Connect with us

Personaggi e interviste

“Ho sbagliato tutto”: il drammatico sfogo di Roberto Saviano tra lutti, rimorsi e il peso della scorta

Scrittore sotto scorta e giornalista contro la criminalità organizzata, si confessa in un’intervista straziante. Ai funerali della zia Silvana, la sua seconda madre, avverte il peso delle sue scelte, il senso di colpa per la famiglia sradicata, e il rimpianto per una libertà perduta. Una riflessione cruda su ciò che ha dato e ciò che ha perso

Avatar photo

Pubblicato

il

    Durante i funerali di sua zia Silvana, figura materna per lui, Roberto Saviano ha provato un dolore che va oltre il lutto. “Non erano nemmeno funerali: non c’era nessuno”, ha dichiarato, ricordando come la sua famiglia, originaria di Caserta, sia stata costretta a fuggire al Nord nel 2006, anche a causa delle minacce legate al suo lavoro. Una diaspora familiare imposta dalla paura, dal pericolo, dalle sue scelte. “La mia famiglia ha solo pagato. Io ne ho fatto attività, impegno”.

    Il prezzo della verità: dalla gloria di Gomorra all’ergastolo della scorta

    Con il libro Gomorra, Saviano ha acceso un faro sulla Camorra, conquistando notorietà internazionale ma pagando un prezzo altissimo: la libertà. Oggi vive blindato, sorvegliato, isolato. “Mi sento come all’ergastolo, senza fine”, confessa. L’idea stessa di scorta è diventata per lui un marchio, un’arma politica: “Salvini dice che me la vuole togliere, come se fosse un privilegio”.

    Attacchi di panico e pensieri suicidi: “Mi sono messo davanti allo specchio…”

    Nel corso dell’intervista, Saviano racconta momenti di profonda crisi. Gli attacchi di panico sono frequenti, e il pensiero del suicidio lo ha sfiorato più volte. “Avevo anche deciso. Ma poi, allo specchio, ho capito che non era la soluzione”. Vivere in mezzo a caserme e armi gli ha fatto toccare con mano la tentazione estrema. Ma ha scelto di resistere, pur sapendo che “da questa storia non se ne esce”.

    “Vorrei un’altra vita”: il desiderio mai realizzato di libertà

    A mancare a Saviano non è solo la vita normale, ma la possibilità stessa di immaginarla. “Vorrei un’altra vita. Non sentirmi come uno che ha buttato via quella che ha”. Racconta un episodio con Carmine Schiavone, pentito dei Casalesi, che gli disse: “Tu e io abbiamo lo stesso destino”. Una frase che Saviano rifiuta con forza: “Comprendere il male non significa farne parte. Ma se guardi l’abisso, l’abisso guarda te”.

    Un simbolo sotto tiro: “Ormai sono solo un bersaglio”

    Essere diventato un simbolo lo ha reso un bersaglio. “Tu credi che si dimentichino di te?”, gli disse Schiavone. E quella frase lo perseguita. Perché essere simbolo, per Saviano, non è gloria. È solitudine, prigionia, vulnerabilità. Il coraggio di denunciare si è trasformato in condanna perpetua.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Personaggi e interviste

      Debbie Rowe oggi, irriconoscibile dopo nove anni di lotta contro il cancro: il ritorno della ex moglie di Jackson

      Debbie Rowe, la donna che per anni è rimasta nell’ombra nonostante il legame con Michael Jackson, è stata fotografata a Palmdale mentre saliva sulla sua auto di lusso. Segnata da nove anni di cure, appare profondamente cambiata, ma accanto a lei oggi c’è di nuovo la figlia Paris Jackson, con cui ha ricostruito un rapporto definito “da adulti”.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Debbie Rowe è tornata al centro dell’attenzione dopo anni di silenzio. Una donna dal destino complesso, finita suo malgrado nella mitologia pop come la seconda ex moglie di Michael Jackson e madre di Paris Jackson. Oggi, a 66 anni, la stampa americana l’ha fotografata nuovamente in pubblico, e le immagini hanno destato preoccupazione: Rowe è apparsa molto provata, irriconoscibile dopo una battaglia contro il cancro al seno che va avanti da quasi un decennio.

        Gli scatti arrivano da Palmdale, in California, dove i paparazzi l’hanno sorpresa mentre si avvicinava alla sua Range Rover Vogue da 200mila dollari. Una scena apparentemente normale, se non fosse per l’evidente trasformazione fisica che la malattia e le terapie le hanno imposto negli ultimi anni. Debbie, che da tempo vive lontana dai riflettori, ha sempre mantenuto un profilo riservatissimo, limitando al minimo le uscite pubbliche.

        Il suo nome, però, continua a esercitare un fascino mediatico inevitabile. Il matrimonio con Jackson, le polemiche sul ruolo nella vita dei figli del cantante, il successivo allontanamento e la lunga assenza hanno contribuito a costruire attorno a lei un’aura di silenzio e mistero. Una storia complessa, fatta di scelte difficili e di un rapporto con la fama mai cercato davvero.

        A riportare Debbie Rowe al centro della narrazione, questa volta, è anche la presenza di Paris Jackson. La modella e cantante, oggi 26enne, negli ultimi anni ha cercato di ricucire il rapporto con la madre biologica dopo un passato turbolento. In più occasioni, Paris ha parlato delle diverse figure femminili che l’hanno cresciuta, spiegando però che con Debbie il legame è diverso, più maturo, costruito passo dopo passo: «È un rapporto da adulti», ha confidato.

        Una definizione che dice molto sull’evoluzione di un legame che per anni è rimasto sospeso. Paris, oggi affermata nel mondo dello spettacolo, sembra aver ritrovato un equilibrio nel rapporto con la madre proprio mentre Rowe affronta una delle pagine più fragili della sua vita.

        La riapparizione pubblica di Debbie Rowe, così segnata ma presente, racconta una donna che continua a combattere, lontana dai riflettori ma non più sola. E forse, per la prima volta, davvero libera di essere soltanto se stessa.

          Continua a leggere

          Personaggi e interviste

          Ezio Greggio difende Enzo Iacchetti: “Ha fatto male a non dare un pugno a chi dice ‘mi definisca bambino’”

          Ezio Greggio interviene in difesa del collega e amico Enzo Iacchetti dopo la lite in diretta con Eyal Mizrahi sul conflitto a Gaza. “Io avrei risposto che la parola ‘bambino’ si definisce da sola, come la parola ‘pirla’. Ma dare del fascista a Enzino è fuori luogo: certi personaggi dovrebbero farsi vedere da uno psicanalista.”

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Ezio Greggio non usa mezzi termini. Dopo la lite tra Enzo Iacchetti e Eyal Mizrahi, presidente dell’associazione Amici di Israele, durante È sempre Cartabianca, il conduttore di Striscia la notizia si schiera apertamente con il suo storico compagno di bancone. “Grande Enzino! – ha raccontato Greggio – l’ho chiamato subito e gli ho detto: ‘Hai fatto male!’. E lui: ‘In che senso?’. Gli ho risposto: ‘Hai fatto male a non scendere a dare un pugno a un cretino del genere che dice “Mi definisca la parola bambino”’.”

            “Un cretino del genere”
            Greggio non nasconde l’indignazione per la frase pronunciata in diretta da Mizrahi, che aveva provocato Iacchetti durante un acceso confronto sul conflitto in Medio Oriente. “La parola bambino si definisce da sola, come la parola pirla – ha aggiunto Greggio –. Non faccio un discorso politico, ma come si è permesso di dire una cosa simile e di dare del fascista a Enzino? Credo abbia bisogno di qualche seduta dallo psicanalista.”

            Dal palco di Monte-Carlo al sostegno per l’amico
            L’intervento di Greggio arriva mentre il comico è impegnato nel suo Monte-Carlo Film Festival de la Comédie, giunto alla ventiduesima edizione. Un’occasione che gli permette anche di riflettere sul momento del cinema italiano: “Va aiutato, ma con criteri seri – dice –. Basta con i finanziamenti a produzioni senza senso. Il cinema è arte e cultura, non clientelismo.”

            Un legame lungo quarant’anni
            Greggio e Iacchetti condividono la scrivania di Striscia la notizia da decenni e il loro sodalizio televisivo è tra i più longevi della tv italiana. “Enzino è una persona perbene, non tollero che venga insultato. È uno che dice quello che pensa, e questo oggi dà fastidio.”

            Un veterano che difende la commedia
            Oltre a difendere il collega, Greggio ribadisce il suo impegno per la comicità italiana. “La commedia unisce, non divide – dice –. Se non tradisci il pubblico, il pubblico non ti tradisce.”

            E, tra una risata e una stoccata, chiude alla Greggio: “La parola ‘bambino’ si spiega da sola. Ma certi adulti, purtroppo, non crescono mai.”

              Continua a leggere

              Personaggi e interviste

              Andrea Delogu torna in tv dopo la morte del fratello Evan: “Il dolore va trasformato in amore per la vita”

              Un ritorno pieno di emozione per Andrea Delogu, che ha rotto il silenzio dopo la perdita del fratello diciottenne Evan. In apertura della nuova puntata de La Porta Magica, la conduttrice ha commosso il pubblico con parole di dolore e speranza: “Dobbiamo trasformare la sofferenza in amore per la vita”.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Andrea Delogu è tornata davanti alle telecamere dopo la tragedia che ha sconvolto la sua vita. La conduttrice, visibilmente commossa, ha aperto la nuova puntata de La Porta Magica con un monologo intenso e sincero dedicato al fratello Evan, morto a soli diciotto anni in un incidente.

                Davanti a un pubblico in silenzio e a colleghi emozionati, Andrea ha voluto condividere la sua storia con parole che hanno colpito tutti: “Prima di riprendere il viaggio de La Porta Magica, il luogo delle vostre emozioni e delle vostre storie, sento il bisogno di condividere con voi la mia storia. Ci sono momenti nella vita in cui tutto si ferma, e altri in cui con grande fatica ma con grande amore si sceglie di ripartire”.

                “Ho perso mio fratello Evan”
                La voce della conduttrice si è incrinata quando ha parlato del dolore vissuto nelle ultime settimane: “La mia vita e quella della mia famiglia si sono fermate. Ho avuto bisogno di silenzio perché trovare le parole per raccontare quello che è accaduto è estremamente difficile. Ho perso mio fratello Evan in un incidente: aveva soltanto diciotto anni ed era un ragazzo straordinario, pieno di sogni e della luce di chi è pronto ad abbracciare il mondo”.

                Andrea Delogu ha raccontato di aver vissuto giorni sospesi, in cui tutto sembrava essersi spezzato: “Il dolore accompagna ogni mio respiro e fa paura, ma è qualcosa con cui dovrò imparare a convivere. La mia famiglia ed io dobbiamo riuscire a trasformare questa sofferenza in amore per la vita, perché è quello che dobbiamo a Evan”.

                Un messaggio di coraggio e rinascita
                Le sue parole, semplici e vere, sono state accolte da un applauso lungo e commosso. Un momento di televisione autentica, in cui il dolore privato è diventato una riflessione universale sulla perdita, sulla forza e sulla resilienza.

                La conduttrice ha poi ringraziato la Rai “per averle dato il tempo di prendersi cura dei suoi cari e per la sensibilità mostrata”. E ha concluso con una promessa: “Riparto da qui, da questo luogo di emozioni, con la speranza che ogni storia raccontata possa ricordarmi la bellezza della vita”.

                Un rientro che non è solo televisivo, ma umano: un passo fragile e coraggioso verso la luce, dopo l’oscurità.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù