Connect with us

Tempo libero ed interessi

Tempo di funghi: come riconoscere le specie commestibili e evitare quelle velenose

La raccolta dei funghi può essere un’esperienza gratificante, ma è essenziale avvicinarsi a questa pratica con rispetto e cautela. Riconoscere i funghi commestibili e evitare quelli velenosi è fondamentale per garantire una raccolta sicura e piacevole. Buona ricerca e buon appetito!

Avatar photo

Pubblicato

il

    La raccolta dei funghi è un’attività affascinante che attira ogni anno migliaia di appassionati nei boschi. Tuttavia, è anche un’attività che richiede conoscenza e attenzione, poiché non tutti i funghi sono commestibili e alcuni possono essere mortali. Questa guida si propone di offrire un vademecum per riconoscere le principali specie di funghi commestibili e quelle velenose, fornendo consigli utili per una raccolta sicura e consapevole.

    Funghi commestibili: le specie più comuni

    1. Porcino (Boletus edulis)
      • Descrizione: Il porcino è uno dei funghi più apprezzati e ricercati. Ha un cappello carnoso di colore marrone, spesso convesso, e un gambo robusto, bianco o leggermente marrone. La carne è bianca, soda e ha un aroma caratteristico.
      • Habitat: Si trova nei boschi di latifoglie e conifere, specialmente in autunno.
      • Uso: Ottimo per preparare risotti, zuppe e piatti di carne.
    1. Finferlo o Galletto (Cantharellus cibarius)
      • Descrizione: Ha un caratteristico colore giallo dorato, con un cappello ondulato e margini arricciati. Il gambo è spesso e si allarga verso la base. Ha un odore fruttato e un sapore delicato.
      • Habitat: Cresce nei boschi di latifoglie e conifere, spesso nascosto sotto il muschio.
      • Uso: Perfetto per piatti a base di pasta, frittate e insalate.
    1. Chiodino (Armillaria mellea)
      • Descrizione: Si presenta con un cappello convesso di colore variabile dal miele al marrone, con lamelle bianco-giallastre. Cresce in gruppi su tronchi e ceppi di alberi.
      • Habitat: Comune nei boschi di latifoglie, specialmente su alberi morti o malati.
      • Uso: Da cuocere bene prima del consumo, ottimo per preparare sottoli e sughi.
    1. Ovolo buono (Amanita caesarea)
    2. Descrizione: Ha un cappello arancione brillante, liscio e convesso, che si apre con l’età. Il gambo è giallo, con un anello e una volva bianca alla base. La carne è bianca e soda.
    3. Habitat: Cresce nei boschi di latifoglie, soprattutto sotto querce e castagni.
    4. Uso: Delizioso crudo in insalata o leggermente scottato in padella.

    Funghi velenosi: quelli da evitare assolutamente

    1. Amanita phalloides (Tignosa verdognola)
      • Descrizione: Ha un cappello liscio, di colore verde oliva, con lamelle bianche e un gambo bianco con un anello e una volva. La carne è bianca e non cambia colore al taglio.
      • Veleno: Altamente tossico, provoca danni irreparabili al fegato e ai reni. Anche una piccola quantità può essere letale.
      • Habitat: Frequente nei boschi di latifoglie e conifere.
    1. Amanita muscaria (Fungo di Biancaneve o Amanita muscaria)
    2. Descrizione: È facilmente riconoscibile per il cappello rosso brillante punteggiato di verruche bianche. Il gambo è bianco con un anello e una volva.
    3. Veleno: Contiene tossine neurotossiche che possono causare deliri, convulsioni e, in alcuni casi, la morte.
    4. Habitat: Cresce in boschi di conifere e latifoglie, spesso vicino a betulle.
    1. Cortinarius orellanus (Cortinario)
      • Descrizione: Ha un cappello liscio, color ruggine, con lamelle dello stesso colore e un gambo lungo e sottile. Il nome deriva dalla cortina, una sorta di velo che copre le lamelle.
      • Veleno: Contiene tossine che causano gravi danni renali, con sintomi che possono manifestarsi anche settimane dopo l’ingestione.
      • Habitat: Cresce nei boschi di latifoglie, spesso sotto querce e faggi.
    1. Gyromitra esculenta (Falsa spugnola)
      • Descrizione: Ha un aspetto particolare, con un cappello contorto e rugoso di colore marrone scuro. Il gambo è biancastro e fragile.
      • Veleno: Contiene tossine che possono causare gravi danni al fegato e al sistema nervoso, potenzialmente letali.
      • Habitat: Si trova nei boschi di conifere, soprattutto in primavera.
    2. Descrizione: È facilmente riconoscibile per il cappello rosso brillante punteggiato di verruche bianche. Il gambo è bianco con un anello e una volva.
    3. Veleno: Contiene tossine neurotossiche che possono causare deliri, convulsioni e, in alcuni casi, la morte.
    4. Habitat: Cresce in boschi di conifere e latifoglie, spesso vicino a betulle.

    Consigli per una raccolta sicura

    • Riconoscere le specie: Se non siete esperti, raccogliete solo i funghi che conoscete bene. È consigliabile partecipare a corsi o consultare esperti micologi.
    • Evitare funghi vecchi o danneggiati: Questi possono essere infestati da larve o decomposti, aumentando il rischio di tossicità.
    • Utilizzare cestini e non sacchetti di plastica: I cestini permettono ai funghi di respirare, evitando che marciscano e preservando le spore.
    • Attenzione ai sosia: Alcuni funghi velenosi hanno un aspetto molto simile a quelli commestibili. In caso di dubbio, meglio non raccoglierli.

    La raccolta dei funghi può essere un’esperienza gratificante, ma è essenziale avvicinarsi a questa pratica con rispetto e cautela. Riconoscere i funghi commestibili e evitare quelli velenosi è fondamentale per garantire una raccolta sicura e piacevole. Buona ricerca e buon appetito!

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Lifestyle

      Coltivare il basilico, sembra facile…

      Coltivare basilico può essere impegnativo a causa di vari insetti che attaccano le foglie, causando danni significativi. Ecco una guida per identificare i responsabili e i metodi per eliminarli efficacemente.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

        Il basilico, insieme al pomodoro, sono le colture nelle quali chi più chi meno nei mesi estivi ci cimentiamo un po’ tutti. E non serve avere un campo da arare o un giardino esteso. Bastano dei buoni vasi, della buona terra concimata e delle piantine acquistate in qualche agraria. Ma anche quelle dei supermercati vanno benissimo. Soprattutto il basilico. Tanto ormai da decenni sono tutte piante omg, ovvero piantine “industrializzate”, trasformate e prodotte su larga scala.

        Quando la foglia appare sfregiata

        Coltivare basilico può essere impegnativo a causa di vari insetti che attaccano le foglie, causando danni significativi. Vediamo di capire come identificare i responsabili e i possibili metodi per eliminarli efficacemente.

        Quali sono gli insetti che bucano le foglie del basilico?

        Si tratta quasi sempre di un Coleottero Giapponese. Questo insetto predilige il basilico e altre piante, attirato dall’odore e dalla consistenza delle foglie. Ma potrebbe anche essere una larva della Mosca Minatrice che intacca le foglie dall’interno, creando gallerie ben visibili anche o occhio nudo. Infine ci sono gli afidi, gli acari e e le Mosche Bianche. Tendono tutti a “mangiucchiare” le foglie, causando buchi e danni visibili. Le macchioline bianche sulle foglie possono indicare la presenza di Cicaline. Ma questi insetti non attaccano solo il basilico, ma anche altre erbe aromatiche come prezzemolo, coriandolo, menta e salvia.

        Rimedi naturali per non farli arrivare

        Trai diversi rimedi naturali per evitare che questi insetti attacchino le piantine sul nostro balcone o nei vasi sul terrazzo si può usare l’Olio di Neem. In pratica si tratta di un repellente naturale efficace contro molti insetti. Disponibile nei vivai. Anche l’aglio grazie all’odore che emana respinge gli insetti. Piantare uno spicchio di aglio nello stesso vaso del basilico può essere utile. Si può usare anche l’acqua saponata, una soluzione di 500 ml di acqua e 5 gr di sapone molle che può essere spruzzata sulle piante. Poi ci sono anche i pesticidi specifici, disponibili nei vivai. Ma per piante alimentari che in estate usiamo quasi quotidianamente, freschi e a crudo, forse è meglio evitare. Comunque è sempre bene chiedere consiglio a un esperto per determinare qual è il prodotto più adatto.

        Come fare prevenzione

        Il metodo utilizzata da sempre da chi coltiva la terra è la rotazione delle colture. Ovvero cambiare le piante da piantare alternandole con altri tipi. Oppure piantare le piantine in punti diversi rispetto all’anno precedente. La rotazione è un sistema antico usato da sempre soprattutto nei prati e nelle coltivazioni dell’erba medica, della colza, del mais e riduce sensibilmente il rischio di infestazioni.

        Il ruolo della permacultura

        Per adottare la permacultura, ovvero mettere vicine tra loro piante – ma anche fiori – ortaggi, etc. in modo che si proteggano reciprocamente e tengano lontano gli insetti infestanti, bisogna studiare. La permacultura si basa sul principio che gli insetti che danno fastidio a una pianta evitano di attaccare la pianta accanto e viceversa, rimanendo così a bocca asciutta. Inoltre si consiglia di ispezionare le piante frequentemente per identificare i problemi precocemente.
        Evitare infine i ristagni d’acqua. Il terreno sempre zuppo favorisce malattie fungine e il proliferare degli insetti.

          Continua a leggere

          Tempo libero ed interessi

          Questa sera grigliata in giardino… Sì ma il barbecue ce l’hai?

          Organizzare una grigliata tra amici è un’ottima idea per passare del tempo insieme all’aperto e gustare del buon cibo. Ecco una guida su cosa occorre per farlo nel migliore dei modi.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

            In estate chi ha un giardino è fortunato perché può ospitare amici per una classica serata barbecue. E non c’è bisogno di essere per forza dei mangiatori di carne o pesce. Ci sono le verdure, i formaggi e soprattutto ci deve essere tanta pazienza. Ci sono diversi tipi di barbecue disponibili sul mercato, ciascuno con le proprie caratteristiche, vantaggi e svantaggi. Di seguito una panoramica dei principali tipi di barbecue, le marche più conosciute, i costi e gli accessori utili per organizzare una serata a cui non mancherà proprio nulla.

            Ma quanti tipi di Barbecue ci sono in vendita?

            Quello a carbone utilizza carbonella per la combustione. E’ il tipo classico e tradizionale e garantisce un sapore affumicato unico al cibo. Tra le marche più note Weber, Napoleon, LotusGrill. I costi variano da 50 a 500 euro, a seconda delle dimensioni e delle caratteristiche.
            Indispensabili sono l’accendino elettrico o camino per carbonella, le griglie di ricambio, le pinze per il cibo e quelle per mescolare la carbonella e infine la spazzola per la pulizia finale.

            Quello a gas è alimentato a propano o butano. Facilissimo da accendere è possibile regolare e controllare la temperatura. Weber, Campingaz, Broil King sono tra le marche più note. In questo caso i costi variano tra 150 e 1000 euro, a seconda del numero di bruciatori e delle funzionalità.
            Vi servirà sicuramente un tubo di collegamento per bombola, la piastra in ghisa, il termometro integrato, e una copertura protettiva.

            Quello elettrico, lo dice la parola stessa, è alimentato a corrente elettrica. E’ ideale per balconi o ambienti dove non è permesso l’uso di fiamme libere. Le marche più gettonate sono Tefal, De’Longhi, Weber con costi che variano da 50 a 400 euro. Anche per il modello elettrico vi servirà una piastra antiaderente, un vassoio raccogli grasso, le pinze e la spatola.

            Nel modello a pellet per la combustione viene utilizzato pellet di legno compresso. Combina i vantaggi del barbecue a legna con la facilità di utilizzo. Traeger, Pit Boss, Camp Chef sono tre marche disponibili sul mercato. I costi in questo caso sono un po’ alti. Si va, infatti, dai 300 fono a superare anche i 2000 euro. Vi servirà una busta di pellet di diversi tipi di legno, una copertura, un termometro Wi-Fi, e un kit di pulizia.

            Il modello portatile è molto compatto e facile da trasportare. Perfetto per picnic, in campeggi e in piccoli spazi come sul balcone di casa. Tra le marche più utilizzate Weber, Campingaz, Coleman. Costano dai 30 ai 200 euro massimo. Tra gli accessori avrete bisogno di una custodia per il trasporto, una griglia pieghevole e un accendino portatile.

            Accessori utili ma non indispensabili

            Se volete fare i sofisticati potete procurarci una serie di accessori che vi aiuteranno a cucinare meglio e a curare la cottura e la pulizia. Griglie e piastre di ricambio servono per avere sempre superfici di cottura pulite e pronte all’uso. Pinze e forchettoni vi potrebbero servire per girare carne e verdure senza bruciarsi. Ma vanno bene quelle che abbiamo già in casa.
            Una spazzola per pulizia in effetti è utile per mantenere pulite le griglie dopo ogni utilizzo.
            Termometro per carne? Certo è utile per controllare la temperatura interna del cibo e assicurarsi che sia ben cotto. Ma tutto sommato con tutti i barbecue che abbiamo fatto basta l’occhio e il profumo oltre che lo sfriccichio per capire se una costata è cotta oppure no.

            Volete proprio strafare…?

            Potete procurarci anche una ciminiere per la carbonella che vi servirò per accendere rapidamente e in modo uniforme la carbonella. Potete acquistare anche una coperture protettive per riparare il barbecue dalle intemperie quando non lo usate. poi ci sono i vassoi e i piatti da servizio per trasportare e servire il cibo in modo pratico. I guanti resistenti al calore per maneggiare la griglia e gli accessori caldi in sicurezza. Non dimenticatevi i marinatori ovvero quei contenitori dove insaporire la carne prima della cottura, e infine teglie e cartocci che sono sempre utili per cuocere verdure, patate e altri contorni. Gli accessori possono aggiungere un costo extra, che varia a seconda della qualità e della quantità di quelli acquistati, solitamente da 20 a 200 euro in totale.

              Continua a leggere

              Tempo libero ed interessi

              Freesbee, racchettoni e pistole ad acqua: i giochi da spiaggia che non passano mai di moda

              Dalle sfide a racchettoni sotto il sole ai duelli con le pistole a pompa, fino ai lanci infiniti del freesbee: in spiaggia si torna bambini. E il divertimento, almeno quello, è ancora gratis.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Ci sono cose che il tempo non riesce a cancellare. Il rumore del mare, l’odore della crema solare e quei giochi da spiaggia che resistono a tutto: alla sabbia rovente, alle mode del momento, persino al passare degli anni. Ogni estate sembra quella buona per dire addio ai racchettoni, eppure bastano due palme e un angolo libero per far scattare la sfida. Con o senza linea di fondo campo.

                Il freesbee? Un classico. Lo porti in valigia anche se sai già che lo perderai dopo tre giorni. Finirà tra le onde o dietro l’ombrellone della signora bionda che legge il giallo di turno, ma intanto tu lo rilanci, provi a fare il gesto da campione e speri che il vento non ti tradisca. Perché se c’è una legge non scritta delle spiagge italiane è che il freesbee va dove vuole lui, e spesso colpisce la persona sbagliata.

                Poi ci sono loro, le pistole ad acqua. Un tempo erano di plastica trasparente e facevano il getto più triste dell’universo. Ora sembrano armi da guerra, con caricatori a pressione, serbatoi da mezzo litro e mira a lunga distanza. Appena parte la prima siringata, è guerra aperta. Bambini contro adulti, genitori che si fingono neutrali e poi inzuppano tutti. Perché diciamolo: nessuno resiste a una bella pistola ad acqua in pieno sole.

                E i racchettoni? Non sono mai stati sport, ma puro rito estivo. C’è il tipo competitivo, che conta i palleggi e si vanta se arriva a cento. C’è il distratto, che colpisce i polpacci più che la palla. E c’è l’intellettuale da spiaggia, che gioca con l’aria da chi ha appena letto Kundera. A unirli tutti, il suono sordo del legno e quella palla che vola mentre il sole scotta e il tempo rallenta.

                In un’epoca di realtà aumentata e intelligenze artificiali, sulla spiaggia vincono ancora i giochi più semplici. Nessuna app, nessuna ricarica, solo sabbia tra le dita e voglia di ridere. Ecco perché, alla fine, sotto l’ombrellone o tra un tuffo e l’altro, torniamo sempre lì: a far volare un freesbee storto, a palleggiare come Nadal sotto il sole, o a riempire la pistola ad acqua nel secchiello. Perché crescere è obbligatorio, ma in spiaggia si può anche far finta di niente.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù