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Personaggi e interviste

Valentina Persia: dietro alle barzellette in tv il suo dramma interiore

La comica romana, apprezzata per il suo sorriso e le battute pungenti, ha sempre mostrato una grande forza. Ma dietro le sue risate, i suoi occhi brillanti si nasconde una storia di grande sofferenza.

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    L’abbiamo vista sul canale Nove nei panni di giudice speciale a La Corrida, il nuovo programma condotto da Amadeus. Ruolo perfetto per la sua consueta consueta ironia, ma che si intreccia con il grande dolore che ha segnato la sua vita.

    Depressa dal parto

    La comica, cabarettista e attrice Valentina Persia, nel privato, ha dovuto fare i conti con una grave depressione che l’ha colpita duramente dopo la nascita dei suoi due figli, Carlotta e Lorenzo, avuti a 43 anni. «Ho vissuto una brutta depressione post parto, avevo tanta stanchezza e paura di non farcela, guardavo i miei figli e non provavo nulla, ho fatto psicoterapia.Tutto è sempre idealizzato, come se non possano esserci crepe di alcun tipo in simili situazioni: nasce un figlio, quindi devi essere felice per definizione. Ma le crepe esistono, eccome. E sono imprevedibili. Tutti mi dicevano ‘sentirai’, ma non sentivo niente. Le persone venerano l’involucro, ma quando partorisci c’è un crollo. Tutti puntano sul nascituro e la donna non si trova più nella situazione di fare le solite cose. Non ho niente di superiore rispetto alle altre mamme, però mi sono trovata sola. C’è un momento in cui molte donne inciampano e credono di avere l’esclusiva di quel dolore. Ma non è così, siamo in tante».

    La scomparsa del compagno

    Ma il dolore più grande che ha segnato la vita di Valentina è certamente il lutto per il suo compagno, Salvo, stroncato da una malattia congenita al cuore: «La morte di Salvo? Una cosa così non si supera mai, si cambia solo prospettiva». Il dolore, ancora vivo nella sua mente, è stato accompagnato dalla consapevolezza che Salvo le ha lasciato un’eredità di amore e di forza. «Oggi continuo a parlare con lui e a sentirlo vicino», ha aggiunto in svariate interviste, spiegando come, nonostante tutto, trovi la forza di sorridere grazie a lui.

    Con l’aiuto da parte degli amici, in primis Leo Gullotta

    La sua battaglia contro la depressione e il dolore per la perdita li ha affrontati anche grazie alla presenza costante di amici e colleghi, come il maestro Pingitore e Leo Gullotta, che hanno fatto di tutto per sostenerla quando lei sentiva di non riuscire più a tornare sul palco. «Mi ha aiutato tantissimo Leo Gullotta, mi parlava con l’accento siciliano e mi diceva che Sergio era vicino a noi e dovevamo andare avanti».

    Bisogna anadare avanti, nonostante tutto

    Nonostante il peso del passato, la Persia continua tenacemente a lottare, affrontando la vita con la consapevolezza di un dolore che non se ne va mai… ma che può e deve essere affrontato con il giusto supporto e la forza dell’amore che resta. Anche regalando sorrisi e le immancabili barzellette che l’hanno caratterizzata nel corso di 30 anni di carriera.

    La carriera

    Debutta in tv nel 1994 nella trasmissione La sai l’ultima? condotta da Pippo Franco su Canale 5. Da lì la rossa dagli occhi di ghiaccio non ha più smesso di far ridere gli italiani. Cinema teatro, tv, un successo dopo l’altro, poi il buio totale. Ritorna sul piccolo schermo a sorpresa dopo anni nel 2021, come concorrente alla quindicesima edizione de L’isola dei famosi, piazzandosi al secondo posto dietro Awed, vincitore dell’edizione. Tra il 2022 e il 2023 partecipa alla dodicesima edizione di Tale e quale show, a Tale e quale Sanremo e in qualità di guest alla tredicesima edizione di Tale e quale.


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      Fiorello racconta la caduta in bici: “Volevo fare il figo, sono atterrato di faccia”

      “Mi sono svegliato alle quattro e mezza e ho deciso di pedalare. Il cancello si avvicinava, ho cercato il telecomando senza fermarmi e… boom”, ha raccontato ridendo. Tre operai lo hanno soccorso: “Mi hanno detto che mi ero proprio rovinato”.

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        Rosario Fiorello, anche quando si fa male, riesce a far ridere tutti. Al Festival dello Spettacolo di Milano ha raccontato con la solita ironia la disavventura in bici che lo ha costretto, qualche tempo fa, a comparire in diretta con qualche cerotto sul volto.

        «Mi sveglio alle quattro e mezza e dico: “Adesso vado in bici”. A Roma è una delle cose più belle che si possano fare. È come vivere La grande bellezza: la gente dorme, i cinghiali dormono», ha esordito lo showman, scatenando le risate del pubblico.

        Poi il racconto diventa una piccola commedia. «C’è una lunga discesa che porta al secondo cancello, che si apre con un telecomando. Non mi sono voluto fermare per prenderlo, volevo fare il figo e prenderlo mentre pedalavo. Ma il cancello si avvicinava sempre di più e mi sono accorto che era troppo tardi. Ho detto “freno”, ma… sono atterrato di faccia!».

        Fiorello, fedele al suo stile autoironico, ha precisato: «Non posso dirvi dove abito, sennò vengono i ladri», alludendo al furto subito lo scorso agosto.

        Dopo la caduta, tre operai che lavoravano vicino al suo palazzo sono accorsi in suo aiuto. «Mi hanno tirato su, io non sentivo niente. Ho chiesto: “Che mi sono fatto?” e loro, invece di rassicurarmi, mi hanno detto: “Ti sei proprio rovinato!”».

        Lo showman ha mostrato anche la foto del suo volto subito dopo l’incidente: qualche cerotto su naso e labbro, ma nulla di grave. «Ora non si vede più niente, ma se aveste visto come ero conciato…», ha scherzato.

        Il racconto si è chiuso con il sorriso di sempre e un messaggio implicito: anche dopo una caduta, Fiorello resta in piedi. E, tra un cerotto e una battuta, riesce sempre a trasformare ogni scivolone in uno spettacolo.

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          Personaggi e interviste

          Roberto Bolle laureato honoris causa: “La danza è il mio linguaggio universale”

          Il riconoscimento premia l’impegno di Bolle nel trasformare la danza in un linguaggio capace di unire arte, emozione e società. “Un’arte che parla a tutti e che insegna la bellezza come forma di cultura condivisa”, ha detto il ballerino.

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            L’Università di Firenze ha conferito a Roberto Bolle la laurea magistrale honoris causa in “Pratiche, linguaggi e culture della comunicazione”, riconoscendogli un ruolo unico nella diffusione della cultura attraverso il corpo e il movimento.

            Nella motivazione ufficiale si legge che l’onorificenza premia “l’impegno appassionato nell’esaltare la capacità comunicativa della danza”, un’arte che Bolle ha saputo portare fuori dai teatri e dentro la vita delle persone. L’étoile, che da anni incanta il pubblico internazionale, viene celebrato come “interprete di una concezione dell’arte come veicolo di cultura, emozioni e socialità”, capace di contribuire “al processo di crescita culturale e artistica del nostro Paese”.

            Durante la cerimonia, tenutasi nell’Aula Magna dell’Ateneo, Bolle ha ringraziato con emozione: «Ricevere questo riconoscimento è un onore immenso. Ho sempre creduto che la danza fosse un linguaggio universale, capace di comunicare senza bisogno di parole. È un ponte tra culture, generazioni e sensibilità diverse».

            Nel suo discorso, l’artista ha ricordato il valore della disciplina e della dedizione che la danza richiede, ma anche la libertà che regala a chi la vive con autenticità. «Ho avuto la fortuna di trasformare la mia passione in una missione culturale. Credo che l’arte debba essere condivisa, accessibile, capace di ispirare e di unire».

            Con progetti come Roberto Bolle and Friends e Danza con me, il ballerino ha saputo avvicinare il grande pubblico alla danza classica, rompendo le barriere di un’arte spesso percepita come elitaria.

            Oggi, a 49 anni, Bolle non è solo un simbolo di eccellenza artistica, ma anche un ambasciatore culturale che continua a portare l’Italia sul palcoscenico del mondo. E questa laurea, più che un punto d’arrivo, sembra una nuova tappa nel suo viaggio tra arte, bellezza e comunicazione.

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              Personaggi e interviste

              È morto a 18 anni Evan Delogu, fratello di Andrea: la tragedia in moto che spezza una famiglia

              Evan Oscar Delogu, figlio di Walter e fratellastro della conduttrice Andrea, è morto sul colpo dopo aver perso il controllo della moto in via Vittor Pisani. Inutili i tentativi di rianimazione. Sui social, la commozione di amici e fan.

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                Aveva solo diciotto anni, il tempo di un’estate appena finita e la vita davanti. Evan Oscar Delogu è morto nel pomeriggio di sabato a Bellaria, in un terribile incidente stradale. Figlio di Walter Delogu — ex autista di Vincenzo Muccioli, storico fondatore di San Patrignano — e fratellastro della conduttrice televisiva Andrea Delogu, Evan ha perso il controllo della sua moto, una Benelli 750, in via Vittor Pisani, una strada tranquilla che nel giro di pochi istanti si è trasformata nel luogo di una tragedia.

                Secondo le prime ricostruzioni della Polizia Locale, l’incidente è avvenuto intorno alle 15.40. Il ragazzo stava percorrendo il rettilineo quando, per cause ancora da chiarire, ha sbandato violentemente finendo prima contro un palo della luce e poi contro un secondo, a bordo strada. L’impatto è stato devastante: nonostante indossasse il casco, le ferite riportate sono risultate fatali.

                Sul posto sono arrivati in pochi minuti i soccorritori del 118, che hanno tentato a lungo di rianimarlo, ma ogni tentativo è stato inutile. Evan è morto praticamente sul colpo.

                La notizia ha scosso Bellaria e tutta la Romagna. Tantissimi i messaggi di cordoglio sui social, anche per la sorella Andrea, che ha sempre condiviso con il fratello un legame profondo, fatto di affetto e orgoglio.

                Ma le parole più struggenti sono quelle del padre Walter, affidate ai social poche ore dopo la tragedia: «Il cuore a volte batte anche se è morto… Grazie a tutti per la vostra vicinanza. Voglio che si ricordi così il nostro bambino. Addio, Evan. Il tuo papà e la tua mamma».

                Un messaggio che racchiude tutto il dolore di un genitore di fronte a un destino che non ha spiegazioni.

                Evan era un ragazzo pieno di vita, appassionato di motori e di musica, cresciuto tra Rimini e Bellaria, in una famiglia che aveva fatto della rinascita e della resilienza la propria storia. La stessa forza che ora servirà, ancora una volta, per sopravvivere all’assenza più ingiusta.

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