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Adriano: l’Imperatore del calcio caduto e risorto, tra gloria e dipendenze

E’ uscito in Brasile il libro di Adriano dal titolo “La mia più grande paura”. In un estratto riportato da FcInter1908.it, l’ex calciatore brasiliano ha raccontato la sua depressione e l’alcolismo di cui è stato vittima e il tentativo di Moratti di farlo curare.

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    Adriano Leite Ribeiro, l’ex attaccante dell’Inter noto come “l’Imperatore”, è una figura complessa e affascinante del calcio mondiale. La sua carriera, segnata da alti e bassi, è stata raccontata in modo intimo e sincero nella sua autobiografia, “La mia più grande paura“, pubblicata recentemente in Brasile. Emergendo dalle favelas di Rio de Janeiro, Adriano ha conquistato il mondo del calcio con la sua tecnica sopraffina e la sua potenza fisica. All’Inter ha vissuto anni d’oro, diventando uno dei beniamini del pubblico e contribuendo a vincere numerosi trofei. Tuttavia, il successo e la fama non sono bastati a proteggerlo dai demoni interiori. E che demoni…

    La battaglia contro i suoi demoni

    La morte del padre, a cui era profondamente legato, ha segnato un punto di svolta nella vita di Adriano. Il dolore e la solitudine lo hanno spinto verso l’alcol, diventando una dipendenza che ha gradualmente minato la sua carriera. Gli episodi di ubriachezza e i ritardi agli allenamenti sono diventati frequenti, mettendo a dura prova il suo rapporto con la società nerazzurra e con i tifosi. Ed ecco che si fa avanti Massimo Moratti, allora presidente dell’Inter ma che, non solo in questa occasione, si è mostrato sempre vicino ai sui giocatori. Moratti, infatti ha cercato di aiutare Adriano a superare il difficile momento. Tuttavia, il tentativo di mandarlo in una clinica di riabilitazione in Svizzera è stato rifiutato da Adriano, che non si riconosceva nella diagnosi.

    Il ritorno in Brasile e la vita nelle favelas

    Dopo aver lasciato l’Italia, Adriano ha fatto ritorno in Brasile, dove ha continuato a lottare con le sue dipendenze. La sua vita nelle favelas, raccontata nei suoi numerosi video sui social media, ha suscitato grande preoccupazione tra i suoi fan. Immagini che lo ritraevano circondato da amici e alcol hanno alimentato il timore che l’ex campione non fosse riuscito a uscire per nulla dal tunnel. in cui si era cacciato. Con la pubblicazione della sua autobiografia, Adriano ha deciso di affrontare il suo passato con onestà e coraggio. Nel libro, l’ex calciatore racconta le sue fragilità, i suoi errori e i suoi rimpianti. Ci propone un ritratto intimo e toccante di un uomo che ha lottato per trovare un equilibrio nella sua vita. Un talento che mai smettere di cercare un riscatto.

    Adriano, Diego Armando e George talenti del calcio segnati dagli eccessi

    Tra i diversi talenti idolatrati dal mondo calcistico, che hanno visto le loro carriere e vite private segnate da eccessi, dipendenze e un declino precoce, ci piace ricordare due icone di epoche diverse come Diego Armando Maradona e George Best. Figure emblematiche del calcio, che hanno rappresentato un’intera generazione di tifosi. Le loro storie sono state raccontate e ri raccontate, diventando parte del mito del calcio. Best è stato un pioniere di quello inglese, Maradona ha rivoluzionato quello argentino e mondiale, mentre Adriano è stato un simbolo di una generazione di calciatori brasiliani. Tre storie che raccontano l’invidia per il talento, la compassione per la fragilità umana, la rabbia per un potenziale non realizzato. Ci ricordano che anche i più grandi campioni sono esseri umani, con le loro fragilità e i loro demoni.

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      Calcio

      Cristiano Ronaldo rinnova con l’Al Nassr: 200 milioni all’anno fino al 2027 per restare in Arabia Saudita

      Il fuoriclasse portoghese prolunga il contratto con l’Al Nassr: resterà fino ai 42 anni. Un accordo faraonico da 200 milioni a stagione, più 60 milioni dai diritti d’immagine. “La storia continua”, dice lui.

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        Cristiano Ronaldo non lascia, anzi raddoppia. Dopo settimane di indiscrezioni su un possibile addio, arriva l’ufficialità: CR7 ha rinnovato con l’Al Nassr fino al 2027, prolungando il proprio impegno in Arabia Saudita per altre tre stagioni. “Al Nassr forever”, il messaggio breve ma inequivocabile pubblicato dal club sui social, accompagnato da un video del portoghese con il pollice in su.

        Classe 1985, 40 anni da poco compiuti, Ronaldo si prepara così ad affrontare la parte finale della sua carriera con la maglia del club saudita. Un finale dorato, nel senso più letterale del termine: secondo il quotidiano spagnolo Marca, il nuovo contratto gli garantirà circa 200 milioni di euro l’anno, cifra a cui si aggiungerebbero altri 60 milioni derivanti dai diritti d’immagine. Nessuna conferma ufficiale, ma le cifre non sorprendono: da quando è sbarcato in Arabia, CR7 è diventato il volto globale della Saudi Pro League.

        Ronaldo era arrivato all’Al Nassr nel gennaio 2023, dopo la burrascosa separazione dal Manchester United. In due stagioni e mezza, ha collezionato 111 presenze, segnando 99 gol e servendo 19 assist. Numeri da urlo, che confermano il suo impatto anche fuori dall’Europa.

        Comincia un nuovo capitolo. Stessa passione, stesso sogno. Facciamo la storia insieme”, ha scritto Ronaldo su Instagram, lasciando intendere che questa potrebbe davvero essere l’ultima maglia della sua carriera. Dopo le esperienze leggendarie con Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Juventus, il campione portoghese sembra voler chiudere in grande stile, con un contratto che lo porterà fino a 42 anni.

        Per l’Al Nassr è un colpo doppio: tenere Ronaldo significa mantenere visibilità globale, continuare ad attrarre sponsor, e consolidare il ruolo della Saudi Pro League nel calcio mondiale. Per CR7, invece, è l’occasione di continuare a segnare, guadagnare e dettare i tempi di un ritiro che, ancora oggi, non sembra affatto dietro l’angolo.

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          Tennis

          “Metti i tappi alle orecchie, Jannik!”: il consiglio di Connors a Sinner

          Alla vigilia di Wimbledon, Jimmy Connors avverte Sinner: “Ti esaltano in un attimo, ma ti buttano giù ancora più in fretta”.

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            Jannik Sinner si prepara a scendere sull’erba di Wimbledon con il peso di due sconfitte recenti e un carico di aspettative che potrebbe far tremare anche i più solidi. Ma a tendere la mano al numero uno del mondo arriva un consiglio prezioso, firmato Jimmy Connors. L’ex leggenda americana, otto volte vincitore Slam, ha dedicato un passaggio del suo podcast “Advantage Connors” al tennista altoatesino. Il messaggio è chiaro: “Tappati le orecchie, non ascoltare nessuno, non leggere nulla. Fatti i fatti tuoi”.

            Connors sa bene di cosa parla

            A 27 anni, quando sembrava già al tramonto, fu dato per finito. “Dicevano che ero troppo vecchio, che gli altri erano più forti. Se dai retta a queste cose, ti butti giù da solo”, ha raccontato. Ecco perché invita Sinner a isolarsi dal rumore di fondo, a non farsi travolgere dalle critiche dopo la finale persa al Roland Garros contro Alcaraz e l’uscita a sorpresa ad Halle per mano di Bublik. “Ti portano in alto in un attimo, ma sono ancora più veloci a farti cadere”, ha detto Connors, con la schiettezza di chi ha vissuto sulla propria pelle la pressione mediatica. Il messaggio è chiaro: Jannik deve restare concentrato solo sul suo tennis, senza farsi distrarre da chi oggi lo esalta e domani lo mette in discussione. Nonostante le recenti battute d’arresto, Connors crede che Sinner sia pronto per Wimbledon. “Ha avuto una settimana per adattarsi all’erba, e so che sarà pronto. Non ho dubbi”, ha aggiunto. Il campo, del resto, è il rifugio naturale di Jannik, il luogo dove ritrova il sorriso e la fiducia.

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              Calcio

              Fininvest vicina alla cessione del Monza: “Per Berlusconi era passione, ma ora valutiamo la sostenibilità”

              Il manager Fininvest spiega al Sole 24 Ore la strategia sul Monza e la distribuzione dei dividendi. “Berlusconi ci ha creduto e ha voluto il meglio per il club. La solidità del gruppo ci permette di premiare gli azionisti anche in presenza di impairment”

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                La cessione dell’AC Monza è ormai questione di giorni. A confermarlo è Danilo Pellegrino, amministratore delegato di Fininvest, in un’intervista rilasciata al Sole 24 Ore all’indomani dell’approvazione del bilancio 2024 del gruppo. Il manager non fa nomi, ma non lascia spazio a dubbi: “Siamo vicini a finalizzare un signing a stretto giro e, non appena sarà definito, sarà comunicato ufficialmente”.

                Una mossa che arriva al termine di un ciclo segnato da investimenti ingenti: “In questi anni Fininvest ha investito quasi 300 milioni nel Monza, portandolo per la prima volta in Serie A. Ma come per qualsiasi altra azienda, abbiamo il dovere di valutare costantemente la sostenibilità degli investimenti”.

                L’operazione non nasce all’improvviso. È lo stesso Pellegrino a rivelare che fu Silvio Berlusconi, scomparso nel 2023, ad avviare la ricerca di un partner per garantire un futuro solido al club: “Per lui il Monza era prima di tutto passione. Ha creduto nel progetto e ne ha ricevuto grandi soddisfazioni. Ma era anche consapevole della necessità di trovare un soggetto in grado di sostenere il club nel lungo periodo”.

                Il commento arriva a margine di una chiusura di bilancio che ha visto la distribuzione di 100 milioni di dividendi. Una scelta che, secondo Pellegrino, “è coerente con l’andamento operativo delle nostre società, indipendentemente da componenti una tantum come l’impairment legato al Monza. La solidità finanziaria di Fininvest ci consente di farlo e di premiare gli azionisti”.

                Le parole dell’amministratore delegato confermano dunque le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane: l’era Fininvest al Monza è ai titoli di coda. Resta da capire chi sarà il nuovo acquirente e quale sarà il futuro del club brianzolo, che nel frattempo si prepara a una nuova stagione in Serie A con molti interrogativi ancora aperti.

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