Spettacolo
Alla Scala di Milano, stasera la Turandot di Puccini è in 3D

La Turandot di Giacomo Puccini arriva in prima nazionale al Teatro alla Scala di Milano stasera. Con la regia di Davide Livermore e le scene di Davide Livermore, Paolo Gep Cucco ed Eleonora Peronetti.
Pechino prende forma grazie alla realtà virtuale
La musica è quella immortale in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano, uno dei suoi allievi. Ma stasera nel tempio della lirica italiano ci sarà una novità: una Pechino ultradark, resa in un 3D ultra-cinematografico grazie all’uso della realtà virtuale.
Effetti speciali in slow motion
La città “tridimensionale”, che Puccini immaginò come sfondo alla parabola della principessa cinese, verrà proiettata su un ledwall di 12 metri per 9. Non solo: sarà presente anche un altro ledwall circolare trasparente dove verranno proiettate le riprese di materiali in hyper slowmotion: terre, liquidi, petali, inchiostri e foglie ripresi a 1400 frame al secondo all’interno di una sfera per creare un effetto sospeso nel tempo che, ne siamo certi, incanterà il pubblico presente.
La firma è quella di un’azienda leader
Responsabile di questa innovazione è D-Wok, azienda di entertainment design famosa per la sua leadership nella tech creativity legata all’opera lirica e alla produzione di contenuti virtuali e di video design. E’ anche fra le prime società al mondo a rendere virtuali le scenografie per l’opera lirica, mescolando la dimensione analogica con quella digitale.
Si replica fino alla metà di luglio
Con questo tentativo si vuole attribuire allo spazio scenico una dimensione nuova e rinnovata. In grado di miscelare la tradizione lirica italiana con le tecnologie più all’avanguardia. Oltrepassando il confine tra ciò che è reale e ciò che è virtuale. Le repliche sono previste venerdì 28 giugno, giovedì 4 luglio, sabato 6 luglio, martedì 9 luglio, venerdì 12 luglio e lunedì 15 luglio.
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Personaggi e interviste
Alessia Marcuzzi, Dorian Gray al femminile? Quali sono i suoi segreti?
I suoi calendari in età giovanile se li ricordano in molti… ma anche adesso Alessia Marcuzzi sarebbe in grado di replicarne il successo. Il suo segreto? Un mix di sane abitudini e tanto impegno, che le hanno fatto guadagnare – nel corso degli anni – la simpatia di uno stuolo di fan molto variegato. Fatto anche di tante donne.

Lei rappresenta l’esempio perfetto di come una 50enne può dare dei “punti” (e parecchi…) a ragazze molto più giovani. Alessia Marcuzzi, 52 anni per la precisione, possiede un fisico in grado da suscitare invidia a una ventenne. Fascinosa e in gran forma, Alessia splende in questa estate assolata. Ma per farlo la preparazione rappresenta un impegno costante lungo tutto l’anno. La bellezza, ad una certa età, è una conquista che si strappa all’incalzare del tempo con costanza ed applicazione continua.
Wow, che fisico!
La conduttrice tv, sulla breccia da tanto tempo, la scorsa estate aveva fatto impazzire il web con i suoi scatti al mare presso le splendide Maldive, dove ha trascorso le vacanze. Il corpo mozzafiato in costume e le forme sexy sono in grado di lasciare tutti a bocca aperta, riuscendo ancora a stupire tutti con il sui fisico spettacolare.
Ale, che farai questo autunno?
Nonostante tutti, seppur recentemente presa in considerazione dalla Rai, non ha un format tutto suo in programma per la fine dell’anno. L’unico impegno attualmente in essere è quello da giudice di Tale e quale show. Scomparso dai radar Boomerissima, il format che ha segnato il ritorno della bella Alessia sulla TV di Stato. Nonostante il flop negli ascolti della seconda edizione, che ha chiuso con una media di soli 814 mila telespettatori con il 5,1% di share, lo show dovrebbe ritornare nella primavera del 2025.
Mangiare sano e idratarsi molto
La Marcuzzi possiede da sempre un fisico da urlo: i suoi calendari a 20 anni hanno fatto storia, le sue gambe lunghe, “storte e affusolate” sono oggetto di pura invidia. Ma in molte si chiedono come faccia a mantenere una forma così. La risposta è più semplice di quello che si può pensare: seguendo uno stile di vita sano e attivo: tanto sport e un’alimentazione leggera fatta di pasta, tante proteine, frutta e verdura in quantità. E ogni tanto un bicchiere di vino – che fa buon sangue, come dicevano i nostri nonni – e tanta acqua per idratare la pelle. Sul suo Instagram da 5,6 milioni di follower è seguita da ogni fascia d’età. E lei comunica con semplicità. Scopriamo allora i segreti fitness di Alessia Marcuzzi.



Alcuni scatti che ci riportano alla scorsa estate…
Gyrotonic
Sempre più conosciuto e apprezzato, grazie ai grandi benefici e ai tanti vip che lo praticano, il Gyrotonic è uno dei suoi principali segreti. Una disciplina fonda i suoi principi sul movimento pluridirezionale. L’allenamento risulta essere completo e articolato, agendo sulla muscolatura profonda e sul sistema nervoso attraverso movimenti derivati da nuoto, danza, yoga e Tai Chi su specifici macchinari.


Alessia in azione: il salotto di casa si trasforma in palestra
Kickboxing
Calci, pugni, saltelli per tonificare gambe e glutei ma anche addominali e parte alta del corpo: la kickboxing sviluppa un lavoro completo per ottenere muscoli tonici e definiti. Variare e mixare gli sport è il modo perfetto per amplificare i risultati.
Pilates e camminate
Una perfetta verticale e una posa di danza, la Marcuzzi tiene molto al suo fisico, non tralasciando nessun aspetto. Ama praticare pilates, abbinando lunghe camminate che, oltre a fungere da allenamento, sono in grado di sgombrare la mente e rilassare lo spirito, favorendo la riflessione e la concentrazione personale. Se gli impegni lavorativi la pressano, lei riesce sempre a trovare il tempo per allenarsi: anche con sessioni mirate da 20-30 minuti. Anche in questo caso è la costanza che regala i risultati più belli.
Musica
May Pang, la donna che Yoko Ono spinse tra le braccia di John Lennon: «Con lui è stato meraviglioso, il mio maestro»
Tra il 1973 e il 1975 May Pang fu amante, confidente e musa di Lennon, in un rapporto voluto da Yoko Ono stessa. Nel film la donna racconta la sua verità: la passione con John, i tradimenti, gli abusi, la reunion con McCartney e il ritorno forzato del musicista alla moglie. Un triangolo che ha segnato la storia dei Beatles.

«So che non ero l’unica donna che amava. Amava Cynthia, amava Yoko e sì, amava anche me». Con queste parole May Pang sintetizza la sua relazione con John Lennon, durata 18 mesi tra il 1973 e il 1975. Un amore controverso, nato su spinta di Yoko Ono, la moglie dell’ex Beatle, che un giorno le disse: «Vorrei che tu uscissi con lui, perché so che ha bisogno di qualcuno gentile come te».

È questa la storia al centro del documentario The Lost Weekend: A Love Story, andato in onda su Sky Arte, in cui l’ex assistente sinoamericana, nata a New York nel 1950 da una famiglia di immigrati, racconta i retroscena di un rapporto segnato da passione, contraddizioni e dolore.
Assunta alla Apple Records a 21 anni, May Pang entra presto nella vita della coppia Lennon-Ono come assistente personale. All’inizio il ruolo è chiaro: occuparsi di telefonate, spese, promozione e dettagli quotidiani. Ma i rapporti tra John e Yoko si incrinano, tra aborti, tensioni politiche e l’ombra costante dell’espulsione dagli Stati Uniti. In quel contesto, è la stessa Yoko a spingere Lennon verso la giovane collaboratrice.





Pang ricorda di essere rimasta scioccata dalla proposta, ma il corteggiamento del musicista fu insistente. «Mi baciò nell’ascensore dello studio, senza che potessi oppormi. Prima che me ne accorgessi, John Lennon mi aveva incantata». Così iniziò quella che Lennon definì «the Lost Weekend», un periodo che durò quasi due anni e che per lui rappresentò una rinascita creativa.
Insieme a May, Lennon registra l’album Rock’n’Roll, si riavvicina al figlio Julian e all’ex moglie Cynthia, frequenta Elton John, Phil Spector, Ringo Starr. Il 28 marzo 1974, in una sessione a Los Angeles, avviene persino un’ultima reunion con Paul McCartney: i due ex Beatles suonano insieme Stand by me, prima e unica volta dopo lo scioglimento della band.
May Pang racconta un John affettuoso, ma anche segnato da alcol e droghe, capace di gesti violenti nei suoi confronti. «Come amante era meraviglioso, è stato il mio maestro», confessa, ma ricorda anche episodi di aggressività. E soprattutto le telefonate quotidiane di Yoko Ono, dieci, quindici al giorno, a ribadire un controllo mai davvero interrotto.
Il loro legame sembrava destinato a durare oltre quel periodo. Ma nel 1975, con il pretesto di una terapia antifumo, Yoko convince John a rientrare a casa. «Yoko mi ha permesso di rientrare», fu la laconica spiegazione di Lennon a May. Poco dopo nacque Sean, unico figlio della coppia.
Non fu un addio definitivo: Pang ammette che negli anni successivi ci furono ancora incontri intimi. Il 25 maggio 1980 Lennon le telefonò da Cape Town per dirle che avrebbe voluto tornare con lei. Sei mesi dopo, l’8 dicembre, Mark David Chapman lo uccise davanti al Dakota Building. «Non è mai finita. La vita ha deciso per me», commenta oggi May Pang, con una lacrima sul volto.
Dopo la morte di Lennon, la ex assistente ha scritto due libri (Loving John nel 1983 e Instamatic Karma nel 2008), ha sposato il produttore Tony Visconti e avuto due figli. È ancora in contatto con Julian Lennon e Cynthia Powell. Con Yoko Ono, prevedibilmente, no.
Spettacolo
Paolo Conticini, dagli esordi da spogliarellista ai set con De Sica: «Era divertente, e dopo se qualcuna ci cascava…»
Dagli inizi nei locali notturni, «ben pagato e divertente», all’intuizione di Christian De Sica che lo lanciò sul grande schermo. Oggi conduce Cash or Trash su Nove, sogna nuovi ruoli e guarda con disincanto al cinema italiano: «In Italia lavorano sempre gli stessi».

Attore, conduttore, cantante e persino spogliarellista agli esordi. Paolo Conticini, 56 anni, toscano doc, ha raccontato a HuffPost la sua parabola professionale, costruita senza scorciatoie, tra sacrifici e occasioni colte al volo. «Non avevo un’idea precisa, volevo solo costruirmi una vita», dice ripensando al suo primo sogno: l’indipendenza.
Un sogno che si è concretizzato grazie all’intuizione di Christian De Sica, che lo volle accanto a sé nei cinepanettoni, trasformando un ragazzo con pochi mezzi in un attore popolare. Da lì il passo verso fiction di successo come Provaci ancora prof! e la conduzione televisiva è stato naturale. «Mi sono emancipato dal marchio “amico di”. Ho fatto teatro, musical, serie tv. Dal 2021 conduco anche un programma», racconta.
Oggi è il volto di Cash or Trash, il format di Nove che tornerà l’8 settembre. Un impegno che lo ha portato a rifiutare, seppure a malincuore, la proposta Rai di condurre I fatti vostri. «Mi sarebbe piaciuto lavorare con Michele Guardì, ma non potevo per motivi contrattuali».
Il percorso non è stato facile. Conticini non nasconde le difficoltà di un settore spesso crudele: «È un mondo spietato, se conti ti cercano, altrimenti ti buttano via». Nonostante ciò, si dice soddisfatto: «Sono felice così. Recriminare non serve».
Tra i suoi sogni ancora da realizzare, quello di un ruolo da cattivo, per scrollarsi di dosso l’etichetta da “bravo ragazzo”. Intanto, sul palco del Teatro Sistina, è protagonista del musical Tootsie, dove interpreta un uomo costretto a travestirsi da donna: «Interpretare una donna è difficile ma stimolante. Mia moglie ha detto che sono una bella figa!».
Con ironia ricorda anche gli inizi nei locali come spogliarellista, un’esperienza che definisce «ben pagata e divertente». «E dopo se qualcuna ci cascava…», aggiunge senza imbarazzo, consapevole di aver vissuto tutto con leggerezza. Poi ci sono state le difficoltà economiche, i lavori paralleli, perfino una palestra aperta con il fratello.
Oggi guarda con realismo al panorama cinematografico: «In Italia lavorano sempre gli stessi, è uno dei motivi della crisi del nostro cinema». Ma subito precisa di non voler suonare amaro: «Recriminare non serve». Una filosofia che lo ha accompagnato per tutta la carriera, tra televisione, cinema e palcoscenico, sempre con la voglia di sorprendere.
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