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Rc auto sempre più su, ormai le assicurazioni costano più delle macchine

Rispetto ad altri Paesi europei, l’Italia presenta costi dell’assicurazione Rc auto significativamente più alti: nel 2022, il premio medio in Italia era di 350 euro, mentre in Spagna si aggirava sui 176 euro, meno della metà. Cresce il numero degli automobilisti che sceglie la rateizzazione.

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    Il costo dell’assicurazione Rc auto in Italia ha raggiunto livelli storici. In media ha superato i 460 euro, segnando un aumento del 27,6% rispetto al 2022.

    Va di moda il pagamento rateale

    Questo incremento ha spinto molti italiani a optare per il pagamento rateale, una soluzione che però comporta un ulteriore aggravio del 10% rispetto al pagamento in un’unica soluzione. Ma se non ci sono soldi forse è meglio spalmare il costo ogni mese anche se pagando qualcosa in più.

    L’Associazione Nazionale delle Imprese Assicuratrici (Ania) e l’Istat hanno confermato che l’indice di costo dell’Rc auto ha raggiunto il valore di 136,3, il più alto mai registrato. Le principali cause di questo aumento sono attribuite all’inflazione, anche se le associazioni dei consumatori, come Codacons e Assoutenti, contestano queste motivazioni, evidenziando i profitti record delle compagnie assicurative.

    A Napoli si paga di più

    A livello geografico, l’aumento ha colpito tutte le province italiane, con Roma che ha registrato un incremento del 9,3%, e Napoli che resta la città con il premio annuale più elevato, pari a 583 euro. Rispetto ad altri Paesi europei, l’Italia ha costi di assicurazione auto significativamente più alti: nel 2022, il premio medio in Italia era di 350 euro, mentre in Spagna si aggirava sui 176 euro, meno della metà.

    Crescono anche i costi delle riparazioni

    Questo rincaro non solo grava sugli automobilisti, ma ha anche ripercussioni sui costi di riparazione dei veicoli, con un aumento dovuto al maggior prezzo dei pezzi di ricambio e del lavoro dei meccanici. Una situazione che sta mettendo a dura prova le finanze degli italiani, già alle prese con altre spese crescenti.

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      Panino a 8 euro e acqua a peso d’oro: sosta salata in autogrill

      Altro che pausa economica: mangiare o bere in autostrada è diventato un lusso. Un’indagine condotta in 16 aree di sosta fotografa rincari a raffica, con l’acqua che costa fino a cinque volte più che al supermercato e un panino che può arrivare a 8,50 euro. Male anche la colazione: +16% per le brioche, +7% per il caffè. E la Coca-Cola? Oltre 8 euro al litro.

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        Fare una pausa durante un viaggio in autostrada può trasformarsi in un piccolo salasso. Tra acqua venduta come fosse champagne, panini con prezzi da bistrot e gelati da trattoria gourmet, le aree di servizio italiane sembrano sempre più pensate per svuotare il portafoglio degli automobilisti affamati e assetati.

        A dirlo non sono solo i malumori dei viaggiatori ma anche l’ultima indagine di Altroconsumo, che ha monitorato 16 aree di sosta lungo le principali tratte del Paese. Il dato che salta subito all’occhio? Una bottiglietta d’acqua da mezzo litro costa in media 1,59 euro, il che significa oltre 3 euro al litro. Nei supermercati? Appena 63 centesimi. Più di cinque volte meno.

        E i panini? Quelli con farciture semplici – pane, salume, un po’ di formaggio – arrivano a costare 8,50 euro. La media, comunque, resta alta: 6,80 euro, contro i 4,30 dei bar cittadini. Un sovrapprezzo del 57%. Si salva qualcosa? Solo il fatto che l’anno scorso il prezzo medio era ancora più alto: 7,20 euro.

        Sul fronte colazioni, la situazione non migliora. Un cornetto viaggia tra 1,50 e 2,20 euro, con una media di 2 euro tondi. Rispetto al 2024 è un rincaro del 16%. Il paragone con un bar fuori autostrada (1,37 euro) è impietoso: il prezzo cresce del 47%. Anche il caffè segue la stessa tendenza: 1,46 euro in media all’autogrill, +7% rispetto all’anno scorso e +21% rispetto ai bar cittadini.

        Capitolo cappuccino: qui i prezzi variano tra 1,60 e 2,20 euro, per una media di 1,85 euro. Se il costo è rimasto stabile rispetto al 2024, il confronto con la media cittadina (1,60 euro) dice +16%.

        Voglia di una bibita? Prepararsi a mettere mano al portafoglio. Una Coca-Cola può arrivare a costare 8 euro al litro. E se si aggiunge un gelato confezionato, il conto sale ancora: uno stecco al cioccolato supera i 3 euro, contro l’1,30 dei supermercati.

        La morale? In autogrill non si paga solo il prodotto, ma anche la posizione, il tempo risparmiato e – forse – la mancanza di alternative. Una pausa obbligata che ha il sapore amaro del rincaro.

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          Mattel gioca con l’Intelligenza Artificiale: design firmato OpenAI per le nuove Barbie

          La Mattel scommette sull’IA per rilanciare le vendite e cavalcare l’onda dell’innovazione. Una scelta strategica, ma anche necessaria, in un mercato in crisi. E tra dazi, costi crescenti e consumatori più cauti, anche le Barbie dovranno reinventarsi.

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            La Barbie avrà un cervello artificiale. O almeno, lo avranno i designer che la progetteranno. Mattel ha infatti annunciato una partnership con OpenAI, la società fondata da Sam Altman e madre dell’intelligenza artificiale più chiacchierata del momento. L’obiettivo è chiaro: reinventare il modo in cui si immaginano e si creano i giochi. E, possibilmente, riconquistare il mercato.

            È una mossa che sa di rilancio. Dopo un periodo complicato, con vendite in calo e costi in salita, Mattel tenta la carta dell’innovazione. Lo farà usando gli strumenti di OpenAI per generare concept creativi, nuove idee per linee di prodotto, personaggi, packaging e interi universi narrativi.

            “Ogni nostro prodotto è progettato per ispirare e intrattenere”, ha dichiarato Josh Silverman, responsabile dei grandi marchi Mattel. “L’intelligenza artificiale ci aiuterà ad ampliare questa missione, portando i nostri brand in territori ancora inesplorati”. Gli fa eco Brad Lightcap, COO di OpenAI: “Siamo felici di collaborare con un’azienda che rappresenta da sempre il gioco e la fantasia”.

            Ma dietro il linguaggio entusiasta ci sono anche motivi ben più concreti. Il settore dei giocattoli sta attraversando un momento difficile. La domanda globale è debole, i consumatori tagliano sulle spese superflue e la concorrenza, soprattutto online, è feroce. E ora si aggiunge un nuovo fronte: la guerra dei dazi innescata da Donald Trump, che minaccia di colpire le importazioni cinesi con rincari fino al 25%. Considerando che gran parte della produzione Mattel avviene proprio in Asia, anche le Barbie – come gli altri giocattoli del gruppo – rischiano un ritocco verso l’alto nei prezzi.

            Per questo l’alleanza con OpenAI non è solo una trovata da ufficio marketing, ma una strategia mirata. Ridurre i tempi di progettazione, generare in automatico varianti e scenari, produrre su richiesta senza sprechi. E chissà, magari anche creare nuove icone pop che parlino il linguaggio delle nuove generazioni.

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              Colombe di Pasqua: la classifica delle migliori al supermercato. Trionfa Maina

              Un blind test ha messo a confronto le colombe industriali dei principali marchi italiani. Tra lievitazione, profumo e gusto, il podio vede Maina davanti a Bauli e Paluani. Qualità artigianale a prezzi accessibili per una Pasqua all’insegna del buon gusto.

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                Non serve per forza rivolgersi alle pasticcerie artigianali per gustare una buona colomba pasquale. Il Gambero Rosso ha recentemente condotto un blind test per individuare le migliori colombe disponibili nei supermercati italiani. Una degustazione alla cieca che ha analizzato ingredienti, profumi, consistenza e bilanciamento dei sapori, offrendo una classifica che, tra conferme e sorprese, promette di orientare gli acquisti pasquali di chi cerca qualità senza spendere una fortuna.

                Al quinto posto si piazza Paluani con la sua Colomba Tradizionale. Marchio storico della dolceria veronese, Paluani propone un prodotto visivamente curato, con una copertura omogenea arricchita da mandorle. L’interno si presenta soffice, anche se il sapore risulta un po’ confuso e i canditi poco profumati. Una colomba ordinata, pulita, ma che lascia spazio a margini di miglioramento.

                Quarta posizione per La Colomba di Motta, linea Barbieri. Un lievitato che richiama l’aspetto artigianale grazie a una crescita regolare e a una glassa ricca di mandorle e granella di zucchero. All’interno, l’impasto è ben lievitato e arricchito da canditi succosi, anche se il profilo aromatico non conquista appieno, penalizzato da leggere note artificiali.

                Sale sul podio, in terza posizione, il Gran Velo di Paluani, frutto di un elaborato processo a quattro impasti. Qui, l’aroma fa la differenza: il dolce sprigiona sentori lattici intensi e note agrumate delicate, offrendo un’esperienza olfattiva e gustativa più raffinata. La consistenza ricorda quella di un plumcake, compatta ma piacevolmente masticabile, e rende questo prodotto una scelta interessante per chi cerca una colomba equilibrata e profumata.

                La medaglia d’argento va a Bauli con la sua Colomba Classic. Un prodotto visivamente semplice, ma con un interno soffice e ben lievitato, profumato di agrumi e arricchito da canditi discreti. Il gusto è pulito, dolce al punto giusto, con una struttura morbida che si scioglie facilmente in bocca. Una colomba che coniuga tradizione e accessibilità, senza eccessi.

                A dominare la classifica è Maina, con il suo Gran Nocciolato. Esteticamente impeccabile, sviluppato in modo regolare e impreziosito da una glassa croccante attraversata da piccole crepe, il dolce conquista per l’armonia tra profumo e sapore. Note lattiche fresche, una delicata presenza di mandorla e canditi ben equilibrati rendono ogni fetta un piacere da gustare. L’unico appunto riguarda la consistenza della fetta, che potrebbe essere ancora più soffice. Ma nel complesso, la colomba di Maina si impone come la migliore tra quelle disponibili nella grande distribuzione.

                Il blind test conferma che anche sugli scaffali del supermercato si possono trovare prodotti di grande qualità, capaci di regalare a tavola tutto il profumo e la fragranza della Pasqua. Una buona notizia per chi, pur senza rinunciare alla tradizione, vuole scegliere con consapevolezza e magari risparmiare senza perdere il gusto della festa.

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