Lifestyle
I manager della felicità: i professionisti che combattono lo stress in azienda
Molte aziende stanno implementando percorsi di welfare e introducendo una nuova figura professionale: il Chief Happiness Officer (CHO), o manager della felicità.

Essere felici al lavoro sembra un’utopia, soprattutto in Italia dove solo il 41% dei lavoratori dichiara di “star bene” secondo il report Gallup “State of the Global Workplace”. In Italia, il 46% dei lavoratori prova stress e il 25% tristezza, percentuali superiori alla media europea. Questo ha portato a un aumento delle denunce di malattia professionale, con 22.620 casi protocollati dall’Inail nel primo trimestre del 2024, un incremento del 24,5% rispetto al 2023.
Anche in Italia arriva il Chief Happiness Officer
In risposta, molte aziende stanno implementando percorsi di welfare e introducendo una nuova figura professionale: il Chief Happiness Officer (CHO), o manager della felicità. Anche se non è una figura istituzionale, esiste una certificazione presso la 2bHappy Agency, fondata da Veruschka Gennari e Daniela Di Ciaccio. Attualmente, in Italia ci sono circa 400 CHO certificati. Gennari e Di Ciaccio sono state invitate dall’Onu a Ginevra nel 2016 per contribuire all’elaborazione dell’Happiness Index.
Una serata al mese si cucina tutti insieme
Eleonora D’Alessandri è una marketing manager presso Cda, una società friulana con 80 dipendenti che gestisce distributori automatici. Laureata in scienza delle comunicazioni, ha ottenuto la certificazione di CHO e ha iniziato a trasformare la vita aziendale. Come? Motivando un collega prossimo alla pensione proponendogli il ruolo di mentore per i nuovi assunti. Inoltre ha organizzato la “Vinars Pizza“, una serata mensile dove i colleghi cucinano insieme. Un successo.
Protagonisti del proprio lavoro
Francesca Zecca ha abbandonato il mondo delle multinazionali per fondare con suo marito Progetto Ed, un’azienda che si occupa della progettazione e installazione di ferramenti. Con 20 dipendenti, l’azienda promuove una leadership diffusa dove le persone si sentono protagoniste del proprio lavoro. Questo approccio valorizza i talenti dei dipendenti, migliorando sia la soddisfazione che la produttività.
Team building e una cassetta dove segnalare le azioni positive dei colleghi
Giorgia Cordella lavora nel settore delle risorse umane per una compagnia alberghiera che gestisce due hotel con 75 dipendenti. Dopo il Covid, ha riorganizzato il lavoro per creare un ambiente più felice, introducendo incontri di team building e una cassetta per segnalare le azioni positive dei colleghi. Questo ha migliorato il morale dei dipendenti e la soddisfazione degli ospiti.
Discutere giocando
Enrico Benassuti, noto come “Ben”, è direttore vendite e formatore in Axera Spa. La sua certificazione di CHO ha avuto un impatto positivo sull’ambiente lavorativo. Ha introdotto momenti di aggregazione tra commerciali e tecnici, promuovendo discussioni in un contesto giocoso e aumentando i profitti aziendali. Inoltre, organizza incontri mensili per discutere di intelligenza emotiva e comunicazione.
L’introduzione dei CHO potrebbe davvero essere un primo passo imporrante per contribuire a creare ambienti di lavoro più armoniosi. Ma soprattutto valorizzare i talenti dei dipendenti, migliorando il benessere complessivo in azienda. E magari anche i profitti…
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Curiosità
Il vestito del Papa defunto tra simboli e tradizione funeraria vaticana
Il rito funebre di un Papa è un momento di grande solennità e preghiera. La sua vestizione e la scelta degli oggetti che lo accompagnano nella sepoltura non sono casuali, ma rispecchiano la missione spirituale che ha svolto durante la sua vita.

Quando un Papa muore, la Chiesa cattolica segue un protocollo preciso e ricco di simbolismo per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. La vestizione del pontefice defunto riflette il suo ruolo spirituale e la tradizione secolare che lega il papato agli eventi più sacri della fede cristiana. Papa Francesco, 266° successore di San Pietro, riposa nella cappellina di Santa Marta prima del trasferimento nella Basilica di San Pietro. A differenza di altri pontefici, non è stato imbalsamato, ma solo sottoposto a trattamenti per rallentarne la decomposizione. Il suo corpo è stato vestito con i paramenti sacri tradizionali, che hanno un significato profondo nella liturgia cattolica. Vediamo quali.
Ma quali sono gli abiti sacerdotali del Papa?
Tra gli abiti sacerdotali indossati dal Papa quello più appariscente è la casula rossa. Il colore rosso è simbolo dell’amore divino e del sangue versato da Cristo. I sacerdoti indossano questo paramento durante celebrazioni solenni. Come per esempio la Domenica delle Palme, il Venerdì Santo, la Festa della Santa Croce e la Pentecoste. Il rosso richiama anche il martirio, elemento centrale nella fede cristiana.
Il pallio è una stola bianca con croci nere, simbolo di autorità e legame con la tradizione apostolica. Questa particolare stola, indossata sulle spalle, viene usata dai sacerdoti nelle benedizioni e nell’esposizione dell’ostensorio con il Santissimo Sacramento. Il pallio papale è confezionato con la lana di due agnelli allevati dai monaci trappisti delle Tre Fontane. Ed è tessuto dalle monache di clausura di Santa Cecilia in Trastevere.
La mitria bianca è il copricapo episcopale, segno di dignità vescovile. In passato, durante le celebrazioni solenni, i papi indossavano la tiara, un copricapo composto da tre corone sovrapposte, simboleggianti il triplice potere del pontefice. “Padre dei principi e dei re, Rettore del mondo, Vicario di Cristo in Terra“. Tuttavia, Paolo VI abolì l’uso della tiara, preferendo un simbolismo più semplice e meno legato agli aspetti monarchici della Chiesa.
L’anello d’argento. Francesco ha scelto di essere sepolto con il suo semplice anello d’argento, lo stesso che indossava quando era arcivescovo di Buenos Aires. Questo lo distingue dai suoi predecessori, i quali portavano l’Anello Piscatorio, che veniva spezzato alla loro morte per rappresentare la fine del loro potere temporale.
Un altro elemento che distingue Bergoglio durante il suo funerale è il rosario tra le mani. Un elemento fondamentale, il rosario, è segno di preghiera e meditazione. La presenza del rosario testimonia la devozione mariana di Papa Francesco e il suo legame con la tradizione della recita del Santo Rosario.
Una bara semplice che contiene il rogito
Diversamente dai papi precedenti, Francesco ha scelto una bara semplice, realizzata in legno e zinco. Bergoglio ha rinunciato al tradizionale catafalco o alla complessa sequenza delle tre bare sovrapposte (legno, zinco e legno). Questa decisione riflette il suo approccio umile e il suo desiderio di evitare fasti eccessivi. All’interno della bara, verranno deposti alcuni elementi simbolici ad iniziare dal rogito. Si tratta di un documento sigillato che contiene un breve riassunto del suo pontificato e delle sue opere. La medaglia e le monete vaticane, coniate durante il suo regno, che rappresentano il periodo storico del suo pontificato.
Animali
Bergamo, città dei pipistrelli: 23 colonie tra edifici storici e parchi cittadini
I chirotteri non sono creature pericolose, ma alleati naturali dell’ambiente. Imparare a convivere con loro e proteggerli significa rendere le città più sostenibili e migliorare la qualità della vita di tutti gli abitanti, umani e non.

A Bergamo, i pipistrelli non sono solo creature della notte che volano silenziose nei cieli oscuri, ma vere e proprie sentinelle dell’ecosistema urbano. Spesso considerati animali inquietanti, in realtà sono fondamentali per l’equilibrio naturale, contribuendo alla regolazione di popolazioni di insetti e alla biodiversità locale. Negli ultimi anni, la loro presenza in città è aumentata in maniera significativa. Se fino al 2023 erano censite 13 colonie, oggi il numero è salito a 23, confermando Bergamo come uno dei luoghi italiani con la più alta concentrazione di chirotteri.
Ma dove sono questi pipistrelli? Li puoi trovare vecchi palazzi e colonnati
I pipistrelli trovano rifugio in zone inaspettate. Per esempio sotto gli stemmi del Seminario vescovile, nei sottotetti della Basilica di Santa Maria Maggiore e tra le mura dell’Agenzia delle Entrate. La città ospita ben sette specie diverse di chirotteri, tutte protette da normative nazionali ed europee. Alcuni vivono tra i parchi e le grondaie, altri si annidano nelle fenditure delle antiche mura di città alta. Tra le specie più interessanti a Bergamo si possono trovare il Molosso del Cestoni, un chirottero dal volo alto e potente, con grandi orecchie arrotondate e una coda libera dal patagio. Al calar del sole, il Molosso prende il volo e si nutre di insetti, svolgendo un ruolo prezioso nella regolazione di zanzare e altri piccoli volatili.
Sessanta bat-box accolgono le nuove colonie
La prima ricerca approfondita sulla popolazione di pipistrelli bergamaschi risale al periodo 2011-2013, con uno studio condotto dalla Riserva naturale di Valpredina e dal Museo civico di Scienze naturali Caffi. La metodologia utilizzata prevedeva la raccolta e l’analisi di segnali bioacustici emessi dai pipistrelli durante la loro attività notturna, permettendo così di individuare le diverse specie presenti e la loro distribuzione. Per favorire e consolidare la presenza dei chirotteri, nel corso degli anni sono state installate 60 bat-box, rifugi artificiali che offrono protezione e punti di nidificazione. Tuttavia, molte specie continuano a trovarsi in uno stato di conservazione sfavorevole, motivo per cui la città ha deciso di riprendere il monitoraggio nel 2023, individuando dieci nuove colonie.
Aperto lo sportello pipistrelli per la tutela della specie
A Bergamo è attivo uno speciale sportello pipistrelli, gestito dal CRAS WWF di Valpredina, un servizio che informa i cittadini e offre supporto per il soccorso di animali feriti o in difficoltà. La presenza dei chirotteri è un tema che divide la popolazione: alcuni li temono, considerandoli pericolosi, altri invece cercano modi per preservarli e proteggerli. L’assessora alla Transizione Ecologica, Oriana Ruzzini, ha evidenziato come la città debba rafforzare la sensibilità su questo tema e diventare capofila di un progetto di tutela dei chirotteri. Il suo obiettivo non è solo proteggere le colonie già esistenti, ma anche rendere Bergamo più attenta dal punto di vista ambientale, con una revisione dell’illuminazione urbana.
Troppe luci artificiali per i pipistrelli
Un aspetto spesso trascurato riguarda l’impatto dell’illuminazione notturna sulla fauna urbana. Le luci artificiali possono alterare l’orientamento e l’attività dei pipistrelli, rendendo difficile la caccia agli insetti e la sopravvivenza delle colonie. In alcuni paesi europei, come la Francia, è ormai prassi spegnere completamente l’illuminazione pubblica dalle 23:00 fino all’alba, sia per risparmiare energia che per proteggere l’avifauna. In Italia, questa sensibilità è meno sviluppata, e città come Bergamo potrebbero iniziare a riconsiderare la necessità di mantenere illuminati parchi e aree urbane che rimangono chiuse di notte. Secondo Ruzzini, esistono alternative più consapevoli per illuminare le città senza danneggiare gli animali notturni. Ad esempio, alcuni pipistrelli del Seminario vescovile si affacciano su Città Alta e rimangono disorientati dalle potenti illuminazioni delle Mura, compromettendo la loro capacità di cacciare e nutrire la colonia.
Un impegno per la conservazione della biodiversità urbana
La protezione dei pipistrelli non riguarda solo la loro salvaguardia, ma anche la salute dell’intero ecosistema. Questi animali, spesso sottovalutati, contribuiscono a ridurre la presenza di insetti dannosi e a mantenere in equilibrio la biodiversità urbana. Per questo motivo, l’amministrazione di Bergamo sta cercando di promuovere un approccio più attento alla gestione ambientale, incoraggiando la cittadinanza a segnalare la presenza di pipistrelli, anche se morti, per raccogliere dati utili alla tutela delle colonie.
Società
Generazione Z, i dormiglioni dell’early night
E’ stato denominato ‘early night’ il fenomeno mondiale che sta accumunando ragazze e ragazzi della Gen Z che si scoprono grandi dormiglioni.

E’ stato denominato ‘early night‘ cioè andare a letto presto quel fenomeno mondiale che sta interessando la Gen Z quelli che hanno dai 18 ai 28 anni che si scoprono grandi dormiglioni.
Proprio da loro parte questa tendenza ad andare a letto presto. Una scelta che li distingue dalla generazione precedente dei Millennial che, tendenzialmente sono più propensi a godersi la vita notturna. Tra la Gen Z, invece, è sempre più diffuso il trend di andare a dormire presto. Basta con le ore piccole. Ma soprattutto i più giovani, quelli che ancora non hanno raggiunto l’età adulta, amano dormire più a lungo.
Dormire bene e a lungo fa bene a tutto
Ma quali sono i motivi di questa trasformazione? Alla base del trend c’è la maggiore consapevolezza da parte dei giovani sul ruolo del sonno per salvaguardare la salute fisica e mentale. Anche se non sono escluse motivazioni meno rosee. Secondo i dati dell’American Time Use Survey , nel 2022 i ventenni hanno dormito in media 9 ore e 28 minuti, un aumento dell’8% rispetto alle ore di sonno del 2010. Il trend di andare a dormire presto è anche i risultato di un fenomeno diventato virale come il #SoftGirl, uno stile di vita, una scelta di moda, seguita dagli adolescenti di tutto il mondo.
Chi dorme piglia più pesci
Il fenomeno dell’ ‘early night‘ è confermato da un’analisi dei dati dei clienti di Sleep Number. Secondo i dati raccolti le ragazze e i ragazzi tra i 16 e i 34 anni vanno a letto in media alle 22 e anche prima. Ad abbassare la media sono soprattutto i più giovani. I benefici di questa tendenza sono innumerevoli, come molti adulti che non riescono a chiudere occhio sanno bene. Andare a dormire presto migliora le prestazioni del giorno dopo, perché il sonno è cruciale sia per la regolazione dell’ormone del sonno, la melatonina, sia per il consolidamento delle informazioni che si percepiscono.
Favorire la melatonina
La melatonina, infatti, regola la nostra fisiologia come la temperatura corporea, il metabolismo e persino l’umore. Ma non basta. Andare a dormire presto e dormire bene è importante per mantenere il ciclo circadiano – il nostro orologio interno che controlla il sonno e la veglia – in sintonia con il ritmo naturale. Inoltre favorisce un migliore equilibrio ormonale e una migliore regolazione emotiva e aiuta a trovare più facilmente soluzioni ai problemi che ci angustiano quotidianamente. Diversi studi associano ad una corretta quantità di sonno, la riduzione del rischio di patologie cardiovascolari, l’ansia e malattie legate alle performance di qualsiasi genere.
Irritato, nervoso e con la libido assonnata
La mancanza di sonno o un sonno irregolare può avere molti effetti negativi sulla salute. Maggiore irritabilità, nervosismo, difficoltà nel gestire lo stress, maggiore tristezza e ansia oltre che minor desiderio sessuale. Lo studio riporta la scelta di sempre più coppie che decidono di dormire in stanze diverse – sleep divorce – proprio per evitare interruzioni o disturbi del sonno.
Dove vai se i soldi non ce li hai?
Non bisogna essere proprio degli esperti per dimostrare che molti giovani vanno a dormire presto perché stanchi e demotivati. Ma anche per mancanza di soldi che impedisce loro di concedersi attività serali. Stai a casa. E che fai, studi? No. Guardi la Tv? Nemmeno. Leggi? Forse. Tanto vale andare a dormire per essere più freschi e riposati il giorno dopo. da un’indagine condotta da Telefono Azzurro in collaborazione con Bva Doxa emerge che il 21% dei giovani tra i 12 e i 18 anni si sente in ansia o preoccupato. Il 6% dichiara di sentirsi triste, e vorrebbe affrontare seriamente il tema della salute mentale. Tanto che il volume di domande per ottenere il Bonus Psicologo nel corso dell’anno si è triplicato rispetto al 2023. Visti i dati dell’indagine bisognerebbe capire se l’’early night‘ alla fine non sia un’àncora di salvezza. Perché non va bene mettere la testa sopra il cuscino per sprofondarci le proprie angosce e tenerle lontane da se stessi. Bisognerebbe risalire alle loro cause e provare a risolverle.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera9 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City11 mesi fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 20249 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello7 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Grande Fratello7 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip11 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Moda e modi9 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez