Spettacolo
Demi Moore e l’ex marito Bruce Willis: condividendo tutto, fino alla fine
Demi Moore ha condiviso con il pubblico il modo in cui affronta il dramma della malattia irreversibile che ha colpito il suo ex-marito, padre delle sue tre figlie, con cui è rimasta sempre in ottimi rapporti.

L’attrice americana, oggi 61enne, ha raccontato di aver incontrato di recente Willis, assieme alla nipotina Luetta di un anno, figlia della loro primogenita. La Moore va a trovare periodicamente il suo ex con l’idea «di condividere tutto ciò che abbiamo, per tutto il tempo che lo avremo». Assolutamente senza false speranze, perchè attualmente – anche se la ricerca continua – non esiste un trattamento farmacologico efficace e specifico per rallentare la progressione della malattia di cui soffre l’attore di Die Hard e di altre pellicole di gran successo.
Willis attualmente non peggiora ma neanche migliora
Willis è «stabile». Questo l’ultimo aggiornamento sulle condizioni di salute diffuso da Demi Moore sull’ex marito, a cui nel 2022 è stata diagnosticata la demenza frontotemporale, una grave patologia neurodegenerativa. Di fronte a queste malattie progressive e senza cura, la stabilità è già una gran cosa. In altre parole significa che la persona non migliora ma anche che non peggiora, con una qualità della vita tutto sommato accettabile. «La malattia è ciò che è. E penso che si debba accettare profondamente», ha detto l’attrice al pubblico incontrato in occasione dell’Hamptons International Film Festival, dove ha ricevuto un premio alla sua carriera. «Ma nello stato in cui si trova, è stabile», ha aggiunto.
Abbandonando i ricordi per vivere il presente
Moore è convinta che sia meglio vivere il presente e non pensare più al suo ex-marito come era una volta: «Quando ti aggrappi a ciò che è stato, penso che sia una partita persa. Ma quando ti presenti per incontrarli come sono, c’è grande bellezza e dolcezza».
La situazione nel nostro Paese
In Italia si stima che siano 40mila le persone che convivono con la demenza frontotemporale, mentre in Europa si registrano circa 12mila diagnosi ogni anno, il che rende la malattia di Bruce Willis la terza forma di demenza – dopo l’Alzheimer e la demenza dei corpi di Lewy – più diffusa al mondo.
Una malattia purtroppo in aumento
Le prospettive per il futuro non sono confortanti. A livello mondiale, il Global Burden of Diseases, Injuries and Risk Factors Study (GBD) stima che i casi di demenza, tra cui quella di Willis, aumenteranno dagli attuali 58 milioni a oltre 150 milioni entro il 2050. A differenza delle altre forme di demenza, in più del 70% dei casi quella frontotemporale si manifesta al di sotto dei 65 anni d’età, interessando principalmente i soggetti con età compresa tra i 45 e i 65 anni.
I principali sintomi
La progressione della malattia – continua – porta ad una significativa riduzione dell’aspettativa di vita, con un grave declino del funzionamento globale e dipendenza da chi si occupa del malatodurante gli anni. I sintomi non riguardano la memoria, bensì il comportamento. I malati cambiano personalità, diventano disinibiti, apatici o irritabili. In alcuni casi presentano problemi spiccati nel linguaggio, afasia progressiva con perdita della capacità di parlare e pure un deficit intellettivo, che comporta la perdita di tutte le conoscenze acquisite nel corso della vita.
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Cinema
Julia Garner sarà Madonna: nel biopic “Who’s That Girl” la trasformazione più ambiziosa di Hollywood
La scelta è ufficiale: sarà Julia Garner a interpretare la popstar più iconica di tutti i tempi. Un ruolo intenso, preparato a lungo e inseguito con determinazione. La lavorazione del film, rimandata per anni, prende finalmente forma con una protagonista d’eccezione.

Dopo anni di attesa, rinvii e misteri produttivi, il biopic dedicato alla vita e alla carriera di Madonna entra finalmente in produzione. E a interpretare la regina del pop sarà Julia Garner, attrice trentunenne già nota per le sue interpretazioni intense e premiate. La conferma è arrivata nei giorni scorsi, durante un’intervista in un podcast americano, in cui la stessa Garner ha raccontato l’audizione fiume durata ben 11 ore, tra canto, danza e recitazione.
Il film, che al momento ha il titolo provvisorio “Who’s That Girl”, sarà diretto da Madonna in persona, che ha supervisionato anche la sceneggiatura. Dopo un lungo processo creativo — iniziato nel 2020 e rallentato da diversi ostacoli, tra cui disaccordi interni sulla scrittura — l’artista ha preso in mano le redini del progetto, scrivendo una versione definitiva del copione. Solo ora, dopo il successo del suo Celebration Tour, la produzione è ufficialmente partita.
Julia Garner, nata a Riverdale, nel Bronx, ha costruito una carriera solida e poliedrica. Con alle spalle un debutto cinematografico nel 2010 (The Dreamer), ha ottenuto la fama internazionale grazie al ruolo di Ruth Langmore in Ozark, che le è valso tre Emmy Awards. Nel 2023 ha anche vinto il Golden Globe come miglior attrice non protagonista. Oltre al mondo delle serie TV, Garner si è recentemente affacciata anche al cinema di grande incasso, partecipando al reboot Marvel dei Fantastici 4 nel ruolo della Silver Surfer.
La sua trasformazione in Madonna non sarà solo estetica, ma anche vocale e fisica: l’attrice ha iniziato da mesi una preparazione intensiva tra lezioni di canto, danza e uno studio approfondito della figura di Louise Veronica Ciccone, da Detroit a New York, fino al successo planetario.
Il film ripercorrerà i primi anni della carriera di Madonna, l’ascesa al successo, le sfide del mondo musicale degli anni Ottanta e il coraggio di imporsi in un ambiente maschile con uno stile provocatorio e rivoluzionario. “Raccontare la mia storia è un atto di sopravvivenza artistica”, aveva dichiarato Madonna in un’intervista del 2021, spiegando il desiderio di firmare lei stessa la regia del proprio biopic, per evitare interpretazioni superficiali o sbagliate.
L’uscita del film è prevista per il 2026, con produzione affidata a Universal Pictures. Per Julia Garner, questa potrebbe essere la performance che segna la definitiva consacrazione: un ruolo ambizioso e carico di aspettative, ma anche una delle scommesse più interessanti del cinema contemporaneo.
Musica
Ed Sheeran realista: Se non facessi il musicista sarei… vergine!
In rete è apparso un video, postato da Ed Sheeran, dove l’artista britannico fa una confessione quantomeno coraggiosa. Un divertimento estemporaneo o un’abile trovata promozionale?

Un video che è diventato virale in pochissimo tempo. Quello dove la popstar Ed Sheeran sui suoi canali pubblica una clip estremamente auto-ironica che, ad oggi, conta più di 20 milioni di visualizzioni. Che oltretutto la dice lunga sul livello di popolarità del rosso cantautore.
Un’ammissione piuttosto coraggiosa
Nella clip si vede lui seduto sul pavimento di uno stadio gigante, dove si trova attualmente nel bel mezzo del suo tour europeo Mathematics. Girandosi verso la telecamera confessa: “Se non fossi un musicista, sarei vergine”. E se lo dice lui… perchè non credergli. Sheeran non è certo il propotipo del bellone alla Ricky Martin. Anche se dalla sua, come effettivamente ammette, c’è la capacità di scrivere canzoni che scaldano i cuori di tanti fan. Contenti loro…
600mila biglietti polverizzati in un’ora
La telecamera inquadra successivamente un enorme schermo led nello stadio, rivelando che Sheeran stava giocando a Pokémon Stadium. Un video fatto per divertirsi e basta o una azzeccata trovata pubblicitaria da agenzia? Le visualizzazioni comunque parlano chiaro e la “missione” può dirsi brillantemente terminata. Il musicista ha recentemente confermato di aver venduto 600.000 biglietti in soli 60 minuti per il suo ultimo tour musicale Per questo motivo, ha aggiunto una serie di nuove date per la sua attuale tournée. Neanche il tempo di concludere quello attuale, che terminerà il 7 settembre alla Merkur Spiel-Arena di Dusseldorf, dopo 168 show e un incasso superiore ai 650 milioni di dollari, che Ed Sheeran ha già annunciato un nuovo tour. Il rosso cantautore di Halifax, visto in Italia lo scorso mese (il 14 giugno si è esibito allo Stadio Olimpico di Roma con l’unica data di quest’anno del suo “+–=÷× Tour”), ha svelato i primi appuntamento del “The loop tour”, così come ha scelto di battezzare la tournée che partirà il prossimo gennaio. La serie di concerti partirà dal Go Media Stadium di Auckland, in Nuova Zelanda, il 16 gennaio 2026: undici gli appuntamenti annunciati per ora, tutti in Oceania. Sheeran si esibirà – tra le altre città- a Sydney (13 e 15 febbraio, Accord Stadium), Brisbane (20 e 21 febbraio, Suncorp Stadium) e Melbourne (26 e 27 febbraio, Marvel Stadium).
“Comincerò un nuovo tour il prossimo anno, intitolato ‘The loop tour’. Nuovo palco, nuovi trucchi, nuovo allestimento, nuove canzoni e tutti i classici aggiunti alla scaletta”, ha fatto sapere Ed Sheeran.
Qualcosa su di lui
Vero nome Edward Christopher Sheeran, il suo stile musicale prevalentemente pop con elementi folk, soul e contemporary R&B, oltre a forti influenze derivanti dalla musica tradizionale irlandese. Ha ottenuto grande successo e popolarità in America del Nord, Oceania ed Europa, soprattutto nel Regno Unito, suo paese natale, dove ha infranto svariati record di vendite. Il suo primo album del 2011 è stat certificato sette volte disco di platino. Molto attivo nel mondo delle attività benefiche, Sheeran è anche un apprezzato compositore, tanto da essere divenuto autore di brani per diversi artisti. Fra i numerosi premi vinti, vi sono 4 Grammy Award e 6 BRIT Award. Secondo l’autorevole rivista americana Forbes, con un patrimonio personale stimato in 57 milioni di dollari, nel 2015 Ed Sheeran ricopriva la posizione numero 27 fra le celebrità più ricche del pianeta. Due anni dopo Times lo nomina fra le 100 personalità più influenti del pianeta.
Personaggi e interviste
Umberto Smaila: il suo Colpo Grosso è aver sposato la sua Fanny!
L’ex Gatti di Vicolo Miracoli si racconta, in compagnia della moglie creola Fanny, gelosissima del suo maritino, anzi… maritone!

A 75 anni non è ancora stanco di dividersi fra il cinema e la musica, su e giù per l’Italia a suonare le hit del Novecento con la sua band. Umberto Smaila è definibile un “italodisco vivente”. Lui ci scherza: “E meno male che c’è chi viene ad ascoltarmi, faccio canzoni più vecchie dei datteri. “Tintarella di Luna”, “Let’s twist”, poi “Hey Jude”. Dopo la ballata e il swing, faccio crescere la voglia di muoversi di chi è in sala, so come toccare le corde del mio pubblico”. Sono oltre 6000 i suoi concerti in tutta Italia e all’estero. Spesso lo accompagna suo figlio Rudy, che segue con impegno ed ottimi risultati le orme del padre.
L’esordio e il grande successo di massa con gli amici di una vita
Artista amatissimo, a suo modo ha segnato la storia dello spettacolo italiano, con un occhio particolare al piccolo schemo. Con i suoi amici e compagni di vita, Jerry Calà, Franco Oppini e Nini Salerno nasce il mitico gruppo dei Gatti di Vicolo Miracoli, che debuttarono al Derby di Milano, benedetti poi dal successo tv di Non Stop insieme a Troisi, Verdone, Gaspare e Zuzzurro e i Giancattivi di Francesco Nuti.
Nel 1988 l’incontro con la futura moglie
Intervistato insieme a sua moglie, la bionda ed esile Fanny Minati, che spesso e volentieri interviene. E’ lei a rispondere alla domanda su come la coppia si sia conosciuta: «A Bolzano, a una partita di sportivi contro gli attori. Io ero fidanzata con un hockeista. Era il 1988 e lui mi aveva adocchiato».
All’inizio lei lo “rimbalzava”
Umberto le ruba la scena, come sanno fare gli attori di gran mestiere: «Mi permetto di intervenire, quella volta non è successo nulla. Poi ci siamo intravisti a Milano, l’incontro decisivo è stato nel 1994, sei anni dopo la partita di calcio. Ho cominciato con una serie di telefonate. Dalle quali venivo sempre rimbalzato. Alla fine, sono riuscito a invitarla a uno spettacolo che facevo sul Lago di Garda e sono andato a prenderla a Bolzano. In ultimo, mi sono presentato a suo padre».
Litigano davvero di rado
Trent’anni insieme, una coppia che potrebbe essere insignita del Guinness dei Primati per il record di “numero minimo di litigate”! Anche su questo aspetto Umbertone ha la sua teoria: . «Merito delle origini di Fanny. Mia moglie è creola, nata in Colombia. Lì c’è quel tipo di mentalità: sorrisi, svegliarsi alla mattina non infuriati come le donne europee che sono sempre sull’incazzatino. Questo almeno è quello che ho constatato nelle mie esperienze. Invece Fanny è solare. Ovviamente come tutte le coppie, anche noi abbiamo dei momenti di dissapore, ma sono sempre dovuti a stupidaggini».
Quella volta con la Yespica
E’normale che il successo inneschi nel partner un po’ di gelosia, soprattutto se l’uomo di successo lavora nello spettacolo ed è sempre circondato da belle donne. Su questo Umberto dice: «Bisogna dare le occasioni per essere gelosi. Qualche volta, è vero, ha un po’ litigato con me perché qualcuna faceva la scema sul palco e lei pensava che io magari ci volessi stare. Invece no. La realtà è che io sul palco concedo confidenza e può essere male interpretata. Però mi ha tirato le orecchie quando è venuta nel locale Aida Yespica. Ho esclamato: “Mamma mia, è bella come una Madonna”. Non l’avessi mai detto…».
Cause di litigio
Un altro aspetto dei loro rari litigi è legato ai ritmi differenti che, per ovvii motivi, i due possiedono: «Ho una gestione pre notturna molto particolare: leggo, ma leggo quando torno dal lavoro, quindi intorno alle 5.00 di mattino. Lei si mette la maschera e cerca di dormire, però sempre bofonchiando un po’. Poi io non sono magro e quando mi giro… boom». Anche le finanze di casa possono essere oggetto di discussioni: «Non dissipo il patrimonio familiare ma confesso che sono un po’ leggero. Lei mi ha “sistemato”, prima compravo e vendevo case, accendendo mutui in modo un po’ troppo disinvolto. Facevo il brillantone, mi sono salvato per il rotto della cuffia. C’è stato un momento della mia vita in cui mi sono ritrovato da tutto a niente e ho dovuto ricominciare. Devo dire grazie a Fanny e alla sua cura».
I soldi, un tasto dolente
Da un giorno all’altro le cose possono cambiare, soprattutto per chi fa spettacolo come Smaila: «Conducevo su Canale 5 C’est la vie e un programma che si chiamava Babilonia, 200 puntate all’anno. Conducevo Colpo grosso, 200 puntate all’anno. E a un certo punto da 400 puntate a zero. Colpo grosso l’hanno chiuso, il quiz idem. Quando sei abituato ad avere un tenore di vita di 400 puntate all’anno e il giorno dopo non hai più neanche una puntata, cosa fai? Oggi Fanny tiene conto di tutto. È il mio sergente di ferro».
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