Speciale Festival di Sanremo 2025
Per Geppi Cucciari non c’è due senza tre: il tris sanremese è alle porte
A Sanremo ci è già stata due volte in passato, per questa sua terza partecipazione è prevista la co-conduzione della serata di giovedì, insieme a Mahmood.

Ci sarà anche Geppi Cucciari tra i co-conduttori annunciati da Carlo Conti per la 75esima edizione del festival di Sanremo, dall’11 al 15 febbraio all’Ariston. Geppi sarà protagonista della quarta serata, il 14, insieme a Mahmood. Nella seconda serata saliranno sul palco Cristiano Malgioglio, Bianca Balti e Nino Frassica. Katia Follesa, Miriam Leone ed Elettra Lamborghini saranno invece le co-conduttrici della terza. Impreziosiranno la quarta serata Alessandro Cattelan e Alessia Marcuzzi. Ancora in forse la partecipazione di due amici storici di Conti alla prima serata, rimasta per ora senza co-conduttori: Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni.
Chi è lei
Geppi Cucciari (vero nome Maria Giuseppina Cucciari) nasce a Cagliari il 18 agosto 1973 e cresce a Macomer, in provincia di Nuoro. Da sempre affascinata dallo studio, frequenta dapprima l’università di Cagliari, scegliendo poi di trasferirsi a Milano dove nel 2000 entra a far parte del laboratorio teatrale Scaldasole. L’anno successivo si laurea in Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore, con una tesi in Diritto Internazionale Pubblico. La sua vera passione, però, è il teatro, la recitazione e la comicità.
La sua carriera nello spettacolo
Deve dire grazie alla sua partecipazione a Zelig dove, nel 2001, si afferma già come una delle protagoniste del programma comico, arrivando alle simpatie da parte del grande pubblico. L’anno successivo entra anche a far parte della famiglia di Radio Deejay, specie nella trasmissione Pinocchio condotta da La Pina. Anche la sua carriera teatrale prosegue a gonfie vele e nella stagione 2002/2003 recita in due spettacoli teatrali: Meglio Sardi che mai e Maionese.
Dopo la conduzione di programmi tv come Italia’s Got Talent, Per un pugno di libri, Un giorno da pecora (in radio) e Le Iene, Geppi conduce Il premio Strega e i programmi televisivi Che succ3de? e Splendida Cornice, in onda attualmente ogni giovedì su Rai 3.
Nel suo privato una relazione travagliata
Si può affermare che il suo rapporto con l’amore sia “dolce amaro” perché la comica, nel 2012, si è sposata con il giornalista Luca Bonaccorsi, separandosi poi quattro anni dopo in maniera turbolenta. Successivamente ha trovato la serenità con Marco Micheletti, anche lui di origini sarde. In un’intervista concessa a Vanity Fair su questo rapporto aveva dichiarato: «Dopo tanti anni di solitudine e di qualche virgola sbagliata, adesso ho ritrovato la tranquillità di chi non ha paura di cosa accade il giorno dopo. Si chiama Marco, ci siamo innamorati anni fa in mezzo al mare in Sardegna, e lì cerchiamo di stare più a lungo possibile. La Sardegna è casa nostra, e noi cerchiamo di esserlo l’una per l’altro. Penso che il vero lusso dell’amore non sia solo stare insieme, ma farlo negli anni, e contarli solo alla fine».
Si sposerà con Micheletti?
Al momento, la Cucciari ha escluso questa possibilità ma solamente perché la fretta può rivelarsi un problema. Sempre a Vanity Fair aveva confidato: «Volendo evitare l’effetto Elizabeth Taylor (che si è sposata sette volte, ndr), mi avvalgo della facoltà di aspettare». Sull’avere figli dice: «Ho speso male gli anni in cui farli sarebbe stato facile. Mi spiace per mia mamma che non ha avuto la possibilità di vedermi fare tante cose».
Il lavoro, viscerale passione anche se… a casa si sta bene
Geppi nutre una dedizione particolare per il suo lavoro, anche se a Rolling Stone ha rivelato in passato: «Il luogo in cui mi sento più a mio agio? A casa! Chiusa! Secondo te uno può essere a proprio agio con una telecamera addosso? È un altro l’istinto che ti spinge a fare certe cose, ha a che fare con una compiutezza di espressione personale di contenuto e contenuti altrui. Amo ciò che faccio, è un grande privilegio per cui sono sempre grata, ma l’agio è un’altra cosa. Non credo si chieda questo a chi fa il mio lavoro».
Al cinema con Ozpetek
Dallo scorso 19 dicembre è sul grande schermo nel cast a tutte donne del film Diamanti, diretto dal regista Ferzan Ozpetek, del quale ha raccontato: «Quando è venuto ospite a Splendida cornice, ho provato a sedurlo artisticamente dando vita a una cena pseudovirtuale nello studio. Lui, però, aveva già chiuso il cast, e avrebbe dovuto iniziare a girare dopo un mese e mezzo. La vita, però, è strana e beffarda: dopo tre settimane ha squillato il telefono, era lui, e io sono diventata Fausta, una donna coraggiosa, parte di un gruppo di sarte alle prese col lavoro e con la vita, negli anni ’70. Non avrei mai immaginato di lavorare con lui così a breve termine, né di vedermi bionda. Se hai la fortuna di trovare le persone giuste sul lavoro, sai già che renderanno le tue giornate, e quindi la tua vita, più gentile».
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Speciale Festival di Sanremo 2025
Quando Sanremo si trasforma in una sitcom, con Bresh nel ruolo principale!
Duetto con Cristiano De Andrè da rifare tre volte, backstage infuocato, bodypack volanti e amici in after party a petto nudo: il Festival di Bresh è stato più un reality che una gara canora.

Se Sanremo fosse una serie TV, quella di Bresh sarebbe stata la puntata più movimentata. Ospite del podcast Supernova di Alessandro Cattelan, il rapper genovese ha raccontato la sua indimenticabile (per vari motivi) esibizione alla serata cover del Festival 2025. Il duetto con Cristiano De André sulle note di Creuza de mä? Ripetuto ben tre volte. Prima per un microfono spento. Poi per un bodypack caduto. Infine, probabilmente, per un esaurimento collettivo dietro le quinte.
“Conti voleva andare spedito, ma non poteva”
Dopo il secondo fallimento tecnico, Bresh racconta: “C’è stato un tafferuglio serio alla genovese, abbastanza sanguigno”. Dietro le quinte, tra un cavo e una bestemmia, pare che i toni si siano alzati. Il commento sul conduttore Carlo Conti è tutto un programma: “Voleva andare spedito, ma non poteva. I suoi capelli sono diventati bianchi in un attimo”. Capelli che, per dovere di cronaca, erano già piuttosto bianchi da anni.
L’importante è il gruppo, anche se viene in after, senza maglia
A rendere la settimana sanremese ancora più surreale ci hanno pensato gli amici di Bresh, portati a Sanremo come una vera squadra di calcio. “Quindici persone, solo numeri 10”, ha detto. La sua fidanzata Elisa Maino? Presente. L’appartamento affittato per il clan? Pagato da lui. E la dirigenza Sony a colazione? Costretta ad assistere all’arrivo di amici in modalità “post-rave a torso nudo”. Se questo non è spirito ligure, non sappiamo cosa lo sia.
Nessun interesse per l’hype, solo vacanza e caos
Bresh ha tenuto a precisare che i suoi amici “non gliene fregava un ca**o di niente dell’hype”. Nessuna voglia di apparire, solo relax. E magari un po’ di caos organizzato. Per lui, la vera vittoria è stata portarsi dietro un pezzo di casa, tra focaccia e after party, microfoni difettosi e discussioni tra fonici e autori.
Ariston, ovvero… il bello dell’imprevisto
Alla fine, la terza esibizione è andata. Bresh e De André hanno salvato la performance e fatto pace con l’audio. Ma a rimanere nella storia non sarà l’intonazione, bensì il dietro le quinte. Dove Conti perdeva la pazienza – forse anche un paio di diottrie – e Bresh faceva del Festival la sua personale vacanza collettiva. A Sanremo si viene per la musica, sì, ma anche per ricordare che l’imprevisto è il vero spettacolo.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Sanremo dice addio al Festival? La Rai punta su Torino per la rivoluzione della musica italiana

Per decenni, dire “Sanremo” ha significato dire “Festival della Canzone Italiana”. Ma questa associazione potrebbe presto diventare un ricordo. La decisione del Comune di Sanremo di indire una gara per l’organizzazione del Festival ha fatto infuriare la Rai, che ora lavora a un piano alternativo: portare la kermesse in un’altra città, trasformandola in un evento musicale senza più radici liguri.
Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, la Rai starebbe valutando Torino come nuova sede della manifestazione. Il capoluogo piemontese, già apprezzato per l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest nel 2022, sarebbe la location perfetta per garantire continuità all’evento. Il cambio di città porterebbe con sé anche un cambio di nome: non più “Festival di Sanremo”, bensì “Festival della Musica Italiana”.
La decisione è tutt’altro che definitiva, ma la tensione tra la Rai e il Comune di Sanremo è ormai evidente. Il servizio pubblico attende di conoscere i dettagli della delibera con cui la città ligure ha istituito il bando di gara, ma nel frattempo sta lavorando per garantirsi un’alternativa sicura, senza più il rischio di restare senza casa.
Sanremo vuole più soldi, la Rai si guarda intorno
Alla base dello scontro c’è una questione economica: il Comune di Sanremo ha alzato la base d’asta per la concessione della manifestazione a 6,5 milioni di euro l’anno, rispetto ai 5 milioni dell’attuale accordo. Oltre a questo, la nuova convenzione impone alla Rai l’obbligo di realizzare altri quattro programmi televisivi in città, ampliando l’impegno economico dell’azienda.
Queste condizioni non sono piaciute ai vertici di Viale Mazzini, che hanno deciso di studiare un’alternativa. L’ipotesi di spostare l’evento a Torino non è campata in aria: la città piemontese dispone di strutture moderne e di un’esperienza recente nell’ospitare eventi musicali di caratura internazionale.
Ma la questione è anche politica e legale. Il Comune di Sanremo ha preso questa decisione dopo che il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, rendendo necessaria una gara pubblica. Il prossimo 22 maggio si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato, ma la Rai non può permettersi di aspettare passivamente il verdetto.
Cosa succederà ora?
L’idea che il Festival possa abbandonare Sanremo dopo oltre 70 anni lascia increduli molti appassionati di musica e televisione. La Rai, dal canto suo, non può rinunciare a un evento che genera un giro d’affari enorme, con oltre 65 milioni di euro di raccolta pubblicitaria solo nell’ultima edizione.
Speciale Festival di Sanremo 2025
Marco Masini e Fedez, la verità su Sanremo: «Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Marco Masini torna a parlare del suo Sanremo e del duetto con Fedez, tra critiche, censure e rinascita artistica. «Bella stronza? Abbiamo portato a casa un risultato incredibile». Nel podcast del rapper, il cantautore ripercorre la sua carriera tra accuse di sessismo, istigazione alla violenza e il periodo in cui era stato messo da parte dall’industria musicale. «Ma tutto passa, come le polemiche sui social».

La partecipazione di Marco Masini a Sanremo 2025 al fianco di Fedez ha acceso un dibattito acceso ancora prima che i due salissero sul palco dell’Ariston. La scelta della cover da eseguire nella serata dei duetti, Bella stronza, ha scatenato polemiche per il suo testo diretto, accusato negli anni di essere sessista e misogino. A questo si è aggiunto il gossip, con i più maliziosi che hanno collegato la scelta della canzone alla situazione sentimentale del rapper, reduce dalla rottura con Chiara Ferragni.
Ora, a distanza di settimane, Masini ha ripercorso quell’esperienza nel podcast Muschio Selvaggio, condotto da Fedez e Mr Marra, parlando non solo del Festival, ma anche della sua carriera, delle accuse che lo hanno segnato e del suo lungo periodo di allontanamento dall’industria musicale.
«Con Bella stronza eravamo soli contro tutti»
Durante l’intervista, Masini ha difeso il brano portato a Sanremo, sottolineando il successo ottenuto: «Eravamo soli contro tutti e abbiamo portato a casa un bellissimo risultato. Ma poi l’abbiamo portato a casa dopo, perché è l’unica cover che oggi è in classifica». Un’affermazione che sottolinea come, al di là delle critiche, la canzone abbia conquistato il pubblico, raggiungendo i vertici dello streaming e delle radio.
Il cantautore ha poi ripercorso i suoi esordi, ricordando il Festival del 1990, quando vinse tra le Nuove Proposte con Disperato. «È stato pazzesco, perché in un attimo mi sono ritrovato da musicista e autore per altri artisti a essere sul palco di Sanremo davanti a dieci milioni di persone».
Ma quel successo segnò anche l’inizio di un periodo complicato, fatto di censure e accuse pesanti. Disperato, infatti, venne attaccata per i suoi riferimenti considerati espliciti e Masini fu accusato addirittura di istigazione alla droga e alla violenza.
Le censure e il periodo nell’ombra
Se gli anni ‘90 furono segnati da una serie di hit di successo, la situazione cambiò dopo la vittoria sanremese del 2004 con L’uomo volante. Da lì in poi, Masini si trovò sempre più isolato nel panorama musicale, fino a scomparire quasi del tutto dalle scene. «Per un periodo nessuno mi chiamava più, ero stato messo ai margini. Ma nella mia mente c’era la convinzione che comunque queste cose passano, come passa una notizia sui social: oggi ti travolgono, domani c’è già qualcos’altro».
Nel tempo, l’artista ha imparato a vedere le cose con più distacco e a rimettersi in gioco. A Fanpage aveva spiegato: «Bisogna evitare il vittimismo. È sbagliato attribuire tutte le colpe agli altri. Il nemico più grande da fermare sei tu stesso. Devi lavorare su di te, senza farti prendere dal panico».
Oggi Marco Masini è tornato protagonista, con una carriera che continua a rinnovarsi e una nuova generazione di fan che lo riscopre. Sanremo, nonostante le polemiche, è stato un punto di svolta e il duetto con Fedez ha dimostrato che il suo repertorio è ancora attuale. Critiche o meno, la musica ha vinto.
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