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Musica

Clementino torna con “Grande anima”: il nuovo album tra rap, spiritualità e amore per Napoli

Dal 25 luglio esce Grande anima, il nuovo disco di Clementino, anticipato da due singoli intensi e carichi di significato. Un viaggio tra meditazione, viaggi, letture e ricordi familiari. Due le date live già annunciate: Milano e Napoli, per portare il suo racconto anche sul palco.

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    Il 25 luglio segna il ritorno di Clementino con “Grande anima”, il nuovo album in uscita per Epic Records Italy/Sony Music Italy. Un titolo che è già un programma: non solo musica, ma un viaggio profondo nell’interiorità di un artista sempre più maturo, capace di fondere la potenza delle rime con la delicatezza dell’anima.

    Anticipato dai singoli Sorridi e vuoi fumare e Batte il cuore, il disco rappresenta il progetto più intimo e cantautorale della carriera di Clementino. Un album che parla di cadute e rinascite, di ricordi familiari e sogni conquistati con tenacia, il tutto immerso nella cornice irrinunciabile di Napoli, città madre e musa ispiratrice.

    Un disco tra meditazione, viaggi e libri

    “Grande anima” nasce da una miscela inaspettata di fonti: i viaggi compiuti negli ultimi anni, la pratica quotidiana della meditazione e la passione per la lettura hanno dato forma a un lavoro introspettivo e consapevole. Clementino si spoglia delle maschere del rap game e si mostra in tutta la sua verità, con testi che parlano anche di solitudine, fede e voglia di riscatto.

    Il risultato? Un’opera matura, stratificata, dove il rap incontra la melodia, la spiritualità si mescola alla strada e il ritmo si piega al cuore. Ogni brano è una tappa di un percorso emotivo che parla non solo all’orecchio, ma anche all’anima.

    “Grande anima” è già disponibile in pre-order

    Il disco sarà disponibile in più formati per i fan: CD, CD autografato, LP Gold e LP Gold autografato. Il pre-order è già attivo e i numeri fanno pensare a un successo annunciato.

    Il tour: due date speciali a Milano e Napoli

    Per celebrare il nuovo album, Clementino sarà in tour con due concerti-evento. Il 20 novembre sarà al Fabrique di Milano, mentre il 28 dicembre giocherà in casa, al Palapartenope di Napoli. Sul palco con lui una band d’eccezione e due breaker che promettono show spettacolari: Gino Rota e Salvatore Deflow.

    Clementino è pronto a raccontare la sua Grande anima dal vivo, con l’energia che da sempre lo contraddistingue. E stavolta, il viaggio parte dal cuore.

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      Musica

      Rose Villain, tra musica e provocazione: «Le foto deepfake di me nuda? Mi sessualizzano tutti i giorni»

      Dopo un tour nei club e un doppio sold out a Milano, Rose Villain punta al Forum di Assago nel 2025. Tra nuove canzoni e provocazioni, parla del suo lato oscuro, della scelta vegana e delle sfide per essere apprezzata come artista, oltre il look provocante.

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        Rose Villain, icona dalle mille sfumature – a tratti dolce, a tratti dark, tra urban e pop – è decisa a raggiungere la luna, e il prossimo passo è fissato per il Forum di Assago, il 23 settembre 2025. L’artista, che ha da poco chiuso un tour nei club con un doppio sold out a Milano, è pronta per una nuova sfida: «Da ragazzina, passando davanti al Forum, pensavo: “Prima o poi io e te ci incontreremo”. Quando ho saputo che ce l’avevo fatta, ho pianto per due giorni – racconta emozionata – So che è un bel gradino, ma a volte bisogna anche buttarsi».

        Rose ha avuto un “allenamento” speciale la scorsa estate, aprendo i concerti dei Coldplay a Roma: «È stato incredibile, un’esperienza che mi è rimasta dentro. Sul palco sono seri, ma appena li ho conosciuti mi hanno sorpreso per la loro solarità». L’impegno dei Coldplay per la sostenibilità ha lasciato un segno su di lei, che è da sempre sensibile a queste tematiche: «Loro sono una grande ispirazione per il futuro, su questi argomenti sono un po’ bacchettona, infatti i miei fan mi chiamano “madre badessa”».

        Attenta all’etica anche nella dieta, Rose è vegana, anche se ammette di non essere perfetta: «Sono vegetariana da sette-otto anni e vegana “non rigorosa” da quattro o cinque. In Italia siamo un po’ indietro rispetto a New York, dove si trova di tutto. Però vorrei essere più rigida e brava».

        Il lato oscuro della sua musica ha radici profonde, come racconta: «Sono sempre stata molto fragile e malinconica. Ho una vena blu, come i miei capelli. Quest’inquietudine mi accompagna da sempre. All’inizio avevo paura di parlarne, ma appena l’ho fatto si è creata un’unione incredibile con chi ascolta la mia musica».

        Una solitudine che risale all’infanzia, dice: «Ero una bambina sola, con pochi amici, e sono ancora così. Ho un lato intimista che mi porta a chiudermi e, allo stesso tempo, un grande estro. Sono sempre stata divisa tra questi due poli».

        Nel brano «Il mio funerale» Rose canta “sono la figlia che un padre forse non vorrebbe”, ma tiene a chiarire: «Mio padre è la persona più importante della mia vita, e abbiamo un rapporto meraviglioso. Certo, forse non sono stata una figlia facilissima, tra il sogno artistico e il carattere inquieto, ma quando ha ascoltato “Radio Gotham” mi ha chiesto preoccupato “Tu non stai male, vero?” Gli ho risposto che anche io ho i miei problemi. È una canzone un po’ bastarda, e sono una peste». Quando lui è presente ai concerti, racconta, «cambia tutto, come se il live fosse solo per lui. Sento il cuore esplodere».

        Anche suo marito, il produttore Sixpm, condivide con lei il palco: «In alcuni pezzi suona con me, poi si sposta di lato e diventa il mio coach. È sempre lì che mi incita, “Vai amore, vai!” Condividiamo davvero tutto, gioie e dolori, è una magia».

        Sulle pressioni estetiche che riceve sui social, Rose è schietta: «Sono felice di essere considerata una bella ragazza, ma un “sei bravissima” vale mille volte più di un “sei bellissima”. Non voglio che la mia musica passi in secondo piano: se qualcuno vede solo il lato estetico, non mi interessa».

        Senza rinunciare a un abbigliamento sensuale quando lo desidera: «Mi piace sentirmi bella, e a volte sensuale, ma non sempre. In certi momenti amo mettere le gonne corte, in altri preferisco vestirmi da maschiaccio. Sul palco, quasi preferirei cantare in pigiama piuttosto che fare la “stra-fregna”».

        La questione delle foto deepfake, circolate qualche mese fa, è stata però un’esperienza difficile: «Mi sessualizzano quasi tutti i giorni, quella è stata la ciliegina sulla torta. È imbarazzante e pericoloso: è un reato, e mi ha fatto incazzare. Sono fortunata a potermi difendere, ma capita a tutte. Non c’è una mia amica che non abbia ricevuto molestie».

        E per Sanremo? La risposta di Rose è ambigua e divertita: «Chissà. Se Carletto mi richiama… Le canzoni ci sono sempre, ne ho tantissime pronte. Vedremo».

        Riflettendo sul successo, si definisce ambiziosa e un po’ insoddisfatta: «Sono contenta, ma voglio la luna, e ce la andremo a prendere».

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          Musica

          Cristina D’Avena tra successi e ricordi: «Ai miei esami cantavano I Puffi. La scollatura? Mi rappresenta»

          Cristina racconta gli esordi con lo Zecchino d’Oro, l’aneddoto sull’esame di Chimica e il segreto di un successo che non l’ha mai allontanata dalle sue radici.

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            Cristina D’Avena, una vita fatta di musica, sogni e cartoni animati. In un’intervista a Il Giorno, l’amatissima cantante ha ripercorso le tappe della sua carriera, dagli esordi con lo Zecchino d’Oro fino al successo planetario delle sue sigle, senza dimenticare qualche curiosità inaspettata: come l’esame di Chimica in cui le fu chiesto di cantare la canzone dei Puffi.

            «Non capivo perché ai miei esami ci fosse sempre tanta gente. Mentre cercavo di concentrarmi sulle domande del professore, sentivo urlare ‘i Puffi, i Puffi’», ha raccontato Cristina, ricordando con un sorriso quel momento surreale della sua vita universitaria. «Mandavano tutto all’aria, ma non mi arrabbiavo: era solo il segno di quanto quella sigla fosse entrata nel cuore delle persone».

            E di strada ne ha fatta, come lei stessa ammette: «Quando incisi Bambino Pinocchio nel 1981, la mia massima aspirazione era cantare altre due o tre sigle. Oggi sono arrivata a oltre 750. Direi che posso ritenermi soddisfatta». Ma il successo, dice Cristina, non l’ha mai cambiata: «Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che mi ha sempre fatta sentire Cristina, non Cristina D’Avena. E ho mantenuto stretti i legami con amici e famiglia, nonostante i tanti impegni».

            Cristina ricorda anche i suoi esordi, attribuendo il merito a una figura inaspettata: Suor Cellina, che suggerì a suo padre di iscriverla alle selezioni dello Zecchino d’Oro. «Mio papà, che era medico, mi portava spesso in ospedale. Cantavo per le suorine che lavoravano con lui, ed erano loro a chiamare i frati dell’Antoniano. Così sono finita nelle mani di grandi maestri come Padre Berardo e Mariele Ventre. È grazie a loro che sono diventata ciò che sono».

            Oggi Cristina è un’icona che riesce a parlare a diverse generazioni. E se qualcuno la accusa di essere troppo sensuale, lei risponde con ironia: «La scollatura? Sì, sono molto apprezzata… ma resto sempre la bambina che cantava per le suorine».

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              Musica

              La scienza rivela la canzone più allegra di sempre: ecco quale brano ha conquistato il primo posto!

              Jacob Jolij, dell’Università di Groningen, ha stilato una classifica delle canzoni più gioiose di sempre, analizzandone ritmo, accordi e testi. Il primo posto spetta a un brano che incarna energia e libertà, ma la top ten include anche successi intramontabili come “Dancing Queen” degli ABBA e “Good Vibrations” dei Beach Boys.

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                La canzone più festosa mai creata: grazie a una formula matematica, il ricercatore Jacob Jolij ha classificato i brani più “feel-good” della storia, incoronando il celebre brano dei Queen. Jacob Jolij, ricercatore dell’Università di Groningen, ha sviluppato un algoritmo capace di individuare le canzoni più gioiose di sempre. Al primo posto della playlist c’è “Don’t Stop Me Now” dei Queen, il brano del 1978 che trasmette energia e libertà assoluta. Nella top ten dei brani più allegri anche classici di Gloria Gaynor, Billy Joel e gli ABBA.

                Una formula per la felicità musicale: la playlist di Jolij
                Qualche anno fa, il neuroscienziato Jacob Jolij, su commissione del marchio britannico Alba, ha studiato i brani identificati come “felici” da migliaia di ascoltatori, analizzandoli secondo una formula che valuta caratteristiche come velocità, accordi e contenuto del testo. La sua ricerca ha portato a una playlist scientificamente calibrata: 10 canzoni “feel-good” dove gioia, spensieratezza e ritmo creano una formula perfetta di felicità musicale. In cima alla lista si trova “Don’t Stop Me Now” dei Queen, con il suo ritmo energico e un testo che celebra la libertà assoluta. È un brano che, dai film cult agli spot pubblicitari, è entrato nel cuore degli ascoltatori, mantenendo intatta la sua capacità di farci sentire bene.

                La top ten dei brani più allegri
                Oltre ai Queen, Jolij ha selezionato classici come “Dancing Queen” degli ABBA e “Good Vibrations” dei The Beach Boys. Tra gli elementi ricorrenti di queste canzoni, Jolij ha individuato testi che celebrano eventi positivi o sono privi di un significato troppo impegnativo, con sonorità vivaci e ritmi elevati. Ecco la lista completa delle dieci canzoni più allegre di sempre:

                1. Don’t Stop Me Now – Queen
                2. Dancing Queen – ABBA
                3. Uptown Girl – Billy Joel
                4. Eye of the Tiger – Survivor
                5. I’m a Believer – The Monkees
                6. Girls Just Want to Have Fun – Cyndi Lauper
                7. Livin’ On a Prayer – Bon Jovi
                8. Walking On Sunshine – Katrina & The Waves
                9. I Will Survive – Gloria Gaynor
                10. Good Vibrations – The Beach Boys
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