Connect with us

Lifestyle

Ibiza incorona l’Ushuaïa e l’Hï come templi della movida!

Estate indimenticabile a Ibiza con l’Ushuaïa, la discoteca numero uno al mondo, e l’Hï, la numero quattro, pronte a infiammare le notti dell’isola. Tra eventi spettacolari, line-up stellari e feste che iniziano al tramonto e finiscono all’alba, la stagione della movida è già nel pieno del suo splendore. Non perdere l’occasione di vivere l’esperienza unica della vita notturna ibizenca!

Avatar photo

Pubblicato

il

    Ibiza è il paradiso dei clubber e l’estate 2024 si prospetta epica con l’Ushuaïa e l’Hï al centro della scena. L’Ushuaïa, la discoteca numero uno al mondo, e l’Hï, la numero quattro, sono separate solo da una strada più luminosa di Times Square anche alle tre di notte. Benvenuti a Ibiza, l’isola dove la stagione della movida è già nel pieno del suo splendore, con temperature che richiamano l’estate.

    Line-up e Eventi Esplosivi all’Ushuaïa Ibiza

    L’Ushuaïa Ibiza Beach Hotel ha inaugurato la stagione con Ants, uno degli eventi più amati. Le gigantesche formiche, simbolo dell’infaticabile lavoro degli operai che hanno costruito l’hotel nel 2008, decorano gli spazi del club. Ants è un party all’aperto che inizia ogni sabato pomeriggio fino al 5 ottobre. Con l’avanzare del tramonto, l’atmosfera diventa sempre più dark, con fiamme che illuminano la notte ibizenca.

    L’Ushuaïa è la location preferita per festeggiare compleanni, addii al nubilato e al celibato, in perfetto stile “Quello che succede a Ibiza resta a Ibiza”. Quest’anno, l’hotel è stato scelto da Defected, una delle etichette più importanti della dance music, per celebrare il suo 25° anniversario. Ogni martedì fino al 1° ottobre, il palco dell’Ushuaïa ospiterà i più grandi nomi della house music e nuovi talenti emergenti.

    Il club open air di Playa d’en Bossa è anche la sede ibizenca di Tomorrowland, con Dimitri Vegas e Like Mike che saliranno sul palco ogni mercoledì fino al 2 ottobre, portando un assaggio del magico mondo di Sylvira. David Guetta, per la quarta volta dj numero uno al mondo, ritorna con il suo iconico “F*** Me I’m Famous!” ogni lunedì dal 3 giugno al 7 ottobre. Sarà accompagnato da amici, colleghi e musicisti emergenti.

    Martin Garrix, uno dei talenti più iconici della musica dance, si esibirà ogni giovedì dal 20 giugno al 26 settembre, mentre Calvin Harris, star di Brit Award, Billboard e Grammy, tornerà sul palco dell’Ushuaïa ogni venerdì dal 31 maggio al 13 settembre (tranne il 7 giugno, quando il party sarà spostato a domenica 9).

    La Festa Continua all’Hï Ibiza

    Quando alle 23 le luci dell’Ushuaïa si spengono, la festa si sposta all’Hï Ibiza. Questo club è noto per le sue serate spettacolari come Black Coffee il sabato, con la migliore techno, e Glitterbox la domenica, una serata arcobaleno con disco, house e grandi classici. David Guetta sarà in console ogni venerdì a partire dal 7 giugno, e se cercate qualcosa di alternativo, Patrick Topping porta le sue serate Trick per quattro mercoledì di fila tra giugno e luglio.

    Esperienze Uniche e Lusso Sfrenato

    Prima di spostarsi all’Hï, vale la pena fare una sosta all’Up Ibiza Sky Society, la terrazza panoramica dell’Ushuaïa Tower. Qui puoi gustare un drink con vista sul mare e sugli aerei in atterraggio, un dettaglio che rende l’esperienza ancora più iconica.

    All’alba, rigenerati con un mega brunch “Unexpected Breakfast” a bordo spiaggia. Aperto anche ai non ospiti, questo brunch offre una vasta selezione di delizie dolci e salate: croissant, donuts, pancake, frutta fresca, omelette preparate al momento, guacamole e persino kebab (anche vegan!).

    Quando la festa all’Ushuaïa si sposta all’interno, gli ospiti possono continuare a divertirsi nelle camere più cool dell’hotel, come la Pioneer DJ suite, dotata di mixer, amplificatore e subwoofer, grazie al servizio in camera 24/7. Dopo una notte di festa, riposa sui lettini-materasso a bordo piscina, dove alle 12 riparte il dj set.

    Sei pronto per un’estate indimenticabile a Ibiza, dove la festa non finisce mai?

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Cucina

      Cene a casa, ma con stile: come trasformare il salotto in un bistrot tra amici e riscoprire la convivialità autentica

      Dimenticate le tavolate caotiche e le serate improvvisate: la tendenza del momento è la cena curata, intima e scenografica. Basta poco per trasformare la casa nel ristorante più accogliente della città.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

      Cene a casa

        Altro che prenotazioni impossibili o conti salati: il nuovo lusso è invitare a casa. Dopo anni di delivery e aperitivi al volo, torna la voglia di cucinare e apparecchiare con gusto. La pandemia ha acceso la miccia, ma oggi è diventata una scelta di stile: trasformare il salotto in un bistrot privato dove la convivialità è il vero piatto forte. Le cene domestiche si fanno più curate, più pensate e anche più scenografiche. Non serve un servizio da hotel, bastano cura e atmosfera.

        Piatti semplici ma con carattere

        Il segreto è scegliere un piatto unico che sorprenda senza costringere il padrone di casa ai fornelli per ore. Risotti cremosi, paste al forno gourmet, zuppe speziate o tagli di carne cotti lentamente. L’idea è far sentire gli ospiti coccolati, non assistere a uno show di cucina. Si può puntare su ingredienti locali, vino giusto e impiattamento curato: una foglia di erba aromatica, un filo d’olio buono, un piatto caldo. La tavola si veste di semplicità e colore: lino naturale, posate spaiate, bicchieri trasparenti. L’effetto? Un’eleganza spontanea, mai costruita.

        La luce giusta fa metà del lavoro

        La differenza tra una cena qualunque e una memorabile la fanno l’atmosfera e la luce. Lampade basse, candele, riflessi dorati sulle pareti: tutto concorre a creare quel senso di accoglienza che nessun ristorante può imitare. Anche la playlist ha il suo ruolo: jazz morbido, soul o un po’ di cantautorato italiano.
        La nuova socialità domestica è fatta di chiacchiere, calici e pause, di momenti lenti ma autentici. A fine serata, nessuno controlla l’ora: si resta seduti, tra bicchieri vuoti e risate. Perché a volte, il ristorante migliore è quello che profuma di casa.

          Continua a leggere

          Cucina

          La cucina italiana entra nel Patrimonio Unesco e Meloni esulta, ma il primato è solo a metà: ecco cosa c’è davvero dietro il riconoscimento

          L’Unesco ha riconosciuto la cucina italiana come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, prima al mondo nella sua interezza. Giorgia Meloni festeggia parlando di primato assoluto, ma l’Italia entra in un club che conta già Francia, Messico, Giappone e Corea.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Applausi, orgoglio tricolore e qualche glitter politico sparso qua e là. Da New Delhi arriva la notizia che fa brillare la tavola degli italiani: la cucina italiana è ufficialmente entrata nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco. Una decisione presa all’unanimità dal Comitato intergovernativo, davanti a 60 dossier presentati da 56 Paesi. Il riconoscimento parla di “miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie”, capace di esprimere amore, cura, identità e memoria collettiva.

            Il sì dell’Unesco e la standing ovation
            Il verdetto è stato accolto da un lungo applauso in sala. Secondo l’Unesco, cucinare all’italiana favorisce inclusione sociale, benessere, relazioni, apprendimento tra generazioni e senso di appartenenza. La cucina viene descritta come pratica comunitaria, fondata sul rispetto degli ingredienti, sulla condivisione e sulle ricette anti-spreco, con ruoli intercambiabili tra giovani e anziani. Un racconto che somiglia molto a quello che ogni giorno si accende attorno alle tavole di milioni di famiglie.

            Meloni esulta, ma il primato va spiegato bene
            Giorgia Meloni ha subito rivendicato il risultato parlando di un primato mondiale. Ed è vero solo in parte. L’Italia è la prima nazione a ottenere il riconoscimento per la cucina nella sua interezza, ma entra comunque in un club già prestigioso. Prima di noi, infatti, erano già stati riconosciuti il pasto gastronomico dei francesi e la cucina tradizionale messicana nel 2010, la pratica coreana del kimchi e la cucina tradizionale giapponese nel 2013. Un primato, sì, ma con i dovuti asterischi.

            Un lavoro lungo sessant’anni
            Nel dossier di candidatura, curato dal giurista Pier Luigi Petrillo, l’Unesco sottolinea l’impegno delle comunità negli ultimi sessant’anni, con il contributo di realtà come La Cucina Italiana, l’Accademia Italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi. Con questo ingresso, l’Italia rafforza anche un altro record: su 21 tradizioni immateriali riconosciute, ben 9 sono legate all’agroalimentare. Oltre alla cucina italiana, figurano l’arte dei pizzaiuoli napoletani, la dieta mediterranea, la transumanza, il tartufo, la vite ad alberello di Pantelleria, i muretti a secco, l’irrigazione tradizionale e i cavalli lipizzani.

            La cucina come identità collettiva
            Non si celebra solo un insieme di ricette, ma una pratica quotidiana che unisce generazioni, territori e culture. L’Unesco parla di una cucina che supera le barriere interculturali, che racconta storie e che continua a evolversi restando fedele alle sue radici. Un riconoscimento che vale come fotografia di ciò che l’Italia è da sempre, ben prima degli slogan.

              Continua a leggere

              Animali

              Cosa dice la coda del gatto: i movimenti che svelano emozioni, intenzioni e piccoli segreti felini

              La coda è il linguaggio silenzioso dei gatti. Da un semplice movimento si può capire se il micio è felice, irritato o pronto al gioco.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

              coda del gatto

                Chi vive con un gatto lo sa: la coda è il suo megafono silenzioso. Non è solo un accessorio per l’equilibrio, ma un vero strumento di comunicazione. Muovendola, il micio invia messaggi precisi, spesso più sinceri dei miagolii. La posizione, la tensione e la velocità dei movimenti raccontano molto del suo umore. Imparare a leggere quei segnali è il modo migliore per comprenderlo e rispettare i suoi spazi.

                Dritta, morbida o a frusta: cosa significa

                Una coda dritta verso l’alto, magari con la punta leggermente piegata, indica felicità e fiducia: è il saluto del gatto quando ci viene incontro con passo sicuro. Se la muove lentamente da un lato all’altro, è concentrato o curioso: ha visto qualcosa che lo interessa ma non lo spaventa.
                Quando invece la coda si gonfia e vibra, è segno di allerta o paura: meglio non avvicinarsi. Una coda bassa e rigida può indicare tensione o fastidio, mentre un movimento rapido e nervoso, come una frustata, rivela irritazione. Attenzione: se lo si accarezza in quel momento, può scattare un morso “educativo”.
                Ci sono poi i momenti di tenerezza: se il gatto avvolge la coda intorno a noi o a un altro animale, sta esprimendo affetto e appartenenza.

                Osservare, non interpretare a caso

                Ogni gatto ha un suo modo di usare la coda, e il contesto è fondamentale. Un movimento che in un micio può significare curiosità, in un altro può essere un avvertimento. Il trucco è osservare il linguaggio del corpo nel suo insieme: orecchie, occhi e postura completano il messaggio.
                La coda, in fondo, è la sua voce più sincera. Seguirla è come leggere un piccolo diario quotidiano scritto nell’aria. E se un giorno il vostro gatto vi accoglie con la coda alta e vibrante, non servono traduzioni: vi sta semplicemente dicendo “sono felice di vederti”.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù