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Musica

Beatrice Quinta e le ombre del passato. La cantante confessa: «Ho subito episodi di abuso»

Beatrice Quinta ha pubblicato il suo EP di debutto “Devota”, dove esplora le ombre del suo passato e le esperienze di violenza subite. In un’intervista a Vanity Fair, spiega come la creazione dell’album sia stata una catarsi e una crescita personale, trasformando il dolore in forza e autenticità. Beatrice sottolinea l’importanza dell’onestà nelle sue canzoni e il ruolo terapeutico della musica nella sua vita.

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    Beatrice Quinta ha pubblicato il suo EP di debutto, “Devota”, dove affronta le ombre del passato e le esperienze di violenza subite da persone di cui si fidava. In un’intervista a Vanity Fair, Beatrice racconta come la creazione dell’album sia stata un atto catartico e di crescita personale. “Ci ho messo tutto l’amore del mondo”, spiega la cantante, “volevo sincerità ed emotività, mettere in luce le fragilità e mostrare una presa di coscienza delle cose spiacevoli che mi sono capitate.”

    Un processo di consapevolezza e crescita

    Beatrice sottolinea l’importanza di un’onestà totale con il pubblico. “Il mio messaggio è sempre stato: ‘Amati, sii libera’. Ma mi sono resa conto che non stavo raccontando tutta la storia. Amarsi è un lavoro che non finisce mai, e io volevo raccontare anche il ‘dietro le quinte’.” Le sue parole riflettono una profonda riflessione sulle relazioni abusive, spesso nascoste nelle dinamiche quotidiane. “Ho subito episodi di abuso da persone di cui mi fidavo, senza rendermi conto che si trattasse di abuso.”

    Il coraggio di parlare

    Nonostante la consapevolezza del femminismo, Beatrice ha tardato a parlare per paura dello stigma sociale. “Sapevo che a Palermo avrebbero liquidato certi episodi con frasi lapidarie. Ero più preoccupata di cosa avrebbero detto che di cosa ci fosse bisogno di dire.” La tragica vicenda di Giulia Cecchettin ha amplificato la discussione sulla violenza contro le donne, portando a una maggiore consapevolezza collettiva. “Dopo il femminicidio di Giulia, c’è stato un risveglio generale: ora nessuno può più ignorare la questione della violenza.”

    La musica come terapia

    Per Beatrice, la musica è stata una salvezza, un modo per trasformare il dolore in qualcosa di potente e liberatorio. “Ho sempre vissuto la musica come terapia: nelle fasi più buie sono nati i pezzi di cui vado più fiera. Il momento più bello è stato creare ‘Devota’, in cui racconto la mia fragilità, ma anche la mia forza.”

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      Musica

      Robbie Williams: “Sto perdendo la vista per colpa del Mounjaro, ma continuerò a usarlo”

      Robbie Williams racconta di star perdendo la vista dopo mesi di Mounjaro, il farmaco anti-obesità diventato un fenomeno globale. Il cantante ammette di fare fatica a distinguere i fan ai concerti e collega il problema alle iniezioni dimagranti. Intanto le agenzie regolatorie monitorano da vicino possibili effetti collaterali oculari, mentre cresce l’allarme su una rara neuropatia del nervo ottico.

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        Robbie Williams non è nuovo a confessioni intime, ma questa volta il tono è più cupo del solito. Nell’intervista rilasciata al The Sun, l’ex Take That racconta di temere addirittura la perdita della vista a causa delle iniezioni di Mounjaro, il farmaco GLP-1 diventato popolare tra chi vuole dimagrire velocemente. E a far scattare il campanello d’allarme è stato un episodio all’apparenza banale: una partita di football americano vista in TV. “Non riuscivo a distinguere i giocatori, erano solo macchie verdi su uno sfondo verde”, ha ricordato.

        Convinto che non fosse un normale segnale dell’età, Williams si è rivolto subito a un ottico. La diagnosi? Una variazione improvvisa e importante della prescrizione, tanto da richiedere un cambio di occhiali. “Non credo sia l’età. Credo siano le iniezioni di Mounjaro”, ha dichiarato. Parole che hanno fatto il giro del mondo, non solo perché pronunciate da una star planetaria, ma perché toccano uno dei nodi più delicati legati ai nuovi farmaci anti-obesità.

        Il cantante, 50 anni, ha ammesso che il problema sta iniziando a influenzare anche la sua vita sul palco: vedere chiaramente il pubblico, specialmente nelle platee più ampie, è sempre più difficile. Eppure, nonostante tutto, Williams dice di non essere pronto a interrompere la terapia. “Sono così malato che probabilmente continuerò finché non mi sarà completamente scomparsa la vista da un occhio”, la frase choc.

        Intanto il suo caso riaccende i riflettori sugli effetti oculari segnalati da alcuni pazienti che assumono Mounjaro, semaglutide e altri GLP-1. In diversi paesi, le autorità sanitarie stanno monitorando un possibile legame con una rara neuropatia del nervo ottico, una condizione che, se non individuata in tempo, può portare a gravi conseguenze visive. Ad oggi, gli esperti non hanno trovato un nesso causale certo, ma le segnalazioni sono abbastanza numerose da invitare alla prudenza.

        Williams stesso sottolinea di non voler demonizzare il farmaco. Il suo obiettivo, dice, è solo raccontare ciò che gli sta accadendo. E lo fa senza perdere il suo consueto tono tagliente: “Io non sono un esempio da seguire, mai stato. Ma se succede a me, può succedere a chiunque”.

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          Musica

          Dargen D’Amico tra Gaza, politica, musica “piatta” e Fedez: il rapper si confessa senza filtri

          Dargen D’Amico torna a parlare a ruota libera di tutto: dalla musica italiana che definisce “encefalogramma piatto” alle dichiarazioni su Gaza a Sanremo 2024 (“le ridirei”), passando per il nuovo podcast Tolomeo, la critica al governo (“vedo clientelismo e nepotismo”), la fatica di X Factor e il legame complesso con Fedez. Un’intervista che riapre temi politici e culturali rimasti sospesi.

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            Dargen D’Amico non è uno che gira intorno alle cose. E infatti, mentre lancia Tolomeo — Le impronte che lasciamo, podcast in sei episodi finanziato dal progetto Next Generation EU, coglie l’occasione per una lunga riflessione sul presente. “Da questo podcast ho imparato l’importanza dei piccoli gesti”, spiega. Un modo per allargare il proprio orizzonte oltre musica e televisione.

            Il rapper racconta di aver voluto interrogare chi “si batte sul campo” per un mondo migliore: attivisti, studiosi, persone che osservano il reale senza filtri. Una scelta dettata, dice, da un’epoca in cui “verità che ci siamo raccontati per anni sono crollate davanti alle stragi a Gaza”. E le sue parole a Sanremo 2024, dove aveva invocato il cessate il fuoco? “Le ridirei. C’erano bambini che morivano. Come ha fatto Ghali: dirlo era il minimo”.

            E poi la politica, verso cui non usa mezzi termini: “Vedo clientelismo e nepotismo. Magari è una mia distorsione, ma la fiducia si è azzerata da quando, nel 1992, non ho avuto risposte sulle stragi di mafia”. Nonostante tutto, lui vota. “Vorrei farlo perché ci credo, ma oggi la politica ignora clima e cittadinanza”.

            Sulla musica italiana, tira un’altra stoccata: “Encefalogramma piatto. Scriviamo canzoni come se già ci fosse l’intelligenza artificiale”. Ma esclude l’idea di smettere: “Se non avrò idee, smetterò. Non è ancora il momento”.

            Parla anche del ruolo a X Factor: “È stato stressante. Credevo fosse un gioco, invece decidere per gli altri è difficilissimo. È come allenare una squadra di calcio”. E su un possibile ritorno a Sanremo lascia la porta aperta: “Per me è famiglia. Certo che ci tornerei”.

            Impossibile evitare il tema Fedez, di cui è stato autore e compagno di giuria. “Ci seguiamo ancora. Facciamo vite opposte: io sono un artigiano, lui gestisce livelli di successo che non mi competono. Impazzirei nei suoi panni”.

            Un Dargen lucido, spigoloso e coerente. Uno di quelli che, quando decide di parlare, non teme di lasciare impronte.

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              Musica

              Ariana Grande, paura sul red carpet a Singapore: fan esaltato supera le transenne e viene bloccato all’ultimo secondo

              Durante la prima a Singapore di Wicked: For Good, Ariana Grande è stata sorpresa da un fan fuori controllo che ha aggirato la sicurezza e ha tentato di raggiungerla sul tappeto rosso. A bloccarlo è stata la co-protagonista Cynthia Erivo. L’uomo è l’influencer Johnson Wen, alias Pyjama Man, già noto per azioni analoghe.

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                Panico sul red carpet della premiere di Wicked: For Good a Singapore, dove Ariana Grande si è trovata faccia a faccia con un fan decisamente troppo esaltato. L’episodio è durato pochi secondi, ma abbastanza da mandare in tilt la sicurezza dell’evento e spaventare la popstar, presente insieme al cast per l’attesissima anteprima del film.

                La scena si è consumata quando Ariana stava salutando i fan e posando per i fotografi. All’improvviso un uomo, che si trovava dietro le transenne, ha scavalcato la barriera con un salto e ha iniziato a correre verso di lei. Le guardie non hanno fatto in tempo a bloccarlo, ma qualcuno sì: Cynthia Erivo. L’attrice, che nel film interpreta Elphaba, è intervenuta con prontezza e ha fermato fisicamente l’esaltato, attirando l’attenzione della security che ha poi immobilizzato l’uomo.

                Una volta trascinato via, si è scoperta la sua identità: si tratta di Johnson Wen, influencer asiatico noto sui social con il nome “Pyjama Man”. Il suo “format”? Presentarsi ai grandi eventi e disturbare celebrità, premiere e sfilate. Un comportamento che gli ha procurato una fama discutibile e diversi blocchi da parte degli organizzatori di eventi. Ma questa volta è riuscito a eludere i controlli e a trasformare un red carpet hollywoodiano in un momento di tensione.

                Ariana Grande, visibilmente scossa, è stata subito circondata dal suo team e ha poi continuato la serata senza ulteriori incidenti. Fonti interne raccontano che la cantante ha mantenuto la calma e ha preferito non alimentare la polemica, concentrandosi sui fan presenti e sull’evento dedicato al film che la vede nel ruolo di Glinda.

                La produzione di Wicked: For Good non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma potrebbe essere rivisto l’intero protocollo di sicurezza per le prossime tappe del tour promozionale. Del resto, quando un “fan” trasforma la sua notorietà in un’arma di disturbo, la prudenza non è mai troppa.

                Resta il gesto di Cynthia Erivo, che in pochi istanti è passata dal ruolo di star a quello di scudo involontario. E per molti sui social, è già l’eroina fuori e dentro lo schermo.

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