Libri
Arriva dalla Calabria “Il ritorno di JackFly”, il primo film sul mondo della finanza italiana
Con “JackFly Rimozione Forzata”, ambizioso progetto cinematografico, Nicola Scambia si prepara a rivelare i segreti della finanza in Italia.

Nel dinamico mondo della consulenza finanziaria italiana, Nicola Scambia emerge come una figura di rilievo, sinonimo di esperienza, professionalità e creatività. Ma oltre alla sua carriera nella finanza, Scambia ha una passione per la narrativa, dimostrata dal successo del suo romanzo del 2002, “JackFly, La Ribellione”. Dopo ben 22 anni, l’autore è pronto a lanciare il sequel del primo romanzo, con il suo nuovo libro, “JackFly, Rimozione Forzata”, con
l’ambizioso progetto di trasformarlo presto nel primo film italiano incentrato sul settore della consulenza finanziaria.
Un progetto ambizioso
Il nuovo romanzo di Scambia si basa su un’avvincente storia di intrighi e dinamiche del mondo finanziario. “Mi stuzzicava l’ide di creare un romanzo che possa diventare per l’Italia ciò che “The Wolf of Wall Street” è stato per gli Stati Uniti. Una sfida ambiziosa che intendo affrontare con determinazione e passione”.
La scelta di Reggio Calabria
Per la stesura della sceneggiatura del film, Nicola Scambia ha scelto Reggio Calabria, una città che gli è particolarmente cara. Insieme a uno sceneggiatore professionista, ha lavorato per creare una storia avvincente e coinvolgente, ricca di colpi di scena, capace di catturare l’attenzione del pubblico italiano e internazionale. “Reggio è il luogo ideale per trovare ispirazione e concentrazione”, ha affermato Scambia. “È una città ricca di storia e cultura, che offre un ambiente stimolante per la creazione artistica”.
La visione del film
L’idea è proprio quella di offrire uno spaccato realistico, una vera financial novel in stile italiano. “Voglio che il film mostri le sfide, le pressioni e le dinamiche di questo mondo, mantenendo però un tono avvincente e accessibile,” ha spiegato l’autore. “Sarà una storia di persone, di
ambizioni, di lotte e di successi.”
Il futuro della consulenza finanziaria in Italia
Nicola Scambia spera che il film possa anche contribuire a una maggiore comprensione del ruolo della consulenza finanziaria nel contesto economico nazionale. “Si tratta di un settore cruciale per il nostro Paese. Spero che il film possa ispirare nuove generazioni a intraprendere questa carriera con passione e integrità”, ha concluso.
Per chi fosse interessato a rivivere le avventure del primo romanzo, è possibile richiedere “JACKFLY La Ribellione” gratuitamente sul sito jackfly.net. Nel frattempo, attendiamo con entusiasmo ulteriori sviluppi su questo promettente progetto cinematografico.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Libri
I libri di Papa Francesco tornano in vetta: in testa il memoir “Spera”, pensato per dopo la sua morte
A dominare è “Spera”, autobiografia scritta in prima persona e pubblicata a gennaio. Nella top ten anche “365 pensieri” e “Life”. Le parole di Francesco tornano a farsi ascoltare, tra fede, memoria e impegno.

I libri di Papa Francesco in vetta alle classifiche dopo la sua morte: al primo posto il memoir “Spera”, pensato per uscire postumo
Nel giorno successivo alla morte di Papa Francesco, i suoi libri sono risaliti con forza nelle classifiche di vendita. In testa su Amazon, tra i Best Seller assoluti, c’è “Spera”, l’autobiografia pubblicata da Mondadori lo scorso 14 gennaio in oltre 100 Paesi. Un memoir che, come ha raccontato l’editore, era stato inizialmente concepito per uscire dopo la scomparsa del Pontefice, ma che è stato anticipato per volontà dello stesso Francesco in occasione del Giubileo della Speranza.
Il fenomeno non sorprende: è una dinamica ricorrente nel mondo editoriale. Alla morte di un personaggio pubblico, specialmente se molto amato o controverso, i suoi libri diventano il mezzo per ritrovarne la voce. In questo caso, il boom di vendite riguarda non solo l’ultimo volume del Papa, ma anche altri titoli firmati nel corso del suo pontificato.
Oltre a “Spera”, nella top ten di Amazon compaiono anche “365 pensieri e parole per non arrendersi mai” (Sperling & Kupfer), in sesta posizione, e “Life. La mia storia nella Storia” (HarperCollins), in settima. Il primo è una raccolta di riflessioni quotidiane, pensate per accompagnare il lettore giorno dopo giorno. Il secondo è un racconto biografico che intreccia la vita di Jorge Mario Bergoglio con gli eventi della storia contemporanea.
“Spera” è però il testo più simbolico, perché rappresenta un unicum nella storia recente della Chiesa: il primo memoir scritto da un Papa in carica, in prima persona, senza mediazioni. Nel libro Francesco scrive: “Un’autobiografia non è la nostra letteratura privata, piuttosto la nostra sacca da viaggio. La memoria non è solo ciò che ricordiamo, ma ciò che ci circonda”. E aggiunge: “La speranza è la virtù del movimento, è la tensione che unisce memoria e utopia per costruire davvero i sogni che ci aspettano”.
Il libro è stato realizzato con la collaborazione di Carlo Musso, ex direttore editoriale di Piemme e fondatore del marchio Libreria Pienogiorno. I lavori erano iniziati nel marzo 2019 e si sono conclusi nei primi giorni di dicembre 2024. L’idea era di lasciare un’eredità spirituale e intellettuale ai posteri, un ponte tra la memoria personale e l’orizzonte collettivo della Chiesa.
La reazione del pubblico dimostra quanto fosse forte il legame tra Papa Francesco e i suoi lettori. Non si trattava solo di fedeli: molti dei suoi testi hanno sempre attratto anche lettori laici, attratti da uno stile diretto, concreto, spesso controcorrente. Francesco non ha mai scritto per compiacere. Ha scritto per incidere.
Ora, con il silenzio che segue la sua scomparsa, quelle parole tornano a farsi sentire. Nelle librerie, online, nei carrelli digitali: le persone cercano le sue frasi, le sue storie, i suoi pensieri. Una corsa alla rilettura che non è solo omaggio, ma bisogno. Di risposte, di conforto, di continuità.
A fine settimana si conosceranno anche le classifiche ufficiali delle vendite, ma l’andamento è chiaro: Francesco è tornato in vetta. E forse non se n’era mai andato.
Libri
Dai porti di Malta ai vicoli di Roma: intrighi e sangue nel primo romanzo di Gregorio Franciacorta
Con Il cavaliere di Malta, edito da Monnalisa Edizioni, il giovane autore romano firma un giallo storico avvincente, ricco di atmosfera, azione e colpi di scena.

Una spada che colpisce con una tecnica micidiale e misteriosa. Accademie letterarie in lotta feroce. Una Roma barocca piena di ombre e di inganni. È questo l’affascinante scenario di Il Cavaliere di Malta, romanzo d’esordio di Gregorio Franciacorta, giovane scrittore romano, appena pubblicato da Monnalisa Edizioni e disponibile nelle librerie e nei principali bookstore online.
La storia si apre a Malta, nel 1688. Il cavaliere romano Giulio Leone, appena sbarcato sull’isola, è testimone di un brutale delitto: l’assassino, con inaudita precisione, utilizza la famigerata “botta segreta di Bojard”, una tecnica di spada letale e quasi dimenticata. Ma il vero cuore del romanzo si sposta quattro anni dopo, nella Roma del 1692, tra i fasti e i segreti di una città che vive di arte, intrighi e potere.

Nei locali del convento dei padri bernabiti, dove si riunisce l’Accademia degli Infecondi, viene ritrovato il cadavere decapitato di un uomo travestito da pastore arcadico. Un delitto che riproduce macabramente una scena dipinta per scherzo in un quadro esposto nella sala. Il tenente dei birri Antonio Migliaccio, aiutato da pochi fidati, dovrà immergersi nei giochi di rivalità tra due celebri accademie – gli Infecondi e gli Arcadi – per venire a capo dell’enigma.
Gregorio Franciacorta costruisce una trama serrata e avvincente, capace di fondere sapientemente il fascino dell’indagine classica con l’atmosfera suggestiva della Roma barocca. Il romanzo è scritto con uno stile limpido ma ricco, capace di ricostruire ambienti, usanze e tensioni dell’epoca senza mai appesantire il ritmo narrativo.
Nel finale, l’azione si sposta a Palestrina, dove Migliaccio, insieme alla “spia del papa” Diego Albironi, dovrà affrontare una banda pericolosa e sfuggente, legata proprio a quel misterioso Bojard che dà il nome alla storia. Duelli, agguati, tradimenti e colpi di scena non mancano, mentre i personaggi si muovono tra l’odore pungente dei vicoli romani e le sale sontuose delle accademie, tra il rischio costante della violenza e il bisogno di verità.
Con Il Cavaliere di Malta, Gregorio Franciacorta dimostra una maturità narrativa sorprendente per un’opera prima, regalando ai lettori un giallo storico ricco di fascino e atmosfera. Un autore da tenere d’occhio, che ha già tutte le carte in regola per farsi largo tra i nuovi protagonisti della narrativa storica italiana.
Libri
Addio a Mario Vargas Llosa, il romanziere che raccontò l’individuo in lotta contro il potere
Da “La città e i cani” a “La festa del caprone”, Vargas Llosa ha scandagliato l’animo umano e i meccanismi del potere con la precisione di un cartografo e la passione di un ribelle. Il romanzo fu per lui un atto di fede, la scrittura un modo per resistere.

Mario Vargas Llosa è morto a 89 anni nella sua Lima. “In pace, circondato dalla sua famiglia”, si legge nella nota ufficiale. La letteratura mondiale perde una delle sue voci più potenti, autorevoli, lucidissime: lo scrittore che ha insegnato a generazioni di lettori come la scrittura possa essere insieme battaglia, confessione e libertà.
Nobel per la letteratura nel 2010, Vargas Llosa è stato romanziere, saggista, polemista, intellettuale. Ma prima di tutto, è stato un uomo ossessionato dal potere e dalle sue metamorfosi. Lo disse lui stesso, quando salì a ritirare il premio in Svezia: il momento più importante della sua vita non fu né l’assegnazione del Nobel, né la candidatura alla presidenza del Perù. Fu quando imparò a leggere, a cinque anni, nella classe di frate Giustiniano a Cochabamba. Perché da quel giorno, disse, “abbattute le barriere dello spazio e del tempo, ho scoperto che la lettura è un atto magico”.
Cresciuto tra Perù e Bolivia, inizialmente senza il padre, Vargas Llosa trovò nella scrittura un’arma contro le imposizioni familiari e politiche. L’ingresso forzato all’Accademia Militare Leoncio Prado nel 1950 fu la prima ferita profonda: da quella esperienza nacque “La città e i cani”, il romanzo che lo rivelò al mondo e che fu bruciato in piazza dai cadetti dell’accademia. Per lui, la letteratura nasceva dal trauma, dalla frattura, dalla necessità di denunciare e comprendere.
Nel corso della sua carriera ha raccontato il Perù e l’America Latina, ma anche la Francia di Flaubert, la Russia di Lenin, la Spagna della Transizione, le isole della Polinesia e l’Africa coloniale. Le sue pagine sono attraversate da militari, puttane, rivoluzionari, filosofi, dittatori, giornalisti, letterati, spie e ragazze cattive. Il romanzo era per lui un campo di battaglia linguistico e morale: mescolava punti di vista, stravolgeva i piani temporali, fondeva lirismo e reportage, erotismo e riflessione politica.
Dopo un passato giovanile da socialista e simpatizzante della rivoluzione cubana, Vargas Llosa compì una virata netta verso il liberalismo, criticando con forza il totalitarismo castrista e il populismo sudamericano. Nel 1990 si candidò alla presidenza del Perù, ma fu sconfitto da Alberto Fujimori. Lo raccontò anni dopo nell’autobiografia “Il pesce nell’acqua”, dove analizzava con lucidità il corto circuito fra l’intellettuale e il potere, fra l’ideale e il compromesso.
Fu sempre divisivo, come ogni grande. In Sud America lo hanno amato e odiato, perché aveva la schiena dritta, la lingua affilata e non aveva paura di dire la verità. Denunciò la corruzione, le derive autoritarie, l’ipocrisia della sinistra e il fanatismo religioso. Non risparmiò neppure i colleghi, come Gabriel García Márquez, con cui ruppe bruscamente un’amicizia leggendaria.
Ma se Vargas Llosa è stato un intellettuale militante, è soprattutto il romanziere che ha dato forma e respiro all’individuo schiacciato dal potere, un potere che cambia volto: può essere il padre, lo Stato, la chiesa, il partito, la folla. Nei suoi romanzi – da “Conversazione nella cattedrale” a “La casa verde”, da “Pantaleón e le visitatrici” a “La festa del caprone” – l’uomo resta solo, ma non si arrende. Cerca di capire, di resistere, di affermare sé stesso.
Con lui se ne va un classico vivente, uno scrittore che ha dato senso alla parola “impegno” senza mai rinunciare all’immaginazione. Le sue spoglie saranno cremate, come da lui richiesto. Ma i suoi libri restano, testimoni di un secolo e di un’anima. E oggi, chiunque creda ancora nel potere della parola per cambiare il mondo, lo piange come si piange un maestro.
-
Gossip1 anno fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Cronaca Nera9 mesi fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Sex and La City12 mesi fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Speciale Olimpiadi 20249 mesi fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello7 mesi fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Grande Fratello7 mesi fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip11 mesi fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?
-
Moda e modi9 mesi fa
L’estate senza trucco di Belén Rodriguez