Personaggi e interviste
Altro che social: Bonolis lancia la rivoluzione analogica, con gli smartphone dei minorenni in castigo
Il conduttore lancia un appello contro l’uso precoce dello smartphone, sostenendo che dovrebbe essere vietato ai minori di 16 anni. In un’intervista al settimanale Oggi, il conduttore denuncia i danni del mondo virtuale sui più giovani, ormai incapaci di vivere nel presente e affrontare la fatica reale.

«Lo smartphone si può avere solo dai 16 anni. Punto». Paolo Bonolis è netto nel suo giudizio e lo affida a un’intervista al settimanale Oggi Il popolare uomo Mediaset, 63 anni, non si limita a un’opinione personale: lancia un vero e proprio appello alle istituzioni e alla società, proponendo una riflessione profonda sull’impatto degli smartphone nei giovani. Tanto che la sua idea viene già ribattezzata in rete “legge Bonolis”, simbolo di una sensibilità matura e di un’acuta capacità di osservazione dei mutamenti nei comportamenti collettivi.
Vivere il presente attraverso il display
Bonolis parte da un episodio emblematico: «Quando c’è stata la cerimonia per i funerali del Papa, non c’era una sola persona che si facesse il segno della croce o che seguisse la liturgia. Erano tutti col cellulare alzato a filmare. Non contava vivere l’emozione di un momento storico, ma poter dire agli altri “io c’ero”». Un aneddoto che fotografa con precisione chirurgica la trasformazione della società nell’era digitale: l’esistenza vissuta attraverso uno schermo, spesso più per la condivisione che per la comprensione del presente.
Il rischio di una esistenza parallela
E i rischi sono tangibili, come dimostra un caso di cronaca che ha particolarmente colpito il conduttore: «Un ragazzo è stato ricoverato in ospedale per una vera e propria crisi d’astinenza da cellulare. È drammatico quello che sta accadendo. I giovani – ma anche tanti adulti – ormai vivono in un universo parallelo creato da internet. Non sono più qui tra noi, nella vita vera. Crescono incapaci di affrontare la fatica, anche quella dello studio. E questo compromette il valore delle cose, perché è sconosciuto lo sforzo necessario per ottenerle».
Il suo insegnamento ai figli
Padre di cinque figli – due, Stefano e Martina, nati dal primo matrimonio e residenti negli Stati Uniti; tre, Silvia (22 anni), Davide (21) e Adele (17), avuti con l’ex moglie Sonia Bruganelli – Bonolis racconta anche la propria esperienza genitoriale. «Non ricordo a che età io e Sonia abbiamo dato lo smartphone ai nostri ragazzi, ma non è stato complicato gestirne l’uso. È bastato far capire ad Adele che il teatro e il cinema, che lei ama, sono esperienze da vivere dal vivo. E lo stesso vale per Davide, appassionato di sport: è più bello praticarlo che guardarlo su uno schermo».
Come gli adulti possono rappresentare un modello virtuoso
Il conduttore sottolinea però un aspetto fondamentale: l’esempio. «Non puoi spiegare ai figli che lo smartphone va usato con misura e poi comportarti diversamente. I ragazzi spesso ignorano i nostri consigli, ma osservano attentamente i nostri comportamenti. Se vogliamo che stiano nel mondo reale, dobbiamo esserci anche noi».
Urge una riflessione profonda
L’intervento di Bonolis tocca un nervo scoperto di questa epoca digitale. La sua proposta – impedire l’uso personale dello smartphone prima dei 16 anni – si inserisce in un dibattito sempre più attuale. Un discorso che coinvolge educatori, famiglie, psicologi e istituzioni. È davvero il momento, sembra dire Bonolis, di chiederci se la libertà digitale dei nostri figli valga più della loro salute mentale e della loro capacità di vivere pienamente la realtà.
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Personaggi e interviste
Vanessa Incontrada: “Con Rossano il mare è calmo, gli hater non li calcolo. Senza lo spettacolo? Avrei fatto l’ambulante”
Vanessa Incontrada torna in teatro con Ti sposo ma non troppo e in TV con Zelig, ma svela che senza lo spettacolo avrebbe lavorato al mercato con il padre. Tra soddisfazioni, delusioni e hater, l’attrice racconta la sua filosofia di vita: “Non mi sento obbligata a piacere a tutti, mi guido solo con l’istinto”.

Vanessa Incontrada è tornata al centro della scena con un doppio impegno tra TV e teatro. Dopo il successo del ritorno a Zelig, l’attrice si prepara a salire sul palco con Ti sposo ma non troppo, la commedia diretta da Gabriele Pignotta che andrà in scena al Teatro Manzoni dal 21 gennaio. Ma oltre agli impegni professionali, l’attrice si è raccontata in una lunga intervista, parlando del suo equilibrio ritrovato con il compagno Rossano Laurini, della scelta di vivere lontano dai riflettori e del rapporto con i social, tra attacchi e indifferenza.
L’amore con Rossano Laurini e la serenità ritrovata
Negli ultimi anni si è parlato spesso della sua relazione con Rossano Laurini, l’imprenditore con cui sta da oltre quindici anni e con il quale ha avuto un periodo di crisi. “Stare insieme è un lavoro”, ha spiegato Vanessa. “Con l’età si cambia, ognuno ha le sue esigenze, altre voglie, altri impegni. A volte si perde la strada comune”. Un momento difficile, che però sembra ormai superato. “Tra noi due c’è stato un po’ di mare mosso, un momento di incomprensione che può capitare. Oggi vivo una situazione sentimentale stabile: il mare è calmo, molto calmo”.
Lontana dalle metropoli, tra teatro e normalità
Dopo anni sotto i riflettori, Vanessa ha scelto di vivere lontano dal caos delle grandi città. La sua casa è a Follonica, in Toscana, un luogo che considera il suo rifugio. “A me vivere a Follonica dà molta protezione. Il nostro è un lavoro con tanto stress, tante emozioni, tante aspettative. In provincia mi sento nella mia bolla di vetro”. Un isolamento volontario, che l’attrice difende con fermezza, sottolineando quanto sia importante per lei staccare dal mondo dello spettacolo una volta terminato un progetto. “Quando chiudo uno spettacolo, un film, un programma tv, abbasso la saracinesca e mi immergo nella mia realtà”.
Nonostante la sua presenza costante nel mondo dello spettacolo, Vanessa Incontrada si considera molto diversa da altre personalità del settore. “Non sono narcisista, ma come tutti quelli che fanno questo lavoro sono egocentrica. Poi c’è chi si vuol far vedere sempre e chi si ritira. Io sono della seconda specie”. Un atteggiamento che la porta a gestire i social media in modo istintivo, senza forzature. “Va a momenti, a volte sparisco, non mi sento obbligata a postare qualcosa per forza”.
Gli attacchi degli hater e la reazione di Vanessa
Non sempre, però, il rapporto con il pubblico è stato facile. Negli ultimi anni, l’attrice è stata spesso oggetto di attacchi sui social, soprattutto per il suo aspetto fisico. “Quando mi hanno attaccato all’inizio è stato doloroso”, ha ammesso. “Non capivo quell’odio contro di me, inspiegabile”. Una situazione che, nel tempo, ha imparato a gestire. “Però ho continuato a credere in me e oggi gli hater non li calcolo proprio”.
Il mondo dello spettacolo non è stato solo una fonte di soddisfazioni, ma anche di delusioni. “Più di una, anche ultimamente”, ha rivelato. “Mi sono trovata di fronte a un comportamento inaspettato: in giro ci sono tante persone con il pelo sullo stomaco”. Senza fare nomi, Vanessa ha lasciato intendere che anche nel suo ambiente non sempre ci si può fidare di tutti.
Se non fosse diventata un’attrice? Il mercato al posto del palcoscenico
La sua carriera è iniziata giovanissima, prima come modella e poi come conduttrice e attrice. Ma cosa avrebbe fatto Vanessa Incontrada se non fosse entrata nel mondo dello spettacolo? “Quando studiavo volevo fare la psicologa infantile”, ha raccontato. “L’altra idea, molto diversa, era aiutare i miei genitori che hanno sempre avuto bancarelle al mercato, avrei fatto l’ambulante con mio papà”. Un destino completamente diverso, che però non rinnega. “Poi la vita mi ha portato altrove”.
Oggi, con una carriera solida e una popolarità che non accenna a diminuire, Vanessa Incontrada sembra aver trovato il suo equilibrio tra lavoro e vita privata. La sua capacità di alternare televisione e teatro, mantenendo uno stile di vita lontano dai riflettori quando non è sul palco, le ha permesso di costruire un percorso stabile e duraturo. “Non mi sento obbligata a piacere a tutti, mi guido solo con l’istinto”, ha detto, confermando ancora una volta di essere una delle personalità più autentiche dello spettacolo italiano.
Personaggi e interviste
“Un altro uomo?!? Non scherziamo, mi tengo il mio Costacurta!”. Martina Colombari tra il marito ex calciatore e il figlio irrequieto
La ex Miss Italia si racconta in un’intervista a cuore aperto. L’amore incrollabile per il marito Alessandro Costacurta, il difficile percorso del figlio Achille, ora in ripresa, e la maturità raggiunta con gli anni. Tra teatro, consapevolezza e riflessioni sul ruolo della donna, Martina si mostra nella sua versione più autentica e forte.

Lei non ha dubbi: nella sua testa non esiste la possibilità di cambiare uomo. A quasi 21 anni dal matrimonio con Alessandro Costacurta, la ex Miss Italia ha raccontato quanto profondo e solido sia il legame con il marito. “Se mi dovessi separare dal papà di Achille, non so se riuscirei a innamorarmi di qualcun altro”, ha confessato in un’intervista al settimanale F. Un amore maturo, consapevole, non idealizzato: “Se pensi che il rapporto sia una luna di miele infinita, resterai delusa. Si cammina insieme, ma restando individui”.
Achille: un percorso difficile, ora in salita
Al centro della vita di Martina c’è anche Achille, il figlio nato nel 2004, che ha attraversato momenti complicati legati a dipendenze e disagio giovanile. La Colombari ha raccontato con grande sincerità il percorso terapeutico intrapreso da Achille: “Abbiamo dato un nome al suo malessere, ci siamo affidati a professionisti”. Un esempio di genitorialità coraggiosa e non giudicante. Oggi Achille sta meglio, vive a Palermo, dove ha trovato umanità e ascolto: “Sta cercando la sua strada e io lo vedo più sereno”.
Il teatro, la consapevolezza e la trasformazione
Colombari racconta anche la sua trasformazione personale, iniziata intorno ai 40 anni. “È lì che ho fatto lo switch da ragazza a donna”, spiega. Un passaggio che le ha permesso di ridefinire le sue priorità e di affrontare la vita con maggiore autenticità. Il teatro ha avuto un ruolo importante in questo cambiamento: “Sul palco non importa se sei bella o famosa, conta il personaggio”. Dopo il successo con Fiori d’Acciaio, Martina tornerà presto in scena con Più vera del vero di Gianluca Guidi, dove interpreterà un androide nel 2035.
Pregiudizi e resilienza: “Mi dicevano che non avevo bisogno di lavorare”
Martina ha dovuto fare i conti con molti pregiudizi. Il più frequente? Che la sua bellezza e il matrimonio con un calciatore la rendessero “privilegiata” e dunque poco credibile professionalmente. Ma lei ha dimostrato il contrario, reinventandosi come attrice e comunicatrice. Il viaggio a Pechino Express con il figlio Achille è stato, come lei stessa ammette, un’esperienza di crescita: “Mi ha dato coraggio. Ho capito che siamo più forti di quanto crediamo”.
Miss Italia: un trampolino che rifarebbe ancora oggi
“Miss Italia oggi forse ha perso senso, ma io rifarei tutto da capo, anche quel concorso”. Parole che rivelano gratitudine e lucidità. Colombari sa che oggi i percorsi per emergere sono diversi, ma riconosce a Miss Italia il merito di averle aperto le prime porte del mondo dello spettacolo. Oggi è una donna consapevole, una madre attenta e una professionista determinata. Il suo amore per Costacurta, la battaglia silenziosa accanto al figlio Achille e la rinascita interiore sono il ritratto di una femminilità piena, moderna e profondamente umana.
Personaggi e interviste
Un legame speciale fra mamma e figlia: quello di Antonella Clerici e la sua Maelle
In una recente intervista, Antonella Clerici racconta il suo rapporto con la figlia Maelle, sottolineando l’importanza del suo ruolo di madre e non di “amica”. Tra orgoglio, senso di responsabilità e consapevolezza, la conduttrice si apre come mai prima, rivelando anche una frase che la giovane Maelle le ripete spesso, specchio di un legame profondo e sincero.

Antonella Clerici, volto amatissimo della televisione italiana con quasi quarant’anni di carriera in Rai, si è raccontata in una recente intervista a Vanity Fair, condividendo aspetti intimi della sua vita privata, in particolare il rapporto con la figlia Maelle, nata nel 2009 dalla relazione con l’ex compagno Eddy Martens. Un legame forte, profondo, ma costruito con responsabilità e fermezza. Antonellina è oggi una donna realizzata, una madre consapevole e una professionista rispettata. Il rapporto con Maelle rappresenta un esempio positivo di maternità moderna, basata su amore, rigore e rispetto. La frase della figlia – “Mi dai la carica” – è il riconoscimento più bello per una madre che ha saputo essere una guida, senza mai smettere di essere se stessa.
Amica? No, educatrice
La conduttrice ha spiegato chiaramente: “Io non sono l’amica di mia figlia, sono un genitore: ho il dovere di educarla”. Una posizione netta e controcorrente rispetto a una tendenza sempre più diffusa che vede i genitori trasformarsi in “compagni di giochi” dei figli. Antonella, invece, rivendica il suo ruolo educativo e sottolinea quanto sia importante stabilire dei limiti, specie in un’epoca in cui i giovani sono sempre più fragili.
L’orgoglio di Maelle e il tatuaggio simbolico
Nonostante gli impegni lavorativi e i sensi di colpa che possono accompagnare una madre molto presente sul lavoro, Clerici è riuscita a costruire con Maelle un legame autentico. “Maelle mi dice sempre: ‘Sono abituata che lavori da quando sono nata, è un bell’esempio, mi dà la carica’”, ha raccontato con orgoglio. Una frase che racchiude stima, consapevolezza e ammirazione. Il loro legame si riflette anche in un gesto simbolico: madre e figlia hanno lo stesso tatuaggio, un piccolo segno indelebile che racchiude un significato profondo e personale, testimonianza visibile di un rapporto unico.
Una vita semplice, lontana dai riflettori
Antonella Clerici ha confessato di condurre una vita riservata: “Non frequento gli ambienti dello spettacolo, alle undici vado a dormire”, ha detto, ironizzando sul fatto che, lavorando tanto, bisogna scegliere tra la salute e la trasgressione. E lei ha sempre scelto la prima. Anche per questo è un modello positivo per Maelle, che pur rimanendo lontana dai riflettori, riconosce il valore dell’impegno e della coerenza della madre.
Il coraggio di una donna popolare
Non solo madre e conduttrice: Antonella Clerici è anche una figura che ha saputo rompere stereotipi. “Mi dicono che so di sugo, che sono troppo popolare”, ha raccontato, riferendosi ai pregiudizi ricevuti nel corso della carriera. Eppure, grazie a programmi come La prova del cuoco, è riuscita a trattare temi delicati come la menopausa, la transizione di genere e l’educazione sentimentale. Un modo per unire intrattenimento e messaggi sociali, dimostrando che anche la “televisione popolare” può avere un grande impatto culturale.
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