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Basta chiamate moleste, Agcom mette in gioco il filtro anti spoofing

Lo spoofing è la tecnologia che permette ai call center illegali di mascherare il loro numero e ingannare gli utenti. Ora, grazie alla nuova delibera di Agcom, arriva un filtro per fermare le chiamate fraudolente.

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    Ogni giorno milioni di italiani ricevono telefonate da numeri sconosciuti che sembrano autentici. Un istituto di credito, un servizio clienti, una compagnia telefonica: il numero che compare sullo schermo sembra reale, ma spesso è solo un’illusione. Dietro a queste chiamate c’è lo spoofing, una tecnica che permette ai call center illegali e ai truffatori di nascondere la loro vera identità. E soprattutto far credere agli utenti di essere contattati da un ente affidabile. Il fenomeno è diventato sempre più invasivo con l’uso delle chiamate VoIP, ovvero quelle effettuate tramite Internet. Grazie a software sofisticati, chi usa lo spoofing può modificare il numero di origine, facendolo apparire come un contatto ufficiale. Il trucco si svela solo quando si prova a richiamare: il numero non esiste, è inattivo, o viene risposto da un messaggio automatico. Questa pratica non serve solo per il telemarketing aggressivo, ma può essere utilizzata anche per tentativi di frode, spingendo gli utenti a fornire dati personali o bancari pensando di parlare con un operatore affidabile.

    La riscossa di Agcom: un filtro anti-spoofing

    Per arginare il problema, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha approvato il 19 maggio la delibera n. 106/25/CONS, introducendo un sistema di blocco delle chiamate provenienti dall’estero che utilizzano numeri italiani falsificati. La nuova regolamentazione obbliga gli operatori esteri a verificare che il numero chiamante sia autentico e conforme agli standard internazionali. Nel dettaglio, per essere considerata valida, ogni telefonata deve essere originata da un numero che rispetta la numerazione internazionale, con il prefisso del Paese e il numero corretto. Mostrare il numero reale sul display del destinatario, senza manipolazioni e inoltre passare attraverso controlli che permettono agli operatori di identificare possibili anomalie. Il filtro introdotto da Agcom prevede che, per le chiamate via Internet, le informazioni siano archiviate in campi di identificazione sicura, così da impedire la falsificazione del numero. Basterà?

    Come funzionano i blocchi per i numeri italiani

    Oltre a monitorare le chiamate provenienti dall’estero, la normativa prevede che se un numero mobile italiano risulta attivo nel nostro Paese e non in roaming all’estero, le telefonate internazionali sospette verranno bloccate. Gli operatori mobili italiani avranno a disposizione un sistema per verificare in tempo reale l’origine delle chiamate, così da identificare e fermare le comunicazioni fraudolente prima che raggiungano gli utenti. Con questa delibera, Agcom prova a mettere un freno a uno dei fenomeni più fastidiosi e pericolosi delle comunicazioni moderne. Lo spoofing non sarà più così semplice da utilizzare per i call center illegali, e i consumatori potranno contare su un livello di protezione maggiore. Se la tecnologia ha permesso ai truffatori di perfezionare i loro metodi, ora sarà la stessa tecnologia a difendere gli utenti, rendendo più sicure le telefonate ricevute e proteggendo i cittadini da manipolazioni e tentativi di frode.

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      Arredare casa con l’AI: le migliori app per progettare interni con un clic

      Planner 5D, RoomGPT, Homestyler e DecorMatters: le app AI che permettono di progettare e arredare casa in modo semplice e intuitivo. Scopri come queste tecnologie stanno rivoluzionando il design d’interni, rendendolo accessibile a tutti.

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        Arredare casa non è mai stato così semplice. Grazie all’intelligenza artificiale, oggi è possibile progettare gli interni della propria abitazione con pochi clic, ottenendo risultati professionali senza bisogno di competenze specifiche. Ecco una selezione delle migliori app AI per l’interior design, ideali sia per chi sta ristrutturando sia per chi desidera semplicemente rinnovare l’aspetto di una stanza.


        🛋️ Planner 5D: progettazione intuitiva in 2D e 3D

        Planner 5D è una delle piattaforme più complete per la progettazione di interni. Offre strumenti basati su intelligenza artificiale che permettono di creare planimetrie dettagliate e visualizzazioni in 3D. La funzione “Design Generator” consente di generare automaticamente layout di stanze, mentre lo “Smart Wizard” aiuta a rilevare le dimensioni degli ambienti. È disponibile su desktop e dispositivi mobili.


        🖼️ RoomGPT: trasforma le tue stanze con un clic

        RoomGPT utilizza l’intelligenza artificiale per trasformare le foto delle tue stanze in nuovi ambienti arredati secondo diversi stili. Basta caricare un’immagine e scegliere lo stile desiderato (moderno, minimalista, classico, ecc.) per ottenere una nuova versione della stanza. È uno strumento ideale per chi cerca ispirazione o vuole visualizzare diverse opzioni di arredamento.


        🏠 Homestyler: design professionale a portata di mano

        Homestyler è un’applicazione versatile che combina funzionalità di progettazione 2D e 3D con strumenti di realtà aumentata. Permette di creare planimetrie dettagliate, aggiungere mobili e decorazioni, e visualizzare il risultato finale in modo realistico. È particolarmente utile per professionisti del settore, ma anche accessibile ai principianti.


        🎨 DecorMatters: design e community in un’unica app

        DecorMatters unisce la progettazione di interni con elementi di gamification e una community attiva. Gli utenti possono partecipare a sfide di design, condividere i propri progetti e ricevere feedback. L’app offre anche funzionalità di realtà aumentata per visualizzare i mobili direttamente negli ambienti reali.


        🧠 Home AI: assistente personale per l’interior design

        Home AI è un’app che funge da assistente personale per l’interior design. Utilizzando algoritmi avanzati, è in grado di generare progetti di arredamento personalizzati a partire da una semplice foto della stanza. Offre suggerimenti basati sulle ultime tendenze e permette di visualizzare diverse opzioni di design.


        L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui progettiamo e arrediamo le nostre case. Con queste app, anche chi non ha esperienza nel design d’interni può creare ambienti funzionali e esteticamente piacevoli. Che si tratti di una ristrutturazione completa o di un semplice restyling, l’AI offre strumenti potenti e accessibili per trasformare ogni spazio secondo i propri gusti e esigenze.

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          La casa (troppo) smart: quando Alexa ti spia, il frigo ti giudica e la bilancia ti umilia

          Le case intelligenti dovevano semplificarci la vita. Invece ci ascoltano, ci misurano, ci ricordano quante calorie ingeriamo e ci segnalano che siamo ingrassati. E poi si chiedono perché sogniamo le caverne.

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            Benvenuti nella casa del futuro. Quella dove le luci si accendono da sole, il frigo ti suggerisce la dieta (senza pietà), la bilancia si collega al cloud per condividere i tuoi fallimenti e lo spazzolino ti segnala quando hai saltato un molare. Un sogno? No, un incubo domotico.

            L’idea era semplice: rendere la vita più facile. Alexa, accendi la luce. Hey Google, metti la playlist triste da lunedì mattina. E all’inizio sembrava tutto bellissimo. Ma come ogni relazione, anche quella con la smart home ha preso una piega inquietante.

            Perché Alexa non solo accende la luce: ascolta tutto. E se le capita di mandare per sbaglio una registrazione ai server centrali di Seattle, ti tocca anche ringraziarla. Il frigo connesso, quello che doveva aiutarti a non comprare l’ennesimo barattolo di senape, ora ti avverte che hai preso troppo spesso la cioccolata, e lo fa con quel tono passivo-aggressivo che ricorda tua suocera.

            La bilancia smart? Geniale: misura grasso, massa muscolare, idratazione e autostima. E ogni lunedì ti manda una notifica: “C’è stato un lieve aumento”. In pratica ti bullizza. Ma nel cloud. Dove resta tutto, per sempre.

            E poi ci sono le telecamere. Una volta servivano per la sicurezza, ora controllano se hai chiuso davvero il forno. Ma mentre sei fuori a cena con amici, ti arriva la notifica: “Movimento rilevato in soggiorno”. Panico. Era il gatto. Che vive peggio di te, perché il distributore automatico di croccantini si inceppa e lo punisce con l’intermittente: oggi sì, domani no.

            In questo paradiso algoritmico, ci si muove a condizione di piacere al sistema. Hai alzato troppo la voce con Siri? Lei non risponde più. Hai dimenticato la password del Wi-Fi? Addio controllo luci, termostato e tapparelle. Il blackout, oggi, non è quando salta la corrente. È quando ti dimentichi di aggiornare il firmware.

            E allora sì, sogniamo la caverna. O almeno un bagno con interruttore analogico e specchio che non ci dica quanti anni sembriamo oggi.

            Perché una cosa è certa: l’unica “intelligenza” che non si spegne con un clic è quella di chi ha capito che smart non sempre vuol dire felice.

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              Il Papa e la memecoin: pochi minuti dopo l’elezione nasce $LEOXIV

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                Non aveva ancora pronunciato il suo primo discorso da Papa, eppure sui social la sua “moneta” era già realtà. È bastato l’annuncio: Habemus Papam, Leone XIV, ed è comparsa la prima memecoin dedicata al pontefice. Nome? $LEOXIV. Simbolo? Ancora incerto. Valore? Volatile come l’umore di Twitter. Ma il segnale è chiarissimo: il confine tra eventi storici e cultura pop non esiste più. E il mondo delle criptovalute è sempre pronto a cavalcare l’onda.

                Memecoin è una parola che fa sorridere, finché non si guarda ai numeri. Si tratta di criptovalute nate da meme, scherzi, virali intuizioni collettive. Sono prive di utilità tecnica, di progetti concreti o reti innovative. Ma possono capitalizzare milioni, nel tempo di un tweet. Dogecoin, nata per scherzo, è oggi una delle crypto più scambiate al mondo. E non stupisce che, dopo Donald Trump e Melania, anche il Papa finisca – suo malgrado – tokenizzato.

                Il tempismo è stato perfetto: a pochi minuti dalla fumata bianca, $LEOXIV è spuntata tra i thread di Reddit, le conversazioni su Telegram e i post su X (ex Twitter). Il prezzo è schizzato, poi è crollato. Poi è risalito. Il tutto nel giro di un’ora. È così che funziona con le memecoin: l’unico vero valore è la viralità. E nulla è più virale di un evento come l’elezione di un papa, specie se è il primo nordamericano della storia.

                Chi c’è dietro il lancio? Difficile dirlo. Potrebbe trattarsi di un singolo utente con qualche conoscenza di blockchain, oppure di uno dei tanti gruppi Telegram che vivono creando e spingendo nuovi progetti effimeri. Per ora, il token ha raccolto circa 60 mila dollari di capitalizzazione. Ma come sempre con queste monete, vale il principio della roulette: chi entra troppo tardi rischia di restare con in mano solo il meme.

                Dissacrante? Forse. Ma inequivocabilmente figlio dei nostri tempi. La religione incontra la finanza decentralizzata, e il risultato è una moneta scherzosa lanciata mentre il Papa si affacciava per la prima volta dalla loggia di San Pietro. Leone XIV è diventato $LEOXIV. E, in un mondo dove tutto diventa contenuto, anche la santità è finita sulla blockchain.

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