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Società

Tra tradizione e innovazone. Leonardo e Aurora sono tra i nomi più scelti per i bambini italani

Quali sono i nomi più scelti per i bambini in Italia nell’ultimo anno?

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    In Italia, la scelta dei nomi per i bambini riflette cambiamenti culturali e sociali significativi, mostrando una tendenza verso nomi moderni e cosmopoliti. La moda varia con il tempo, e ciò che è popolare in un anno può cambiare rapidamente l’ano successivo. Questa tendenza si evidenzia in quelli più scelti per i bambini italiani, dove si nota una mescolanza di tradizione e innovazione. Negli ultimi anni, nomi come Leonardo e Aurora hanno dominato le scelte dei genitori. Leonardo è apprezzato per il suo richiamo a figure storiche come Leonardo da Vinci, e per la sua diffusione internazionale, mentre Aurora evoca immagini poetiche e simboliche legate alla bellezza naturale e al sorgere del sole.

    Liam e Noah le new entry

    Accanto a questi, si osserva un incremento di nomi brevi e minimalisti, come Sofia e Mattia, che mantengono il loro fascino. Tuttavia, stanno emergendo anche scelte meno comuni come Ginevra e Noè, che offrono un senso di distinzione che attira i genitori di oggi. La globalizzazione e la diffusione di contenuti internazionali influenzano chiaramente queste preferenze. Sempre più famiglie scelgono nomi stranieri adattabili a diversi contesti linguistici, come Liam, Mia, o Noah, Leo, Kimberly,Tea. Queste scelte, spesso ispirate da cinema, musica o tendenze internazionali, marcano una differenza rispetto alle generazioni precedenti.

    I nomi degli Apostoli non sono più di moda

    Nonostante il rinnovamento, i nomi legati alla tradizione italiana continuano a essere piuttosto presenti. Francesco e Alessandro rimangono molto amati, grazie alle loro forti radici culturali e storiche, così come Giulia, un nome che non perde mai popolarità. Il cambiamento nelle preferenze dei nomi indica una società più aperta e dinamica. Le nuove scelte mostrano un equilibrio tra innovazione e legami con le proprie origini. I genitori, sempre più attenti a dare un’identità distintiva ai loro figli, esplorano nomi che raccontano qualcosa di unico. Tuttavia, nella loro ricerca di unicità, rischiano comunque di scegliere nomi che finiscono per assomigliarsi tra loro.

    La classifica dei nomi più scelti per i bambini in Italia nell’ultimo anno

    Nomi Maschili

    Leonardo. E’ il nome più scelto, con 7.096 nuovi nati.
    Edoardo. Al secondo posto, scelto per 5.603 bambini.
    Tommaso. Terzo posto con 4.687 nuovi nati.
    Francesco. Scende al quarto posto con 4.534 nuovi nati.
    Alessandro. Quinto posto con 4.383 nuovi nati.

    Nomi Femminili
    Sofia. Il nome più scelto per le bambine, con 4.971 nuove nate.
    Aurora. Secondo posto con 4.648 nuove nate.
    Ginevra. Terzo posto con 4.274 nuove nate.
    Vittoria. Quarto posto con 4.194 nuove nate.
    Giulia. Quinto posto con 3.732 nuove nate.

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      Società

      Heidi e Leni Klum: corsetti Intimissimi a Venezia tra glamour madre-figlia… e body-shaming sui social

      Sul red carpet della Mostra del Cinema 2025, la modella e showgirl tedesco-americana ha sfoggiato un audace corsetto cipria firmato Intimissimi, affiancata dalla figlia Leni in nero. Un duetto elegante, ma travolto da commenti volgari sul suo corpo.

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      Heidi e Leni Klum

        Sul celebre tappeto rosso della Mostra del Cinema di Venezia 2025, Heidi Klum è stata protagonista di un’entrata che non è passata inosservata. Vestita in un corsetto rosa cipria firmato Intimissimi, con una gonna asimmetrica in raso, ha incarnato il glamour sensuale del brand. Accanto a lei, la figlia Leni Klum – ventunenne e sempre più affermata nel mondo della moda – indossava un modello simile in nero, in perfetta sintonia madre-figlia.

        Un’immagine pensata per celebrare la complicità familiare e la sintonia di stile, sullo sfondo della kermesse inaugurale del film La Grazia. Ma mentre i flash immortalavano il momento, sui social si è scatenata un’ondata di commenti ostili. Alcuni utenti hanno criticato l’abito considerandolo poco lusinghiero, con frasi come “è ingrassata”, “sembra incinta” o “body-shaming mascherato da opinione di moda”.

        Fortunatamente la reazione dei fan non si è fatta attendere. In difesa di Heidi è intervenuta una consistente base di sostenitori, che hanno sottolineato come abbia un corpo “normale”, meriti rispetto e rappresenti un esempio di eleganza senza conformismo.

        La scelta dell’abito corsetto, oltre che stilistica, era parte di un teen campaign madre-figlia per Intimissimi, già oggetto di polemiche in passato per la sua natura provocatoria. Leni non si è lasciata facilmente coinvolgere nella negatività, dichiarando di ignorare le critiche e di concentrarsi sulle reazioni positive.

        Questa vicenda rappresenta un nuovo capitolo di uno scontro sociale molto attuale: da un lato, la libertà di espressione e autonomia estetica di donne adulte nel mostrare orgogliosamente il loro corpo; dall’altro, l’impietosa cultura online che tende a ridurre ogni scelta a un pretesto per giudicare e offendere.

        In un’intervista recente, Heidi Klum ha affrontato la questione dell’immagine corporea con serenità, spiegando che la sua apertura è parte della sua educazione europea e del desiderio di crescere figli che non associno il corpo alla vergogna.

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          Società

          In Autogrill arriva GourmAut: il panino inclusivo creato dai ragazzi di PizzAut che trasforma la sosta in un gesto di solidarietà

          Un panino a forma di ruota, quattro spicchi da condividere e una campagna che unisce gusto e inclusione. Con ogni GourmAut venduto fino al 15 ottobre, Autogrill devolverà un euro a PizzAut per finanziare le “Palestre di Autonomia Abitativa”.

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            C’è chi si ferma per un caffè, chi per sgranchirsi le gambe, e chi per un panino veloce tra un casello e l’altro. Da oggi, però, la pausa in Autogrill può diventare un gesto che va oltre la fame. Il merito è di GourmAut, il panino rotondo e condivisibile ideato dai ragazzi di PizzAut, la prima pizzeria in Italia gestita interamente da persone autistiche. «È un panino che non si accontenta di sfamare, ma nutre l’inclusione», racconta Nico Acampora, fondatore del progetto che ha dato vita ai locali di Cassina de’ Pecchi e Monza, sostenuti negli anni anche dal presidente Mattarella e da Papa Francesco.

            Lo spot della campagna mostra proprio Acampora e i suoi ragazzi in viaggio, trasformati in navigatori speciali per i viaggiatori in autostrada. GourmAut non è solo un panino: con la sua forma circolare, che ricorda una ruota, diventa simbolo di movimento e condivisione. Si divide in quattro spicchi, invitando a spezzare insieme il pane e le barriere. Dentro, ingredienti semplici e freschi: prosciutto cotto, zucchine, robiola di bufala e pomodorini secchi.

            La collaborazione con Autogrill non è nuova: già nel 2024 era stata lanciata una campagna con la fumettista Beatrice “AUToprodotto” e un contributo da 200mila euro per i food truck di PizzAut. Quest’estate il progetto cresce: «Per ogni panino venduto fino al 15 ottobre, Autogrill devolverà un euro a PizzAut, sostenendo le Palestre di Autonomia Abitativa», spiega Acampora. Qui i ragazzi imparano a vivere da soli, con percorsi che combinano formazione cognitiva, pratica sul campo e lavoro in cucina.

            La campagna mette insieme due mondi solo in apparenza lontani: da un lato la ristorazione veloce, dall’altro l’inclusione sociale costruita con pazienza e talento dai giovani pizzaioli. «Il messaggio è giocoso, lieve come una nuvola di farina, ma il sostegno è solido come un impasto ben lievitato», aggiunge Acampora.

            Nella grafica, una valigia aperta unisce l’idea del viaggio e quella di un futuro condiviso: un cammino in cui il valore delle persone non si misura con etichette o limiti, ma con la capacità di donare, creare ed essere. Fermarsi per un panino, insomma, non è mai stato così significativo.

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              Società

              Le estati in VHS: quando il mare sapeva di “Baywatch” e merendine al cioccolato fuso

              Altro che resort, droni e foto in HD: c’era un tempo in cui l’estate si consumava tra spot Martini, videocassette ingiallite e pomeriggi passati davanti a “Supercar”. E il massimo dell’esotico era Rimini. Benvenuti nell’era delle estati in VHS.

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                C’è stato un tempo — né troppo lontano né abbastanza vicino da essere vintage. In cui l’estate non passava sui social ma in VHS, con l’audio frusciante e l’immagine sgranata. Erano le estati degli anni ’80 e ’90. Quelle del ghiacciolo “tropicale” e dei costumi fluo, delle spiagge affollate da famiglie intere e delle televisioni accese dal mattino al tramonto.

                Era il tempo di “Baywatch” a ora di pranzo, con Pamela Anderson che correva al rallentatore. Mentre tu, dodicenne in braghette, capivi vagamente che qualcosa stava cambiando. Le pubblicità erano più martellanti della risacca: Martini, Algida, Fanta. Ogni spot una promessa di felicità semplice, da consumare sotto il sole con una cannuccia fluo.

                Le vacanze al mare si facevano rigorosamente in macchina, con il sedile che scottava. La cartina stradale appiccicata alla gamba sudata del papà e la radio che gracchiava “Gioca Jouer”. La meta più ambita? Rimini, Jesolo, Cecina, al massimo Bibione: nomi che sembravano esotici solo perché c’era il mare.

                E poi, loro: le merendine. Il Buondì sciolto nella borsa frigo, il Tegolino che diventava una tavoletta di cioccolato caldo e quella voglia di un Calippo che, nella memoria, ha lo stesso peso emozionale del primo bacio.

                A casa, mentre gli adulti russavano nella penombra dei ventilatori, noi guardavamo cartoni giapponesi e repliche dei cinepanettoni. “Vacanze di Natale”, “Yattaman”, “Fantozzi in Paradiso”. L’estate era anche questo: una VHS registrata da Canale 5, con l’inizio tagliato e un nastro che saltava proprio sulla battuta buona.

                Sulla spiaggia si giocava a racchettoni, si facevano buche profonde come trincee e si sfoggiavano infradito Puma e occhiali Carrera. Il mito da imitare? I paninari: ciuffo impomatato, cintura El Charro e Walkman sempre acceso. Con quella certezza incrollabile che bastasse un “yo bello!” per diventare qualcuno.

                Oggi l’estate è smart, iperconnessa e fotogenica. Ma c’è una generazione intera che, chiudendo gli occhi, sente ancora il fruscio della cassetta che parte, il rumore del bagnasciuga in lontananza e l’odore inconfondibile della crema solare al cocco del discount.

                E se non sai di cosa parliamo, forse sei nato dopo il DVD. O forse non hai mai visto Baywatch mangiando una Fiesta mezza fusa. Ed è un gran peccato.

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