Televisione
Mediaset pronta a chiudere “Striscia la notizia”, l’ipotesi è un game show con Amadeus
Il tg satirico di Antonio Ricci verso lo stop dopo oltre tre decenni. La crisi di ascolti e l’ombra di un clamoroso arrivo del conduttore più corteggiato della tv.

Una notizia che potrebbe segnare un prima e un dopo nella televisione italiana: “Striscia la notizia” potrebbe chiudere i battenti. Dopo trentasei anni di presenza fissa nel palinsesto di Canale 5, il telegiornale satirico ideato da Antonio Ricci rischia seriamente di uscire di scena. Si tratterebbe di un terremoto mediatico senza precedenti, considerando che “Striscia” non è solo un programma storico, ma un vero pilastro della cultura televisiva nazionale, capace di influenzare linguaggio e immaginario collettivo. L’ipotesi di una sua chiusura rappresenterebbe non solo un cambio radicale nella fascia dell’access prime time di Canale 5, ma anche un colpo di scena che nessuno avrebbe previsto fino a pochi mesi fa.
Dietro la scelta ci sarebbero motivazioni che, come sempre accade in questi casi, mescolano logiche economiche e crisi d’ascolti. Lo storico programma è infatti in affanno da tempo. Se un tempo Striscia era il dominatore indiscusso della fascia preserale, da qualche stagione il panorama è mutato profondamente. L’avanzata di Stefano De Martino e il boom di “Affari Tuoi” su Rai 1, capace di raggiungere ascolti a doppia cifra e di superare abbondantemente il 20% di share, hanno finito per erodere le certezze di Canale 5. E così oggi “Striscia la notizia” fatica a superare il 14% di share, numeri che, seppur dignitosi, non bastano più per giustificare l’elevato costo di produzione dello show di Antonio Ricci. In tempi di razionalizzazione dei budget e di una crescente attenzione al rapporto tra investimenti e ritorni pubblicitari, anche un colosso come “Striscia” può finire sotto la lente di ingrandimento.
Ma cosa accadrà al suo posto? Ed è qui che l’indiscrezione diventa ancora più clamorosa: Mediaset starebbe valutando di rimpiazzare il telegiornale satirico con un game show. Non un programma qualunque, ma uno pensato per rinnovare la proposta di Canale 5 in quella fascia, con l’obiettivo di tornare competitivi contro la corazzata Rai 1. Le indiscrezioni parlano anche di un interesse concreto del Biscione nei confronti di Amadeus, il volto oggi più ambito del panorama televisivo italiano, da tempo protagonista del corteggiamento serrato di diverse reti. Il conduttore, attualmente legato a Warner Bros Discovery e al canale Nove per i prossimi anni, è comunque da mesi al centro di voci che lo vorrebbero prossimo a un clamoroso cambio di casacca.
Secondo quanto trapela, a lavorare sulla nuova proposta per l’access di Canale 5 ci sarebbero già diverse case di produzione: Endemol, Blu Yasmine, Fremantle e Banijay sarebbero tutte in lizza per proporre l’idea vincente. Le ipotesi in campo spaziano da format già noti a progetti originali, ma la linea guida sembra chiara: portare in quella fascia un game show capace di intercettare il grande pubblico e di rivitalizzare la fascia preserale, oggi dominata da Rai 1.
Resta il nodo emotivo. Perché se davvero “Striscia la notizia” chiudesse – anche solo per un periodo limitato – la televisione italiana perderebbe uno dei suoi simboli più riconoscibili. Non è solo un programma televisivo: “Striscia” ha cambiato il modo di fare inchiesta in tv, mescolando irriverenza e denuncia, ironia e indignazione. Ha introdotto nel linguaggio collettivo parole come “tapiro” e “veline”, ha creato tormentoni, ha firmato servizi che hanno fatto tremare potenti e corrotti. Ha anche avuto, è vero, momenti di appannamento e di critiche, soprattutto negli ultimi anni, ma è impossibile negare che rappresenti un pezzo di storia della televisione italiana.
Ora, però, quella storia potrebbe subire una brusca battuta d’arresto. E nonostante al momento nessuna conferma ufficiale sia arrivata da Cologno Monzese né da Antonio Ricci, l’indiscrezione ha già fatto il giro del web e degli ambienti televisivi. Se il futuro di “Striscia la notizia” è davvero appeso a un filo, resta da vedere se e come Mediaset riuscirà a scrivere un nuovo capitolo in un’epoca in cui la tv generalista cerca disperatamente di reinventarsi per non soccombere sotto il peso di streaming e nuovi consumi digitali.
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Televisione
Amanda Lear contro HBO: “Enigma è un vergognoso tentativo di guadagnare su di me, farò causa”
Il film “Enigma”, diretto da Zackary Drucker, accosta la vita di Lear a quella dell’attivista trans April Ashley. L’artista parla di violazione contrattuale e diffida già inviata. HBO respinge le accuse: “Nessun limite sui temi”.

Amanda Lear torna al centro della scena, ma questa volta non per una canzone o una mostra, bensì per una battaglia legale. L’artista 85enne ha annunciato di voler citare in giudizio HBO, colpevole a suo dire di aver oltrepassato i limiti nel documentario Enigma, uscito a fine giugno, che ripercorre la sua carriera accostandola a quella della modella e attivista trans April Ashley.
Lear contesta soprattutto il riferimento al presunto “dead name” Alain Tap e alla voce secondo cui avrebbe subito un’operazione chirurgica di riassegnazione del sesso a Casablanca. “Sono vittima di transvestigation”, ha dichiarato a Il Messaggero, accusando i produttori di aver violato clausole contrattuali che avrebbero escluso quei temi. “I miei avvocati hanno inviato una diffida, ma loro se ne sono fregati. In America fare causa è un incubo”.
La regista Zackary Drucker difende invece il film, definendolo “un documentario d’amore” verso una figura da lei ammirata. “Volevo sapere chi fosse davvero la mia icona, perché c’è sempre un’ombra di dubbio”, ha spiegato. HBO, dal canto suo, afferma che l’accordo firmato non limitava in alcun modo i contenuti e sostiene di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale di diffida.
Nel documentario compaiono anche vecchi spezzoni televisivi, tra cui uno con Gianni Boncompagni che le chiede apertamente se sia un uomo: Lear, con il suo consueto tono ironico, si limita a rispondere “Ma Gianni!”. In un’altra clip, racconta a Mara Venier di aver alimentato le voci sul suo passato solo per gioco, dicendo: “Il prossimo uomo che mi vedrà nuda sarà il medico legale”.
Amanda Lear ha sempre giocato sull’ambiguità, senza mai confermare né smentire del tutto le speculazioni. In passato, in un’intervista con Maurizio Costanzo, aveva ricordato come un servizio fotografico di nudo avesse infranto quel velo di mistero che al pubblico piaceva coltivare: “La gente preferiva credere alla favola, piuttosto che guardare la realtà”.
Oggi, con Enigma, la questione si riapre. Per i fan, è l’ennesimo capitolo di una biografia segnata dall’ambiguità; per Lear, invece, è un attacco alla sua immagine e al suo diritto a decidere cosa raccontare di sé. Una battaglia legale che si annuncia lunga e complessa, e che riaccende il dibattito su confini, identità e diritti d’immagine nel mondo dello spettacolo.
Televisione
Pippo Baudo, l’ultimo applauso: Militello si ferma per il Maestro della tv
Il vescovo Peri e il padre spirituale Albanese hanno celebrato i funerali insieme ad altri quattordici parroci. Cori e letture scelte personalmente dal conduttore hanno reso unico il rito. Lorella Cuccarini, Al Bano e Gigi D’Alessio in prima fila tra le lacrime e gli applausi.

Il santuario della Madonna della Stella non era mai stato così gremito. Militello in Val di Catania ha dato l’ultimo addio a Pippo Baudo in una cerimonia che resterà nella memoria collettiva. Centinaia di persone non hanno trovato posto in chiesa e hanno seguito il rito dal maxi schermo allestito nella piazza antistante, inondata dal sole e dal silenzio interrotto soltanto dagli applausi all’ingresso del feretro.
La liturgia è stata presieduta dal vescovo di Caltagirone, Calogero Peri, insieme al parroco, padre Giuseppe Luparello, a don Giulio Albanese – padre spirituale di Baudo arrivato da Roma – e ad altri quattordici sacerdoti dei paesi vicini. «Carissimo Pippo – ha detto il vescovo – ti auguriamo di splendere come stella non soltanto nel firmamento degli uomini, ma soprattutto in quello di Dio. Perché solo l’amore resta ed è per sempre».
L’omelia è stata affidata a don Albanese, che con voce rotta ha ricordato le confidenze dell’amico: «Poco prima di morire mi ha detto che il successo non basta a riempire il cuore. Pippo lo sapeva bene: ciò che conta davvero è l’amore che si dona, la giustizia che si cerca, la legalità che si difende. Questo è l’insegnamento che lascia a tutti noi».
I canti hanno aggiunto intensità al rito. Il coro polifonico Maris Stella ha eseguito i brani scelti con cura, usando il pianoforte che Baudo regalò nel 1998. «Eccomi» all’ingresso, «Se tu mi accogli» all’offertorio, «Panis Angelicus», «Ave Verum» e l’«Ave Maris Stella» di Nino Rota alla comunione. Infine «Maria Mamma Nostra», inno tradizionale della patrona del paese. «Sicuramente Pippo l’avrà cantata tante volte», ha raccontato Salvatore, uno dei coristi.
Le letture non sono state casuali. Dal Libro della Sapienza il passo che dice «Agli occhi degli stolti parve che morisse… ma essi sono nella pace»; dal Vangelo di Matteo le Beatitudini: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli». Parole che hanno risuonato tra le navate come un testamento spirituale.
In prima fila i figli Tiziana e Alessandro, visibilmente provati, e l’inseparabile assistente Dina Minna. Tra i volti dello spettacolo Lorella Cuccarini, inseguita dai cronisti, Al Bano, Michele Guardì, Gigi D’Alessio. «Finalmente si sono accorti della sua grandezza», ha detto Al Bano. «Pippo era alto in tutto quello che faceva. Ho una vita con lui, non un ricordo». E D’Alessio ha aggiunto: «La Rai ha perso la sua R. Pippo era della gente, era uno di noi. Una volta mi chiese un concerto per Militello: ora sono qui per una cosa più triste, ma so che da lassù continuerà a dirigere».
Non è mancata la rappresentanza istituzionale: il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro Adolfo Urso, il sottosegretario Gianmarco Mazzi, il governatore Renato Schifani e il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. «Siamo qui – ha spiegato il vescovo Peri – per salutare non solo un personaggio, ma un amico. Pippo ha portato la Sicilia nel cuore di tutti gli italiani».
Un malore per un carabiniere in alta uniforme, subito soccorso tra gli applausi, ha interrotto per pochi minuti il rito. Poi l’uscita della bara ha riportato l’attenzione su di lui: applausi lunghi, mani tese, lacrime. Un addio che ha avuto il calore di uno show corale, senza telecamere ma con lo stesso pathos di una diretta televisiva. Pippo Baudo ora riposa nella tomba di famiglia al cimitero di Militello, tra la sua gente.
Televisione
Heather Parisi svela l’inedito con Pippo Baudo: ricordi, paure e quel sogno di rinascere come una farfalla
Trentacinque minuti registrati nel 2008 e pubblicati oggi da Heather Parisi per mantenere una promessa fatta a Pippo Baudo: un’intervista privata, tra risate e riflessioni profonde, in cui il presentatore si racconta senza filtri, tra paure, televisione e il desiderio di tornare un giorno come una farfalla.

Non un’intervista classica, ma il documento affettuoso di un rapporto che andava oltre la televisione. Heather Parisi ha pubblicato sui suoi canali social e su YouTube un video rimasto inedito per 17 anni: trentacinque minuti registrati nel 2008, nel salotto di casa, con protagonista Pippo Baudo. Un piccolo tesoro, conservato per onorare una promessa fatta al conduttore che più di tutti ha segnato la storia della tv italiana.
Il video si apre con una scena quasi surreale, che restituisce l’atmosfera giocosa del momento. Baudo si sfila le scarpe, Heather si diverte e gli bacia i piedi. Da lì parte una conversazione che ha il tono intimo di due amici che chiacchierano sul divano, lontani dalle luci dello spettacolo. “Diciassette anni fa, nella quiete di casa, mi hai regalato un’intervista che custodisco nel cuore”, ha scritto Parisi. “Vorrei mi facessi un regalo”, le disse Baudo, con il suo sorriso inconfondibile. “Quale?”, chiese lei. E lui, serio ma dolce: “Tienila per un giorno lontano lontano”.
Quel giorno è arrivato, e Heather ha scelto di mantenere la parola data, condividendo il filmato con i suoi follower. “Io sento solo un arrivederci”, ha commentato, ricordando quanto il conduttore fosse per lei non solo un maestro ma anche un punto di riferimento umano.
Nell’intervista Baudo parla di televisione e del suo Sanremo, di un mondo che corre e litiga troppo, di un Paese che avrebbe bisogno di più rispetto reciproco. Ma soprattutto confida le sue paure più intime: “Sarò molto egoista, ma mi preoccupa l’idea di non esserci più, di sparire, di non lasciare un segno, di non diventare un fiore, una palma”. Alla domanda di Heather “Se tornassi, cosa ti piacerebbe essere?”, Pippo risponde con una semplicità che commuove: “Una farfalla, quelle belle colorate”.
Un’immagine leggera e potente allo stesso tempo, che oggi assume un valore speciale. Non l’ennesimo ricordo agiografico, ma il ritratto vivo di un uomo capace di mescolare ironia e fragilità, consapevolezza e poesia. Perché, a modo suo, Pippo Baudo una farfalla lo è sempre stato: capace di volare oltre i decenni, restando impresso nei cuori di chi lo ha ascoltato e amato.
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