Libri
Gerry Scotti e il nuovo libro “Quella volta”: tra aneddoti, riflessioni sulla TV e frecciate su “La Corrida” di Amadeus
Dalla collaborazione con Claudio Cecchetto alla libertà trovata in Mediaset, Gerry Scotti ricorda i momenti salienti della sua carriera e non risparmia critiche a chi, come Amadeus, ripropone programmi storici spacciandoli per eventi.
Gerry Scotti torna sotto i riflettori non solo come conduttore, ma anche come scrittore. In un’intervista a Chi, il conduttore ha raccontato del suo nuovo libro Quella volta, edito da Rizzoli, in cui intreccia i propri ricordi con alcuni momenti chiave degli ultimi 60 anni della storia italiana. Gerry, insieme ad altri protagonisti della TV anni ’80 come Amadeus, Fiorello e Paolo Bonolis, riflette su cosa significhi essere sopravvissuti nell’industria televisiva per tanto tempo, e sulle differenze con le nuove generazioni di conduttori.
La differenza tra i veterani e le nuove leve della TV
Gerry non nasconde l’orgoglio per la gavetta che lui e altri colleghi della sua generazione hanno affrontato, una formazione che, secondo lui, manca ai nuovi volti televisivi. “Noi siamo gli ultimi che hanno fatto la scuola e la gavetta, e questo ci ha resi capaci di far sembrare semplice un mestiere che non lo è,” ha affermato Scotti, “Non basta essere simpatici o fare il brillante: la conduzione è un mestiere, che richiede impegno e amore.” La sua opinione è chiara: la preparazione e il lavoro di squadra, per lui, sono ciò che distingue i grandi professionisti della TV.
Il mondo dello spettacolo e le “creazioni” tra mentori e artisti
Commentando le separazioni tra artisti e mentori, come quella recente tra Max Pezzali e Claudio Cecchetto, Gerry osserva come nel mondo dello spettacolo spesso emerga il desiderio di affermare la propria influenza su un altro talento. “Dire di avere ‘creato’ qualcuno è come sentirsi Dio,” ha spiegato, “A volte è proprio questo atteggiamento che porta a litigare. Io e Cecchetto non abbiamo avuto screzi perché, quando lui mi ha voluto al suo fianco, ero già Gerry Scotti: è stata una scelta reciproca.” Secondo il conduttore, Pippo Baudo è l’unico che può rivendicare di aver davvero scoperto numerosi talenti, avendo guidato e lanciato carriere con il suo programma.
L’indipendenza di Gerry Scotti a Mediaset
Gerry sottolinea anche il suo rapporto con Mediaset, ricordando come la TV commerciale gli abbia sempre permesso di essere se stesso. “Mi avete sentito parlare di zuppe, bevande e pannolini, ma mai nessuno mi ha imposto cosa dire. Sono un uomo libero,” ha affermato con orgoglio.
Gerry Scotti e le critiche al ritorno de “La Corrida”
Sulla sfida con Amadeus, che ha portato La Corrida su Discovery, Gerry non risparmia qualche stoccata. “È positivo cambiare rete, ma non vedo un grande evento in un format come La Corrida,” ha detto, “A volte si camuffano da eventi dei semplici ritorni di programmi già visti.” Tuttavia, ammette che la longevità dei format è parte del mondo televisivo: “Non dobbiamo vergognarci dei titoli storici, ma solo di farli male. In America, programmi con oltre 50 anni di storia continuano ad essere seguiti da milioni di persone.”
Progetti futuri e possibili ritorni
Scotti, in ogni caso, non esclude l’idea di riprendere alcuni dei suoi “cavalli di battaglia”, anche se al momento il suo prossimo impegno resta la conduzione di Striscia la notizia. “Chi vuol essere milionario? e The Wall potrebbero sfidare qualunque programma,” ha aggiunto con un tocco di orgoglio, “ma per ora non fanno parte dei miei progetti.”
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Libri
Vasco: ero pronto a morire a 35 anni sull’altare del rock’n’roll
L’occasione di riflettere per l’ennesima volta sul Vasco pensiero in un libro in edizione limitata presentato a Modena, alla sua presenza. Che è già preda di caccia dei tanti collezionisti.
Il titolo prene spunto da una delle sue canzone più belle, Vivere /Living. E’ il libro che Vasco Rossi ha presentato di recente, caratterizzato da una composizione inedita di testi che il rocker ha scritto durante la sua vita. Un puzzle di note, pensieri e parole che nella pubblicazione s’intervallano ai versi delle più celebri e amate canzoni del musicista di Zocca.
Solo 550 copie, già una rarità per i collezionisti
“Finalmente ho capito che cosa faccio, da cinquant’anni io scrivo delle liriche”. Questa consapevolezza Vasco l’ha raggiunta attraverso una pubblicazione che è già una rarità. Pubblicato dalle edizioni Galleria Mazzoli di Modena, il volume (in sole 500 copie, oltre a cinquanta non destinate alla vendita e il cui ricavato sarà interamente devoluto al Gruppo Abele) è stato presentato al teatro Storchi di Modena, durante un evento su invito al quale lo stesso Rossi ha partecipato, prendendo la parola sul palco.
Un’esperienza a 360 gradi
Non solo un libro… qualcosa di più. Un’opera artistica, con quattro pittori, creatori di animazioni e fotografi che danno disegno, colore e interpretazione ad alcune liriche. Un libro internazionale, con la traduzione in inglese del poeta americano della Beat Generation Paul Vangelisti. Ma, soprattutto, un intimo autoritratto di un cantautore che non possiede solo uno sterminato gruppo di fedelissimio ma un vero e proprio “popolo”. A riprova di questi le cifre: oltre 13 milioni di biglietti per i suoi concerti in carriera, con le “messe cantate” previste per l’estate prossima già esaurite. E il motivo è chiaro: le sue parole in musica, dal 1977 a oggi e per tre generazioni, hanno sempre colpito dritto al cuore.
L’uomo Vasco dietro il mito
Il volume contiene una composizione inedita di testi del Blasco: note, pensieri e parole. Una versione mai vista di Vasco Rossi… senza la musica. Lui spiega così l’idea alla base del progetto: “Le parole delle canzoni diventano musica e la musica diventa parola. Si tratta di una cosa magica ed è diversa dalla poesia. La poesia esiste da sola, invece la lirica sono le parole che diventano musica. Non sono poeta, ma cantautore. La forma della canzone è ancora poco considerata dalla cultura con la ‘c’ maiuscola, che la sente più vicina al circo. Ma anche la canzone pop e non solo d’autore ha una potenza comunicativa enorme che deriva dall’unione di parole e musica”.
Vivere… è durissimo
In Vivere/Living non c’è tutto Vasco… ma c’è come si vede lui e quello che gli importa davvero. Come si legge nella prefazione scritta dal poeta Nanni Cagnone, «senza trucchi e travestimenti». In maniera anche cruda e brutale, come racconta il cantautore: «Io ero programmato per morire giovane, come ogni rockstar che si rispetti. Al massimo a 35 anni… Ed ero pronto a morire sull’altare del rock‘n’roll. Poi mi sono ritrovato vivo. Ed è stata durissima. Scrivere per me è come andare dallo psicologo. Indago il mio inferno e ci passo in mezzo».
Maturare rimanendo un po’ cretini e bambini
Durante la presentazione Vasco ha ribadito: «L’artista deve rimanere un po’ bambino, altrimenti smette di guardare il mondo in modo diverso, e diventa come gli altri. Mettiamola così: se rifiuti di maturare sei un cretino, ma se maturi bene riesci a rimanere ancora un po’ cretino e quindi bambino». In Vivere /Living le sue parole si mescolano alle opere di importanti artisti, restituendo al lettore un’esperienza multisensoriale completa. Il ricavato della vendita del libro, sarà devoluto al Gruppo Abele.
Libri
Leonardo giovane profiler: il personaggio partorito dalla fantasia di Luca Arnaù gira l’Italia (video)
Con il romanzo “Gli arcani di Leonardo” (AltreVoci Edizioni) si conclude la trilogia thriller-storica firmata da Luca Arnaù e dedicata al giovane Leonardo Da Vinci in veste di investigatore. Una conclusione “col botto” per un trittico di romanzi di successo.
Oggi pomeriggio alle ore 18:00 a Cremona, presso la Libreria del Convegno, lo scrittore Luca Arnaù dialoga con la giornalista Maddalena Boschetto sul suo terzo e conclusivo capitolo della fortunata triologia thriller-storica – Gli arcani di Leonardo (AltreVoci Edizioni) – modellata su un immaginario Leonardo Da Vinci investigatore ante litteram.
Prosegue il tour di presentazioni in libreria di questa sua ultima fatica letteraria, che vedrà prossimamente l’autore presente a Piacenza (sabato prossimo presso la Libreria Internazionale Romagnosi alle 17:30) e, successivamente, in alcune città del centro e del sud Italia.
L’autore in breve
Luca Arnaù, giornalista, scrittore e sceneggiatore, ha già pubblicato due romanzi che hanno come protagonista Leonardo Da Vinci. Storie avvincenti e intriganti, che si collocano nel segno dei thriller storici – un genere attualmente molto popolare su un lettorato estremamente eterogeneo – che si distinguono per un ritmo avvincente e per una tensione narrativa capace di togliere letteralmente il fiato. Anche Gli Arcani di Leonardo non tradisce le aspettative, anzi… probabilmente si tratta della miglior conclusione che Arnaù potesse ideare per la sua trilogia.
La trama
Siamo nella Firenze del 1483, una città vibrante e affascinante, sotto il dominio del Magnifico. Tuttavia, un’orribile serie di delitti sta sconvolgendo la comunità: un predatore ha scelto di colpire i bambini, lasciando nelle loro bocche le famose Carte degli Arcani Maggiori. In questa nuova avventura, Arnaù dimostra di maneggiare con estrema disinvoltura gli ingredienti necessari per confezionare un thriller ricco di suspense e colpi di scena.
IL BOOKTRAILER
I personaggi prendono vita
La sua abilità risiede soprattutto nell’esplorare le profondità del male, tessendo trame avvincenti in grado di far immergere completamente il lettore nel turbine della storia. La sua è una scrittura che si potrebbe definire “tridimensionale”, tanto i personaggi che si muovono nella storia assumono una sorta di “fisicità” durante la lettura. Un mix di elementi che risulta, senza dubbio, molto apprezzato, tanto che i suoi romanzi riscuotono sempre un grande successo tra i lettori, avendo anche già varcato i confini nazionali per la pubblicazione in alcuni paesi europei.
Con l’editore ligure AltreVoci Edizioni, Luca Arnaù ha pubblicato anche Yeshua – Il Prescelto, che ha ricevuto il premio a Sanremo nel 2023 come miglior romanzo sulla vita di Gesù.
Libri
Antonio Zequila presenta “Gli alberi di Giovanni”: un omaggio al padre e alla memoria familiare
Presso il Tartarughino, l’evento dedicato a un libro che intreccia autobiografia e memoria, raccontando la vita del padre Giovanni e l’intenso legame con Antonio, noto per il suo carisma e sensibilità.
Martedì 4 dicembre alle ore 20:00, presso il Tartarughino di Roma in Via Crescenzio 2, Antonio Zequila presenterà il suo nuovo romanzo, Gli alberi di Giovanni. Pubblicato da Rossini, l’opera è un omaggio intimo e profondo al padre Giovanni, scomparso nel 2019. Attraverso uno stile sincero e toccante, l’attore campano intreccia autobiografia e memoria, raccontando i momenti più significativi della vita del padre e della loro intensa relazione.
Un tributo a un padre speciale
Conosciuto al grande pubblico per il suo carisma, Antonio Zequila si rivela in queste pagine come un uomo profondamente legato agli affetti familiari. Gli alberi di Giovanni narra episodi che spaziano dagli anni della giovinezza del padre ai momenti più recenti, creando un ritratto vivido e sincero. Zequila esplora le proprie radici, mettendo in luce le lezioni di vita apprese dal genitore e i valori che hanno guidato la sua crescita personale e professionale.
Un viaggio tra pubblico e privato
Il romanzo non è solo un tributo a Giovanni Zequila, ma anche un’opera che offre uno spaccato della vita dell’attore, intrecciando le sue esperienze personali con i sogni cinematografici, gli amori e i viaggi intorno al mondo. L’opera rappresenta un invito a riscoprire Zequila non solo come artista, ma come uomo, capace di raccontare con delicatezza il legame indissolubile con il padre e il mondo che li ha circondati.
L’evento del 4 dicembre
Durante la presentazione, Antonio Zequila dialogherà con i partecipanti, condividendo le emozioni più profonde e i retroscena della stesura del libro. Sarà un’occasione unica per entrare nel cuore dell’opera, scoprire le riflessioni dell’autore e approfondire i temi di amore, memoria e famiglia che caratterizzano Gli alberi di Giovanni.
L’appuntamento è al Tartarughino di Roma, per una serata che promette di far emergere il lato più autentico di un artista che, tra set cinematografici e palcoscenici, non ha mai smesso di custodire e contemplare i ricordi più preziosi.
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