Cucina
Come realizzare una bella insalata con i fiori eduli d’autunno: un mix di sapori e colori
Dalla tavola alla natura: ecco come trasformare un piatto classico in un’esperienza sensoriale unica grazie ai fiori commestibili
L’autunno non è solo sinonimo di zucche e castagne: anche in questa stagione è possibile portare in tavola un’insalata fresca, bella da vedere e ricca di sapori grazie ai fiori eduli. I fiori commestibili, oltre a decorare i piatti, donano un’esplosione di colori e una delicata fragranza che può trasformare un piatto semplice in una vera e propria opera d’arte. Ma come realizzare un’insalata perfetta con i fiori eduli d’autunno?
Scegliere i fiori eduli giusti per l’autunno
In autunno, la natura ci regala fiori commestibili dai toni caldi e terrosi, perfetti per decorare e insaporire le nostre insalate. Tra i fiori più utilizzati in questo periodo troviamo:
- Calendula: dai petali color arancio brillante, ha un sapore leggermente speziato, simile allo zafferano.
- Crisantemi: con le loro sfumature che vanno dal giallo all’arancione, regalano un gusto delicato e croccante.
- Fiori di borragine: dal blu intenso, aggiungono una nota fresca e lievemente piccante, simile al cetriolo.
- Nasturzio: i suoi petali dal rosso al giallo hanno un sapore leggermente pepato, che ricorda il crescione.
- Viola del pensiero: dolce e delicata, perfetta per dare un tocco colorato e floreale.
Gli ingredienti per un’insalata d’autunno equilibrata
Per realizzare un’insalata con i fiori eduli, è fondamentale bilanciare colori, sapori e consistenze. Ecco gli ingredienti principali per un’insalata d’autunno ben bilanciata:
- Foglie verdi: scegli un mix di insalate di stagione come la rucola, il radicchio, la scarola e il cavolo riccio. Il loro sapore amarognolo si sposa bene con la dolcezza dei fiori eduli.
- Frutta autunnale: aggiungi delle pere tagliate a fettine sottili o delle melagrane per un tocco di dolcezza e croccantezza.
- Formaggi: una manciata di formaggio di capra o gorgonzola aggiungerà cremosità e contrasto al piatto.
- Noci o nocciole tostate: arricchisci la tua insalata con una nota croccante e terrosa tipica dell’autunno.
- Semi di zucca o di girasole: perfetti per aggiungere texture e un sapore leggermente tostato.
La preparazione passo per passo
- Preparare la base: Lava e asciuga accuratamente le foglie di insalata. Disponile su un grande piatto o in una ciotola capiente, creando una base colorata e invitante.
- Aggiungere la frutta: Taglia le pere a fettine sottili e distribuiscile sopra le foglie. Aggiungi anche i chicchi di melagrana per un contrasto dolce e croccante.
- Inserire il formaggio: Sbriciola il formaggio di capra o taglia il gorgonzola a pezzetti. Questo elemento aggiungerà cremosità e un sapore deciso.
- Aggiungere i fiori eduli: Distribuisci i fiori eduli freschi sopra l’insalata. Puoi mescolarli leggermente con le foglie o lasciarli in superficie per un effetto visivo più scenografico.
- Guarnire con noci e semi: Spargi le noci tostate o i semi di zucca sulla superficie per dare croccantezza e un gusto più ricco.
- Condire con delicatezza: Prepara una vinaigrette leggera con olio extravergine d’oliva, aceto di mele, un pizzico di sale e pepe. Puoi aggiungere un po’ di miele per esaltare la dolcezza dei fiori e della frutta. Versa il condimento poco prima di servire, per mantenere l’insalata fresca e croccante.
Proprietà alimentari dei fiori eduli e ingredienti dell’insalata
Oltre a essere belli da vedere, i fiori eduli hanno proprietà nutrizionali interessanti. La calendula, ad esempio, è ricca di antiossidanti e ha proprietà antinfiammatorie. I crisantemi contengono vitamina C, mentre i fiori di borragine sono ricchi di acidi grassi essenziali. Il nasturzio è noto per le sue proprietà antisettiche naturali, mentre le viole del pensiero sono ricche di sali minerali.
L’insalata, con l’aggiunta di frutta, formaggi e noci, diventa un piatto equilibrato dal punto di vista nutrizionale, fornendo vitamine, minerali e grassi sani.
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Cucina
Spaghetti all’Assassina: il piatto cult che ha conquistato l’Italia
Gli spaghetti all’Assassina rappresentano una delle ricette più audaci della cucina pugliese, una vera celebrazione della semplicità degli ingredienti combinata a una tecnica di cottura unica. La tostatura degli spaghetti conferisce loro quel sapore affumicato e croccante che li rende così irresistibili, trasformando un piatto di pasta in un’esperienza da provare almeno una volta.
Gli spaghetti all’Assassina sono diventati, negli ultimi anni, una ricetta cult che ha affascinato non solo i palati pugliesi, ma anche i buongustai di tutto il mondo. Questo piatto nasce a Bari negli anni ’70, nelle cucine popolari della città, come una versione “spinta” della classica pasta al pomodoro. Il nome stesso, “all’Assassina”, suggerisce un piatto audace, forte, quasi “pericoloso”, grazie al suo sapore deciso e alla particolare tecnica di cottura che gli conferisce una croccantezza unica.
La particolarità degli spaghetti all’Assassina sta nel modo in cui vengono cotti: non sono bolliti come di consueto, ma risottati, ovvero cotti direttamente in padella con un sugo di pomodoro molto concentrato. Questa tecnica permette alla pasta di assorbire tutto il gusto del pomodoro e del peperoncino, lasciando gli spaghetti ben tostati e croccanti. La croccantezza che si ottiene sulla parte esterna della pasta è ciò che rende questo piatto unico e tanto amato, un piatto che combina il sapore intenso della cucina pugliese con una consistenza quasi “bruciata”, in perfetto stile street food.
Proprietà nutrizionali
Come tutti i piatti di pasta, anche gli spaghetti all’Assassina forniscono una buona quantità di carboidrati complessi, che rappresentano una fonte di energia a lungo termine per il corpo. Il pomodoro, uno degli ingredienti principali, è ricco di licopene, un potente antiossidante che favorisce la salute del cuore e della pelle. Tuttavia, è importante notare che la quantità di olio utilizzata nella preparazione potrebbe rendere il piatto piuttosto calorico. Inoltre, l’uso del peperoncino contribuisce ad accelerare il metabolismo grazie alla capsaicina, una sostanza presente in questa spezia piccante.
Un piatto di spaghetti all’Assassina è ricco di sapore, ma va gustato con moderazione, soprattutto se si è attenti alla propria dieta. La versione tradizionale prevede un uso generoso di olio e il processo di tostatura della pasta può aumentare il contenuto calorico, rendendolo meno adatto per chi cerca piatti leggeri.
Ricetta originale
Gli spaghetti all’Assassina richiedono pochi ingredienti, ma la tecnica di preparazione è essenziale per ottenere il risultato giusto. Ecco i passaggi principali:
Ingredienti:
- 400 g di spaghetti (rigorosamente crudi)
- 500 ml di passata di pomodoro
- 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
- 2 spicchi d’aglio
- Olio extravergine d’oliva (q.b.)
- Peperoncino (a piacere)
- Brodo di pomodoro (acqua e passata diluita)
- Sale (q.b.)
Preparazione:
- In una padella ampia, fate soffriggere l’aglio e il peperoncino nell’olio extravergine d’oliva fino a doratura.
- Aggiungete il concentrato di pomodoro e mescolate fino a che non si scioglie nell’olio.
- Unite gli spaghetti crudi direttamente nella padella e iniziate a tostarli a fuoco medio, mescolandoli spesso.
- A poco a poco, iniziate ad aggiungere il brodo di pomodoro, come se fosse un risotto, facendo in modo che la pasta lo assorba poco a poco. Continuate a mescolare e a tostare gli spaghetti.
- Quando gli spaghetti saranno cotti e croccanti all’esterno, aggiustate di sale e servite ben caldi.
Varianti
Nel tempo, sono nate diverse varianti di questo piatto. Alcuni preferiscono aggiungere un tocco di formaggio, come pecorino o parmigiano, per conferire una maggiore cremosità. Altri optano per un’aggiunta di olive nere o capperi per dare un tocco salato. Una versione più moderna prevede l’uso di pomodori ciliegini freschi insieme alla passata, per dare un sapore più dolce e meno concentrato.
Cucina
Pollo alla romana, la coccola d’autunno che profuma di stufa accesa e domeniche lente
Un piatto nato nelle campagne laziali e ormai simbolo delle tavole romane. Niente fronzoli, solo ingredienti semplici e genuini che cuociono piano, riempiendo la casa di profumi avvolgenti e di quella sensazione di famiglia che solo l’autunno sa riportare.
La tradizione che scalda anche il cielo grigio
Novembre chiede stoviglie pesanti, pentole capienti e piatti che sembrano abbracci. Il pollo alla romana è questo: memoria, intimità e l’odore di qualcosa che cuoce piano mentre fuori la città rallenta sotto la pioggia. Non è un piatto da trattoria turistica, ma da casa vera, di quelle dove il tempo si prende e non si rincorre. Ogni famiglia romana ha la sua versione, e ognuna giura che sia la migliore.
Ingredienti semplici, sapore enorme
La forza di questa ricetta è la sua essenzialità. Un pollo tagliato a pezzi, peperoni carnosi — sì, anche in autunno: basta sceglierli ben maturi o usare quelli conservati “alla romana” — pomodori pelati, vino bianco, aglio, olio, sale e pepe. Una foglia di alloro, erbe fresche e pazienza.
Ingredienti per 4 persone:
1 pollo in pezzi
3 peperoni rossi e gialli
400 g di pomodori pelati
1 spicchio d’aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
olio extravergine d’oliva
alloro
sale
pepe
basilico o prezzemolo.
La cottura lenta è la vera ricetta
Si comincia rosolando il pollo in padella larga, lasciandolo dorare bene: è questo che regala quel sapore pieno e rotondo. Si sfuma con il vino bianco, si lascia evaporare e nel frattempo i peperoni vengono fatti appassire a parte con l’aglio. Poi tutto insieme, fuoco basso, pomodoro e alloro. E via, a sobbollire piano, mentre la cucina si riempie di un aroma che sa di sera che scende presto, pioggia che batte ai vetri e famiglia che si raccoglie.
Quando il sugo si stringe e la carne diventa tenera, basta un ultimo gesto: un ciuffo di basilico — o prezzemolo, più autunnale — e un pane rustico pronto a farsi complice.
Il pollo alla romana non si presenta, si serve. E ogni forchettata ricorda che un piatto, quando nasce dalla terra e dall’attesa, non ha stagione: ha solo cuore.
Cucina
Il budino viola che profuma d’autunno: il budino di uva nera, due ingredienti e tanta poesia per un dessert leggero e irresistibile
Dalla tradizione contadina arriva un dessert scenografico e leggero. Il budino di uva nera Solarelli conquista per il suo colore intenso, la texture vellutata e il gusto pulito. Una ricetta essenziale che trasforma la frutta di stagione in una dolcezza viola brillante, perfetta dopo cena e impossibile da dimenticare.
Il dolce che nasce dalla terra
In un panorama di dessert elaborati, creme ricche e glassature lucide, il budino di uva nera è una carezza. È la prova che a volte bastano due ingredienti e un po’ di pazienza per ottenere qualcosa di unico. Il segreto è tutto nella frutta: uva nera senza semi Solarelli, raccolta al giusto grado di maturazione, succosa, profumata e naturalmente dolce. È un dolce della tradizione rurale, nato quando in cucina si lavorava con ciò che la natura offriva, senza sprechi e con lentezza. Il risultato è un budino che non chiede zucchero, panna o gelatine: solo il succo dell’uva e una piccola quantità di farina per addensare. Novembre lo accoglie alla perfezione: è viola profondo, ricorda il vino novello e profuma di vendemmia.
L’arte della semplicità: la cottura lenta dell’uva
La prima fase è quasi meditativa. I grappoli si lavano, si sgrana l’uva e si raccolgono gli acini in un tegame capiente. La fiamma è bassa, il tempo è lento: due ore circa perché gli acini rilascino lentamente tutto il loro succo. Durante la cottura si schiacciano con cura, così ogni goccia diventa parte del dolce. Il passaggio successivo è il più importante: filtrare il succo con un colino per eliminare bucce e residui, lasciando soltanto un liquido liscio e intenso, che ritorna in casseruola per la trasformazione finale. Il profumo che invade la cucina è già dessert: dolce, vinoso, leggermente floreale.
Dal fuoco allo stampo: nasce il budino
Quando il succo è pronto, si aggiunge gradualmente la farina, mescolando fino a ottenere una consistenza densa ma ancora scorrevole. La miscela torna sul fuoco, dove ribolle appena per due o tre minuti, mescolata senza sosta con una frusta. È una danza breve ma essenziale: il liquido prende corpo, si addensa, brilla. Poi arriva la parte più bella, quella domestica e affettiva: versarlo in uno stampo e lasciarlo raffreddare, prima a temperatura ambiente e poi in frigorifero per circa tre ore. Quando si sforma, il budino appare lucido, morbido, con una tonalità viola che sembra rubata a un cielo d’autunno al tramonto. Fresco, leggero, naturalmente dolce. Perfetto da solo, magnifico con una cucchiaiata di yogurt bianco o un filo di miele di castagno per chi vuole una nota più golosa.
È un dolce che parla piano. E proprio per questo conquista.
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