Lifestyle
Black Friday 2025: più acquisti, più budget e il rischio di cadere nelle trappole delle offerte
Cresce la fiducia dei consumatori, sale la spesa media e si conferma la tendenza a usare il Black Friday per anticipare i regali di Natale. Ma aumentano anche gli acquisti impulsivi e la pressione delle promozioni.
Il Black Friday si avvicina e, come ormai accade da anni, le promozioni hanno iniziato a moltiplicarsi ben prima della data ufficiale del 28 novembre. La settimana del “venerdì nero” rappresenta un appuntamento ormai strutturato per il commercio, sia online sia nei negozi fisici, e i consumatori sembrano più pronti rispetto al passato a cogliere le offerte. Lo conferma una recente indagine di Altroconsumo condotta su oltre duemila cittadini: l’83% degli intervistati dichiara di voler effettuare almeno un acquisto, una percentuale in lieve aumento rispetto al 2024 e interpretata dagli esperti come un segnale di ritrovata fiducia dopo mesi di incertezza economica.
Un rito sempre più diffuso
La partecipazione è particolarmente elevata tra gli under 55, più sensibili alle campagne promozionali e più propensi a pianificare gli acquisti. Per molti il Black Friday non rappresenta più un’occasione occasionale ma un momento strategico per sostituire elettrodomestici, rinnovare l’abbigliamento o anticipare i regali di Natale. Una tendenza confermata dalle risposte dell’indagine: quasi un consumatore su due vede nell’evento una modalità per distribuire le spese e alleggerire il peso economico del mese di dicembre.
Tuttavia, l’altra faccia della medaglia resta l’acquisto impulsivo. Nel 2024 oltre un terzo degli acquirenti ha dichiarato di aver comprato prodotti non necessari, lasciandosi trascinare dall’effetto “occasione da non perdere”. Un comportamento che economisti e associazioni dei consumatori invitano a monitorare, ricordando che le promozioni possono esercitare una pressione psicologica significativa, soprattutto quando limitate nel tempo.
Cresce il budget medio
Per l’edizione 2025 la spesa prevista aumenta: la media sull’intero campione si attesta a 222 euro, che diventano 270 euro tra chi ha già programmato di acquistare. Numeri che confermano la rilevanza economica dell’appuntamento ma che devono essere letti con cautela: anche negli anni passati, infatti, l’importo stimato è risultato regolarmente superiore a quello realmente speso, come accaduto nel 2024, quando i 202 euro pianificati si sono trasformati in 193 euro effettivi.
Rimane forte, però, la percezione di risparmio: sempre secondo Altroconsumo, chi ha acquistato lo scorso anno ha stimato un vantaggio medio del 31%, pari a circa 129 euro. Una sensazione che contribuisce a consolidare il Black Friday come momento chiave del bilancio familiare, nonostante la persistenza di un clima economico ancora complesso. Tra chi ridurrà o eviterà del tutto gli acquisti, infatti, oltre un terzo cita come motivo principale le difficoltà finanziarie e l’aumento generalizzato dei prezzi.
Cosa finirà nel carrello
Le categorie più gettonate confermano una tendenza ormai stabile: abbigliamento, scarpe e accessori restano al primo posto, seguiti dalla tecnologia, con smartphone, computer e dispositivi smart che continuano a dominare il mercato. In crescita anche il segmento legato alla casa, tra arredamento, decorazioni e articoli per migliorare la qualità degli ambienti domestici, una sensibilità rafforzata negli ultimi anni.
Si confermano inoltre differenze di genere: le donne si orientano più spesso verso moda, prodotti per la casa e alimentari, mentre gli uomini privilegiano elettronica, sport e mezzi di mobilità leggera. Differenze che riflettono abitudini consolidate e che contribuiscono a delineare strategie commerciali mirate.
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Lifestyle
Quando il licenziamento diventa un nuovo inizio: sempre più donne riscrivono la propria carriera dopo una caduta
Dalle storie di due ex direttrici internazionali alle difficoltà del mercato italiano, fino alla tutela dei diritti e alla salute mentale: ecco come affrontare una transizione lavorativa complessa e ripartire con consapevolezza.
Il licenziamento continua a essere percepito come uno dei momenti più critici della vita professionale. Eppure, molte donne stanno iniziando a raccontarlo in modo diverso. A rimettere in discussione la narrazione tradizionale sono state Laura Brown e Kristina O’Neill, già direttrici di due riviste internazionali molto note. Che dopo aver perso il lavoro senza preavviso hanno scelto di trasformare quel passaggio in un’occasione di rinascita. Nel loro libro All the cool girls get fired (Ebury Edge, 2025). Diventato rapidamente un bestseller negli Stati Uniti, sostengono che la fine di un impiego non coincide necessariamente con la fine della carriera, ma può essere un punto di rilancio. Il tema riguarda anche l’Italia, dove le lavoratrici affrontano un mercato caratterizzato da bassi tassi di occupazione femminile. Diffusione del part-time involontario e scarse opportunità di carriera stabile. Comprendere diritti, strumenti di protezione e impatto psicologico è essenziale per affrontare una fase che può rivelarsi più complessa del previsto.
Secondo i dati dell’INPS relativi al 2023, il tasso di occupazione femminile resta fermo al 52,5 per cento, mentre soltanto una parte ridotta delle nuove assunzioni riguarda contratti a tempo indeterminato. In questo contesto, perdere il lavoro significa spesso confrontarsi con fragilità economiche e scarse tutele familiari. Gli esperti del Winning Women Institute evidenziano come i gruppi più esposti al rischio di licenziamento siano le neolaureate, le donne in gravidanza e quelle con più di cinquant’anni. Ma la vulnerabilità non deve trasformarsi in rassegnazione. Investire nella formazione, aggiornare le competenze digitali e considerare percorsi professionali alternativi può aprire nuove strade, come dimostra la stessa Brown, che ha fondato un’agenzia di comunicazione dopo anni nel mondo editoriale.
La perdita del lavoro implica anche decisioni immediate sul piano finanziario. Le autrici del libro sottolineano l’importanza di affrontare il tema senza imbarazzo, adottando un approccio più trasparente rispetto alle proprie possibilità economiche. Ridurre le spese, ridimensionare gli impegni e chiedere supporto alla rete sociale non è un segno di debolezza. Ma una strategia utile per superare un periodo transitorio, soprattutto in un Paese dove l’indipendenza economica femminile resta disomogenea.
Accanto agli aspetti pratici, esistono tutele giuridiche spesso sottovalutate. L’avvocata Elisabetta Boffi, specializzata in diritto del lavoro, ricorda che il termine per impugnare un licenziamento è di 60 giorni. Mentre sono 180 i giorni per presentare un ricorso al Giudice del Lavoro. Alcune condizioni, come la maternità nel primo anno di vita del bambino o l’arrivo di un minore adottato, rendono nullo il licenziamento. In caso di dubbi, rivolgersi a un legale o a un sindacato è un primo passo indispensabile per valutare la correttezza della procedura e tutelarsi.
Il tema della salute mentale merita altrettanta attenzione. Come spiega la psicologa clinica Gaia Bresciani, il licenziamento può generare ansia, senso di inadeguatezza e perdita di identità professionale, soprattutto per chi associa fortemente il proprio valore personale alla carriera. Mantenere routine equilibrate, fissare obiettivi realistici, programmare tempi definiti per la ricerca di lavoro e concedersi pause rigenerative aiuta a evitare sovraccarichi emotivi o veri e propri stati depressivi.
La vera trasformazione culturale sta forse proprio qui: riconoscere che la fine di un impiego non annulla ciò che si è costruito. Le storie raccolte da Brown e O’Neill – da figure note come Oprah Winfrey a professioniste meno celebri – mostrano che il licenziamento può anche diventare l’inizio di una fase più consapevole. Parlare apertamente delle difficoltà, condividere l’esperienza e cercare sostegno sono passi che non solo alleggeriscono il peso personale. Ma contribuiscono a cambiare il modo in cui collettivamente interpretiamo questo passaggio di vita. In un mercato del lavoro ancora fragile, il racconto di chi si rialza può diventare uno strumento di forza per tutte.
Cucina
Peperonata perfetta: la ricetta tradizionale che profuma d’Italia
Dalla scelta dei peperoni alla cottura lenta, ecco come preparare una peperonata morbida, saporita e davvero autentica. Con ingredienti, procedimento passo-passo e consigli utili per varianti e abbinamenti.
La peperonata è una delle ricette più amate della cucina popolare italiana, un contorno versatile presente da Nord a Sud con leggere varianti regionali. L’origine non è definita con precisione, ma la preparazione – a base di peperoni, cipolle e pomodori – è documentata nelle cucine familiari sin dal XIX secolo, quando il peperone era ormai diffuso in tutta la penisola. Oggi è considerata un simbolo della cucina casalinga: economica, colorata, ricca di fibre e vitamine, e perfetta sia calda sia fredda.
A differenza di molte ricette moderne, la peperonata si basa su una cottura dolce e prolungata, che permette alle verdure di caramellizzarsi leggermente e di fondersi in una salsa morbida e profumata. È un piatto che richiede pazienza più che abilità, ma il risultato ripaga sempre: può accompagnare carne, pesce, formaggi oppure diventare protagonista su crostoni, pizze, friselle e panini gourmet.
Dal punto di vista nutrizionale, i peperoni sono ricchi di vitamina C, antiossidanti come beta-carotene e licopene, e minerali utili al benessere generale. L’uso dell’olio extravergine d’oliva, tipico della tradizione italiana, aggiunge grassi buoni e un sapore rotondo che completa il piatto senza appesantirlo.
La forza della peperonata sta anche nella sua capacità di adattarsi a gusti e stagioni: più asciutta per farcire panini o focacce, più morbida come contorno, leggermente piccante per chi ama sapori intensi. Alcune regioni usano aglio al posto della cipolla, altre aggiungono capperi o olive nere per un tocco mediterraneo, altre ancora prevedono una sfumatura con aceto per un risultato più agrodolce. Qualunque versione si scelga, la base resta sempre la stessa: ingredienti di qualità, cottura lenta e equilibrio tra dolcezza e acidità.
Ecco la ricetta classica spiegata in modo chiaro, perfetta per ottenere una peperonata dal gusto autentico e dalla consistenza impeccabile.
RICETTA:
INGREDIENTI (per 4 persone)
- 3 peperoni grandi (misti: rosso, giallo, verde)
- 1 cipolla bianca grande
- 200 g di pomodori pelati o 2 pomodori freschi maturi
- 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- Sale fino q.b.
- Pepe nero q.b.
- 1 spicchio d’aglio (facoltativo)
- Qualche foglia di basilico fresco (facoltativo)
PROCEDIMENTO
- Pulire i peperoni
Lavare i peperoni, asciugarli e privarli di semi e filamenti interni. Tagliarli a strisce di circa 1,5 cm. - Preparare la base aromatica
Affettare la cipolla sottile. In una padella capiente scaldare l’olio extravergine e unire la cipolla (e l’aglio se gradito). Lasciare appassire a fiamma bassa per 5–7 minuti. - Aggiungere i peperoni
Versare in padella tutte le strisce di peperone, mescolare e far insaporire qualche minuto fino a quando iniziano ad ammorbidirsi. - Unire i pomodori
Aggiungere i pelati schiacciati o i pomodori freschi a cubetti. Regolare di sale e pepe. - Cuocere lentamente
Coprire con un coperchio e cuocere a fuoco basso per circa 35–45 minuti, mescolando ogni tanto. La peperonata deve diventare morbida e “cremosa”, senza seccarsi. Se necessario, aggiungere poca acqua calda. - Ultimi tocchi
Spegnere il fuoco e completare con il basilico spezzettato, se piace. Lasciare riposare 10 minuti prima di servire: migliora sapore e consistenza.
Consigli e varianti
- Versione agrodolce: aggiungere 1 cucchiaino di zucchero e 1 cucchiaio di aceto a fine cottura.
- Con olive o capperi: aggiungerli negli ultimi 10 minuti.
- Peperonata più leggera: cuocere i peperoni in pentola antiaderente con pochissimo olio e aggiungerne un filo a crudo.
- Conservazione: dura 2–3 giorni in frigorifero; ottima anche riscaldata.
Moda
Nonna-core, il ritorno del rétro: i 5 capi imprescindibili per un look cozy e contemporaneo
Dalle passerelle autunno-inverno 2025-2026 all’homewear che strizza l’occhio alla nostalgia: lo stile nonna-core conquista la moda con capi morbidi, caldi e dal sapore vintage.
Nonna-core: quando il fascino del passato diventa tendenza
L’estetica nonna-core — o grandmacore — continua a imporsi come una delle tendenze più forti della stagione fredda. Il trend, nato sui social e ormai adottato anche da brand di alta moda, recupera capi tradizionali del guardaroba femminile reinterpretandoli in chiave moderna. Le sfilate autunno-inverno 2025-2026 hanno consacrato questa estetica, portando sulle passerelle cardigan voluminosi, gonne midi strutturate, pellicce sintetiche dalla texture soffice e dettagli bon ton.
Un linguaggio stilistico che parla di comfort, calore e femminilità discreta, senza rinunciare a un twist contemporaneo.
1. Il cardigan morbido, il simbolo del nonna-core
Il capo chiave della tendenza è senza dubbio il cardigan. La versione più iconica è quella in grigio mélange, dal taglio classico e in maglia soffice, perfetta per stratificazioni eleganti o look quotidiani. Le maison propongono sia modelli tradizionali sia varianti oversize dalla silhouette cocoon, pensate per outfit più casual. Il cardigan non è più solo un capo da casa, ma diventa fulcro di un’estetica raffinata e rilassata.
2. La gonna midi in tweed, tra eleganza e praticità
Il tweed resta un tessuto intramontabile e trova nel taglio midi la sua forma più attuale. La versione bicolore è tra le più gettonate, ideale per un look che combina rigore e morbidezza. Alcune sfilate mostrano il tweed indossato in coordinato con un maglione dello stesso tessuto: un ensemble armonico che porta il rétro nel quotidiano senza appesantire il look.
3. Le Mary Jane, le scarpe che non passano mai di moda
Le décolleté Mary Jane rappresentano l’eleganza senza tempo. La loro forma essenziale, con cinturino sul collo del piede, le rende perfette per interpretare il vintage in chiave moderna. Sono proposte sia in pelle nera minimalista sia in versioni più scenografiche con tacchi scultorei o finiture madreperla. Un accessorio che completa il nonna-core con grazia e personalità.
4. La pelliccia sintetica: calore, volume e spirito rétro
La faux fur continua a dominare le tendenze invernali. Dalle versioni lunghe con cintura in pelle ai modelli corti che richiamano le dive del cinema classico, la pelliccia sintetica aggiunge carattere al guardaroba senza rinunciare all’etica. Le texture sono spesso grafiche o optical, perfette per dare dinamismo al look pur mantenendo un’allure nostalgica.
5. Il colletto bianco alla Peter Pan, il dettaglio bon ton che fa la differenza
Questo accessorio, applicato sotto cardigan o blazer, trasforma anche il look più semplice in un outfit curato e femminile. I colletti Peter Pan — in cotone bianco, spesso ricamati — riportano alla luce l’estetica educata e delicata tipica dei guardaroba d’epoca. Un piccolo dettaglio che illumina l’insieme e valorizza il layering.
Il nonna-core oggi: un’ode alla dolcezza sartoriale
La forza del nonna-core sta nel suo equilibrio: è nostalgico ma non antiquato, confortevole ma comunque chic. È uno stile che invita a rallentare, a riscoprire la qualità dei materiali e il piacere di vestirsi per sentirsi bene. E soprattutto, dimostra che il passato continua a essere una fonte inesauribile di ispirazioni contemporanee.
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