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La spada nella roccia? È in Italia! Un weekend alla scoperta dei segreti di San Galgano

Un weekend alla scoperta della spada nella roccia di San Galgano è più di una semplice visita turistica; è un’immersione nella storia, nella spiritualità e nella bellezza della Toscana. Lasciati incantare dalla leggenda e crea ricordi indelebili in questo luogo magico

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    Nella pittoresca campagna toscana, un luogo incantato attende di essere scoperto. La leggenda della spada nella roccia di San Galgano affascina i visitatori con la sua mistica storia. Questo articolo ti guiderà attraverso un weekend ricco di storia, cultura e mistero nel suggestivo scenario di San Galgano, Toscana.

    La leggenda di San Galgano

    La storia inizia con il leggendario San Galgano, un cavaliere che, stanco della violenza, piantò la sua spada in una roccia come segno di pace e penitenza. Questa leggenda affonda le radici nel XII secolo e continua a catturare l’immaginazione di chiunque si avventuri in questo luogo magico.

    Arrivo a San Galgano

    Inizia il tuo weekend a San Galgano con un viaggio verso questo piccolo borgo toscano, situato a breve distanza da Siena. L’atmosfera rurale e le colline verdi faranno da cornice al tuo viaggio, creando l’anticipazione di qualcosa di straordinario.

    Esplorazione dell’Abbazia

    Il cuore di questa avventura è l’Abbazia di San Galgano, un’imponente struttura monastica senza tetto, con la celebre spada nella roccia custodita nella vicina cappella. Ammira l’architettura gotica e immergiti nella spiritualità di questo luogo che unisce la natura alla storia.

    Il mistero della spada nella roccia

    Visita la cappella per contemplare la leggendaria spada nella roccia, conficcata nel terreno come simbolo di pace. L’enigma di come la spada sia rimasta intrappolata nella roccia per secoli aggiunge un tocco di mistero al luogo, suscitando domande sulla sua origine e significato.

    Eventi culturali e mostre

    Informa il tuo itinerario verificando se ci sono eventi culturali o mostre nelle vicinanze. San Galgano ospita spesso concerti, rappresentazioni teatrali e mostre d’arte che aggiungono ulteriori strati di esperienza al tuo weekend.

    Un pranzetto nei dintorni

    Approfitta della cucina toscana nelle locande e ristoranti locali. Gusta piatti tradizionali come la ribollita, la pappa al pomodoro e i formaggi pecorini. L’atmosfera calorosa e l’autenticità culinaria aggiungeranno un tocco speciale al tuo weekend.

    Escursioni nelle colline circostanti

    San Galgano è circondata da colline pittoresche. Organizza un’escursione nelle vicinanze per godere di viste panoramiche mozzafiato, visitare piccoli borghi e immergerti nella tranquillità della campagna toscana.

    Alloggi autentici

    Per completare l’esperienza, scegli un alloggio che rifletta l’autenticità della regione. Agriturismi, case vacanze e bed and breakfast offrono un’ospitalità calorosa e un’opportunità per vivere il vero stile di vita toscano. Consigli pratici: Prima di partire, assicurati di controllare gli orari di apertura dell’Abbazia e di verificare gli eventi locali. Indossa abiti comodi per esplorare la campagna e portati dietro una fotocamera per immortalare i momenti magici.

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      Viaggi

      Il treno più lento d’Europa (e perché sempre più persone vogliono salirci)

      Dimenticate l’alta velocità: il lusso del futuro si misura in chilometri orari. Sempre più turisti scelgono tratte ferroviarie dimenticate dove il tempo si dilata, i finestrini non sono schermi e ogni stazione è un invito a fermarsi. Il culto del viaggio lento parte dai binari, e conquista anche i più impazienti.

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        C’è un treno in Svizzera che per percorrere 291 chilometri impiega più di otto ore. Lo chiamano il Glacier Express, ma l’ironia è evidente: express non lo è affatto. In compenso, attraversa 91 tunnel, 291 ponti e alcune delle valli alpine più spettacolari del continente. E oggi, sorprendentemente, è sold out per mesi. Perché se una volta si correva per arrivare prima, oggi il vero privilegio è poter rallentare.

        Il turismo ferroviario lento sta vivendo una nuova primavera. Dalle Highlands scozzesi ai Balcani, passando per la Svezia, la Grecia e l’Italia, cresce il numero di viaggiatori che preferiscono una carrozza scricchiolante a un volo low-cost, un finestrino aperto a una notifica sul cellulare. Non si tratta solo di nostalgia. È un modo diverso di viaggiare: più consapevole, più sensoriale, più umano.

        In Italia l’esempio più affascinante è forse la Transiberiana d’Italia: 129 chilometri tra Abruzzo e Molise, a una media di 30 km/h. Vagoni d’epoca, sedili in legno, neve d’inverno e pascoli d’estate. Nessun wi-fi, ma la certezza che ogni curva offra qualcosa da guardare. “La cosa più bella è sentire il treno respirare”, racconta un passeggero abituale. “Qui non si ha fretta. Si ascolta il paesaggio”.

        Un tempo il treno era simbolo di progresso, oggi diventa rifugio dall’eccesso. Le compagnie lo hanno capito e stanno investendo: la Grecia ha riattivato la tratta Peloponneso-Kalavryta con una locomotiva storica; in Portogallo è tornata la Linha do Douro, lungo i vigneti patrimonio Unesco. E poi c’è la mitica Inlandsbanan svedese, 1300 chilometri da Mora a Gällivare tra renne, fiordi e silenzi infiniti.

        Il fascino è anche ambientale: viaggiare in treno riduce l’impatto di carbonio fino al 90% rispetto all’aereo. Ma il vero cambiamento è culturale. “Siamo cresciuti nell’idea che lento sia sinonimo di inefficiente. Ora iniziamo a capire che lento è spesso sinonimo di profondo”, spiega un esperto di turismo sostenibile. “Non si viaggia più solo per arrivare: si viaggia per esserci”.

        E così si prenotano tour in vagoni vintage, si scrivono blog su binari dimenticati, si girano documentari interamente girati da un finestrino. Le immagini scorrono piano, ma lasciano un segno. In un mondo che misura tutto in prestazioni, il treno lento è un atto di resistenza poetica. Il tempo si allunga, l’anima respira.

        Il prossimo passo? I treni a vapore per viaggi sensoriali, quelli notturni con vagoni-cinema, e forse (perché no) il ritorno del biglietto cartaceo, da conservare come ricordo. In fondo, viaggiare lentamente non è tornare indietro. È scegliere da che parte andare.

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          Ristoranti con vista? Sì, ma sotto il mare: la moda dei locali subacquei

          Dalle Maldive alla Norvegia, cresce la tendenza dei ristoranti subacquei: si mangia circondati da pesci tropicali o squali, a metri di profondità. Ma tra lusso, scenografia e sostenibilità, il format divide.

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            Cena a lume di candela… tra i coralli. Oppure tartare di tonno con vista squali. È l’esperienza offerta dai ristoranti subacquei, sempre più diffusi tra resort di lusso e capitali del turismo. L’idea è semplice: costruire strutture in vetro rinforzato a qualche metro sotto il livello del mare e servire piatti gourmet mentre i clienti ammirano murene e mante. Un sogno per molti, una provocazione per altri.

            Tra i più noti c’è Under, in Norvegia: un cubo di cemento semi-affondato nell’Oceano Atlantico, dove si mangia a cinque metri di profondità. Alle Maldive, il Ithaa è stato il primo al mondo a offrire cene tra i pesci tropicali, con coperti limitati e un dress code elegantissimo (ma senza scarpe).

            Il fascino è indiscutibile, ma le polemiche non mancano. C’è chi accusa questi locali di sfruttare ambienti delicatissimi per fini commerciali, e chi teme l’impatto ambientale delle strutture. Altri, più pragmaticamente, storcono il naso davanti ai prezzi: una cena per due può superare i 600 euro.

            Eppure, la moda cresce. Forse perché il mare ci affascina, forse perché Instagram vuole il suo tributo. O forse perché, almeno lì sotto, lontani da suonerie e stress, si può vivere l’illusione perfetta: quella di essere davvero in un altro mondo.

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              Il labirinto più grande del mondo si trova in Italia nella Food Valley parmigiana

              Il Labirinto del Masone grazie alla visione di Franco Maria Ricci, punto di riferimento per i viaggiatori e gli amanti della cultura, dimostra che perdersi, a volte, è il primo passo per ritrovarsi.

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                A Fontanellato, nel cuore della Food Valley parmigiana, ci puoi andare per diversi motivi. Alcuni dei quali legati alla tradizione culinaria parmigiana. Numerose le sue eccellenze gastronomiche come i salumi (Prosciutto di Parma e Culatello), il Parmigiano Reggiano e la pasta fresca ripiena, come i tortelli di zucca o di erbette. E invece il comune in provincia di Parma è noto soprattutto per la sua vicinanza al Labirinto del Masone. Non lo conoscete? Con una superficie di sette ettari e 300mila piante di bambù, questo dedalo straordinario detiene il titolo di labirinto più grande del mondo. La sua creazione è frutto della visione di Franco Maria Ricci, celebre collezionista d’arte, editore e bibliofilo.

                L’ispirazione e la creazione del Labirinto

                L’idea del Labirinto del Masone nasce da una promessa che Ricci fece allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, affascinato dalla simbologia dei labirinti e dalla loro valenza filosofica. Concepito come un viaggio simbolico e spirituale, il progetto fu realizzato nel 2015, entrando a far parte del circuito dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza, Guastalla e Pontremoli. La struttura richiama elementi di vari periodi storici. La pianta quadrata omaggia i labirinti romani, le spire richiamano il dedalo di Creta, mentre il perimetro a forma di stella s’ispira alle geometrie rinascimentali.

                Cosa aspettarsi

                Tra le numerose particolarità del Labirinto di Masone è la sua forma a dedalo di bambu. Il labirinto, infatti, è costruito interamente con piante di bambù alte fino a 15 metri, appartenenti a diverse specie. Percorrerlo può richiedere fino a un’ora, e segnali numerati posizionati lungo il percorso aiutano i visitatori a orientarsi. Al cuore del labirinto si apre una piazza di 2.000 metri quadrati, progettata dall’architetto Pier Carlo Bontempi. Qui si svolgono eventi culturali, concerti e manifestazioni. Al suo interno è sita anche una cappella a forma di piramide. Una cappella che rappresenta la dimensione spirituale del labirinto, sottolineandone il significato simbolico. Inoltre si puà visitare un Museo e una collezioni d’arte. Si tratta di un’area di 5.000 metri quadrati che ospita 500 opere d’arte che spaziano dal Cinquecento al Novecento, inclusi capolavori di Antonio Ligabue, parte della collezione personale di Franco Maria Ricci.

                Un filo di Arianna che collegare i labirinti iconici nel mondo

                Se quello di Masone è considerato il più grande labirinto al mondo quello di Hampton Court, Inghilterra Creato nel 1690 nei giardini di Hampton Court Palace, è uno dei più antichi permanenti d’Europa. È famoso per le sue siepi di tasso e i sentieri tortuosi. Dole Plantation Maze, alle Hawaii negli Stati Uniti è realizzato con piante di ananas e copre oltre 12.000 metri quadrati per celebrare l’agricoltura locale. Sempre in Inghilterra Longleat Hedge Maze, situato nel parco di Longleat House, è formato da oltre 16.000 siepi di tasso. È noto per il percorso complesso e per la torre centrale con vista panoramica sullo stesso labirinto. Andrássy Castle Maze in Ungheria è l’unico labirinto europeo sotterraneo. Sviluppato in un sistema di grotte, offre percorsi emozionanti con installazioni luminose e artistiche. E per finire torniamo a Villa Pisani Maze, situato a Stra, vicino Venezia, dove è possibile visitare un labirinto settecentesco con siepi di bosso, celebre per la torretta centrale sormontata da una statua della dea Minerva.

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