Musica
Da New York Mahmood festeggia con la mamma il primato di Tuta Gold
Il suo brano risulta essere il più venduto del 2024 in Italia. Il cantante festeggia la notizia da New York con un messaggio diretto ai suoi fan: «Vi voglio bene».

E’ ufficiale: il singolo più venduto del 2024 in Italia è di Mahmood. Lo ha sentenziato la classifica annuale Top of the Music Fimi/Gfk 2024. Il cantante milanese dalle origini egiziane, per celebrare l’evento ha postato sulla sua pagina Instagram, da 1,9 milioni di follower, una serie di foto scattate oltreoceano. «Foto a caso del primo Natale a NY e per dirvi che «Tuta Gold» è il brano più venduto dell’anno. È stato un anno inaspettato che mi ha reso molto felice. Grazie, vi voglio bene, ci vediamo presto», scrive l’artista nel post.

In viaggio con mammà
Mahmood ha scelto la magia della “grande mela” come meta per trascorrere le sue vacanze di Natale, condividendo momenti speciali insieme alla sua amatissima madre, Anna Frau. L’artista ha regalato ai suoi fan numerosi scatti pubblicati sui social, documentando il suo soggiorno nella vivace metropoli americana. Tra luci scintillanti, panorami mozzafiato e l’atmosfera unica delle festività, Mahmood ha vissuto giorni intensi. In compagnia della donna che non solo lo ha cresciuto, ma che ha anche avuto un ruolo fondamentale nel trasmettergli la passione per la musica.
Dall’album della sua vacanza
Un legame speciale tra madre e figlio che traspare con forza dagli scatti e dai momenti condivisi, rendendo evidente quanto sia profonda la loro complicità. Nelle immagini si vedono l’artista nella sua casa newyorchese a torso nudo e con indosso un copricapo verde che ricorda la corona della Statua della Libertà e i momenti spensierati delle vacanze natalizie trascorse insieme alla mamma, Anna Frau, da sempre suo punto di riferimento personale.

L’artista in versione “statua della libertà”
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Musica
Patty Pravo: “Ho provato tutte le droghe tranne la coca. E ho fatto io la prima mossa col mio ragazzo di 35 anni”
Dai cinque matrimoni (non voluti) alla storia con Simone Folco, dagli acidi ai “no” al lifting, fino alla stoccata a Elodie: la divina del Piper, oggi 77enne, non ha perso il vizio di dire quello che pensa. E lo fa ancora una volta, senza filtri. Con un solo dogma: essere sé stessa, sempre

C’è chi invecchia e si imbalsama. E c’è Patty Pravo. L’anima ribelle del Piper, oggi settantasettenne, non solo canta ancora in tour, ma lo fa rivendicando ogni eccesso, ogni scelta, ogni deviazione dalla retta via. «Ho provato tutte le droghe, tranne la coca», confessa con la naturalezza di chi ha vissuto tutto, senza mai giustificarsi. «Ma allora eravamo felici. Non era autodistruzione. Era libertà».
E che la libertà sia il suo unico comandamento lo dimostra da sempre. A partire dai cinque matrimoni: «Non ero io a volerli. Erano gli altri che volevano sposarmi. Per me non cambiava nulla». Oggi nella sua vita c’è Simone Folco, stilista di 35 anni, di 43 più giovane. «È da 13 anni che mi accompagna. Ho fatto io la prima mossa: gli ho detto “domani alle 16 ti aspetto da me”. Gli abiti che indosso in scena li crea lui. Ha talento». Amore? Forse. O qualcosa che va oltre. «Siamo legati da un affetto profondo. La differenza d’età? Chiedetelo a lui. Io non me ne curo».
I figli? Nessun rimpianto. «Si può vivere senza. Con Gordon, il mio primo grande amore, ci abbiamo pensato. Ma poi ho immaginato la culla attaccata alla batteria mentre lui suonava… Una follia. E ho lasciato perdere».
Ribelle, sì, ma non per posa. «Camminavo scalza per Roma. Tutti mi parlavano della sua bellezza, ma io venivo da Venezia. Ero amica di Mario Schifano, per me era come un fratello». È lì che nasce Patty, con un nome venuto fuori da un piatto di spaghetti tra ragazze inglesi e citazioni dantesche. È lì che la nota il patron del Piper: «Mi ha chiesto se sapevo cantare. Gli ho voltato le spalle e ho continuato a ballare. Il giorno dopo mi ha richiamata: contratto RCA e si parte».
Da allora è stata tutto: icona, scandalo, musa. Boncompagni le scrive Ragazzo triste sul Raccordo anulare. Fogli lascia i Pooh per lei. «Ma prima e dopo di lui ho avuto altri due amori. Quando sono tornata, ho sposato Franco Baldieri in pigiama e pelliccetta. Poi Paul Martinez, e dopo ancora Jack Johnson». Al cinema ha detto no per colpa dei contratti discografici. «Mi voleva De Sica. Anche Antonioni. Sono certa che avrei avuto successo anche lì».
La chirurgia? «Qualche iniezioncina, ma niente lifting. Troppa fatica. Ci vogliono due mesi per riprendersi». Si piace ancora? «Mi piacerebbe se qualche uomo mi fischiasse dietro. Ma cammino per strada e tutti vogliono un selfie. Va bene così».
E le nuove artiste? Patty osserva, non sempre convinta. Elodie? «Brava, ma alla sua età io ero diversa. Lei si fa vestire dagli altri. Io ho fatto di me quello che volevo. Ci vuole più personalità. Oggi si fanno dire cosa devono indossare». Giorgia? «Mi sta simpatica. Fuma Marlboro rosse come me». Vasco? «Lo adoro. Abbiamo la stessa anima. Da stronzi».
Del Piper e della Bambola non rinnega nulla. «Nel ’68 era un inno femminista. Le donne mi fermano ancora per ringraziarmi». X Factor? «Mai. Ti impacchettano, ti fanno fare quello che vogliono loro. Io non avrei mai potuto». Il politically correct? «A volte è solo ipocrisia».
E poi c’è Venezia, la sua città. Anche sul matrimonio miliardario di Bezos ci tiene a dire la sua: «Che male c’è se arrivano i ricchi a dare una mano? Lui almeno ha rispettato la città. Altri turisti la invadono e rompono tutto».
Ora è in tournée con Ho provato tutto. E davvero ha provato tutto. Ma quello che davvero non ha mai fatto è tradire sé stessa. «La trasgressione? È mostrarsi per quello che si è. Io non me la prendo mai. Troppa fatica».
Musica
Damiano David colpisce ancora: con Nile Rodgers e Tyla firma il nuovo singolo “Talk To Me”
Insieme al re della disco Nile Rodgers e alla popstar sudafricana Tyla, Damiano David pubblica il 12 settembre Talk To Me, un brano che segna un ulteriore salto di qualità nella sua carriera solista.

Damiano David non sembra conoscere soste. Dopo la parentesi di fuoco con i Måneskin, la sua avventura da solista prosegue a ritmo serrato e con colpi di scena che lo portano sempre più lontano. L’ultimo è un vero colpaccio: una collaborazione con Nile Rodgers, il fondatore degli Chic e padre della disco anni Settanta, e con Tyla, la popstar sudafricana che ha conquistato il mondo con “Water”. Il singolo, intitolato Talk To Me, uscirà ufficialmente il 12 settembre.
Per Damiano è una consacrazione. Rodgers, chitarrista, produttore e compositore capace di attraversare cinquant’anni di musica lasciando il segno – dai Bee Gees a Madonna, da David Bowie a Daft Punk – ha scelto di mettergli accanto la sua inconfondibile chitarra funky. Una firma che da sola basta a trasformare qualunque brano in un pezzo di storia.
Accanto a loro Tyla, ventiduenne sudafricana premiata con il Grammy e già considerata una delle nuove regine globali del pop. Il suo stile, a metà tra R&B e amapiano, è l’ingrediente perfetto per mescolare l’energia rock di Damiano e il groove di Rodgers in un cocktail destinato a diventare internazionale.
L’annuncio è arrivato a sorpresa, direttamente dai profili social dell’artista romano, che negli ultimi mesi ha moltiplicato le apparizioni e gli indizi su quello che sarà il suo primo grande progetto solista. Talk To Me sembra già pensato per scuotere le classifiche: un brano costruito su ritmo e sensualità, con un respiro globale che va oltre i confini del rock.
Non è la prima volta che Damiano incrocia leggende del pop mondiale, ma qui la portata è diversa. Rodgers ha fatto ballare intere generazioni, Tyla sta conquistando la Gen Z, e lui si trova esattamente al centro, con la sua voce graffiante a fare da collante. «È un sogno che si avvera», ha scritto Damiano su Instagram, promettendo “qualcosa di mai fatto prima”.
Il 12 settembre non sarà solo una data in calendario, ma l’ennesima tappa di un percorso che sembra già scritto: Damiano David, da frontman ribelle a icona solista, pronto a giocare nello stesso campionato dei giganti.
Musica
Paris Jackson prende le distanze dal biopic sul padre Michael: «Non è il mio progetto, ci sono bugie»
Colman Domingo aveva parlato di un sostegno dei figli al progetto, ma Paris Jackson chiarisce: «Ho letto una bozza, ho segnalato inesattezze e sono stata ignorata». L’artista critica anche il sistema dei biopic hollywoodiani: «Controllano la narrazione e cancellano la verità».

A Hollywood si prepara il grande ritorno di Michael Jackson sul grande schermo, ma la figlia Paris non ci sta a veder messo il suo nome accanto a un progetto che considera lontano dalla realtà. In una serie di post su Instagram, la 27enne cantante e attrice ha preso posizione contro “Michael”, il biopic diretto da Antoine Fuqua e atteso nelle sale il 24 aprile 2026.

«Questo non è il mio progetto», ha scritto, smentendo con decisione quanto dichiarato dall’attore Colman Domingo – interprete di Joe Jackson – secondo cui lei e il fratello Prince avrebbero sostenuto il film. «Non dite alla gente che sono stata ‘utile’ sul set di un film in cui non ho avuto alcun coinvolgimento. È strano».
Paris ha spiegato di aver avuto accesso soltanto a una prima bozza della sceneggiatura e di aver espresso i suoi dubbi su alcune parti che considerava fuorvianti. «Quando non hanno corretto le cose che trovavo disoneste, ho rinunciato. Questo non è il mio circo», ha aggiunto con amarezza.
La sua è una critica che va oltre il singolo film. «La storia è controllata, ci sono molte inesattezze, vere e proprie bugie», ha denunciato, puntando il dito contro il sistema biografico hollywoodiano che, a suo dire, tende a produrre versioni edulcorate delle vite delle star. «È un film pensato per una parte di fan che vivono ancora in una sorta di fantasia, ma così si perde la complessità dell’uomo che era mio padre».
Il progetto, realizzato in collaborazione con la Jackson Estate, ha avuto una gestazione travagliata, tra riscritture e dibattiti su temi delicati. A vestire i panni di Michael sarà Jaafar Jackson, nipote del cantante, affiancato da Miles Teller, Nia Long e Kat Graham.
L’annuncio di Paris, però, pesa come un macigno: la sua presa di distanza rischia di incrinare l’attesa dei fan e di aprire un dibattito sull’autenticità dei biopic. Perché dietro la leggenda c’era un uomo, e la figlia non vuole che la sua verità venga sepolta da una sceneggiatura.
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