinate verso l’alto proprio accanto ai suoi occhi. Ed è da quelle spine che rilasciano una sostanza velenosa. Finora non si conoscono tutti gli effetti del bruciore e del prurito che causa il veleno nell’uomo. Ma siamo certi che a fine stagione qualcuno avrà fatto qualche ricerca.
Che fare in caso di puntura
Una volta punti la prima cosa da fare è immergere a lungo la zona colpita in acqua molto calda o nella sabbia bollente. Questo perché le sostanze tossiche iniettate sono termolabili e tendono a dissolversi con il caldo. Il pesce prete appartiene alla famiglia Scorpaenidae, la stessa dove è arruolato il pesce scorpione. Dietro agli occhi ha degli organi elettrici che producono deboli scariche. Ha deciso di cacciare sulla riva a causa della scarsità di prede dovuta al cambiamento climatico.
Fare attenzione anche al pesce ragno
Come se il pesce rete non bastasse un altro pesce che pizzica è il pesce ragno che naturalmente non è parente di quello prete. Si mimetizza nella sabbia e punge le persone con le sue spine dorsali. Anche lui rilascia un veleno che contiene una miscela di più sostanze tossiche di natura proteica la più nota delle quali è la dracotossina, una molecola in grado di distruggere le cellule del sangue.
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